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Matera

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I “Borghi più belli d’Italia” della Basilicata sono destinazioni lontane dalle consuete rotte turistiche, e per questo ancora più affascinanti. I Sassi di Matera e i siti archeologici della costa, fra tutti quello di Metaponto, rimangono una tappa obbligata per tutti, ma sono “altrove”. Sui crinali delle Dolomiti Lucane, nella campagna disseminata di campi di grano e vigneti, o ancora lungo il confine con la Puglia: è là che bisogna spingersi per ritrovarsi fra viuzze silenziose, dove semplici case di contadini si alternano a palazzi signorili, chiese, basiliche e castelli che ripercorrono a ritroso la storia, l’architettura e l’arte del Sud. Un piccolo mondo antico che a ogni stagione rivive attraverso sagre gastronomiche, feste religiose e rievocazioni in costume tutte da scoprire.

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Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

6 elementi Cosa fare e vedere

  • Musei

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

Il “contenitore” è di per sé motivo di visita. Parliamo del Castello federiciano di Melfi, nella campagna del potentino, e in più, al suo interno ecco un plus che soddisfa gli appassionati di archeologia. All’interno dell’imponente maniero si trova infatti il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”, che custodisce l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. Corredi funerari, raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, preziosi ornamenti in argento, oro e ambra, vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca: sono centinaia solo i reperti preistorici, cui si vanno ad aggiungere quelli della sezione classica, incentrata su materiali datati al IV-III secolo a.C. Qui nelle teche trovano posto ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, per lo più rinvenuti a Lavello nel sito dell’antica Forentum. La sequenza cronologica porta infine al periodo romano, dove spicca un eccezionale sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, di probabile manifattura asiatica.

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  • Musei

Museo emozionale di Craco MEC

Craco, Basilicata

MEC è la sigla del Museo emozionale di Craco, la “città fantasma” che a partire dal 1963, a causa di una frana, ha iniziato a spopolarsi fino a rimanere completamente disabitata. All’ingresso del borgo si trova l’antico Convento di San Pietro dei Frati Minori, dove è appunto allestito il MEC, che ha fatto della tecnologia il mezzo per trasmettere ai visitatori le emozioni, i racconti, le vicende di un luogo cristallizzato a qualche decennio fa.
Lo stesso Convento, fondato nel 1620, è stato sottoposto a un attento restauro avvenuto in due fasi nel 1998-2000 e nel 2014-2015, al fine di rendere agibili gli spazi necessari per il percorso espositivo. Il Museo Emozionale di Craco è un esempio quanto mai contemporaneo di un progetto di tutela e riqualificazione del patrimonio rurale diffuso in tutta la Basilicata.

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  • Chiese e luoghi di culto

Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio

Acerenza, Basilicata

Prima ci fu il tempio pagano dedicato all’Ercole “Acheruntino”, poi una chiesa paleocristiana, infine la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio. Questo l’iter storico ultra millenario della basilica simbolo di Acerenza, fra i “Borghi più belli d’Italia” della provincia di Potenza. Alla sua costruzione contribuirono le migliori maestranze locali e persino alcune “foreste”, in particolare architetti francesi, fattore che, per quell’epoca, fa capire l’importanza e la forza economica che c’era dietro al progetto di costruzione della Cattedrale. L’influsso francese è testimoniato dallo stile romanico-clunyacense, ispirato alle indicazioni dell’abate di Cluny, Arnoldo, che nel 1080 la consacrò a San Canio e a Santa Maria Assunta.

Al cospetto della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio non si può non cogliere la mole imponente nel suo insieme e dell’abside in particolare, sovradimensionata e sovrastante i tetti del piccolo borgo che la cinge. La stessa sensazione continua all’interno, in un vasto spazio suddiviso in tre navale, adorne di tavole risalenti al Cinquecento, fra cui spicca il polittico di Antonio Stabile, risalente al 1583. Persino la cripta è impreziosita da uno splendido ciclo di affreschi che merita la visita e la rende una gemma preziosa da non perdere. Da notare anche la sacrestia con il busto dell’imperatore Giuliano l’Apostata e la cupola sulla crociera, ultimata nel XIX secolo.

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  • Riserve

Riserva naturale San Giuliano

Miglionico, Basilicata

SIC, ZPS e RAMSAR sono le sigle che identificano un sito d’interesse comunitario, una zona a protezione speciale, soprattutto per l’avifauna – molti gli esemplari di rapaci -, e aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica. Ecco, per capire di cosa si tratta, a 6 km da Matera, circondata da campi coltivati e masserie antiche tipiche della campagna lucana, c’è l’Oasi WWF di San Giuliano, che con i suoi 2500 ettari è la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia. L’invaso si è formato in modo artificiale e offre l’habitat ideale per la pratica di birdwatching, escursionismo ambientale, trekking, mountain bike, walking map e orienteering.

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  • Sport

Il Volo Dell’Angelo

Castelmezzano, Basilicata

C’è un cavo d’acciaio lungo 1.550 metri che collega Castelmezzano e Pietrapertosa, due fra i “Borghi più belli d’Italia” situati nel potentino e abbarbicati sulle cime delle cosiddette Dolomiti Lucane. Una linea sospesa nel vuoto, per un viaggio di andata e ritorno che regala tre chilometri di ricchi di emozioni. Dal 2008 a oggi, l’esperienza del Volo dell’Angelo è una delle più gettonate della Basilicata, che in questo angolo di natura selvaggia ha trovato la sua nuova espressione offrendo appunto l’occasione di tuffarsi nel vuoto, in tutta sicurezza e con l’ausilio di personale preparato.

Tre, due, uno e si parte, planando con le braccia aperte verso l’altro versante della montagna. Si può spiccare il volo indifferentemente dai due borghi: Pietrapertosa, che con i suoi 1088 metri è il paese più alto della Regione, o Castelmezzano, dove si arriva attraversando una gola impressionante e poi una galleria scavata nella roccia. Qui attorno, il costone della montagna mostra anche altri dettagli spettacolari: la Gradinata Normanna, con 54 scalini scolpiti a modi scala in una guglia dolomitica per raggiungere un belvedere sulla Valle del Basento; e una serie di rocce plasmate da vento e acqua che hanno preso la sagoma di “becco della civetta”, “bocca del leone”, “incudine”, “aquila reale”, formando una sorta di galleria d’arte firmata da Madre Natura.

Formatesi 15 milioni di anni fa in fondo al mare, le arenarie delle Dolomiti Lucane rappresentano una delle zone più belle dell’entroterra lucano, da scoprire anche con due itinerari per appassionati di trekking e scalata, la Via Ferrata Salemm e la Via Ferrata Marcinosa, collegate a loro volta da un Ponte Nepalese lungo 72 metri e sospeso a circa 35 metri dal suolo. Altro ricordo da brivido da portare a casa.

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  • Culturale Materiale

Parco Museale Scenografico di Craco

Craco, Basilicata

La lupa, di Alberto Lattuada, Cristo si è fermato a Eboli, di Francesco Rosi, La Passione di Cristo, di Mel Gibson. In tanti registi famosi hanno usato Craco come set, per il suo apparire così affascinante pur nella desolazione assoluta di un borgo abbandonato e sperduto nella campagna di Matera. Eppure, fino agli anni ’60, Craco era il florido paese del grano, uno dei punti di riferimento della produzione cerealicola del Sud Italia, tanto da richiamare manovalanza anche dalla vicina Puglia. Poi, nel giro di poco tempo, i suoi destini cambiano, tanto da portare al totale spopolamento del borgo. Prima una frana nel 1963 e poi un secondo smottamento nel 1974 costringono i duemila abitanti a lasciare l’abitato, rimasto da allora sospeso nel tempo e in un silenzio surreale, rotto solo dal calpestio dei turisti che vi si aggirano in cerca di qualche suggestione cinematografica o di quella melanconia che spazia su panorami di pura campagna.

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  • Musei

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

Il “contenitore” è di per sé motivo di visita. Parliamo del Castello federiciano di Melfi, nella campagna del potentino, e in più, al suo interno ecco un plus che soddisfa gli appassionati di archeologia. All’interno dell’imponente maniero si trova infatti il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”, che custodisce l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. Corredi funerari, raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, preziosi ornamenti in argento, oro e ambra, vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca: sono centinaia solo i reperti preistorici, cui si vanno ad aggiungere quelli della sezione classica, incentrata su materiali datati al IV-III secolo a.C. Qui nelle teche trovano posto ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, per lo più rinvenuti a Lavello nel sito dell’antica Forentum. La sequenza cronologica porta infine al periodo romano, dove spicca un eccezionale sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, di probabile manifattura asiatica.

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Museo emozionale di Craco MEC

Craco, Basilicata

MEC è la sigla del Museo emozionale di Craco, la “città fantasma” che a partire dal 1963, a causa di una frana, ha iniziato a spopolarsi fino a rimanere completamente disabitata. All’ingresso del borgo si trova l’antico Convento di San Pietro dei Frati Minori, dove è appunto allestito il MEC, che ha fatto della tecnologia il mezzo per trasmettere ai visitatori le emozioni, i racconti, le vicende di un luogo cristallizzato a qualche decennio fa.
Lo stesso Convento, fondato nel 1620, è stato sottoposto a un attento restauro avvenuto in due fasi nel 1998-2000 e nel 2014-2015, al fine di rendere agibili gli spazi necessari per il percorso espositivo. Il Museo Emozionale di Craco è un esempio quanto mai contemporaneo di un progetto di tutela e riqualificazione del patrimonio rurale diffuso in tutta la Basilicata.

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  • Chiese e luoghi di culto

Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio

Acerenza, Basilicata

Prima ci fu il tempio pagano dedicato all’Ercole “Acheruntino”, poi una chiesa paleocristiana, infine la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio. Questo l’iter storico ultra millenario della basilica simbolo di Acerenza, fra i “Borghi più belli d’Italia” della provincia di Potenza. Alla sua costruzione contribuirono le migliori maestranze locali e persino alcune “foreste”, in particolare architetti francesi, fattore che, per quell’epoca, fa capire l’importanza e la forza economica che c’era dietro al progetto di costruzione della Cattedrale. L’influsso francese è testimoniato dallo stile romanico-clunyacense, ispirato alle indicazioni dell’abate di Cluny, Arnoldo, che nel 1080 la consacrò a San Canio e a Santa Maria Assunta.

Al cospetto della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio non si può non cogliere la mole imponente nel suo insieme e dell’abside in particolare, sovradimensionata e sovrastante i tetti del piccolo borgo che la cinge. La stessa sensazione continua all’interno, in un vasto spazio suddiviso in tre navale, adorne di tavole risalenti al Cinquecento, fra cui spicca il polittico di Antonio Stabile, risalente al 1583. Persino la cripta è impreziosita da uno splendido ciclo di affreschi che merita la visita e la rende una gemma preziosa da non perdere. Da notare anche la sacrestia con il busto dell’imperatore Giuliano l’Apostata e la cupola sulla crociera, ultimata nel XIX secolo.

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Riserva naturale San Giuliano

Miglionico, Basilicata

SIC, ZPS e RAMSAR sono le sigle che identificano un sito d’interesse comunitario, una zona a protezione speciale, soprattutto per l’avifauna – molti gli esemplari di rapaci -, e aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica. Ecco, per capire di cosa si tratta, a 6 km da Matera, circondata da campi coltivati e masserie antiche tipiche della campagna lucana, c’è l’Oasi WWF di San Giuliano, che con i suoi 2500 ettari è la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia. L’invaso si è formato in modo artificiale e offre l’habitat ideale per la pratica di birdwatching, escursionismo ambientale, trekking, mountain bike, walking map e orienteering.

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Il Volo Dell’Angelo

Castelmezzano, Basilicata

C’è un cavo d’acciaio lungo 1.550 metri che collega Castelmezzano e Pietrapertosa, due fra i “Borghi più belli d’Italia” situati nel potentino e abbarbicati sulle cime delle cosiddette Dolomiti Lucane. Una linea sospesa nel vuoto, per un viaggio di andata e ritorno che regala tre chilometri di ricchi di emozioni. Dal 2008 a oggi, l’esperienza del Volo dell’Angelo è una delle più gettonate della Basilicata, che in questo angolo di natura selvaggia ha trovato la sua nuova espressione offrendo appunto l’occasione di tuffarsi nel vuoto, in tutta sicurezza e con l’ausilio di personale preparato.

Tre, due, uno e si parte, planando con le braccia aperte verso l’altro versante della montagna. Si può spiccare il volo indifferentemente dai due borghi: Pietrapertosa, che con i suoi 1088 metri è il paese più alto della Regione, o Castelmezzano, dove si arriva attraversando una gola impressionante e poi una galleria scavata nella roccia. Qui attorno, il costone della montagna mostra anche altri dettagli spettacolari: la Gradinata Normanna, con 54 scalini scolpiti a modi scala in una guglia dolomitica per raggiungere un belvedere sulla Valle del Basento; e una serie di rocce plasmate da vento e acqua che hanno preso la sagoma di “becco della civetta”, “bocca del leone”, “incudine”, “aquila reale”, formando una sorta di galleria d’arte firmata da Madre Natura.

Formatesi 15 milioni di anni fa in fondo al mare, le arenarie delle Dolomiti Lucane rappresentano una delle zone più belle dell’entroterra lucano, da scoprire anche con due itinerari per appassionati di trekking e scalata, la Via Ferrata Salemm e la Via Ferrata Marcinosa, collegate a loro volta da un Ponte Nepalese lungo 72 metri e sospeso a circa 35 metri dal suolo. Altro ricordo da brivido da portare a casa.

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Parco Museale Scenografico di Craco

Craco, Basilicata

La lupa, di Alberto Lattuada, Cristo si è fermato a Eboli, di Francesco Rosi, La Passione di Cristo, di Mel Gibson. In tanti registi famosi hanno usato Craco come set, per il suo apparire così affascinante pur nella desolazione assoluta di un borgo abbandonato e sperduto nella campagna di Matera. Eppure, fino agli anni ’60, Craco era il florido paese del grano, uno dei punti di riferimento della produzione cerealicola del Sud Italia, tanto da richiamare manovalanza anche dalla vicina Puglia. Poi, nel giro di poco tempo, i suoi destini cambiano, tanto da portare al totale spopolamento del borgo. Prima una frana nel 1963 e poi un secondo smottamento nel 1974 costringono i duemila abitanti a lasciare l’abitato, rimasto da allora sospeso nel tempo e in un silenzio surreale, rotto solo dal calpestio dei turisti che vi si aggirano in cerca di qualche suggestione cinematografica o di quella melanconia che spazia su panorami di pura campagna.

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Eventi

Sagra della Cuccia

Enogastronomico

Comune: Castelmezzano

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Festa di Santa Lucia

Religioso

Comune: Pietrapertosa

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Festa della Pannedduzza

Enogastronomico

Comune: Melfi

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Dic

Sagra della Cuccia

Enogastronomico

Comune: Castelmezzano

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Dic

Festa di Santa Lucia

Religioso

Comune: Pietrapertosa

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Dic

Festa della Pannedduzza

Enogastronomico

Comune: Melfi

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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