Autore
L’antica Via Francigena, cammino di fede per eccellenza, ha da sempre due “sensi di marcia”, Canterbury – Roma, Roma – Gerusalemme. Il progetto Vie Francigene del Sud ha di recente rilanciato l’importanza di questo itinerario religioso, ponendo l’accento sulla rotta che da Roma “caput mundi” porta fino al cuore della Terra Santa, Gerusalemme. Limitandoci alla sola Italia, tale viaggio, fisico sì ma anche dell’anima, che dal Medioevo in poi non ha mai smesso di attrarre pellegrini e non solo, transita per Lazio, Molise, Campania, Basilicata e Puglia, in 45 tappe per un totale di 930 km. In provincia di Avellino, nel cuore dell’Irpinia, c’è quella che è stata identificata come Tappa 20, che da Buonalbergo porta a Celle San Vito e che all’altezza del torrente Ginestra attraversa il cosiddetto Ponte del Diavolo. Il cammino si inerpica poi su una serie di colline, toccando luoghi che riportano a una Storia di secoli fa, testimoniata dai resti dell’antico centro di Aequum Tuticum e dalla Taverna Tre Fontane, stazione di posta della Via Traiana.
L’idea alla base del progetto Vie Francigene nel Sud è molto di più che creare un modello di cammino a tappe: il cammino ha la forza di unire l’Occidente all’Oriente, il cristianesimo al paganesimo, l’Età Antica al Medioevo. È un itinerario trasversale, tra basolati romani e antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani, dolci panorami collinari e aspri passi montani.
Una curiosità in più: le tappe ripercorrono quelle realizzate dalla troupe di Radio RAI durante una spedizione del 2012, raccontata da Sergio Valzania e da altri giornalisti nella trasmissione radiofonica “Da Roma a Gerusalemme, le strade, il mare, la nostra lingua”.
Autore
Autore