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Il borgo calabrese di Rossano, in provincia di Cosenza, è noto per due cose: il Codex Rossanensis, prezioso manoscritto miniato in greco del VI secolo d.C. contenente i Vangeli di Marco e Matteo, e la liquirizia. Entrambi questi “tesori” sono custoditi gelosamente “in casa”, il primo nel Museo Diocesano e del Codex, e il secondo nel Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”. Quest’ultimo è un esempio illuminato di “museo d’impresa”, nato cioè per iniziativa di un imprenditore locale che ha voluto così valorizzare un certo prodotto e la tradizione, in questo caso gastronomica, che ne è derivata. Per intenderci, un altro modello simile è quello della Ferrari a Maranello, il più visitato d’Italia di questo genere, seguito proprio da quello della piccola Rossano grazie a una media di 50.000 visitatori all’anno. Nel 2001, in virtù di questi numeri importanti, il Museo della Liquirizia ha vinto il premio Guggenheim Impresa & Cultura, e nel 2004, è stato realizzato un francobollo della serie filatelica italiana “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.
L’edificio che lo ospita si trova in Contrada Amarelli, omonima della famiglia che da tre secoli si occupa di estrarre, lavorare e commercializzare la liquirizia.
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