Riviera di Levante e Riviera di Ponente. Da qualunque parte la si guardi, la Liguria sembra non poter uscire da questa forte dicotomia marina, dettata dalla sua conformazione geografica a mezza luna che letteralmente non lascia spazio all’immaginazione, e neanche alla collocazione delle sue quattro province – Genova, Imperia, Savona e La Spezia – tutte sul mare. Ma ridurre la Regione a queste due metà e alla sola zona litoranea sarebbe un errore.
Partendo dall’entroterra, Liguria significa anche montagne, o meglio, Alpi Marittime, che incoronano un paesaggio di ispide vette digradanti in colline, ricoperte da boschi spesso tutelati da parchi e riserve naturali e, verso il mare, da coltivazioni di vario genere, olivo e vite in testa. Montagne così incombenti da essere ben visibili anche pied dans l’eau, mentre si sta serenamente distesi sulla spiaggia. Un colpo d’occhio raro e che non si dimentica.
Man mano che si scende di quota, si incontrano piccoli avamposti di civiltà contadina, borghi fermi a secoli fa, dove la vita gira ancora attorno a un torchio per frangere le olive, alla ruota di un mulino, alle serre per fiori e ortaggi e a qualche bottega artigianale. A Ponente accade per esempio a Taggia, Badalucco, Dolceacqua, Dolcedo e su, fino a Triora, il “paese delle streghe”. Scene da film in bianco e nero, che a valle si colorano delle tinte vivaci delle case di pescatori che attirano milioni di turisti. In particolare, accade a Varigotti e nella piccola Noli, gloriosa ex Repubblica Marinara, e all’estremità opposta, a Levante, in quella sequenza di spettacolari anfratti denominata Cinque Terre. Frammenti di terra con paesini arroccati su speroni di roccia e terrazze costruite su pendenze vertiginose dove la mano dell’uomo ha plasmato il paesaggio a suo uso e consumo: le “fasce”, i muretti in pietra viva che disegnano gran parte della costa, altro non solo che un ingegnoso escamotage per sezionare e rendere sfruttabili i pendii di colline altrimenti impraticabili. Oggi, Vernazza, Monterosso al Mare, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono collegati dal Sentiero Azzurro, 18 km di panorami e scorci mozzafiato che corrono da Sestri Levante a Porto Venere, “porte” di accesso del percorso. Un’unicità assoluta messa sotto tutela con il Parco Nazionale delle Cinque Terre e, dal 1997, riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Citando la bella Porto Venere non si può non parlare delle mille suggestioni artistiche ispirate alla Liguria lasciate negli scritti di Lord Byron, Goethe, Hemingway e Mary Shelley, nei quadri di William Turner o nelle note di Richard Wagner. D’altro canto, questa è la terra del Golfo dei Poeti, di cui Porto Venere insieme a San Terenzo, Tellaro, Sarzana, Lerici e all’Isola di Palmarola è la “perla”. Da qui, risalendo verso Genova, si entra nelle atmosfere glamour e da Vip di Portofino, la cui baia sembra un’esposizione permanente del celebre Salone Nautico genovese, per via degli yacht da favola sempre all’ancora.
Da Camogli a Nervi, ecco invece il Golfo Paradiso, nome evocativo che lascia ben sperare chi si accinge a visitare gli stretti vicoli di questi borghi marinari oggi vocati al turismo più o meno luxury. Quasi un’anticipazione di quell’inestricabile groviglio di carruggi che è il centro storico di Genova, altro bene Unesco da conservare con cura, insieme al Sistema dei Palazzi dei Rolli, aristocratica reminiscenza del momento più fortunato della storia della Serenissima, la Repubblica Marinara di Genova. Là, oltre il porto ridisegnato da Renzo Piano, si riprende l’Antica Aurelia che da duemila anni collega Roma alla Francia, in un continuun di quasi 700 km lungo i quali si incontrano città, paesi, culture.
Da Pegli in giù è la volta di una sequela infinita di spiagge e borghi, passando per i quattro Comuni della Baia della Ceramica, il Golfo dell’Isola di Bergeggi, l’antica Repubblica marinara di Noli, la capitale della MTB di Finale Ligure, Alassio e il suo muretto firmato dagli artisti, davanti alle inaspettate architetture barocche di Cervo e alle ville Liberty di Bordighera. Nel mezzo, Sanremo, tappa nazional popolare che mette d’accordo tutti, con un lungomare di palme e fiori che offre a sorpresa anche due soste culturali: Villa Nobel, appartenuta proprio a quell’Alfred Nobel, l’ideatore del Premio per eccellenza, e Villa Ormond, con un giardino che è un vero compendio di botanica mediterranea.
Questo viaggio ideale non potrebbe trovare finale più adatto di quello offerto dai Balzi Rossi, a pochi minuti dal confine con la Francia: scogliera alta 100 metri in calcare dolomitico, che pare quasi riportarci sulle Alpi, i resti di una villa romana e, in una grotta a picco su un mare cristallino, un sito paleolitico fra i più importanti d’Italia. E come se non bastasse, a due passi, sul vicino promontorio di Mortola, i Giardini Botanici di Villa Hanbury, memoria di una Belle Epoque “all’inglese” che da queste parti sembra non essere ancora tramontata.
Un concentrato di bellezza naturale e “costruita” perfettamente espresso da Italo Calvino, ligure Doc, che scrisse «qui basta passare un’unghia sulla crosta della civiltà e la natura rispunta in tutta la sua gloria quasi primordiale».
Tra il Rinascimento e il Barocco Genova si arricchisce di nuovi imponenti e lussuosi palazzi progettati e eretti per ordine dei nobili della città. Facciate magnificamente decorate, ampi giardini con scenografiche fontane, saloni con affreschi e arredi di pregio vanno, quindi, ad impreziosire la città. E la magnificenza di queste residenze non passa inosservata agli occhi del grande pittore fiammingo Pieter Paul Rubens che pubblica, nel 1600, una raccolta di disegni dei palazzi per portare, oltre confine, questo modello abitativo per la nobiltà europea.
La bellezza di questi palazzi dà il via anche ad un importante e curioso fenomeno turistico ovvero l’ospitalità pubblica. Con un Decreto del Senato nasce il primo elenco ufficiale di dimore di pregio e si obbligano i proprietari a dare ospitalità, a turno, alle delegazioni straniere secondo una semplice regola: più alta fosse stata la condizione economica dei visitatori, più sontuoso sarebbe dovuto essere il palazzo ospitante.
Le particolarità architettoniche e decorative dei palazzi di Genova, il sistema di ospitalità pubblica e l’attenzione di Rubens sono stati i motivi per cui, nel 2006, “Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi del Rolli” entrano a far parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
I palazzi dei Rolli, in alcuni casi, sono ancora di proprietà privata, altri sono banche o uffici. Altri ancora musei come i palazzi di Strada Nuova, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria, il Museo di Palazzo Reale. In occasione dell’evento Rolli Days, che si tiene una volta all’anno, anche i palazzi privati aprono le porte ai visitatori che vogliono esplorarne i fasti e l’eleganza.
Il sito UNESCO comprende 42 palazzi dei Rolli, fra gli oltre 100 esistenti: Palazzo Doria Antonio – Doria Spinola, Palazzo Della Rovere Clemente, Palazzo Spinola Giorgio, Palazzo Spinola Tomaso, Palazzo Spinola Giacomo, Palazzo Ayrolo Agostino, Palazzo Interiano Paolo e Nicolò, Palazzo Pallivicini Agostino, Palazzo Spinola Pantaleo, Palazzo Lercari Franco, Palazzo Pallavicini Tobia (Camera di Commercio), Palazzo Spinola Angelo Giovanni, Spinola Gio Battista, Palazzo Lomellini Nicolosio, Palazzo Spinola Lazzaro e Giacomo, Palazzo Grimaldi Nicolò – Palazzo Tursi (Comune di Genova), Palazzo Lomellini Baldassarre, Palazzo Grimaldi Luca, Brignole Sale Rodolfo e Francesco, Palazzo Grimaldi Gerolamo, Palazzo Brignole Gio Carlo, Palazzo Lomellino Bartolomeo, Palazzo Lomellini Stefano – Palazzo Doria Lamba, Palazzo Lomellini Giacomo Patrone, Palazzo Cattaneo Antoniotto Gio. Francesco De Ferrari, Palazzo Balbi G. Agostino, Palazzo Balbi Gio Francesco, Palazzo Balbi Giacomo e Pantaleo, Palazzo Balbi Piovera Francesco, Palazzo Balbi Stefano (Museo di Palazzo reale), Palazzo Centurione Cosmo – Palazzo Durazzo Pallavicini, Palazzo Centurione Giorgio, Palazzo Centurione Gio Battista, Palazzo Pallavicini Cipriano, Palazzo Spinola Nicolò, Palazzo Grimaldi Francesco (Galleria Nazionale di Palazzo Spinola), Palazzo Grimaldi Gio Batta, Palazzo Grimaldi Gio Battista, Palazzo De Mari Stefano, palazzo De Nigro Ambrogio, Palazzo Di Negro Emanuele Filiberto, Palazzo De Marini Croce.
Nel 2019, nel listing delle 10 più belle spiagge d’Italia dei TripAdvisor Travelers’ Choice Beaches Awards c’era la “Baia del Silenzio”, la più piccola delle due Baie di Sestri Levante. La località balneare è da sempre una delle più gettonate della Riviera Ligure di Levante, nel genovese, così come da sempre è fonte d’ispirazione per letterati, artisti e menti elevate. Infinita la lista dei personaggi illustri che qui si sono rifugiati per una vacanza più o meno lunga: fra questi, il compositore Richard Wagner, lo scrittore olandese Arthur Van Schendel, lo scienziato Gugliemo Marconi, i cui esperimenti avevano luogo nell’omonima Torre Marconi.
Gli elementi che creano la magia della “Baia del Silenzio” – battezzata così per la prima volta nel 1919 dal poeta Giovanni Descalzo – sono l’acqua cristallina, la sabbia fine, il riparo offerto dal promontorio di Punta Manara, le tipiche casette liguri dai toni pastello alternate da eleganti edifici di aristocratica memoria, simbolo di ciò che nell’800 fu il Gran Tour da queste parti.
Fra i tanti scrittori e poeti rimasti incantati da Sestri Levante c’è il danese Hans Christian Andersen, “vittima” pure lui del classico Grand Tour che nel 1833 lo portò a soggiornare per un periodo in questo angolo magico di Liguria. Al Maestro della letteratura d’infanzia si ispirò più di cento anni dopo il presentatore televisivo Enzo Tortora, ribattezzando una delle due anse di Sestri “Baia delle Favole”, contrapposta alla “Baia del Silenzio”, il cui nome si deve a un altro poeta, ligure questa volta, Giovanni Descalzo, che la chiamò così per la prima volta nel 1919. Non poteva dunque esserci location migliore di Sestri per il Concorso Letterario Premio Hans Christian Andersen, dal 1967 il più importante riconoscimento per l’editoria per i più piccoli. Così come non poteva esserci collocazione più romantica per il porticciolo turistico di Sestri Levante, con i pontili che si allungano davanti alla spiaggia di ghiaia e sassolini, punto ideale per attendere il tramonto.
Genova vs Milano. Si può riassumere così la storia all’origine del Castello Brown di Portofino. I fatti: nel 1425, Tomaso Fregoso, doge della Repubblica di Genova fino al 1421, occupa il borgo e la sua fortezza, per contrastare il tentativo di evasione di Filippo Maria Visconti duca di Milano. Nel 1430, ci pensa Francesco Spinola di Ottobono a rimettere le cose a posto e a far tornare Portofino e la fortezza fra i possedimenti della “Superba”. Strategico con la sua funzione di “vedetta” sul borgo e sul Golfo del Tigullio, il castello è nei secoli oggetto di numerosi assedi, e poi di diversi lavori di restauro e ampliamento, alcuni voluti e condotti persino da Napoleone Bonaparte in persona. Dal 1867 al 1905 diventa dimora di Montague Yeats Brown, console inglese a Genova, e poi dal 1949 della famiglia Baber. Nel 1961, Castello Brown viene acquistato dal Comune di Portofino, che ad oggi ne fa il suo vessillo, affittandolo anche come location per eventi e matrimoni. Decisamente da favola.
Per valorizzare la ricchezza culturale della Spezia e arricchire l’esperienza turistica, è stato istituito un circuito museale che si snoda attraverso le vie del centro storico, che collega i musei Museo del Castello di San Giorgio, Museo Civico “Amedeo Lia”, Museo Navale, CAMeC – Centro di Arte Moderna e Contemporanea, Museo del Sigillo, Palazzina delle Arti “L. R. Rosaia”, Museo Etnografico “Giovanni Podenzana”, Museo Nazionale dei Trasporti.
Il Golfo della Spezia, posizionato all’estremità della regione Liguria lungo la costa orientale del Mar Ligure, è un’ampia insenatura con affacci su Portovenere a ovest, La Spezia al centro e Lerici a est. Comunemente noto come Golfo dei Poeti, deve il suo nome alla presenza di numerosi scrittori, poeti e artisti che nel corso dei secoli hanno scelto questi pittoreschi borghi come dimora temporanea. Tra i noti residenti si ricordano lo scrittore David Herbert Lawrence, la scrittrice e pittrice George Sand, il poeta Lord Byron e i coniugi Shelley, Percy Bysshe e Mary, poeta e scrittrice.
La bellezza mozzafiato del paesaggio del Golfo dei Poeti si fonde con un’ampia offerta turistica che si estende dalla costa alle aree interne, collegando i vari borghi attraverso un circuito culturale ricco di musei, castelli e siti archeologici. Questi luoghi non solo catturano l’attenzione dei visitatori, ma offrono anche una connessione autentica con la cultura e le tradizioni locali, arricchendo così l’esperienza complessiva del viaggio.