Le attività del turista Culturale
cultura materiale (città d'arte, siti archeologici, musei)
Nel Centro Storico di Caserta c’è una statua in memoria di Luigi Vanvitelli, l’architetto che progettò il monumento più importante della città, la Reggia dei Borbone. Un omaggio dovuto a chi, con il suo genio, regalò al capoluogo campano un capolavoro di architettura neoclassica, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità. Una volta visitata la Reggia, che dietro le sue 1.742 finestre nasconde tesori inestimabili fra decori e collezioni d’arte di centinaia di pezzi, ci sono i 123 ettari di Parco Reale ad attenderci, oltre i 3 km di Via d’Acqua contornati da più di 200 specie botaniche, il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto Carolino. Una vastità che richiede il suo tempo per essere apprezzata e che certo non esaurisce la conoscenza di Caserta e del suo patrimonio storico artistico. Anzi. Il Museo degli Appartamenti Reali, all’interno della Reggia, è solo uno dei numerosi in lista. Seguono il Museo della Seta, con i macchinari che dal Settecento in poi fecero di Caserta un centro serico conosciuto in tutto il mondo; il Polo culturale e museale di Sant’Agostino; il Museo d’Arte Contemporanea, e il Museo delle Feste e delle Tradizioni Popolari.
Quanto agli edifici religiosi, si calcolano in decine: si inizia con il Duomo dedicato a San Michele Arcangelo (XI secolo), situato accanto alla Chiesa dell’Annunziata, e si prosegue con la Cappella Palatina, il Santuario di Sant’Anna, il Santuario della Divina Misericordia, la Chiesa di San Francesco di Paola e la tomba di Vanvitelli, e il Santuario del “Cuore Immacolato di Maria”. E ancora ci sarebbero l’Abbazia di San Pietro ad Montes, la Cattedrale di San Michele Arcangelo, la Cappella di San Giovanni,…. Lungo il cammino ci si imbatte nel seicentesco Arco Borbonico, l’ingresso della proprietà feudale dei principi Acquaviva, e nell’Arco di Trionfo in marmo bianco, di epoca fascista, mentre si ripiomba nel Medioevo con il Castello e il Complesso di San Vitaliano, e soprattutto con il quartiere di Casertavecchia, autentico borgo medioevale, belvedere sulla città e i suoi dintorni e su alcuni dei monumenti più rappresentativi. Fra questi, Palazzo Vecchio, residenza prima degli Acquaviva e poi dei Borbone, Palazzo Paternò, Palazzo al Boschetto e Palazzo Leonetti.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
La storia si fa anche a tavola, soprattutto se la tavola è regale. E a Caserta, aveva la sontuosità della Corte dei Borbone. Qui, nel cuore di un territorio assai fruttifero di eccellenze enogastronomiche quali il maialino nero teanese, la mozzarella, l’Asprinio aversano, il Falerno e la mela Annurca, era imbandita in modo sontuoso. La base di partenza era di prodotti semplici, “poveri”, che poi venivano esaltati da ricette più o meno articolate. Molte di queste sono entrate di rigore nella tradizione locale, come per esempio la pasta fresca fatta in casa, o quella secca di grano duro, condita con legumi, sughi al pomodoro, ragù e olio extravergine d’oliva, o con sugo di agnello o di castrato e formaggio pecorino. E, strano ma vero, nei ricettari d’epoca del casertano, c’è oggi come ieri la polenta con salsicce di maiale o con verdure e fagioli.
Le attività del turista Naturalistico
tur. naturalistico/svago/relax
Non si può dire di conoscere la zona di Caserta se ci si limita “solo” alla visita della Reggia Borbonica. Per quanto magnifica e assolutamente imperdibile, non è che un aspetto di un territorio ricchissimo di spunti, che vanno al di là di storia e arte. Dopo aver scoperto le nobili realtà nonché “appendici” della dimora reale, vale a dire Borgo San Leucio con l’antica seteria e la Vaccheria con l’allevamento di vacche sarde e cani da caccia, “motori” di un’epoca d’oro, giunge a completamento del quadro l’Oasi Naturalistica “Le Salicelle – S.Vito – Lagnone”, gestita dalla Lipu e quindi meta per birdwatcher e amanti dell’escursionismo. Le Salicelle sono il cuore verde del Medio Volturno, ideale punto di partenza di una serie di itinerari. Da qui si raggiungono l’antica Capua con lo splendido Anfiteatro romano, copia in piccolo del Colosseo, Sant’Angelo in Formis con la basilica benedettina in perfetto stile lombardo e romanico, Pontelatone con il mistico Eremo di San Salvatore di Monte Maggiore e i caseifici tradizionali dove si produce la mozzarella, icona della gastronomia campana, e ancora Casavecchia e Caiazzo, rispettivamente città del vino e dell’olio immerse in una natura rigogliosa e protetta.