Area Grecanica

In provincia di Reggio Calabria, per oltre 50 km lungo la costa lambita dal Mar Jonio, si sviluppa una fascia interessata dalla cultura grecanica, da quelle comunità cioè che a partire dall’XI secolo, nonostante la latinizzazione imposta dai Normanni, hanno continuato a coltivare lingua e tradizioni di origine greca. Sono numerosi gli itinerari che toccano luoghi a essa connessi: le Grotte di Prastarà e la Rocca di Santa Lena, il borgo di Pentedattilo, la Fortezza Bizantina di San Niceto a Motta San Giovanni, il borgo di Bova e Gallicianò e il Castello dell’Amendolea.

In un gioco di sovrapposizioni di culture e punti di vista, in questo territorio è possibile imbattersi poi nel “Sentiero dell’Inglese”, così denominato perché ripercorre le tappe del viaggio descritto da Edward Lear nel “Diario di un viaggio a piedi in Calabria e nel Regno di Napoli” (1847).

Area dello Stretto e La Costa Viola

Sentiero del Tracciolino, per i più romantici, Sentiero Azzurro. Lo chiamano anche così per via del fatto che corre lungo la costa tirrenica della Calabria, a picco sul mare, ai piedi del Monte Sant’Elia, regalando alla vista panorami ampi che, nelle giornate terse, abbracciano le Isole Eolie all’orizzonte. E’ un percorso ad anello di circa 8 km, classificato per escursionisti, quindi sconsigliato ai principianti, che prende il via da Palmi, dalle Tre Croci bianche emblema del Monte Calvario dove fu crocefisso Gesù.
Sopra Bagnara si trova invece il punto di partenza di un altro sentiero, che conduce fino al Tunnel militare di Murat, una suggestiva grotta scavata a 40 metri dal mare, che dal porticciolo di Bagnara risale la Costa Viola lungo i caratteristici terrazzamenti coltivati a vite, ulivo e agrumi.

Monti Lepini

I Monti Lepini si trovano in provincia di Latina, e sono la destinazione ideale per vivere la natura e per scoprire il Lazio meno noto e lontano dalle solite rotte turistiche. Se l’idea è quella di farlo a piedi, basta seguire uno dei percorsi trekking di cui è disseminata tutta l’area e che ora sono descritti e catalogati in base alle difficoltà dalla Mappa del Trekking realizzata di recente dalla Compagnia dei Lepini. Uno strumento utile e super aggiornato, fondamentale per godersi un’escursione in tutto relax.

Alta Valle dell’Aniene

Che l’Alta Valle dell’Aniene fosse una perfetta destinazione turistica era già chiaro secoli fa. Lo si capisce visitando i resti della Villa di Nerone, imperatore che qui aveva la sua fastosa residenza estiva, all’epoca estesa su un terreno di 75 ettar di superficie. Una reggia che sorgeva nei pressi del Monastero di Santa Scolastica a Subiaco, passato alla storia per essere l’unico sopravvissuto ai saraceni dei 12 voluti dal Santo da Norcia nella valle subiacense, e perché proprio qui nel 1465 due monaci tedeschi fondarono la prima stamperia d’Italia. Lasciato il monastero, salici e pioppi accompagnano il pellegrino lungo il cammino, fino a un vero e proprio locus amoenus: il laghetto di San Benedetto, immerso nella natura e nel silenzio, in cui si getta una cascata.

Eugubino Alto Chiascio

E’ indicato con il numero 24, o con il curioso nome “L’uomo e la montagna”, ed è uno dei numerosi itinerari di trekking dell’area del Monte Cucco, che con i suoi 1.566 metri è una delle “vette” della zona eugubina e della provincia di Perugia. Collega il borgo di Costacciaro al Monte Cucco, percorrendo la vecchia strada, ed è contrassegnato con il livello di difficoltà E (Escursionistico). Se si è un minimo allenati, lo si può effettuare in circa 4 ore per un totale di quasi 6,5 km, con andata e ritorno sempre a Costacciaro.

Se ci si trova nelle vicinanze di Gubbio, il Parco del Monte Cucco è una meta imprescindibile, in quando consente di immergersi totalmente nella rigogliosa natura dell’Umbria. L’area protetta è davvero affascinante, ricca di vegetazione e di corsi d’acqua e di fenomeni carsici. Luoghi che nei secoli hanno attratto e ispirato molti uomini religiosi ed eremiti in cerca di pace.

Folignate Nocera Umbra

Appena fuori Foligno, si può intraprendere un itinerario di trekking che collega l’Abbazia di Sassovivo al Sasso di Pale. Fondata al termine dell’XI secolo lungo l’antica Via Lauretana che andava da Roma a Loreto, e più volte ampliata, questa imponente struttura era in origine un castello circondato da un bosco di lecci, la cosiddetta “Macchia Sacra”. Incamminandosi da qui per Casale, dopo circa 300 metri si incontra la Cappella romanica dell’XI secolo detta “del Beato Alano”, dedicata a un monaco viennese del XIV secolo che abitò nella cripta per un certo periodo. Il progetto originario dell’eremita Mainardo era di trasformare la cappella in un monasterium, ma poi l’idea fu abbandonata per via delle continue scosse telluriche.

Da qui inizia il tratto di circa 500 metri, tra andata e ritorno, noto come “Passeggiata dell’Abate”: dopo un’antica fontana, si attraversa una macchia di lecci plurisecolari alti 20 metri, che danno solennità a tutto il contesto. E qui, l’Abate di Sassovivo trovava rifugio per raccogliersi in preghiera con i suoi adepti.

Dalla Cappella si sale verso il “Passo delle Capre”, da cui ha inizio il sentiero storico ripristinato di recente che congiunge Sassovivo a Pale, lungo 4 km. Proseguendo si arriva in un altro bosco di leccio che termina in un valico, oltre il quale la vegetazione cambia in un bosco ceduo, con prevalenza di carpino nero e ornielle, ed esemplari di roverelle, aceri d’Ungheria, aceri minori, maggiociondolo.

Una mulattiera leggermente in discesa porta alla SS 77 e da qui a Pale, famoso per la produzione della carta, già trent’anni prima della nascita delle celebri cartiere di Fabriano. Di certo il borgo poteva già allora giovare del passaggio di molti pellegrini e commercianti, diretti i primi alla vicina Abbazia di Sassovivo e i secondi sulla Via Lauretana.

Alta Valle del Tevere

Da Umbertide, borgo medievale in provincia di Perugia, nell’Alta Valle del Tevere, si dipartono due itinerari di trekking: il primo che porta al Monte Acuto, il secondo a Monte Corona.
Il tempo di percorrenza per la salta al Monte Acuto è di 4 ore, per un totale di 11.450 km e un dislivello è di 678 metri. Da notare, lungo il tragitto, i resti di un castelliere nei pressi della Cima Cerchiaia: si tratta di una struttura di età protostorica di forma ellittica, con la funzione di controllo del territorio.

La salita a Monte Corona dura circa 4 ore e mezzo, per 12,5 km di lunghezza, e 690 metri di dislivello, caratteristiche che richiedono un adeguato allenamento.
Dall’Abbazia di Montecorona, si sale verso l’Eremo lungo l’antico sentiero costruito dai monaci, per poi proseguire per il borgo fortificato di Santa Giuliana, di proprietà privata. Ridiscendendo verso valle, si costeggia il podere San Giuliano delle Pignatte, e il podere Toro, e si torna al piano.

Valnerina

Rocche, abbazie ed eremi costellano il viaggio nella Valnerina, dove l’invito alla sosta è continuo. Da Norcia a Castelluccio e nel mezzo l’Abbazia di Sant’Eutizio, da Cerreto di Spoleto a Sant’Anatolia di Narco e nel mezzo l’Abbazia di San Pietro in Valle. E ancora da Poggiodomo a Monteleone di Spoleto, e da qui l’escursione sul grande anello del Monte Meraviglia e nei dintorni della Cascata delle Marmore. Tappe che consentono anche di assaporare quanto di meglio regala questa terra generosa: a Norcia sono prosciutto e salumi a farla da padrone, insieme al tartufo nero, al farro, alla lenticchia coltivata sulla Piana di Castelluccio. E ancora, i formaggi caprini prodotti localmente da allevatori che lavorano ancora come un secolo fa.

Trasimeno

“I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese”. Si intitola così il trekking ispirato alle figure del “Divin Pittore” e del Marchese della Corgna, significative nella storia della zona del Trasimeno in età rinascimentale. In tutto, l’itinerario copre circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km circa l’una, fra paesaggi fonte di ispirazione per la mano di Pietro Vannucci e terre da conquistare per il condottiero Ascanio della Corgna. La prima tappa è di 19 Km, per 910 di dislivello, con una difficoltà media. Si parte dalla città natale del Perugino, Città della Pieve, per arrivare a Paciano, Panicale e Piegaro, borghi medievali ricchi di storia, cultura ed enogastronomia, belvedere sul Lago e le colline circostanti.
La seconda tappa – 21 km per 880 metri di dislivello – va da Panicale a Fontignano, luogo di sepoltura del Divin Pittore, al confine tra Umbria e Toscana.
La terza segna il tratto da Fontignano al piccolo borgo di Castiglion Fosco, toccando l’Abbazia dei Sette Frati e continuando per un percorso a saliscendi per 21 km e 629 metri di dislivello.
La quarta, conduce fino a Piegaro, passando per Montarale, che con i suoi 853 metri è il punto sommitale dell’intero cammino, terrazza panoramica sul Lago e fino ad Assisi. Anche in questo caso, i chilometri sono 21 e 1.100 i metri di dislivello, per un grado di difficoltà impegnativo. La quinta e ultima tappa, sempre di 21 km ma con 615 metri di dislivello, fa ritorno a Città della Pieve. Nel mezzo, Montegabbione e Monteleone di Orvieto, con splendidi panorami sulla Valdichiana.

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