Bottega Peruzzi
Ristorante
Carmignano (PO), Toscana
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Scopri tutti i comuni del territorioIn tutta Italia, i prodotti certificati DOP e IGP sono una cosa seria, tanto che in Toscana, realtà che forse più di altre ha fatto del turismo enogastronomico un suo vessillo, le Strade cosiddette del Vino, dell’Olio e dei Sapori sono state le prime del Paese a riunirsi in una Federazione, sin dal 2001, creando una sede di rappresentanza nel borgo di Montespertoli, in provincia di Firenze. Da qui, prendono abbrivio progetti di promozione delle eccellenze del territorio capaci di farle letteralmente arrivare in ogni angolo del mondo, instillando così il desiderio di godere di persona, prima con lo sguardo e poi con il palato, di tanta bellezza e bontà.
Per intraprendere uno di questi 20 percorsi che attraversano tutta la Regione basta però tenere gli occhi aperti lungo le provinciali o le mille strade bianche che “ricamano” le inconfondibili colline della Toscana: il territorio è infatti disseminato dei tipici cartelli marroni che identificano tali itinerari, in un saliscendi continuo fra viali di cipressi, distese di filari di vite e uliveti punteggiati di nobili castelli, torri, pievi, abbazie e cascine in pietra color dell’ocra dove è lecito sognare una vacanza di puro relax. Un insieme che sembra uscito da un quadro d’altri tempi, che regala la piacevolezza di panorami unici, da incorniciare in una foto, in un ricordo.
Le tappe segnalate lungo le Strade – agriturismi, aziende agricole, musei dedicati a culture antiche e botteghe artigiane – sono un invito a fermarsi, a respirare a pieni polmoni, a conoscere chi ogni giorno si dedica con passione alla terra, coltivando vini autoctoni e olio che il mondo ci invidia, e con essi gli altri molti prodotti, spesso tutelati dai rigorosi disciplinari dei Consorzi o riconosciuti come DOP o IGP. Abbondanza di sapori che, tradotta in numeri, ad oggi conta ben 30 di queste eccellenze certificate, fra 15 DOP e 15 IGP Made in Tuscany.
Dati ottenuti tramite l’analisi delle recensioni sul web
Le attività del turista Culturale
Toscana e Arte. Un ottimo esercizio di stile per capire il senso profondo e assoluto di questo binomio è guardare la mappa della Regione e leggere un toponimo a caso. Qualunque esso sia, con ogni probabilità evocherà immagini di borghi, castelli, torri, viuzze medievali, pievi, abbazie, chiese, santuari, siti archeologici, monumenti e luoghi iconici dell’italianità di ieri e di oggi. E questo, escludendo a priori le città principali – Firenze, Pisa, Arezzo, Lucca, Livorno, Grosseto, Massa e Carrara, Pistoia, Prato e Siena – ciascuna forse fin troppo carica di spunti da poter essere motivo di un viaggio a sé.
Per avere un’idea di ciò che in pochi giorni potrebbe offrire un viaggio in Toscana, basta citare località come Monteriggioni, San Miniato, Greve e Radda in Chianti, Montepulciano e Montalcino con i loro centri storici che paiono belvedere su un mare di colline ammantate di vigneti e olivi, Sorano e Pitigliano con le loro vie etrusche scavate nel tufo, le sorprendenti Volterra e Cortona, Capalbio, Castiglioncello e Castiglione della Pescaia affacciate sul Tirreno, l’Abbazia di San Galgano e quella di Sant’Antimo sperdute come eremi dell’anima in una campagna da sogno. Ogni singola esperienza è uno scrigno di storia e arte, tra musei, chiese, piazze, monasteri e opere a cielo aperto.
Toscana come summa di arte e paesaggi, in cui oggi si identificano sette realtà Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: i centri storici di Firenze, Siena e Pisa, le torri di San Gimignano, Pienza come simbolo della “città perfetta”, la Val d’Orcia per i borghi e le Crete Senesi, le Ville e i Giardini medicei.
Le attività del turista Enogastronomico
La Toscana e il vino, una storia che va avanti e si evolve da più di 2.500 anni, da quando cioè gli Etruschi iniziarono a plasmare il paesaggio con filari di viti, come accadde in realtà anche in molte altre Regioni d’Italia. Ma è qui che la sua produzione e il suo commercio iniziarono ad acquisire un valore tale per cui nel 1282 veniva fondata la corporazione dell’Arte dei Vinattieri, e già nel 1300 nasceva la “Lega del Chianti”, identificata con il marchio del “Gallo Nero”. Lo stesso che ancora oggi campeggia sulle bottiglie prodotte in un’area però ben più vasta di quella iniziale. Se infatti in principio erano tre i comuni in cui si faceva – Radda, Castellina e Gaiole – oggi il territorio comprende Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi in provincia di Siena, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Greve in Chianti e parte del comune di Barberino Val d’Elsa in provincia di Firenze. Dal punto di vista geografico, è compreso tra le province di Firenze, Arezzo e Siena, per cui si sente parlare anche di Chianti dei Colli Fiorentini, dei Colli Senesi o dei Colli Aretini detto anche di Montespertoli.
Oltre al Chianti, la Toscana su una superficie di 58.000 ettari di cui il 67% in collina e il 25% in montagna – produce numerosi altri vini, per l’85% rossi e rosati, e il restante 15% bianchi, che in tutto si sono guadagnati sul campo 11 DOCG, 41 DOC (pari al 69% della produzione complessiva) e 6 IGT.
Sulle tavole toscane arrivano però numerosi altri prodotti tipici, in grado di colmare una straordinaria dispensa: il pregiato tartufo bianco di San Miniato, la fiorentina della Val di Chiana, il pecorino, il farro della Garfagnana, il lampredotto, la trippa, il salame toscano, la finocchiona, il panforte, i cantucci, i ricciarelli, la schiacciata fiorentina, i cenci, il lardo di Colonnata e l’immancabile olio extra vergine.
Le attività del turista Naturalistico
Nel ventre delle verdi colline della Toscana si formato acque medicamentose, che sin dai tempi degli Etruschi e poi dei Romani, vengono sfruttate per le loro proprietà curative, oltre che come fonti attorno alle quali costruire quelle che ieri erano “stazioni termali”, oggi “wellness destination” a tutto tondo. Il tour del benessere in terra di Toscana inizia nella provincia di Pistoia, dove si trovano due degli impianti più antichi e rinomati della Regione: le Terme di Montecatini, attive dal 1773, sono inserite fra le Great Spa Towns of Europe e nel listing del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, e trovano il loro cuore in un Parco Termale con ben quattro diverse Fonti Termali, fra cui la Leopoldina, dall’affascinante architettura Liberty. Il secondo spot pistoiese è quello delle Grotte Parlanti e Giusti di Monsummano Terme, che ha la particolarità unica al mondo di comprendere una vasta cavità carsica oggi sfruttata per alcuni trattamenti, così come unica è l’occasione di dedicarsi a relax e cure fra stalattiti e stalagmiti da ammirare.
Fra le Alpi Apuane e la catena principale dell’Appennino Tosco-Emiliano si adagia invece il borgo di Bagni di Lucca, dove sgorga una sorgente a 45-54 °C, nota e sfruttata da oltre duemila anni. Di qui sono passati artisti e personalità di ogni epoca, dai Duchi di Borbone ai Bonaparte, dai Granduchi di Toscana a Lord Byron e Shelley.
Nel pisano sono tre i punti di riferimento: Terme Bagni di Pisa, a San Giuliano Terme, e Terme di Casciana, fra le più antiche d’Italia, cui si aggiunge Uliveto Terme, a Vicopicano, nome ormai di richiamo internazionale per le sue acque bicarbonate commercializzate in tutto il mondo.
In Garfagnana, provincia di Massa e Carrara, ecco le Terme di Equi, a ridosso di una delle cime più maestose delle Alpi Apuane, il Pizzo dell’Uccello, con grotte e sorgenti da scoprire anche in ampi percorsi trekking, e Terme della Versilia, a Cinquale, nel Comune di Montignoso, situate nello splendido Parco di Villa Undulna. Una volta giunti sulla costa tirrenica, non resta che proseguire più a Sud, in provincia di Livorno, dove a Campiglia Marittima si possono testare sulla propria pelle le acque delle Terme di Venturina. Si torna verso l’entroterra, e precisamente a Rapolano Terme, per sperimentare la piacevolezza delle Terme di San Giovanni, affacciate su una sorta di belvedere sulle Crete Senesi, Infine, nel grossetano, fra le numerose sorgenti della zona vale la pena puntare sulla “cascatelle” di Terme di Saturnia, affascinanti per il contesto naturalistico e per la possibilità di fare il bagno in un cratere vulcanico estinto, che una leggenda vuole creato da una saetta scagliata da Saturno.
Toscana vuol dire natura da vivere, in ogni modalità possibile, in versione balneare, country o montana che sia, immersi ogni volta in paesaggi di rara bellezza, disegnati da filari di vite, olivi e girasoli che rimandano già a ciò che si potrà gustare a tavola, in sagre ed eventi tradizionali. Ci sono i cammini, religiosi e non, da “consumare” rigorosamente a piedi. I percorsi per appassionati di trekking, equitazione e mountain bike, da intraprendere con tempi e modalità diverse a seconda della stagione e del mezzo. Ci sono le piste da sci equamente distribuite su quel 25% di territorio montuoso, identificato con le cime e le aree di Monte Amiata, Abetone, Casentino, Alpi Apuane e Appennino Tosco Emiliano. E, all’opposto, ci sono quei 633 km di costa, pari all’8% del totale nazionale, che fanno da irresistibile attrattore per le vacanze estive, cui si devono aggiungere le cinque isole dell’Arcipelago Toscano, ciascuna con il suo carattere forte e ammaliante.
Toscana è ogni volta un’esperienza nuova, da vivere in solitaria, con gli amici o con la famiglia, avendo la certezza di trovare sempre un alloggio consono al proprio stile di vacanza, dal semplice casolare su un poggio all’agriturismo rustico chic, dal B&B nel cuore di un borgo medievale al top resort con Spa, dalla dimora storica ancora oggi residenza di una famiglia nobile allo stabilimento termale in stile Liberty.
La Toscana è un crocevia di strade e itinerari religiosi, valevoli ciascuno di essere percorsi almeno una volta nella vita per immergersi in quell’atmosfera unica data dal connubio fra paesaggi naturalistici di pregio e mete ricche d’arte e cultura, uniti al senso profondo di una rinascita spirituale.
Strada maestra fra tutte è senz’altro la Via Francigena Toscana, che ricalca i passi fatti da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, quando nel X secolo intraprese il lungo cammino fino a Roma, realizzando al termine quella che è da considerarsi una vera e propria “guida di viaggio”, ossia l’Itinerario di Sigerico. In tutto, calcolando solo le tappe dal Passo della Cisa a Radicofani, al confine Sud della Regione, si parla di 380 km attraverso 38 Comuni, in un continuo cambio di scenari.
Si innesta sulla Via Francigena all’altezza di Fucecchio e San Miniato un altro percorso medievale, la Romea Strata, che i pellegrini dell’Europa centro-orientale intraprendevano alla volta di Roma e Santiago di Compostela. Cinque le diverse direttrici che si riuniscono nel basso Veneto, da dove il cammino prosegue lungo il tratto noto come Romea Nonantolana-Longobarda. In Toscana si trovano le 6 tappe finali, passando per Cutigliano, San Marcello Piteglio, Pistoia, Vinci, Cerreto Guidi e Fucecchio. La Via Romea Germanica in Toscana transita solo nella zona del Casentino raggiungendo Arezzo e poi Cortona, ma in Italia sono ben 46 le tappe sulle 96 che scandiscono i 2.200 km totali, dal Mare del Nord a Piazza San Pietro a Roma.
Fra Firenze e il Santuario della Verna, sull’Appennino Toscano, e da qui lungo la Valtiberina fino ad Arezzo e poi Cortona con l’Eremo Le Celle, si snoda un tratto delle Vie di Francesco, legate al ricordo dei principali episodi della vita del “Poverello” di Assisi.
Cortona è invece il punto di partenza della Via Lauretana verso Montepulciano e Siena, utilizzata dai romani prima come direttiva commerciale verso il Tirreno, poi come via di pellegrinaggio per la Santa Casa di Loreto. Come arteria di collegamento fra Firenze a Siena, in passato una delle vie più sfruttate era la Via Sanese, che ancora oggi offre una sequenza di luoghi affascinanti: Casciano in Val di Pesa, Badia a Passignano, San Donato in Poggio e Castellina in Chianti.
Ultima ma non meno importante era, ed è ancora oggi, la Via Matildica del Volto Santo, che da Mantova giunge in Toscana attraverso Passo di San Pellegrino, e da qui in Garfagnana e Media Valle de Serchio fino a Lucca, per terminare al cospetto della statua lignea del Volto Santo, conservata nel Duomo di San Martino.
Il trekking è di per sé una modalità di fare turismo slow ed ecosostenibile, perfetta per immergersi in un territorio vocato alla natura come quello della Toscana. Un patrimonio ambientale da apprezzare secondo il proprio stile di vita e desiderio, grazie a un sistema di strutture ricettive in grado di coprire un range amplissimo di offerte, dal camping attrezzato al resort di lusso, passando per l’agriturismo, la dimora storica, l’hotel di design contemporaneo, lo stabilimento termale d’antan ma aggiornato in tutte le sue attività curative e di remise en forme. Location più semplici o rustico chic o ricche di confort a seconda della scelta, ma sempre ideali per restare a contatto con la natura e partire alla scoperta dei dintorni. Vacanze open air per godere a pieno di natura, arte, cultura, dalla costa fino alle montagne dell’entroterra.
Le attività del turista Spirituale
La Toscana è un crocevia di strade e itinerari religiosi, valevoli ciascuno di essere percorsi almeno una volta nella vita per immergersi in quell’atmosfera unica data dal connubio fra paesaggi naturalistici di pregio e mete ricche d’arte e cultura, uniti al senso profondo di una rinascita spirituale.
Strada maestra fra tutte è senz’altro la Via Francigena Toscana, che ricalca i passi fatti da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, quando nel X secolo intraprese il lungo cammino fino a Roma, realizzando al termine quella che è da considerarsi una vera e propria “guida di viaggio”, ossia l’Itinerario di Sigerico. In tutto, calcolando solo le tappe dal Passo della Cisa a Radicofani, al confine Sud della Regione, si parla di 380 km attraverso 38 Comuni, in un continuo cambio di scenari.
Si innesta sulla Via Francigena all’altezza di Fucecchio e San Miniato un altro percorso medievale, la Romea Strata, che i pellegrini dell’Europa centro-orientale intraprendevano alla volta di Roma e Santiago di Compostela. Cinque le diverse direttrici che si riuniscono nel basso Veneto, da dove il cammino prosegue lungo il tratto noto come Romea Nonantolana-Longobarda. In Toscana si trovano le 6 tappe finali, passando per Cutigliano, San Marcello Piteglio, Pistoia, Vinci, Cerreto Guidi e Fucecchio. La Via Romea Germanica in Toscana transita solo nella zona del Casentino raggiungendo Arezzo e poi Cortona, ma in Italia sono ben 46 le tappe sulle 96 che scandiscono i 2.200 km totali, dal Mare del Nord a Piazza San Pietro a Roma.
Fra Firenze e il Santuario della Verna, sull’Appennino Toscano, e da qui lungo la Valtiberina fino ad Arezzo e poi Cortona con l’Eremo Le Celle, si snoda un tratto delle Vie di Francesco, legate al ricordo dei principali episodi della vita del “Poverello” di Assisi.
Cortona è invece il punto di partenza della Via Lauretana verso Montepulciano e Siena, utilizzata dai romani prima come direttiva commerciale verso il Tirreno, poi come via di pellegrinaggio per la Santa Casa di Loreto. Come arteria di collegamento fra Firenze a Siena, in passato una delle vie più sfruttate era la Via Sanese, che ancora oggi offre una sequenza di luoghi affascinanti: Casciano in Val di Pesa, Badia a Passignano, San Donato in Poggio e Castellina in Chianti.
Ultima ma non meno importante era, ed è ancora oggi, la Via Matildica del Volto Santo, che da Mantova giunge in Toscana attraverso Passo di San Pellegrino, e da qui in Garfagnana e Media Valle de Serchio fino a Lucca, per terminare al cospetto della statua lignea del Volto Santo, conservata nel Duomo di San Martino.
Le attività del turista Sportivo
La Toscana è un crocevia di strade e itinerari religiosi, valevoli ciascuno di essere percorsi almeno una volta nella vita per immergersi in quell’atmosfera unica data dal connubio fra paesaggi naturalistici di pregio e mete ricche d’arte e cultura, uniti al senso profondo di una rinascita spirituale.
Strada maestra fra tutte è senz’altro la Via Francigena Toscana, che ricalca i passi fatti da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, quando nel X secolo intraprese il lungo cammino fino a Roma, realizzando al termine quella che è da considerarsi una vera e propria “guida di viaggio”, ossia l’Itinerario di Sigerico. In tutto, calcolando solo le tappe dal Passo della Cisa a Radicofani, al confine Sud della Regione, si parla di 380 km attraverso 38 Comuni, in un continuo cambio di scenari.
Si innesta sulla Via Francigena all’altezza di Fucecchio e San Miniato un altro percorso medievale, la Romea Strata, che i pellegrini dell’Europa centro-orientale intraprendevano alla volta di Roma e Santiago di Compostela. Cinque le diverse direttrici che si riuniscono nel basso Veneto, da dove il cammino prosegue lungo il tratto noto come Romea Nonantolana-Longobarda. In Toscana si trovano le 6 tappe finali, passando per Cutigliano, San Marcello Piteglio, Pistoia, Vinci, Cerreto Guidi e Fucecchio. La Via Romea Germanica in Toscana transita solo nella zona del Casentino raggiungendo Arezzo e poi Cortona, ma in Italia sono ben 46 le tappe sulle 96 che scandiscono i 2.200 km totali, dal Mare del Nord a Piazza San Pietro a Roma.
Fra Firenze e il Santuario della Verna, sull’Appennino Toscano, e da qui lungo la Valtiberina fino ad Arezzo e poi Cortona con l’Eremo Le Celle, si snoda un tratto delle Vie di Francesco, legate al ricordo dei principali episodi della vita del “Poverello” di Assisi.
Cortona è invece il punto di partenza della Via Lauretana verso Montepulciano e Siena, utilizzata dai romani prima come direttiva commerciale verso il Tirreno, poi come via di pellegrinaggio per la Santa Casa di Loreto. Come arteria di collegamento fra Firenze a Siena, in passato una delle vie più sfruttate era la Via Sanese, che ancora oggi offre una sequenza di luoghi affascinanti: Casciano in Val di Pesa, Badia a Passignano, San Donato in Poggio e Castellina in Chianti.
Ultima ma non meno importante era, ed è ancora oggi, la Via Matildica del Volto Santo, che da Mantova giunge in Toscana attraverso Passo di San Pellegrino, e da qui in Garfagnana e Media Valle de Serchio fino a Lucca, per terminare al cospetto della statua lignea del Volto Santo, conservata nel Duomo di San Martino.
Natura e arte sono due ingredienti presenti ovunque in Toscana, e uno dei mezzi migliori per apprezzare entrambi è la bicicletta. Ne è un esempio l’Anello del Rinascimento, 250 km che girano attorno a Firenze, suddivisi in 8 tappe e 10 varianti, da fare a piedi o in MTB, proprio come il cammino storico della Via Francigena Toscana. Di arte contemporanea e parchi si compongono invece i percorsi ciclabili nei dintorni di Prato, fra cui quello che corre parallelo al fiume Bisenzio, e interessante anche quello che gira attorno alle mura del XIV secolo.
Splendido l’itinerario che ha come protagoniste le sculture di Quinto Martini e le Ville Medicee di Artimino e Poggio a Caiano, e la Ciclopedonale Puccini, che seguendo il corso del fiume Serchio va da Ponte a Moriano fino al Lago di Massaciuccoli, toccando i confini e le mura della città di Lucca.
Lungo le strade sterrate del Chianti, delle Crete Senesi e della Val d’Orcia si snoda invece il percorso dell’Eroica, gara amatoriale in stile d’antan, che da queste valli ha preso il largo sulle ali di un successo straordinario, esportando in vari Paesi il gusto di pedalare in sella a biciclette d‘altri tempi, fra vigne, boschi e borghi medievali.
Il Sentiero della bonifica che collega Arezzo con Chiusi è l’occasione per un viaggio nel mondo etrusco, da fare in famiglia, in relax. Più impegnativi ma appaganti per i bei paesaggi attraversati sono le ciclovie ambientate su Appennino, Alpi Apuane e Lunigiana, o quelli che risalgono le colline dell’Isola d’Elba e della Maremma. Più pianeggianti e alla portata di tutti, bimbi inclusi, sono infine gli “itinerari marini” in Versilia, che vanno dal lungomare di Viareggio al Lago di Massaciuccoli, fino a Pietrasanta e Forte dei Marmi.
Il trekking è di per sé una modalità di fare turismo slow ed ecosostenibile, perfetta per immergersi in un territorio vocato alla natura come quello della Toscana. Un patrimonio ambientale da apprezzare secondo il proprio stile di vita e desiderio, grazie a un sistema di strutture ricettive in grado di coprire un range amplissimo di offerte, dal camping attrezzato al resort di lusso, passando per l’agriturismo, la dimora storica, l’hotel di design contemporaneo, lo stabilimento termale d’antan ma aggiornato in tutte le sue attività curative e di remise en forme. Location più semplici o rustico chic o ricche di confort a seconda della scelta, ma sempre ideali per restare a contatto con la natura e partire alla scoperta dei dintorni. Vacanze open air per godere a pieno di natura, arte, cultura, dalla costa fino alle montagne dell’entroterra.
La storia più recente del piccolo borgo di Crespino del Lamone, nel Comune di Marradi, nel Mugello, ha registrato una delle pagine più tragiche della Seconda Guerra Mondiale: nel luglio del 1944, lungo il greto del fiume Lamone, per mano delle truppe nazifasciste furono trucidati 42 civili. A memoria di quell’eccidio, nei pressi del borgo c’è oggi il Tempio Ossario che riporta i nomi di quelle vittime innocenti. Luogo di culto da non perdere, che fa di Crespino del Lamone una tappa di pellegrinaggi ma anche di viaggiatori cultori del bello, è l’Abbazia di Santa Maria Nascente, eretta attorno alla metà dell’XI secolo e appartenente all’Ordine di Vallombrosa.
Nel Medioevo, al centro della triangolazione di potere fra Firenze, Prato e Pistoia, c’è Carmignano, con il suo Castello detto “Rocca”, che in un documento datato all’anno 998, Ottone III di Sassonia concede al vescovo di Pistoia. Fra alterne vicende, in un susseguirsi di colpi di scena, assedi e battaglie, il borgo passa nel tempo sotto il potere di Prato, e tutt’oggi fa parte della sua provincia.
Carmignano vale la sosta già per il bel paesaggio che circonda l’abitato, intessuto di filari di vite e ulivi, e per la Chiesa di San Michele dove è custodita la famosa “Visitazione” di Jacopo Carucci, detto il Pontormo. Da qui si diparte il percorso pedonale che conduce fino al Castello, belvedere naturale sulla valle del Montalbano. Tracce delle mura medievali segnano il crinale della collina, lungo il quale si riconosce il Campano, antica struttura che custodiva la cella campanaria e l’orologio, mentre in cima al poggio sorge un torrione medievale, chiamato il Maschio della Rocca.
Dal 2013, l’allure da prestigiosa dimora rinascimentale di Villa Medicea “La Ferdinanda”, detta anche “dei Cento Camini”, è tutelata come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un passo importante e dovuto per proteggere quando conservato in cinque secoli di storia, nonostante le mille spoliazioni conseguite a vari eventi e alle proprietà succedute al suo fondatore. Fu il Granduca Ferdinando I de ‘Medici a volere una dimora di campagna ad Artimino, o meglio un casino di caccia che fosse anche un luogo dedicato all’otium, alle arti e alla poesia. Nonostante le dimensioni ragguardevoli e il progetto non certo semplice di Bernando Buontalenti, la costruzione fu portata a termine in soli 4 anni, dal 1596 al 1600.
Il borgo di Artimino, frazione di Carmignano, si scorge in cima a un poggio di fronte al parterre della Villa Medicea, belvedere naturale sui colli e sui vigneti del Montalbano, oggi parte dell’azienda vitivinicola Tenuta Artimino. Oggi la dimora è location di eventi, matrimoni e visite guidate a richiesta, che comprendono anche la bella loggia e la deliziosa cappella decorata da affreschi, realizzati da Domenico Cresti detto il Passignano e da Bernardino Poccetti. Splendida anche la scalinata a coda di rondine che dalla Loggia dei Paradisi conduce al giardino: benché le due rampe laterali risalgano agli anni Trenta, si devono sempre al Buontalenti. L’architetto Lusini, chiamato per tale modifica dall’allora proprietaria Contessa Maraini, pare infatti che ne abbia attinto l’impianto dai disegni originali firmati dal “collega” Maestro del Rinascimento.
Le origini etrusche del borgo di Artimino e del suo territorio si ricompongono nei mille frammenti e reperti conservati nelle teche del Museo Archeologico locale, istituito nel 1981 grazie alla sinergia del Comune di Carmignano e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Inizialmente allestito nei sotterranei della Villa Medicea “La Ferdinanda” – simbolo di questo piccolo borgo in provincia di Prato, oggi nel listing del Patrimonio dell’Unesco – dal 2011 ha sede negli ambienti delle ex-tinaie nel Centro Storico di Artimino, con ingresso da Piazza S.Carlo. L’intitolazione a “Francesco Nicosia” è un omaggio all’archeologo e già soprintendente delle lunghe campagne di scavo portate avanti per qualche decennio nel territorio del Comune di Carmignano.
Cinigiano e Arcidosso sono i due piccoli Comuni in provincia di Grosseto fra i quali si sviluppa la Riserva Naturale di Poggio all’Olmo: 400 ettari che si estendono tra l’alto corso del torrente Ribusieri, affluente dell’Orcia, e attorno ai rilievi di Poggio all’Olmo, Poggio Materaio e Poggio la Torretta. L’oasi naturale si trova a un’altitudine compresa tra gli 800 e i 1000 metri circa, sufficiente per godere di vista unica sulla Valle dell’Ombrone, sul Monte Amiata e sulle dolci colline della Val d’Orcia, Patrimonio dell’Unesco.
Percorrendo uno dei sentieri tracciati, gli appassionati di flora e fauna troveranno ampia soddisfazione: lungo il percorso si ha la possibilità di apprezzare folti boschi di pino nero, abeti e castagni, fra cui esemplari di alberi secolari, alternati ad ampie praterie e distese di arbusti, con ginestre e felci quali la linaria purpurea e la viola etrusca. Fra gli esemplari arborei meritevoli di nota c’è un pero mandorlino di oltre 10 metri, situato sulla cima di Poggio all’Olmo fra noci e castagni ultrasecolari.
Una volta giunti in questa zona, occhi aperti: con un po’ di fortuna si possono anche avvistare falchi pellegrini e sparvieri.
La memoria del Brunelleschi è legata soprattutto alla celebre Cupola del Duomo di Firenze, ma il grande architetto del Rinascimento toscano realizzò anche opere di carattere militare di notevole interesse. Ne è un esempio il quattrocentesco Complesso della Rocca di Vicopisano, detto appunto del Brunelleschi, che comprende la Torre e il Camminamento del Soccorso, dal settembre del 2021 aperte al pubblico per chi volesse apprezzarne la perfezione ingegneristica e la bellezza dei panorami che circondano la Rocca.
La Torre del Soccorso fu originariamente realizzata a ridosso del porto sul fiume Arno, che proprio in questo punto lambiva le mura del castello, fino a quando nel XVI secolo non fu fatta una deviazione che ne spostò il corso. La Torre aveva un’evidente funzione di controllo del muraglione di accesso alla Rocca, mentre il Camminamento era stato progettato dal Brunelleschi come via di fuga privilegiata dalla fortezza al fiume e viceversa.
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