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Lungo la costa campana in provincia di Salerno si cammina, si nuova, ci si immerge o semplicemente si fa snorkeling andando in cerca dei misteri e delle leggende nascoste negli antri di meravigliose grotte marine. Questo insolito tour che porta nei luoghi più suggestivi del litorale salernitano ha come prima tappa le Grotte di Marina di Camerota, Comune che deve il suo nome alla figura della bellissima fanciulla Kamatatòn, amata dal nocchiero di Enea, Palinuro. Il mito narra che Kamatatòn non ricambiava Palinuro, che disperato mori annegato nel tentativo di inseguire a nuoto la fanciulla. Allora Venere, per punire la crudeltà di Kamaraton la trasformò in roccia, la stessa su cui oggi sorge l’abitato di Camerota, condannandola a guardare in eterno il suo amore respinto.
Ridiscendendo la costa in direzione Sud, si incontra poi la Grotta degli innamorati: ci si può arrivare via mare, e una volta di fronte all’ingresso si entra a nuoto fino a una spiaggetta interna. Nei pressi di Cala Lanterna, vicino Capo Palinuro fra Punta Spartivento e Punta Mammone c’è la bella Grotta Azzurra, omonima di quella di Capri che vale la gita in barca.
La Grotta della Magnosa deve invece il suo nome a una roccia che ricorda la sagoma di un pesce martello, e alla tradizione che racconta come un tempo in questa cala i marinai con la lampara pescavano molte cicale di mare, un crostaceo simile a questo scoglio. Somiglia invece a una chiesa la cosiddetta Grotta della Cattedrale, spettacolare per le sue lunghe stalattiti bianche. Curiosa la presenza di un pozzo naturale sulla spiaggia accanto alla Grotta del Pozzallo, lambita da un mare di un blu intenso e riparata da due promontori rocciosi. Va da sé che, come negli altri casi, la Grotta del Toro deve il suo nome a uno scoglio a forma di testa di toro, mentre la Grotta delle Noglie alle stalattiti e stalagmiti presenti all’interno, rassomiglianti a salcicce piccanti locali.
Il toponimo Punta Magazeno ha un’origine più “pratica”, per così dire. Il “magazeno” in questione era la casetta del marchese di Camerota, dove si rifugiavano i marinai quando si praticava la pesca del tonno. Qui vicino si trovava infatti una delle tonnare tra le più importanti d’Italia. Una storia di mare la racconta anche la Grotta degli Infreschi, usata dai pescatori come “cella frigorifera” una volta finita la mattanza. La temperatura ottimale per la conservazione, molto bassa anche in estate, è dovuta alla presenza di una sorgente al suo interno. Un regalo della natura messo a frutto dall’uomo.
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