Agriturismo Tra Sole e Vigne
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Monforte d'Alba (CN), Piemonte
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Scopri tutti i comuni del territorioDiciassette borghi per sette province. Questo a oggi il patrimonio del Piemonte racchiuso in quelle “micro-realtà” annoverate fra i Borghi più belli d’Italia. Destinazioni che, per la loro caratteristica di essere distribuite su tutto il territorio e in contesti paesaggistici per lo più rurali, dalla campagna punteggiata di vigneti pregiati fino alle vette montuose, sono oggetto di uno “slow travel” che però, pur nel suo essere “lento”, è il fenomeno turistico che negli ultimi anni ha corso più degli altri. Il perché di questo successo è racchiuso in due fattori indispensabili: il paesaggio piacevole e ben conservato, e il valore storico, artistico e culturale dei centri abitati. Luoghi che ispirano viaggi alla scoperta della natura, con escursioni di trekking a piedi, in mountain bike, a cavallo o con gli sci, così come full immersion nella cultura locale, grazie a sagre e feste di paese che tramandano secolari tradizioni enogastronomiche e folcloristiche.
Dati ottenuti tramite l’analisi delle recensioni sul web
Le attività del turista Enogastronomico
Con un patrimonio di oltre 370 prodotti agroalimentari tradizionali, chi visita il Piemonte sa di poter attingere ogni giorno qualcosa di nuovo da questa incredibile dispensa di bontà, che trova il suo meglio in produzioni tipiche di particolare pregio: basti citare grandi vini rossi quali Barolo e Barbaresco, bianchi e spumanti dell’Astigiano, la Nocciola Tonda Gentile di Langa e il superbo Tartufo Bianco d’Alba.
Non è certo un caso che proprio in terra di Piemonte siano nati alcuni dei “movimenti” più importanti sui temi food&wine, sostenibilità e valorizzazione delle tipicità. Nel Castello di Pollenzo di Bra, in provincia di Cuneo, hanno sede la Banca del Vino e la prima Università di Scienze Gastronomiche – una sorta di ONU di studenti provenienti da oltre 60 Paesi – create a loro volta sulla scia del successo di Slow Food, l’associazione internazionale no profit per la promozione della cultura dell’enogastronomia di territorio. Fondata nel 1986 proprio a Bra da Carlo Petrini, da allora Slow Food ne ha fatta di strada: a oggi conta 70.000 soci sparsi in più di 150 Paesi e organizza una serie di importanti eventi sul tema, fra cui il biennale Salone del Gusto di Torino è quello di punta. Al Salone, nel tempo si sono aggiunti, fra gli altri, anche Slow Fish, Cheese, Master of Food, Slow Food Youth Network e Terra Madre. Dei 367 Presidi Slow Food in Italia, ben 37 sono radicati in Piemonte, vedi l’aglio storico di Caraglio, il burro a latte crudo dell’alto Elvo, il cavolfiore di Moncalieri e così via, fino alla tuma di pecora delle Langhe.
La ricca dispensa subalpina è dunque uno stimolo fondamentale al viaggio, una delle arterie lungo la quale ogni anno si spostano migliaia di turisti a caccia di prelibatezze, da gustare in osterie e agriturismi come in ristoranti stellati, dove chef di fama hanno saputo rielaborare tradizione e tecniche nuove. O da portare a casa insieme alla voglia di tornare in Piemonte per apprezzare ancora una volta la sua cultura del bien vivre.
Le attività del turista Naturalistico
Dalle dolci colline ammantate di vigneti alle “Alte Vie” di montagna che ripercorrono tappe da Giro d’Italia, grazie alla sua varietà di paesaggi il Piemonte offre sempre una buona “sponda” per chi ama l’outdoor, che qui trova sfogo in ogni sua forma espressiva. Dal mezzo più scontato, le due ruote, MTB o bici da strada che sia, a tutte quelle voci che richiamano gli sport di roccia – dall’arrampicata in su – e d’acqua, dal canyoning al rafting, al trekking fluviale, se non più semplicemente a cavallo o a piedi.
In un range amplissimo di attività adatte alle famiglie così come agli appassionati di sport estremi, trovano spazio infiniti itinerari che potremmo definire a tema. Se arte e cultura sono le linee guida da seguire, c’è per esempio il Grand Tour Unesco in bicicletta, un anello di 600 km che, partendo dalle regge sabaude alle porte di Torino, attraversa le Riserve Man and the Biosphere, le Città Creative di Alba e Biella e i Geoparchi, in un perfetto connubio fra storia e natura. Se invece si cercano i luoghi dell’anima, ci sono gli itinerari spirituali che aprono le porte di mirabili Abbazie e Santuari, oltre che di quel sistema di Sacri Monti – nove in tutto insieme a quelli della vicina Lombardia – dal 2003 Patrimonio dell’Umanità per la loro unicità.
Barolo capitale dell’ enologia piemontese, e dal 2009 anche della letteratura e della musica grazie a Collisioni Festival – Festival di Letteratura e Musica in Collina. Un palcoscenico diventato poco a poco sempre più importante e internazionale e che oggi vede alternarsi interpreti di diversi generi musicali – dall’hard rock al folk e pop – a scrittori, giornalisti, attori e registi di fama mondiale.
La manifestazione è fra quelle di maggior richiamo in Piemonte, attirando ogni anno a Barolo, borgo di appena 700 abitanti, fino a 100.000 persone nell’arco di tre giorni.
Ricchissimo il calendario che prevede performance non-stop in piazza e per le strade del paese, dove si incontrano artisti del calibro di Patti Smith, Zucchero, Bob Dylan, Deep Purple, Carlo Verdone, Luciana Littizzetto, Luciano Ligabue, Ferzan Ozpetek, in un melting pot di culture e suoni a dir poco inconsueto.
Ciascuna delle venti cappelle del Sacro Monte di Orta raffigura un episodio della vita di San Francesco, una particolarità che lo rende unico, poiché in genere a essere rappresentata è la vita di Cristo o della Madonna. Realizzato sul modello del vicino Sacro Monte di Varallo, noto come la “Gerusalemme della Valsesia”, sorge al centro della penisola di Orta San Giulio, sulla riva orientale del Lago d’Orta, in provincia di Novara, e presenta un itinerario a spirale che, di passo in passo, illustra vari stili architettonici e decorativi, in un excursus storico-artistico che va dal tardo Rinascimento al Barocco.
Un progetto imponente che vide la collaborazione di numerosi grandi artisti dell’epoca, quali Cristoforo Prestinari, Dionigi Bussola, i Fiammenghini, i fratelli Righi e molti altri, tanto che, insieme agli altri sei Sacri Monti del Piemonte (oltre a Varallo, Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa) e ai due della Lombardia (Ossuccio e Varese), dal 2003 è inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.
La ventesima e ultima cappella regala un’altra particolarità: l’edificio è una chiesa di epoca proto-romanica, rifatta nel Seicento ispirandosi alla Basilica Inferiore di Assisi. Un ultimo estremo omaggio al Santo Patrono d’Italia.
Ricetto, da “receptum”, rifugio. Tale l’origine del nome, che sta a indicare un rifugio fortificato protetto da mura a difesa di beni quali cereali, cibo in generale, acqua e vino. Diffuso in passato in Piemonte, dove ne sono presenti ancora oltre duecento, e in alcune zone dell’Europa centrale, il Ricetto trova uno dei suoi esempi meglio conservati a Candelo, in provincia di Biella, dal 2002 inserito fra i Borghi più belli d’Italia.
Vi si accede tramite un’unica torre-porta, protetta da due ponti levatoi, uno pedonale e uno per i carri, e da un fossato (interrato nell’800), che correva lungo tutti i 467 metri di lunghezza della cinta muraria. Quattro le torri angolari – di forma circolare, aperte verso l’interno, eccetto una di forma quadrangolare a rinforzo. Il Ricetto di Candelo presenta cinque rue, dal francese “vie”, disposte a formare altrettanti isolati, divisi in lunghezza da strettissime riane di circa 70 cm di larghezza, con la funzione di barriere anti propagazione degli incendi. Gli edifici sono invece detti cellule, sono privi di fondamenta e sono costituiti da vani sovrapposti, non comunicanti tra loro: il vino al piano terra, le granaglie al piano superiore.
Caratteristica unica del Ricetto è la presenza di circa 200 cantine tutte simili tra loro per struttura e dimensioni. Chi volesse immergersi nell’atmosfera di un tempo, può optare per il ristorante ricavato in una di queste cantine, dove si può anche ammirare un gigantesco torchio a vite del Settecento, un tempo cuore di una sorta di grande cooperativa vitivinicola.
La particolarità di Candelo è che nei secoli è stato sfruttato nei modi più disparati, passando da borgo dedito alla produzione tessile a teatro fino a set di produzioni televisive. A testimoniare questo suo ricco passato ci sono oggi alcune botteghe d’arte, il Centro documentazione dei Ricetti in Europa, il Piccolo Museo delle cose di Cucina e Pasticceria, e l’Ecomuseo della Vitivinicoltura.
Chi sceglie Candelo come meta per una gita fuori porta non potrà fare a meno di notare lo splendido contesto naturalistico in cui si trova calato, con le Prealpi biellesi da un lato e la Riserva Naturale della Baraggia dall’altro. Ricco anche il calendario delle manifestazioni ed eventi, fra cui Candelo in Fiore.
Piemonte
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