Museo Archeologico di Lipari

Le Isole Eolie sono un inaspettato bacino di reperti antichi, che dal secondo dopoguerra sono raccolti nel Castello di Lipari, adibito a sede del Museo Archeologico Regionale Eoliano dedicato a Luigi Bernabò Brea, grande archeologo e Soprintendente della Sicilia Orientale dal 1939 al 1973.

Le 40 sale sono suddivide nelle seguenti 6 sezioni: Sezione Preistorica, Epigrafica, Classica, Vulcanologica, della Paleontologia del Quaternario e delle Isole Minori, ricolme di quanto rinvenuto nelle campane di scavo condotte proprio dal Brea e da Madeleine Cavalier.

La ricchezza dei ritrovamenti sia su terra che sui fondali marini dell’Arcipelago Eoliano ha reso necessaria la creazione di due sedi distaccate del museo di Lipari a Panarea e Filicudi, e a Salina di un Antiquario Civico.

 

Cattolica di Stilo

Un edificio a croce greca, in mattoni rossi, sormontato da cinque cupole di forma cilindrica. Dietro a questa apparente semplicità, si cela uno dei monumenti più rappresentativi della Calabria, la Cattolica di Stilo, posta in cima a un promontorio alle pendici del Monte Consolino, distante circa 140 km da Reggio di Calabria. Lo stile greco-bizantino fa risalire la sua costruzione al X secolo, legata a una curiosa leggenda: le colonne in essa conservate sarebbero provenienti da templi romani e sarebbero state trasportate qui da quattro giovani donne, a braccio e intente a cantare. Fino alla prima metà del secolo scorso, nella Cattolica veniva celebrata la Festa dell’Assunta ed ora, da qualche tempo, alcuni riti in occasione di particolari ricorrenze, come per la Pasqua ortodossa officiata dai monaci greci.

Castello Svevo – Borgo Vecchio

Nel pittoresco scenario di Termoli, è il Castello Svevo a raccontare le storie avvincenti del passato. Questa maestosa torre si erge nella cinta muraria del borgo vecchio e la sua aura evoca un passato affascinante e influente. L’architettura del Castello non solo testimonia la sua funzione difensiva, ma ne determina anche il genius loci locale, influenzando la connessione emotiva tra gli abitanti e la loro città. Ed è così che l’ambivalenza di questa struttura imponente accanto alle piccole abitazioni diventa una armoniosa fusione fin un primo sguardo.

Nel 1885 il Castello fu dichiarato monumento nazionale e museo storico regionale e oggi ospita mostre d’arte temporanee e cerimonie di matrimonio civile. Da non perdere, ogni 15 agosto, il suggestivo evento dell’incendio del castello, rievocazione dell’assalto turco, in cui il borgo viene illuminato da giochi di fuochi e colori.

Il Borgo Antico di Termoli, situato su un promontorio affacciato sull’Adriatico, offre uno spettacolo pittoresco. Il porto, simbolo di transito e commercio, e i trabucchi, antiche macchine da pesca, raccontano storie di vita passata. Attraversando i vicoli e le piazze del Borgo Vecchio, si svelano angoli suggestivi. Montecastello, con la sua vista panoramica, regala scorci mozzafiato sul mare e sulle isole Tremiti. Vico Il Castello, uno dei vicoli più stretti d’Europa, è un gioiello da scoprire.
Da non dimenticare poi la Cattedrale, edificata sull’insediamento più antico del Borgo, che testimonia il legame tra storia e religione. Distrutta e ricostruita nel corso dei secoli, rivela reperti che risalgono all’età del bronzo e mosaici pavimentali. Una passeggiata attraverso le vie medievali permette ai visitatori di immergersi nel passato affascinante di Termoli, tra tradizioni e tesori nascosti.

Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

I celebri Bronzi di Riace sono sicuramente il vessillo del Museo Archeologico di Reggio Calabria, tappa obbligata per gli appassionati di archeologia e non solo. L’idea del MArRC nasce all’indomani del terribile terremoto che nel 1908 distrusse gran parte della città sicula, su impulso dell’archeologo Paolo Orsi, ma bisognò attendere fino al 1954 perché divenisse realtà, grazie alla fusione delle collezioni civiche e statali. La materia prima davvero non mancava, poiché le numerose campane di scavo condotte dalla Soprintendenza calabrese e dallo stesso Orsi avevano riportato ovunque alla luce migliaia di reperti degni di nota.

Dal 2009, il MArRC ha anche un nuovo allestimento permanente, disposto su quattro livelli che permettono di ricostruire la perfetta “fotografia” della Calabria dalla preistoria alla romanizzazione.

La visita inizia al secondo piano, detto Livello A, dove sono collocati reperti risalenti a preistoria, protostoria ed Età dei Metalli Bronzi. Il Livello B è dedicato alle Città e Santuari della Magna Grecia, il Livello C a Necropoli e Vita Quotidiana nella Magna Grecia. Infine, il Livello D a Reggio Calabria, dove sono collocati i Bronzi di Riace e quelli di Porticello, denominazione quest’ultima data alla Testa del Filosofo e alla Testa di Basilea, sculture bronzee rinvenute in mare nello Stretto di Messina, a Porticello appunto.

 

Duomo di Monza

Il Duomo di Monza, una struttura imponente dedicata a San Giovanni Battista, racchiude una storia di oltre 1400 anni e ospita un tesoro inestimabile. Voluto dalla regina Teodolinda alla fine del VI secolo, il Duomo era situato in una zona allora periferica del borgo di Monza, nelle vicinanze del fiume Lambro e fungeva da cappella per il vicino Palazzo Reale.

Il ruolo centrale di Teodolinda nella conversione dei longobardi dall’arianesimo al cattolicesimo conferì alla Chiesa una posizione di santuario per la nazione longobarda. L’Unesco ha riconosciuto questo contributo, designando Teodolinda come testimone di una cultura di pace per l’umanità, e l’ intitolazione dell’omonima Cappella, conosciuta anche come Cappella Zavattari, è un tributo a questa figura storica.

Il Duomo è importante anche per il suo tesoro: una straordinaria testimonianza di quei primi secoli che comprende suppellettili liturgiche e donativi offerti dalla regina, che furono sepolti nella chiesa alla sua morte e ulteriori opere d’oreficeria e avorio donati da re Berengario nel X secolo.
Nel cambio di secolo tra il Duecento e il Trecento, il Duomo subì trasformazioni cruciali, grazie all’influenza dei Visconti e divenne una basilica imponente per le incoronazioni imperiali, seguendo la tradizione germanica che imponeva all’imperatore di ricevere tre corone: quella d’argento ad Aquisgrana, quella d’oro a Roma e una “di ferro” a Monza (o a Milano).

Museo e tesoro del Duomo di Monza

Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza è un’eccezionale testimonianza di quattordici secoli di arte e storia, offrendo una collezione unica al mondo. Un patrimonio inestimabile, frutto della maestria di generazioni di artisti e della generosità di devoti committenti, che spazia dall’eredità di Teodolinda all’arte contemporanea.

La raccolta permette di conoscere le vicende della Basilica di San Giovanni Battista dalla sua fondazione fino ai giorni nostri. Un percorso di più di 1400 anni durante i quali la storia della chiesa si è intrecciata con la vita politica e religiosa d’Italia e d’Europa, creando una trama di relazioni che le collezioni del museo testimoniano in modo spettacolare.
I vari spazi espositivi, i percorsi e gli allestimenti museali contribuiscono a chiarire il legame tra gli oggetti esposti e la storia del duomo. La sezione Filippo Serpero, dedicata al Tesoro della basilica alto medievale, offre una prospettiva dettagliata sulla storia della chiesa, mentre la sezione Carlo Gaiani è stata progettata per esporre le opere che hanno arricchito il patrimonio della chiesa dalla sua ricostruzione nel 1300 fino ad oggi.

Riconosciuto come Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace per l’Umanità dall’UNESCO, il Duomo di Monza con la Regina Teodolinda offre un affascinante viaggio attraverso secoli di storia e arte, con una collezione che abbraccia l’eredità passata e abbraccia le espressioni artistiche contemporanee.

Galleria Nazionale dell’Umbria

Piero della Francesca, Perugino, Pinturicchio, Beato Angelico, Gentile da Fabriano, Duccio di Buoninsegna, Arnolfo di Cambio… L’elenco dei grandi protagonisti dell’arte pittorica del passato e dei loro capolavori qui conservati è tale da annoverare la Galleria Nazionale dell’Umbria fra le più ricche raccolte museali d’Italia. Le oltre 3000 opere tra dipinti, sculture, ceramiche, tessuti e oreficerie, databili tra il XIII e il XIX secolo, sono distribuite in 40 sale all’interno dello splendido Palazzo dei Priori a Perugia, per una superficie totale di quasi 4.000 mq.

Museo Nazionale di San Matteo

Sul Lungarno di Pisa, precisamente in Piazza San Matteo in Soarta, si affaccia un edificio che merita la giusta attenzione. Fondato nel 1027 per volere delle monache benedettine, il Convento Medievale di San Matteo sorge sui resti di una precedente chiesetta con tre absidi e ospita una ricca collezione di opere realizzate dai più importanti artisti toscani attivi dal XII al XVII secolo. Fra questi, Nicola, Giovanni e Andrea Pisano, il Ghirlandaio, il Lodovico Cardi detto il Cigoli e Giovanni Battista Tempesti. A fare di San Matteo una tappa da intenditori d’arte è la riconversione dell’edificio nel secondo dopoguerra prima a museo e poi a sede del Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università di Pisa, con importanti sezioni dedicate a resti archeologici, alla scultura e alla ceramica.

Duomo di Orvieto

In una delle cappelle del Duomo di Orvieto è conservato il Corporale di Bolsena, la tovaglia dell’altare su cui nel 1263 caddero alcune gocce di sangue al momento della consacrazione dell’ostia. Il fatto sarebbe avvenuto nella Grotta di Santa Cristina, vicino Bolsena, fra le mani di una sacerdote che non credeva più alla transustanziazione, cioè alla presenza del Cristo nell’eucarestia. Da allora, si narra che il Duomo di Orvieto sarebbe stato eretto per onorare e tramandare nei secoli questo miracolo, ma la storia riporta invece che a volerne la realizzazione fu Papa Niccolò IV nel 1290.

La reliquia, o presunta tale, è ancora lì, custodita sotto le volte in stile gotico della cattedrale, fra gli esempi più eccelsi di questo stile in Italia e perciò dichiarata Monumento Nazionale. Bellissime le decorazioni architettoniche della facciata che vanno dal XIV al XX secolo, fra cui spiccano il grande rosone, i mosaici dorati e le tre maestose porte bronzee, e le cappelle affrescate da alcuni dei più grandi pittori italiani del periodo, tra le quali si può ammirare il famoso Giudizio Universale di Luca Signorelli.

Strada del Vino delle Colline Pisane

Sono tre le valli che si incontrano lungo la Strada del Vino delle Colline Pisane: Valdera, Valdarno e Val di Cecina, terre predisposte alla viticoltura grazie a un clima già di per sé favorevole, cui si aggiungono i benefici influssi della vicinanza al mare.

Qualunque sia il mezzo prescelto per il viaggio – a piedi, a cavallo, in bici o in auto – la Strada del Vino delle Colline Pisane offrirà l’occasione unica di attraversare paesaggi che della Toscana raccontano il meglio, in un connubio fra storia, arte, natura e tradizioni. Lungo questo “cammino del bien vivre”, si incrocerà anche quello dello spirito per eccellenza, la Via Francigena, toccando borghi rimasti fermi a secoli fa, antiche pievi e abbazie immerse nella quiete di una campagna selvaggia e allo stesso tempo addomesticata dall’uomo, e ancora aziende vitivinicole, olivicole e agriturismi ricavati in antichi casali che questa campagna contribuiscono ogni giorno a preservarla e a renderla fruttifera.

Ad arricchire ulteriormente l’esperienza, ecco poi alcuni sorprendenti exploit, come quello per esempio dedicato a un prodotto iconico del Made in Italy da esportazione frutto di ingegno e creatività, il Museo Piaggio a Pontedera incentrato sulla “regina delle due ruote”, la Vespa, e il Teatro del Silenzio a Lajatico. Ricavato in un anfiteatro naturale di dolci colline nell’entroterra di Volterra – l’antica città etrusca celebre per la lavorazione dell’alabastro – è oggi un punto di riferimento della grande musica internazionale, nato dall’intuizione del Maestro Andrea Bocelli di coniugare la bellezza della natura e quella dell’arte generata dall’uomo in uno stesso magico luogo.

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