Le attività del turista Culturale
cultura materiale (città d'arte, siti archeologici, musei)
Un tempo, dove passavano le vie consolare arrivavano ricchezza e sviluppo. Il Ponte Romano di Rieti, datato al III secolo a.C., era parte della Via Salaria, che come dice il nome, tracciava il percorso di una delle merci più rare e preziose, il sale. Il ponte era il punto di accesso verso sud, e il collegamento tra Centro Storico e il quartiere Borgo. Oggi, quel ponte non c’è più, o meglio, ciò che ne rimane dopo la demolizione fatta negli anni Trenta, è adagiato sul fondale del Velino, a fianco del ponte moderno costruito nel dopoguerra, più alto e adeguato al nuovo corso del fiume.
Una delle attrazioni della città è il Teatro Flavio Vespasiano, costruito alla fine dell’Ottocento e con un’acustica considerata la migliore d’Italia e una delle migliori al mondo, tanto che ogni anno vi si svolgono il Concorso Internazionale per le nuove voci della lirica “Mattia Battistini” e il Concorso Nazionale per giovani attori, oltre al Reate Festival e al Rieti Danza Festival. Risale invece al 1283 il Palazzo Vescovile, ex dimora di diversi pontefici, il cui piano terra è caratterizzato da maestose volte a crociera gotiche a da due navate, sorrette da sei pilastri. Al primo piano si trova invece il Salone delle udienze, che dal 2005 ospita la pinacoteca del Museo Diocesano. Qui accanto si trova infatti la Cattedrale. Coevo, ma con una facciata tardobarocca, è il Palazzo Comunale, sede del municipio oltre che del Museo Civico – la cui sezione archeologica è collocata a breve distanza nell’ex monastero di Santa Lucia -, e il più importante di Piazza Vittorio Emanuele II. Qui sorge anche Palazzo Dosi Delfin, che ospita la Sabina Universitas, dove si mischiano elementi neoclassici e barocchi. Ha invece foggia rinascimentale il Palazzo Vincentini, su piazza Cesare Battisti e sede della prefettura. La “sfilata” dei palazzi d’epoca continua lungo Via Roma, l’antico Cardo, dove si trova Palazzo Vecchiarelli, realizzato sul finire del XVI secolo su progetto di Carlo Maderno. Palazzo Vincenti Mareri risalente al XIX secolo, è la residenza storica dei conti Vincenti Mareri: il tocco neoclassico che lo caratterizza è di uno dei maestri dell’epoca, Giuseppe Valadier, che lo ingrandì fondendolo con i preesistenti palazzi degli Aligeri e dei Cerroni. Al di là dei due portali in bugnato, si sviluppa un insospettabile giardino all’italiana con una fontana su cui si trova una statua in terracotta di Cerere, copia di un originale romano.
Quanto alla cinta muraria reatina, se quella di epoca romana è in gran parte scomparsa, quella medievale del XIII secolo è tra le più imponenti e meglio conservate del Lazio, con cinque porte di accesso. Resti romani si trovano invece sotto il manto stradale di Via Roma, sorretto dagli archi del viadotto del III secolo a.C., proseguimento della Via Salaria.
Chi volesse vedere tale meraviglia, può prenotare una delle visite guidate alla Rieti sotterranea, che si snoda tra le cantine dei palazzi nobiliari che fiancheggiano la via.
Piazza San Rufo riporta invece al periodo medievale, da visitare perché nell’omonima chiesa che vi si affaccia si individua l’esatta collocazione del centro geografico della penisola italiana (Umbilicus Italiae). In virtù di questa sua fortunata geolocalizzazione, Rieti è stata scelta per la collocazione di un curioso monumento in Piazza Cavour: il monumento dedicato alla lira italiana, inaugurato il 1º marzo 2003 all’indomani dell’introduzione dell’Euro. Realizzata con la fusione di 2 200 000 monete da 200 lire presso le Fonderie Caggiati di Parma, su disegno di Daniela Fusco, l’opera rappresenta l’Italia turrita che sostiene una grande moneta da una Lira, mentre su uno dei tanti drappi che l’avvolgono è impressa la scritta “L’Italia per la Lira”. La statua è rivolta verso il Ponte Romano, mentre su un lato scorre un piccolo rivolo d’acqua che simboleggia il fiume Velino, il simbolo della ricchezza di Rieti e della sua provincia: l’acqua.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
Specialità, specificità ed eccellenza territoriale sono i criteri che connotano i molti prodotti enogastronomici della provincia di Rieti, premiati da numerosi riconoscimenti, quali i marchi IGT e DOP. Tra i prodotti tipici c’è lo straordinario olio DOP della Sabina, condimento ideale per piatti rustici e genuini, di cui gli spaghetti alla amatriciana sono un vero vessillo. Altri primi da gustare sono il farro al tartufo di Leonessa, gli strengozzi alla reatina, i marroni e gli stracci di Antrodoco, le fregnacce alla sabinese, i fagioli di Borbona e le sagne scandrigliesi. Trote e gamberi insaporiti con mille salse rientrano fra i secondi di pesce, mentre fra i derivati degli allevamenti di terra troviamo il pecorino, fresco o stagionato, e la ricotta, in particolare il “fiore molle” di Leonessa allo zafferano. I legumi sono fra gli ortaggi immancabili, ingrediente di zuppe gustose. Il borgo di Antrodoco è invece rinomato per l’Omento di maiale, nel dialetto locale, un tipico prodotto di carne suina, con interiora aromatizzate con erbe, peperoncino e aglio. A fine pasto, non mancano mai dolci quali i terzetti alla reatina, la copeta (noci e miele tra foglie di lauro) e la pizza di Pasqua, da farcire a piacere.
Caratteristico del reatino, e in particolare nel paese di Contigliano, è anche il liquore di Genziana, infusione enoalcolica, alcool e vino bianco, derivata dalla radice essiccata della genziana aromatizzata con chiodi di garofano, cannella e ginepro. Ha un gusto piuttosto amaro e colore giallo paglierino.
Sempre in tema bevereccio, questa è la terra dei vini denominati Colli della Sabina Doc, suddivisi in Bianco, Bianco Spumante, Bianco Frizzante, Rosso e Rosso Frizzante.
Le attività del turista Naturalistico
cammini
Fra il 1123 e il 1226, anno della sua morte, San Francesco soggiornò più volte nella Valle Reatina, per questo definita oggi “Santa”. A ricordare il suo passaggio ci sono quattro monasteri, tappe del Cammino di Francesco, che va dal Santuario de La Verna in provincia di Arezzo fino a Roma. La terra reatina fu per lui di grande ispirazione: qui nacquero la tradizione del Presepe, la Regola dell’Ordine Francescano e il Cantico delle creature, eventi ricordati nei quattro luoghi sacri: il Santuario di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo che si trovano ai quattro angoli della valle. All’epoca, Rieti era una città prospera e Palazzo Vescovile ospitava spesso Papi: Innocenzo III (1198), Onorio III (nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234), Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) e Bonifacio VIII (nel 1298).
Inaugurato nel 2003, il Cammino di Francesco si compone di otto tappe ed è lungo 80 km, scanditi da un’apposita segnaletica. I principali punti di interesse toccati sono i quattro santuari, il centro storico di Rieti, l’Abbazia di San Pastore ed il bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, nella Piana Reatina, inserita nella Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. Se il mezzo adottato è la bicicletta, si può sfruttare la Ciclovia della Conca Reatina. In ogni caso, a ogni tappa bisognerà esibire il “Passaporto”, che documenta l’effettivo compimento del percorso: se lo si concluede in non meno di due giorni, si può richiedere l'”Attestato del pellegrino” all’Ufficio del Cammino di Francesco, a Rieti in Via Cintia 87.
Altro itinerario religioso interessante è il Cammino di San Benedetto, che parte da Norcia e in 16 tappe – una al giorno se lo si fa a piedi, 7 giorni in bicicletta – si conclude a Montecassino. Anche in questo caso, i “pellegrini” devono avere con sé la “credenziale”, il “passaporto” che a Montecassino dà diritto al testimonium, il documento di avvenuto pellegrinaggio. Il ripristino di alcuni antichi tratti del Cammino ha ridato vita a tanti piccoli borghi spesso poco conosciuti e fuori dal turismo di massa.
Le tappe per il percorso a piedi sono: Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa, Poggio Bustone, Rieti e la Valle Santa, Rocca Sinibalda e Castel di Tora, Pozzaglia, Orvinio, Mandela, Vicovaro, Subiaco, Trevi nel Lazio, Collepardo e la Certosa di Trisulti, Casamari, Arpino, le gole del Melfa, Roccasecca e infine Montecassino.
ecoturismo
Per i romani ma più in generale per molti abitanti del Lazio e delle Regioni limitrofe, il Monte Terminillo è la ski destination per antonomasia, non a caso detta la “Montagna di Roma”. Con i suoi 2216 metri è la terza vetta laziale per altezza, perfetta non solo in inverno ma anche nel resto dell’anno come meta escursionistica, grazie ai numerosi percorsi segnati del CAI.
La Piana Reatina, attorniata dal Terminillo e dai Monti Sabini, è un susseguirsi di campi coltivati a mais o girasoli, casali rurali e corsi d’acqua, attraversati da strade poderali e dalla Ciclovia della Conca Reatina. A 7 km da Rieti si trova la Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, 3200 ettari che si sviluppano attorno agli unici bacini d’acqua naturali rimasti dopo il prosciugamento dell’antico Lago Velino. Zona umida dominata dai canneti in cui nidificano germani, gallinelle, aironi e altri uccelli migratori. Oche e germani reali si possono avvistare con facilità anche lungo il fiume Velino, che attraversa il capoluogo laziale e delimita il Centro Storico a sud, di cui un tempo era la sua difesa naturale. Qui le sponde sono molto verdi perché non lambite dai classici viali lungofiume, e in particolare, quella sinistra è interamente fiancheggiata da un sentiero ciclopedonale, che forma una specie di parco urbano. Il Velino è attraversato da sette ponti, da ovest a est: “Ponte di ferro” (stradale e ferroviario), ponte ciclopedonale del Campo Scuola, Ponte Giovanni XXIII, Ponte Romano, ponte ciclopedonale tra piazza San Francesco-piazza Cavour, e Ponte Cavallotti.
A nord-est di Rieti sorge il Colle della Foresta, propaggine meridionale dei monti Reatini, e “intermezzo” tra i quartieri Micioccoli e Campoloniano. Seguendo la strada provinciale n. 7, in 4 km si raggiunge la sommità, dove si trovano il borgo di Castelfranco, il Santuario della Foresta, un ristorante e un golf club. Colle San Mauro si ferma a 530 metri ed è situato a est del Centro Storico e a sud del quartiere Villa Reatina. Qui, dopo Porta D’Arci, si stende una pineta attrezzata come parco urbano, con tavoli da picnic e un belvedere, da dove si può ammirare tutta la città. Salendo sul colle si visitano il Convento dei Frati Cappuccini e la Villa Potenziani, ex residenza di caccia della nobile famiglia dei Potenziani, che dietro l’elegante facciata di fine Settecento, accoglie oggi stanze e ristorante ricche di fascino. Il parco annesso comprende lecci, abeti e pini d’Aleppo.
Da un parco privato, si passa a un parco pubblico in via Liberato di Benedetto, area verde intitolata alle “vittime 6 aprile 2009”, dove si tiene ogni anno la Festa dello studente. Il Rieti Sport Festival si tiene invece nel Parco “Coriandolo” di Madonna del Cuore, di circa 1 ettaro come il parco “6 giugno 1944” di Campomoro e il “Paul Harris” di Micioccoli.
svago/relax (mare, lago, etc)
Se non avete mai provato il rafting per paura della sua imprevedibilità, allora potete concedervi un’escursione di Soft-Rafting lungo il fiume Velino, in provincia di Rieti. Pur con i suoi ritmi più blandi e meno avventurosi, è un’attività molto divertente e alla portata di tutti. Non sono necessari preparazione o requisiti particolari, e quanto all’equipaggiamento – pagaia, giubbotto salvagente, muta, giacca d’acqua e casco protettivo – viene fornito interamente dal personale del Centro Canyoning Avventuristicando Fosso Ravi.
Qui si può praticare anche canottaggio, sport che una volta imparate le tecniche basilari e i segreti per evitare strappi muscolari o infortuni, si può affrontare a qualsiasi età. In alternativa, c’è il SUP, disciplina non così nuova e di recente “invenzione” come si potrebbe pensare, bensì di origini antichissime, con radici in Polinesia prima e nelle Hawaii poi. Il SUP è uno sport per tutti che può essere affrontato a qualsiasi età, sicuro e di facile approccio. Già alla prima escursione si può sperimentare quanto sia accessibile e divertente.
turismo termale
In medio stat virtus. I romani l’avrebbero risolta così la questione della “giustezza” della composizione di sali minerali della Fonte Cottorella di Rieti, che grazie alla bassa concentrazione di fluoruri è adatta a tutte le età e non ha controindicazioni. E in effetti, già gli antichi romani ne sfruttavano le proprietà salutari, la purezza e la leggerezza per l’assenza di elementi inquinanti. In buona sostanza, un presidio terapeutico naturale. Si narra che gli imperatori Vespasiano e Tito venivano spesso e volentieri a rilassarsi alle terme reatine, beneficiando delle terapie idriche e della natura della Sabina, dove avevano le residenze estive. La fama di questi luoghi non passò mai di moda, tanto che nel Medioevo e poi più tardi nel Rinascimento, personaggi quali Papa Gregorio IX, Pompeo Colonna e il celebre architetto Bramante ne decantavano bellezza e salubrità.
Nei secoli, ci furono sempre poeti, medici, biologi e chimici pronti a esaltare le proprietà organolettiche e curative delle acque di Fonte Cottorella, tanto che persino l’ospedale romano Fatebenefratelli ne richiese un approvvigionamento quotidiano per il trattamento delle malattie urologiche, e i frati del Convento di Sant’Antonio al Monte, vicino a Rieti, si occupavano del trasporto dei barili. Nel 1926 arrivò poi l’imprimatur del Ministero dell’Interno, che autorizzò l’imbottigliamento delle acque di Fonte Cottorella con la dicitura “Fonte Cottorella, acqua digestiva, sovranamente antiurica, di rara purezza”. Gli anni ’20 furono l’età dell’oro delle terme di Fonte Cottorella, per la nobiltà reatina ma non solo, che fece dei rinomati concerti della domenica uno straordinario momento di socializzazione, affari e bien vivre.
tur. naturalistico/svago/relax
Casco da roccia, imbraco e moschettoni. Non serve altro per affrontare il percorso a ostacoli dell’Avventuristicando Park, nel Parco “Colle San Mauro” di Rieti, fra scale verticali, ponti di rete e nepalesi, tronchi oscillanti, carrucole per lanci in stile Tarzan e così via. A fornire tutta l’attrezzatura necessaria ci pensano le guide esperte di questo bosco in città, dove fra aceri, lecci, carpini e ornelli, spiccano esemplari di pini austriaci alti fino a 30 metri. I 400 metri di quota del parco bastano già per godere di un panorama mozzafiato sulla Valle Reatina, habitat di scoiattoli, fagiani, picchi, lepri e ricci. Un’avventura sportiva e naturalistica insieme da vivere in sicurezza, anche grazie alle competenze specifiche di istruttore-soccorritore di tutto lo staff di Avventuristicando Park.
Le attività del turista Spirituale
religioso
Rieti rappresenta il cuore della “Valle Santa”, un concentrato di religiosità in un contesto naturale di grande bellezza. I quattro santuari francescani situati nel Lazio si trovano infatti tutti nel territorio reatino, disposti a croce e a pochi chilometri l’uno dall’altro: quello di Fonte Colombo e de La Foresta, e nelle immediate vicinanze quelli di Greccio e Poggio Bustone, che insieme formano il Cammino di Francesco.
Epicentro di questo tour fra sacro e natura è la Cattedrale Basilica di Santa Maria Assunta di Rieti, eretta tra il 1109 e il 1225, in stile romanico fuori e barocco all’interno. Il complesso comprende una cripta, la torre campanaria del 1252, il battistero sede del Museo diocesano di Rieti, il portico del 1458 e diverse cappelle settecentesche, tra cui quella dedicata a Santa Barbara, realizzata su disegno del Bernini.
Lo stile romanico-gotico connota invece la facciata della Basilica minore di Sant’Agostino, della metà del XIII secolo, fra le chiese più importanti di Rieti, mentre la Chiesa di San Domenico, del 1266, è simbolo di una vera e propria rinascita, essendo stata recuperata e riaperta dopo un degrado che durava da quasi due secoli. Il suo interno è piuttosto spoglio, ma conserva due affreschi di Liberato da Rieti e l’imponente organo Dom Bedos-Roubo, di 14 metri di altezza e costruito in base a due trattati del Settecento. L’ex convento annesso alla chiesa comprende il chiostro della Beata Colomba, il giardino all’italiana e l’oratorio di San Pietro martire, con una piccola cappella che ospita un importante affresco del Giudizio Universale dei fratelli Lorenzo e Bartolomeo Torresani (1552-1554).
Nel Centro Storico di Rieti si trova anche la Chiesa di San Francesco, costruita nel 1253, la seconda dedicata al culto del santo dopo la Basilica di Assisi. Realizzata in stile romanico-gotico, ha annesso l’oratorio di San Bernardino e l’ex convento dotato di chiostro, oggi sede del liceo scientifico Carlo Jucci. Si prosegue poi con la Chiesa e il Convento di Santa Lucia, fondati nel 1253 grazie all’interessamento del beato Angelo Tancredi. Curioso il fatto che il convento fu la dimora religiosa anche di tre monache nipoti del Bernini, che per questo motivo realizzò due statue e l’altare maggiore. Espropriato dopo l’unità d’Italia, l’edificio ospita un polo culturale che comprende la biblioteca comunale Paroniana e una sezione del Museo Civico. La Chiesa di San Rufo è una di quelle tappe irrinunciabili per la sua valenza simbolica: secondo la tradizione, sarebbe collocato qui il centro d’Italia (Umbilicus Italiae). Benché di origini altomedievali, fu rifatta nel 1748 per opera di Melchiorre Passalacqua, in stile neoclassico, mentre l’interno è barocco e fra le opere che lo adornano c’è il dipinto considerato il vero gioiello di Rieti: L’angelo custode, ritenuto opera dello Spadarino ma in passato attribuito persino al Caravaggio.
cammini
Fra il 1123 e il 1226, anno della sua morte, San Francesco soggiornò più volte nella Valle Reatina, per questo definita oggi “Santa”. A ricordare il suo passaggio ci sono quattro monasteri, tappe del Cammino di Francesco, che va dal Santuario de La Verna in provincia di Arezzo fino a Roma. La terra reatina fu per lui di grande ispirazione: qui nacquero la tradizione del Presepe, la Regola dell’Ordine Francescano e il Cantico delle creature, eventi ricordati nei quattro luoghi sacri: il Santuario di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo che si trovano ai quattro angoli della valle. All’epoca, Rieti era una città prospera e Palazzo Vescovile ospitava spesso Papi: Innocenzo III (1198), Onorio III (nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234), Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) e Bonifacio VIII (nel 1298).
Inaugurato nel 2003, il Cammino di Francesco si compone di otto tappe ed è lungo 80 km, scanditi da un’apposita segnaletica. I principali punti di interesse toccati sono i quattro santuari, il centro storico di Rieti, l’Abbazia di San Pastore ed il bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, nella Piana Reatina, inserita nella Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. Se il mezzo adottato è la bicicletta, si può sfruttare la Ciclovia della Conca Reatina. In ogni caso, a ogni tappa bisognerà esibire il “Passaporto”, che documenta l’effettivo compimento del percorso: se lo si concluede in non meno di due giorni, si può richiedere l'”Attestato del pellegrino” all’Ufficio del Cammino di Francesco, a Rieti in Via Cintia 87.
Altro itinerario religioso interessante è il Cammino di San Benedetto, che parte da Norcia e in 16 tappe – una al giorno se lo si fa a piedi, 7 giorni in bicicletta – si conclude a Montecassino. Anche in questo caso, i “pellegrini” devono avere con sé la “credenziale”, il “passaporto” che a Montecassino dà diritto al testimonium, il documento di avvenuto pellegrinaggio. Il ripristino di alcuni antichi tratti del Cammino ha ridato vita a tanti piccoli borghi spesso poco conosciuti e fuori dal turismo di massa.
Le tappe per il percorso a piedi sono: Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa, Poggio Bustone, Rieti e la Valle Santa, Rocca Sinibalda e Castel di Tora, Pozzaglia, Orvinio, Mandela, Vicovaro, Subiaco, Trevi nel Lazio, Collepardo e la Certosa di Trisulti, Casamari, Arpino, le gole del Melfa, Roccasecca e infine Montecassino.
Le attività del turista Sportivo
volo a vela
Non c’è visuale migliore sulla Valle Santa e le Cascate delle Marmore che dal cielo. Come? All’Aero Club di Rieti “Alberto Bianchetti” si hanno varie opportunità, a seconda della propria dimestichezza con il mondo del volo a vela. L’Associazione Sportiva Dilettantistica federata all’Aero Club d’Italia che opera sull’aeroporto “G. Ciuffelli” offre la possibilità di escursioni con istruttori, corsi per ottenere la licenza di pilota di aliante o di velivolo privato, corsi per imparare a eseguire acrobazie in aliante grazie al Centro Acrobatico. Non solo. Per chi è alle prime armi e vuole un approccio più soft, atleti e istruttori insegnano anche a pilotare un aeromodello.
golf
Il Terminillo è la “Montagna di Roma” per gli sciatori, ma anche per i golfisti, perché ai suoi piedi si trova il Golf Club Rieti. Il tracciato è stato progettato da Franco Orsini e Marcello Perotti, su una superficie di 20 ettari, seguendo i sentieri sinuosi di un bosco di querce e castagni, e conta 9 buche championship, par 35, 2736m. La bellezza del contesto naturalistico, uno dei plus di questo sport, è un’attrattiva importante anche per chi il green lo guarda e basta, perché nei dintorni del club ci si può dedicare a escursioni di trekking o a cavallo. Una delle mete più gettonate è quella del Santuario Francescano la “Foresta”, dove si ritiene che San Francesco abbia scritto il famoso Cantico delle creature.
cammini
Fra il 1123 e il 1226, anno della sua morte, San Francesco soggiornò più volte nella Valle Reatina, per questo definita oggi “Santa”. A ricordare il suo passaggio ci sono quattro monasteri, tappe del Cammino di Francesco, che va dal Santuario de La Verna in provincia di Arezzo fino a Roma. La terra reatina fu per lui di grande ispirazione: qui nacquero la tradizione del Presepe, la Regola dell’Ordine Francescano e il Cantico delle creature, eventi ricordati nei quattro luoghi sacri: il Santuario di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo che si trovano ai quattro angoli della valle. All’epoca, Rieti era una città prospera e Palazzo Vescovile ospitava spesso Papi: Innocenzo III (1198), Onorio III (nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234), Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) e Bonifacio VIII (nel 1298).
Inaugurato nel 2003, il Cammino di Francesco si compone di otto tappe ed è lungo 80 km, scanditi da un’apposita segnaletica. I principali punti di interesse toccati sono i quattro santuari, il centro storico di Rieti, l’Abbazia di San Pastore ed il bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, nella Piana Reatina, inserita nella Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. Se il mezzo adottato è la bicicletta, si può sfruttare la Ciclovia della Conca Reatina. In ogni caso, a ogni tappa bisognerà esibire il “Passaporto”, che documenta l’effettivo compimento del percorso: se lo si concluede in non meno di due giorni, si può richiedere l'”Attestato del pellegrino” all’Ufficio del Cammino di Francesco, a Rieti in Via Cintia 87.
Altro itinerario religioso interessante è il Cammino di San Benedetto, che parte da Norcia e in 16 tappe – una al giorno se lo si fa a piedi, 7 giorni in bicicletta – si conclude a Montecassino. Anche in questo caso, i “pellegrini” devono avere con sé la “credenziale”, il “passaporto” che a Montecassino dà diritto al testimonium, il documento di avvenuto pellegrinaggio. Il ripristino di alcuni antichi tratti del Cammino ha ridato vita a tanti piccoli borghi spesso poco conosciuti e fuori dal turismo di massa.
Le tappe per il percorso a piedi sono: Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa, Poggio Bustone, Rieti e la Valle Santa, Rocca Sinibalda e Castel di Tora, Pozzaglia, Orvinio, Mandela, Vicovaro, Subiaco, Trevi nel Lazio, Collepardo e la Certosa di Trisulti, Casamari, Arpino, le gole del Melfa, Roccasecca e infine Montecassino.