Hotel Cavour
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Novara (NO), Piemonte
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Scopri tutti i comuni del territorioLa “Dolce Terra”. Novara e la sua provincia sono chiamate così, per via della teoria di colline, pianure e risaie in cui è inscritta. Pochi lo sanno, ma Novara è la seconda città piemontese per popolosità dopo Torino, eppure, nella Dolce Terra questo “affollamento” non si sente. Per la piacevolezza trasmessa dai “Baluardi”, i caratteristici lunghi viali alberati che “squadrano” la città, creando appunto bastioni alberati, versione green delle antiche fortificazioni sorte nei secoli scorsi a difesa della città. Un elemento così caratterizzante del tessuto urbano che oggi sono uniti in un circuito di 3,5 km, noto come Trekking urbano dei Baluardi, che prende avvio da Piazza Cavour e procede lungo Baluardo Quintino Sella. Qui, il verde non deve distrarre dalla bella Casa Rosina in stile Liberty, e da Casa Bossi, opera di Alessandro Antonelli che ha fama di essere l’edificio neoclassico più bello d’Italia. Forse non avrà il primo gradino del podio, ma di certo è un esempio di ciò che offre Novara, in quel carosello architettonico-artistico fra Piazza Martiri della Libertà, Palazzo Orelli, Duomo, Battistero, Basilica di San Gaudenzio e Complesso del Broletto.
Fuori città, oltre le chiome dei baluardi, la provincia si fa avanti con i piccoli centri di Borgomanero, Ghemme e Romagnano Sesia, rispettivamente tappa per le visite al Castello di Vergano, al Ricetto di Ghemme – cuore medievale del borgo nominato “Città del Vino e del Miele” – e per Villa Caccia, altro capolavoro neoclassico dell’Antonelli, oggi Museo storico etnografico della Bassa Valsesia.
Dati ottenuti tramite l’analisi delle recensioni sul web
Le attività del turista Culturale
Le opere architettoniche di Alessandro Antonelli hanno una sorta di “firma” d’autore, una riconoscibilità che è il fine ultimo di qualsiasi grande artista. Nel caso dell’architetto piemontese, nativo di Ghemme, nel novarese, è la verticalità, quell’aspirazione verso l’alto che tutte le sue principali creazioni mostrano con orgoglio. La più iconica di tutte, ovviamente, è la Mole Antonelliana di Torino, ma nella sua terra, la provincia di Novara, ha lasciato molte tracce, improntate con la stessa filosofia, la medesima grandiosità di proporzioni, stile, impatto visivo. Per scoprire davvero il suo genio, ci sono una serie di itinerari cultural-architettonici, come per esempio quello che tocca i nove Comuni della provincia di Novara in cui si trovano alcune delle architetture civili e religiose antonelliane più mirabili. Qualche esempio? Il Santuario del Santissimo Crocifisso a Boca, datato al 1822, Villa Caccia di Romagnano Sesia, la Chiesa di San Clemente e l’Asilo de’ Medici a Bellinzago Novarese e la cupola della Basilica di San Gaudenzio nel capoluogo di provincia, ardita costruzione terminata nel 1887.
Le attività del turista Enogastronomico
Nel territorio novarese ci sono una serie di elementi costanti che lo caratterizzano, ideali spunti per escursioni di vario genere. In primis, castelli e manieri che con le loro architetture millenarie hanno travalicato secoli e storia, cui segue la versione per così dire più popolare del ricetto, una struttura fortificata situata all’interno di un borgo, realizzata là dove venivano riposti beni preziosi quali foraggi, prodotti alimentari, vino e olio di proprietà del Signore locale o della popolazione. Una sorta di caveau strategico in caso di assedi e battaglie, che si diffuse a partire dal Medioevo in Piemonte così come in alcune zone d’Europa. E infine, terzo ingrediente onnipresente nel paesaggio della provincia novarese, i vigneti, quelle distese di filari a perdita d’occhio che ammantano i crinali fra il corso del Sesia e la cortina di colline tutt’attorno. Un’idea di quanto si andrà a trovare la danno borghi quali Carpignano, Ghemme, Proh e Castellazzo.
Le attività del turista Sportivo
Risaie, canali d’acqua, cascine storiche. Il paesaggio tipico della Bassa Novarese si compone di poche semplici cose, traccia di una tradizione agricola antica che dal XV secolo in poi ha segnato il territorio, rendendolo fruttifero e noto nel mondo per il suo prodotto principe, il riso appunto. Ecco, in questo puzzle che in primavera, quando i campi vengono allagati per alimentare le risaie, viene definito “mare a quadretti”, è piacevole dedicarsi a uno sport molto amato da queste parti e in generale in Piemonte, il ciclismo. Si sale in sella e ci si lascia guidare dall’ispirazione del momento, puntando ora su Vespolate, ora su Tomaco, Terdobbiate, Nibbiola, Garbagna, Borgolavezzaro e così via, nei dintorni del capoluogo che già di per sé offre un ottimo luogo per escursioni cicloturistiche nel Parco della Battaglia, alle porte della città.
Inaugurato nel 2004 con 81 boutique, ampliato nel 2008 e ancora nel 2010 fino a raggiungere gli attuali 150 negozi su oltre 34 mila metri quadrati di superficie, Vicolungo the Style Outlets è stato da subito un successo, aggiudicandosi il premio come Best European Outlet.
Situato alle porte di Novara, lungo la direttiva Torino-Milano, è uno dei villaggi oulet appartenenti al gruppo immobiliare spagnolo Neinver, noto per la vendita di marchi specializzati nello sport e nell’abbigliamento e attrezzature da montagna, ma anche per griffe quali Armani, Cavalli Class, Calvin Klein, Missoni, Trussardi Jeans, ecc.
Sulle Colline Novaresi si sviluppano i 240 ettari del Golf Club Bogogno, disegnato nel 1997 dall’architetto americano Robert Von Hagge.
Due i percorsi da campionato da 18 buche ciascuno, per un 72 Par da affrontare con un handicap adeguato. Infatti, dal 2006 Bogogno è una delle sedi ufficiali, unica per l’Italia, della European Tour Qualifying School, un evento che richiama i migliori giocatori professionisti e non da tutto il mondo.
Il calendario del Golf Club di Bogogno annovera anche una dozzina di gare di rilievo, tra cui PGA Tour, Senior PGA Tour, PGA European Tour, Open nazionali e internazionali di golf e campionati internazionali dilettanti.
Se Torino ha la Mole Antonelliana, Novara ha la cupola antonelliana. Entrambe queste opere piemontesi si devono infatti alla medesima mano, quella di Alessandro Antonelli, che fra il 1841 e il 1878 a Novara edificò appunto la cupola della Basilica di San Gaudenzio, andando a completare l’edificio eretto nell’arco di quasi un secolo, fra il 1577 e il 1659, su progetto dell’architetto Pellegrino Pellegrini, detto Tibaldi, cui nel 1786 si aggiunse il campanile opera di Benedetto Alfieri.
Con una sola navata e pianta a croce latina, la chiesa ha struttura tardo-rinascimentale e possiede numerose opere d’arte, tra cui un’antica cattedra vescovile e un’urna d’argento con i resti del patrono, San Gaudenzio.
Ma torniamo alla cupola, simbolo di Novara. Completamente realizzata in muratura, misura 121 metri di altezza e ha un diametro alla base di 31 metri. Retta da quattro coppie di grandi archi, presenta una struttura piuttosto complessa, costituita da corone concentriche di pilastri in muratura di mattoni, che a loro volta reggono le cupole interne in successione. Infine, al culmine della volta è posta una statua in bronzo ricoperta in lamine d’oro del Cristo Salvatore, opera di Pietro Zucchi datata al 1873.
Per ammirare da vicino tutti i minuziosi dettagli decorativi, accedendo da via Bescapè si può prendere l’ascensore posto all’interno del campanile e salire fino alla Sala del Compasso situata ad oltre 24 metri di altezza. In alternativa, c’è il museo interattivo “Viva la cupola”, con video esplicativi che illustrano la storia del monumento e due cubi di vetro che consentono di effettuare una visita virtuale della stessa dando una prospettiva nuova dell’edificio e della città.
Novara e il suo riso. Un binomio che da sempre caratterizza la città piemontese e il suo territorio, plasmato dalle colture stensive di questo prodotto radicato nella cultura gastronomica locale.
Dal 2012, Novara ha anche un evento celebrativo di questa tradizione, ExpoRice, manifestazione che esalta non solo la sua valenza agricola, ma anche turistica, in quanto spunto e motore di viaggi esplorativi.
Grazie al coinvolgimento di istituzioni, associazioni e produttori, ExpoRice è infatti una rassegna con un programma di appuntamenti vari, tra cui tour in bici e bus tra le risaie, spettacoli, animazioni, mostre, laboratori, degustazioni di prodotti tipici e mercatini bio. Sulla scia di memorie cinematografiche d’autore – vedi Riso Amaro, del 1949, con un’indimenticabile mondina, Silvana Mangano – nel 2018 è stato inserito in calendario anche il Festival del Cinema di Risaia.
Il segreto del nebbiolo dell’Alto Piemonte è il Monte Rosa, che d’inverno scherma le viti dai venti freddi del nord e d’estate rinfresca le temperature. Così, le uve di questo pregiato vitigno, fra i più nobili al mondo, può seguire il suo particolare andamento, con una fioritura precoce e una maturazione tardiva.
Vinificato in purezza o con piccole aggiunte di Vespolina, Uva Rara e Croatina, è tutelato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, cui aderiscono 135 soci distribuiti fra le province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli, produttori di piccole dimensioni ma che puntano all’alta qualità, generando 8 DOC (Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane) e 2 DOCG (Gattinara, Ghemme).
In particolare, sin dalla fine dell’800, il territorio del Biellese è stato insieme alla Borgogna francese fra i primi territori a commercializzare i propri vini, seppure con una sorta di “baratto” con le comunità montane: vino in cambio di ghiaccio per la conservazione dei cibi. In quest’area, si producono il Bramaterra DOC, il Canavese DOC, il Coste Della Sesia DOC, il Lessona DOC, eccellenze da gustare in cantina, oppure nei molti agriturismi e ristoranti della zona, e da scoprire attraverso strutture come l’Enoteca Regionale della Serra e l’Ecomuseo del Biellese.
Ricavato nel Ricetto di Candelo, l’Ecomuseo del Biellese conserva antiche attrezzature, racconta tecniche tradizionali e proprietà degli storici vitigni autoctoni, là dove un tempo si producevano ben 1.250.000 litri di vino.
Ad accogliere gli oltre 200 tipi di vino e le 20.000 bottiglie dell’Enoteca Regionale della Serra è invece la magnifica cantina cinquecentesca del Castello del Roppolo, scenario di mostre e, a settembre, della Festa dell’Uva.
Spostandoci verso Vercelli, si può fare sosta a Villa Paolotti, ex Bottega del Vino del Gattinara trasformata oggi nell’Enoteca Regionale di Gattinara, che raccoglie in sé quanto prodotto nelle 4 province di Vercelli, Biella, Novara e Verbano Cusio Ossola, oltre ad offrire la possibilità di tour fra i vigneti e sulle colline.
Paolo Fresu, Gino Paoli, Lawrence D. Butch Morris, Stan Tracey, Louis Moholo, Chicago Stompers, Italian Instabile Orchestra, Nick Pride and the Pimptones…
Dal 2004 a oggi, sono tantissimi gli artisti di fama mondiale che si sono esibiti sul palco del Novara Jazz Festival, annoverato fra gli eventi musicali preminenti della scena nazionale e non solo. Una kermesse che si articola in concerti dentro e fuori città, ma anche in momenti aggreganti quali degustazioni, visite a residenze artistiche, workshop, mostre, installazioni, presentazioni letterarie e discografiche
Dal 2016, Novara Jazz Festival ha allargato il suo sguardo anche alla danza, grazie alla curatela di Enrico Bettinello, fra i massimi esperti nel campo della direzione artistica e della progettazione di eventi culturali, plus che ha consentito a Novara di poter ospitare nel 2019 la European Jazz Conference.
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