Alta Irpinia

Alta Irpinia

I 1809 metri di quota del Monte Cervialto, nell’avellinese, rappresentano la seconda cima della Campania ma soprattutto uno dei punti di riferimento e di arrivo dei numerosi percorsi di trekking in Alta Irpinia. Il suo nome lo deve al cospicuo numero di cervi che un tempo popolavano la zona, ma a essere rimasto inalterato è il panorama che spazia dalla Piana del Sele al Golfo di Salerno, fino a intravvedere il Tavoliere delle Puglie. Assieme al Montagnone di Nusco, il Cervialto costituisce un complesso orografico di grande interesse faunistico, tale da essere riconosciuto come area SIC (Sito di Interesse Comunitario). Attraverso fitti boschi di castagni, principale coltura arborea del territorio, si raggiunge l’Altopiano di Sazzano, a circa 1330 metri, e da qui quello di Gaudo, nei pressi del Santuario della Madonna della Neve.
Il vicino borgo di Calabritto con le sue 14 cascate formate dal rio Zagarone è una di quelle mete imperdibili, soprattutto se al trekking si vuole alternare il canyoning nella Forra di Calabritto.

Camminate con vari livelli di difficoltà, escursioni in MTB, quad, cavallo e, in stagione, con gli sci ai piedi sono invece praticabili sull’Altopiano di Laceno, nei dintorni di Bagnoli Irpino, alle pendici dei Monti Picentini. Qui si trova anche il borgo di Caposele, da dove inizia il cosiddetto Anello delle 7 Fontane: nella pratica, 18 km di lunghezza per 800 metri di dislivello e una difficoltà classificata E, quindi non per tutte le gambe, che conduce alle sorgenti del Sele, incipit dell’Acquedotto Pugliese. Un’opera ingegneristica di tutto rispetto, perché grazie ai 250 km di lunghezza, che dall’Irpinia portano fino a Santa Maria di Leuca, in Puglia, detiene il record di acquedotto più lungo del mondo.
Se poi non si è ancora sazi di natura, a Senerchia, delizioso borgo medievale con i resti di un castello longobardo, c’è l’Oasi WWF Valle della Caccia, popolata da falchi pellegrini, aquile, poiane e picchi neri, oltre che da volpi, martore e lupi. Per saperne di più su quest’ultima specie, c’è persino il Museo del Lupo.

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