Alta Valle dell’Aniene

Alta Valle dell’Aniene

Subiaco, Comune della città metropolitana di Roma Capitale. Una definizione che non rende giustizia alla realtà di questa bella località appena fuori l’Urbe, dominata da un’imponente Rocca Abbaziale, circondata dal verde del Parco naturale regionale Monti Simbruini e con due monumenti religiosi di tutto rispetto e cuore della cosiddetta “Valle Santa”, che ogni anno attirano decine di migliaia i visitatori.

Il Monastero di San Benedetto, con i suoi mille e più anni di storia e il “Sacro Speco”, dove il giovane Benedetto da Norcia era solito ritirarsi in preghiera, è uno dei luoghi spirituali più importanti per la Chiesa, ma a impressionare è anche la sua struttura, incastonato com’è nella viva roccia in un’ansa del Monte Taleo, sospeso su nove grandi arcate. Internamente presenta poi un intricato labirinto di ambienti, chiesette e cappelle impreziosite da un ricco ciclo di affreschi che vanno dal periodo bizantino (VIII secolo d.C.) a quello che è passato alla storia come il più antico e il più fedele ritratto di San Francesco, datato al 1223.

Poco distante da qui si trova il Monastero di Santa Scolastica, talmente grande e articolato che per ammirarlo in tutta la sua completezza bisognerebbe sorvolarlo. Come il precedente è uno dei dodici monasteri fondati da San Benedetto, ma risalendo all’anno 520, è il più antico d’Italia e del mondo dello stesso ordine religioso. Sull’ingresso, la scritta “Ora et Labora” richiama subito la Regola del Santo da Norcia, introducendo a uno dei numerosi chiostri. C’è quello Rinascimentale, quello Gotico, poi il Cosmatesco, in una sequenza cronologica che passa dal XVI al XIV e infine al XIII secolo. La chiesa attuale è datata al Settecento, ma è solo l’ultima di ben cinque susseguitesi nel tempo. Ad aver reso speciale e unico questo posto è anche un altro episodio: fu qui che nel 1465, due chierici tedeschi allievi di un certo Johannes Gutenberg – che dieci anni prima in Baviera aveva stampato il primo volume al mondo, una Bibbia – impiantarono la prima tipografia italiana, arricchendo la Biblioteca posta accanto al Chiostro Gotico di incunaboli e volumi di straordinario valore. Visitarla oggi è come fare un tuffo nella storia, in stile “Il nome della rosa”.

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