Pistoia Sotterranea

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Tutto ha avuto inizio con le reliquie di San Jacopo. Nel corso del Medioevo, lungo il torrente Brana di Pistoia, correva una sorta di “cintura sanitaria” su cui si affacciavano gli Hospitales, luoghi di cura e accoglienza per malati che, nel disperato tentativo di salvarsi, inviavano dei pellegrini a Santiago di Compostela. Al ritorno, tali emissari dovevano consegnare ai malati una conchiglia salvifica. Mangiando la “capesanta”, l’infermo poteva così espiare tutte le sue colpe e sperare in una pronta guarigione. Ecco, questo antefatto va tenuto presente quando ci si appresta a percorrere i quasi 800 metri dell’itinerario ipogeo più lungo della Toscana. Pistoia Sotterranea, si chiama così, ripercorre passo a passo il tragitto che veniva fatto da malati e pellegrini, all’epoca detto Iter Compostellanun. Fra gli hospitales c’è anche l’Ospedale del Ceppo, primo esempio di struttura ipogea che nel corso dei secoli diede il via alla fusione di tutte le strutture architettoniche poste lungo il torrente. L’Iter di Pistoia Sotterranea è oggi accessibile esclusivamente attraverso visita guidata ed è aperto anche ai disabili con rampe di accesso e un sistema sperimentale a tappe di pannelli in braille con schemi della planimetria del sotterraneo per i non vedenti.

Integrato nel percorso c’è il Museo Pistoia Sotterranea, la cui visita prende avvio dall’anfiteatro anatomico più piccolo al mondo, il luogo in cui gli studenti di medicina assistevano alle lezioni analizzando un corpo posto al centro della stanza. Fra le curiosità da scoprire ci sono poi i cosiddetti butti, aperture sulle volte dove un tempo venivano gettate le ceramiche ormai rotte o altro genere di rifiuti, il mulino e il frantoio, ma anche il ponte Romano, l’Ospedale delle Monache Francescane di Santa Maria Nuova, il Convento delle Oblate e alcuni tratti delle antiche mura “comunali”. Altri punti di interesse sono Il Ponticello dell’Ospedale di Sant’Jacopo e Lorenzo, i lavatoi di San Lorenzo e la ferriera Beccaccini realizzata dalla Famiglia Beccaccini.

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Pistoia Sotterranea

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Il Mulino di Celle Agriturismo Agriturismo ricettivo Agriturismo ricettivo

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  • Eccellenze naturalistiche

Giardino della Villa medicea di Castello

Firenze, Toscana

Camminando nel Parco e Giardino della Villa Medicea Reale di Castello, situato in Via di Castello sulle colline appena fuori Firenze, si è pervasi dal profumo della zagara delle circa 500 piante di agrumi che adornano la seconda terrazza del parco, considerato il prototipo del giardino all’italiana del Cinquecento. Molte di esse sono piante storiche, derivate dalle antiche varietà medicee con esemplari di oltre trecento anni di vita, coltivate ancora come un tempo, con esposizione esterna da aprile a ottobre e per il resto ricoverate nelle storiche limonaie annesse alla villa rinascimentale. Fra gli spazi più suggestivi del parco c’è la Grotta degli Animali, straordinario ambiente adorno di statue e decori a corollario di fontane e vasche animate da complessi giochi d’acqua, realizzata dall’architetto Niccolò Tribolo e terminata da Giorgio Vasari, entrambi coinvolti insieme al Buontalenti nel progetto dell’intera villa.

A tal proposito merita un cenno la storia delle sue origini: costruita dai Della Stufa nel XIV secolo ed acquistata nel 1477 da Giovanni e Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, cugini di Lorenzo il Magnifico, Villa Medicea Reale di Castello fu il luogo per cui Botticelli dipinse i suoi massimi capolavori, La Nascita di Venere e La Primavera, oggi agli Uffizi. Situata lungo un antico acquedotto romano che alimentava Firenze, venne da subito soprannominata “Il Vivaio” per le grandi vasche poste davanti all’ingresso, funzione che ne anticipava già il futuro da “orto botanico”, che oggi fa da magnifica scena alla prestigiosa Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolario Italiano.

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  • Castelli e ville

Villa Medicea della Petraia

Firenze, Toscana

Delle numerose dimore realizzate dai Medici nei dintorni di Firenze, Villa La Petraia è sicuramente una delle più affascinanti. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco insieme alle altre Ville e Giardini Medicei di Toscana, il “palagio” della Petraia apparteneva nel XIV secolo alla famiglia Brunelleschi. Passando di mano in mano, nel 1544 divenne dimora di Cosimo I de’ Medici, che la donò poi al figlio, il Cardinale Ferdinando, il quale, una volta nominato Granduca di Toscana, decise di lasciare la sua impronta. Fece dunque realizzare una serie di terrazzamenti per accogliere lo splendido Giardino, nota distintiva che ancora oggi caratterizza l’edificio. Nei secoli, la villa è stata arricchita di opere e capolavori di ogni genere, fra cui spicca il ciclo di affreschi realizzato dal Volterrano e da Cosimo Daddi. Celebre la scultura bronzea del Giambologna raffigurante Venere-Fiorenza, portata qui dalla fontana di Villa di Castello e oggi conservata all’interno.

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  • Musei

Villa Corsini a Castello

Firenze, Toscana

La statua in porfido dell’imperatore Adriano, unica nel suo genere, quella della Peplophoros dal Palazzo Da Cepparello, replica romana di un originale greco del V secolo a.C., sarcofagi e sculture etrusche in nenfro da Tuscania, un sarcofago femminile da Tarquinia di mirabile fattura, i resti del corredo della “Tomba della Mula” e sculture funerarie di botteghe fiesolane arcaiche… Per essere una sede “distaccata” del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Villa Corsini a Castello vanta una collezione a dir poco invidiabile di reperti di varie epoche, cui si aggiunge la bellezza della dimora stessa, uno dei massimi esempi di architettura tardo-barocca fiorentina. Costruita da Cristofano Rinieri, Consigliere del Duca Cosimo I, la villa tramanda il nome di quello che a partire dal 1697 fu il suo secondo proprietario, Filippo Corsini, Consigliere di Cosimo III de’ Medici, che la scelse per la vicinanza alla dimora medicea della Petraia, una delle residenze estive del Granduca. Corsini affidò a Giovanni Battista Foggini (1652-1725), architetto e scultore granducale oltre che direttore delle Manifatture di Corte, il compito di trasformarla in una delle dimore più raffinate dell’epoca. E ci riuscì. La proprietà rimase in mano ai Principi Corsini fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando venne occupata dalle truppe tedesche.
Fra alterne vicende e vari passaggi di mano, dal 2015 Villa Corsini a Castello è parte della Direzione regionale musei della Toscana e ospita appunto la sezione distaccata delle Sculture Etrusche e Romane del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

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  • Castelli e ville

Villa La Quiete

Firenze, Toscana

Si intitola “La Quiete che domina i venti” l’affresco di Giovanni da San Giovanni che decora una delle dimore più belle e significative dei dintorni di Firenze, da cui il nome “Villa La Quiete”. La zona è quella nota come Castello, particolarmente felice perché intrisa di arte e storia grazie al fatto che a popolarla di sontuose residenze furono i Medici, che qui costruirono Villa di Careggi, Villa di Castello e Villa della Petraia.

Impossibile riassumere tutte le vicende occorse a Villa La Quiete dalla sua fondazione nel XV secolo in poi, ma basti dire che qui sono transitate alcune delle più importanti famiglie della Toscana e non solo, da Cosimo I de’ Medici, che la donò all’Ordine di Santo Stefano, a Cristina di Lorenza, che fece realizzare un Corridoio Vasariano che la collegava al vicino monastero camaldolese, un po’ come l’omonimo passaggio sospeso su Ponte Vecchio in centro a Firenze. Il Complesso venne poi ereditato nel 1636 dal Granduca Ferdinando II, per passare dopo una quindicina di anni a Eleonora Ramirez de Montalvo, che la destinò definitivamente alla Congregazione delle Montalve. Da quel momento, la villa venne ribattezzata Istituto della Quiete, accogliendo ed educando ragazze di buona famiglia per oltre tre secoli, fino al 1992. In quell’anno, la dimora divenne prima proprietà dell’Università degli Studi di Firenze, e poi della Regione Toscana, che l’ha destinata a sede del Sistema Museale di Ateneo. Molti i capolavori in essa custoditi: basti citare l’Incoronazione della Vergine di Sandro Botticelli e la Madonna con Bambino di Ridolfo del Ghirlandaio. Splendidi il Cortile della Lanterna, la farmacia seicentesca e il giardino all’italiana, spazi in cui si respira ancora un’allure aristocratica e mistica insieme.

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  • Eccellenze naturalistiche

Parco di Villa Il Ventaglio

Firenze, Toscana

Sulla cosiddetta Collina delle Forbici, in Via Giovanni Aldini al 12 a Firenze, c’è un cancello che si apre su uno dei parchi più belli del capoluogo toscano. E’ quello di Villa “Il Ventaglio”, che nella prima metà del XV secolo era nota come la “chasa da oste”, la “casa dell’oste”, e come tappa per i pellegrini che da Porta a Pinti si recavano a San Domenico di Fiesole. Una volta entrati, ci si ritrova immersi nell’atmosfera sognante tipica dei parchi in stile inglese, in 5 ettari di verde che alternano prati, boschetti e persino un laghetto con una piccola isola cui si approda tramite un ponticello. Dal 2015, il Parco di Villa “Il Ventaglio” è parte della Direzione regionale musei della Toscana ed è aperto al pubblico che può così godere della piacevolezza del contesto naturalistico e insieme delle ampie vedute sul Centro Storico di Firenze.

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  • Musei

Museo “Stibbert”

Firenze, Toscana

La casa-museo intitolata a Frederick Stibbert offre una di quelle esperienze inaspettate per chi ha in mente solo la Firenze rinascimentale. Il capoluogo toscano, da sempre luogo attrattivo per personaggi di grande spessore intellettuale e culturale, va ben al di là di ciò che fu al tempo dei Medici e dei Granduchi di Toscana. Entrando a Villa di Montughi, immersa in un romantico parco all’inglese alle porte della città, ci si immerge in quella che era la realtà fuori dal comune di Frederick Stibbert, uomo di grande cultura e collezionista d’arte che dedicò la sua esistenza alla realizzazione di una straordinaria raccolta di pezzi unici. Nato a Firenze nel 1838 da padre inglese e madre italiana, trascorse gli anni dello studio in Inghilterra, al seguito del padre, colonnello delle prestigiose Coldstream Guards, e del nonno governatore generale del Bengala, India, artefice dell’immensa eredità ereditata da Frederick ad appena 20 anni. La casa-museo raccoglie oggi quasi 50 mila pezzi fra armi e armature di ogni epoca e provenienza, esposte nella splendida Sala della Cavalcata, e in altri spazi, dedicati uno all’armeria islamica e uno a quella giapponese. Non mancano poi collezioni di altro genere, di quadri, porcellane e costumi europei e orientali. Da visitare anche il parco, disegnato dall’architetto Giuseppe Poggi, lo stesso che progettò i viali di Firenze, dove si scoprono ora il tempietto egizio, ora quello ellenistico, una scuderia e una limonaia.

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  • Castelli e ville

Villa medicea di Careggi

Firenze, Toscana

Villa-fattoria, ma pur sempre una villa, aristocratica e sontuosa. Quella di Careggi fu la terza dimora campestre della famiglia dei Medici, ristrutturata come le prime due – di Cafaggiolo e del Trebbio, nel Mugello – da Michelozzo, architetto artefice anche della residenza fiorentina di Palazzo Medici in Via Larga. Fra i capitoli più importanti nei suoi oltre cinque secoli di vita, c’è quello che nel 1459 vide nascere qui l’Accademia Neoplatonica, la più importante scuola filosofica dell’umanesimo italiano, cui presero parte fra gli altri Pico della Mirandola e Marsilio Ficino. In quegli stessi anni, nel 1448, vide la luce in queste stanze Lorenzo il Magnifico, che trovò in Careggi la sua residenza preferita, letteralmente fino al suo ultimo giorno, morendo qui nel 1492.

Dietro una facciata lievemente curvilinea e somigliante a una fortezza per via della merlatura, si scoprono quattro piani articolati in numerosi ambienti: al piano terra si trovano la cappella, alcune sale di rappresentanza e lo scalone principale di collegamento alle stanze del piano superiore, da cui si può godere una bella vista sul giardino formale e sul grande parco paesistico disposto su tutti i lati. L’attuale impianto del parco, caratterizzato da specie arboree ad alto fusto, con presenza di varie specie esotiche, risale all’800, in seguito ai lavori voluti da Sir Francis Joseph Sloane, proprietario di Villa di Careggi dal 1848 al 1901. Dopo alterne vicende, nel 2013, anno dell’inserimento delle Ville e Giardini Medicei nel listing dell’Unesco, Careggi ha finalmente trovato nuova vita, grazie all’intervento della Regione Toscana che ha intrapreso un lungo percorso di restauro del complesso.

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  • Chiese e luoghi di culto

Chiesa di Santa Maria del Carmine

Firenze, Toscana

La Chiesa di Santa Maria del Carmine nel quartiere di Oltrarno a Firenze ha una storia travagliata. Sorta nel 1268 come annesso di un convento carmelitano, andò vieppiù ampliandosi nei secoli, fino a quando nel 1771 non venne distrutta da un terribile incendio per poi essere ricostruita su progetto di Giuseppe Ruggieri e terminata nel 1782 da Giulio Mannaioni. Fortunatamente, le fiamme risparmiarono alcuni dei capolavori conservati nella chiesa, fra cui la Cappella Corsini e soprattutto la celebre Cappella Brancacci, decorata dal ciclo di affreschi realizzato fra il 1424 e il 1428 da Masaccio e Masolino e concluso più tardi da Filippino Lippi. La visita merita di essere ampliata all’attiguo convento, dove si può ammirare l’Ultima Cena di Alessandro Allori, con un curioso l’autoritratto dell’artista.

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  • Chiese e luoghi di culto

Cappella Brancacci

Firenze, Toscana

Masolino da Panicale, Masaccio e Filippino Lippi sono tre degli artisti che hanno fatto di Firenze la “culla del Rinascimento”. Ebbene, proprio a loro si deve uno dei grandi capolavori di metà Quattrocento, periodo noto appunto come Primo Rinascimento, la Cappella Brancacci della Chiesa di Santa Maria del Carmine nel quartiere fiorentino di Oltrarno. Prima di cadere in disgrazia per un grave contrasto con i Medici, i Brancacci erano una delle famiglie più in vista del capoluogo toscano, la cui memoria è stata tramandata da un’opera pittorica di rara bellezza.

Il ciclo di affreschi della Cappella Brancacci, sopravvissuto al devastante incendio del 1771, è una delle più complete rappresentazioni delle storie di San Pietro, fondatore della Chiesa di Cristo, diventato un vero modello su cui intere generazioni di artisti si sono formate, fra cui niente meno che Leonardo da Vinci e Michelangelo.

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  • Musei

Sinagoga e museo di arte e storia ebraica

Firenze, Toscana

Quando nel 1882 venne inaugurata la Sinagoga di Firenze, il quartiere della “Mattonaia” era ancora una distesa di orti e giardini e il centro città era lontano. Oggi, la realtà urbana è molto diversa ma la Sinagoga rimane di certo uno degli esempi più significativi in Europa di architettura “esotica”, con una fusione di elementi moreschi, arabi e bizantini che connotano sia la pietra calcarea rosea esterna che gli interni, di legno intagliato e decori dipinti ad arabeschi blu e rossi. La cupola centrale e quelle delle torri laterali spiccano in mezzo ai tetti, rivestite di rame in origine dorato, e fanno quasi da contrappunto alla cupola del Brunelleschi, cuore del capoluogo toscano.
Al primo piano dell’edificio si trova il Museo di Arte e Storia Ebraica, fondato nel 1981 e ampliato nel 2007, con un nuovo spazio, la Sala della Memoria, dedicata alla Shoah.

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  • Musei

Museo archeologico nazionale di Firenze

Firenze, Toscana

Il 12 Marzo 1871, in via Faenza a Firenze, all’interno del cosiddetto “Cenacolo di Foligno”, avvenne un fatto di portata europea: la nascita del primo museo italiano come istituzione statale, fenomeno che stava prendendo piede rapidamente nel Vecchio Continente. In quell’occasione così speciale, il taglio del nastro spettò a re Vittorio Emanuele II, che inaugurò così il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, uno dei più antichi in Italia e ad oggi il più grande museo archeologico d’Italia a nord di Roma. Qui trovavano finalmente una sede definitiva le ricche collezioni del Museo Etrusco, che comprendevano anche le antichità greche e romane delle raccolte medicee e lorenesi, nel medesimo palazzo dove già dal 1855 era stato collocato il Museo Egizio, secondo in Italia solo a quello di Torino, grazie all’unione delle collezioni appartenute in passato ai de’Medici e al Granduca di Toscana Leopoldo II. Si deve infatti a quest’ultimo e a Carlo X re di Francia il finanziamento della celebre spedizione scientifica in Egitto diretta da Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal pisano Ippolito Rosellini, suo amico e discepolo, che sarebbe diventato il padre dell’egittologia italiana.

Oggi, nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze è possibile ammirare ceramiche, bronzi e sculture litiche, la collezione dei bronzetti etruschi, quella dei bronzetti greco-romani, il Monetiere – una delle più grandi e più complete raccolte pubbliche di monete antiche – la straordinaria e preziosissima Galleria delle Gemme, il Museo Egizio (inclusa una selezione delle stoffe copte), parte della sezione topografica, il giardino monumentale e una ricca selezione dei vasi greci, fra cui il celebre Vaso François.

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  • Musei

Certosa di Firenze

Firenze, Toscana

Quando si dice, casa e chiesa. Questo antico detto popolare riassume perfettamente l’essenza della Certosa di Firenze, un unicum in Italia grazie al desiderio del suo committente Niccolò Acciaiuoli (1310- 1365) – appartenente a una delle famiglie di banchieri più ricche di Firenze e ambasciatore presso la Corte Angioina del Regno di Napoli – che volle arricchire la costruzione dell’edificio religioso con il cosiddetto “Palazzo agli Studi”, quella cioè che avrebbe dovuto essere la dimora della sua vecchiaia. Iniziato nel 1356 e mai portato a compimento, Palazzo Acciaiuoli ospita oggi la Pinacoteca della Certosa di Firenze, che fra i capolavori annovera anche gli affreschi del Chiostro Grande realizzati in loco da Jacopo Carucci, detto il Pontormo, e dedicati alla Passione di Cristo. Il resto del complesso comprende la chiesa, la sala capitolare, la sacrestia, il refettorio, i chiostri, le celle dei padri e dei fratelli conversi, che in origine dovevano essere 12 e poi, in seguito a un ampiamento, divennero 18. La visita alla Certosa e alla sua Pinacoteca è anche un’occasione unica per ammirare Firenze da un punto di osservazione speciale, quello della sommità del Monte Acuto, detto anche “Monte Santo”, un colle nelle vicinanze di Galluzzo, a Sud del capoluogo toscano.

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