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Reggia di Caserta

aversa, casagiove, caserta, valle di maddaloni

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Prima dell’arrivo dei Borbone, non esisteva Caserta, bensì c’era Casertavecchia, cittadina che, fra alterne vicende legate all’una o all’altra casata, ruotava attorno al suo cuore medievale, la Cattedrale, circondata da case in tufo, logge, palazzi con eleganti bifore e poco altro. Poi, ecco la Reggia, realizzata da Luigi Vanvitelli fra il 1752 e il 1774 per rivaleggiare con Versailles, all’epoca modello assoluto di regalità.

Se la costruzione dell’edificio più sfarzoso della Campania del Settecento, e non solo, decretò la fine per l’antica Casa Hirta, poi Casertavecchia, la Reggia diede impulso alla nascita di un’altra realtà, quella di San Leucio. Acquistata nel 1750 per rifornire di acqua i giardini della dimora, nel 1789 diveniva già Real Colonia, incentrata sulla produzione di seta. Erano i prodromi del sogno di Ferdinando IV di Borbone, che puntava alla fondazione di Ferdinandopoli: le case a schiera iniziate nel 1786 testimoniano quell’impianto geometrico in corso d’opera, con una piazza centrale e strade radiali e concentriche. Ancora oggi, a San Leucio sono attive numerose aziende che per tradizione continuano a produrre preziose stoffe usate per l’arredamento, diffondendo l’arte serica di questo borgo nel mondo.

Di certo, anche se non fu mai ultimata, Ferdinandopoli fu il simbolo dell’Illuminismo borbonico, mentre la Reggia fu per Carlo di Borbone la risposta a due esigenze: la prima di risiedere in un luogo consono a un grande sovrano, al pari del Re Sole, e secondo di offrire al governo napoletano un luogo strategicamente sicuro, salubre e fertile, valorizzabile anche dal punto di vista politico-economico. E ci riuscì, tanto che ancora oggi la Reggia di Caserta è uno degli edifici più maestosi d’Italia e uno dei luoghi più visitati.

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Acquedotto Carolino (Vanvitelliano)

Valle Di Maddaloni, Campania

2 elementi Cosa fare e vedere

  • Culturale Materiale

Acquedotto Carolino (Vanvitelliano)

Valle Di Maddaloni, Campania

Monte Taburno, Valle di Maddaloni, provincia di Caserta. Parte da qui e corre per 38 km quello che è passato alla storia come Acquedotto Carolino o Vanvitelliano, e che nella realtà ha rappresentato una delle opere di maggior interesse ingegneristico del XVIII secolo. Progettato per alimentare le “reali delizie” disseminate nel parco della Reggia di Caserta e il Complesso Monumentale di San Leucio – comprendente l’antica Fabbrica della Seta, l’Appartamento storico e la Casa del Tessitore – ha richiesto 16 anni per la sua costruzione (dal 1753 al 1770) e la collaborazione dei più stimati ingegneri, architetti e matematici del Regno di Napoli, fra cui appunto Luigi Vanvitelli, già artefice della Reggia e al soldo di re Carlo di Borbone. Questi tre capolavori, perché tali sono ciascuno a suo modo sia la Reggia, che l’Acquedotto e la Fabbrica, dal 1997 sono inseriti nel listing del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. A tale triade perfetta si aggiunge una quarta opera di tutto rispetto, firmata sempre dal Vanvitelli, i “Ponti della Valle”: all’epoca era il ponte più lungo d’Europa, composto da tre ordini di arcate poggianti su 44 piloni a pianta quadrata, per una lunghezza di 529 metri e un’altezza di 55,80 metri. Fra le particolarità che lo caratterizzano c’è quella di avere alla sua base, dal 1899, un monumento-ossario contenente i resti dei soldati morti nella battaglia del Volturno.

L’inaugurazione del colossale impianto idrico dell’Acquedotto Carolino diede il via allo sviluppo economico di tutto il casertano, con la nascita del Complesso di San Leucio, colonna portante dell’intero sistema locale, e di numerosi mulini lungo il suo articolato percorso.
Al termine di esso, all’interno del parco della Reggia, si trova una grotta artificiale da cui parte una diramazione verso il Belvedere, filanda-regia voluta da Ferdinando IV per la produzione e tessitura della seta, ricavata nell’ex casino di caccia della famiglia degli Acquaviva, circondato da magnifici giardini rinascimentali. Un altro ramo dell’Acquedotto porta invece alla Reale Tenuta di Carditello, la fattoria modello voluta sempre da Ferdinando IV.

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  • Musei

Museo Diocesano di Aversa

Aversa, Campania

Le Sale del Baldacchino, di Loreto e di San Sebastiano e il Deambulatorio del duecentesco Duomo di Aversa sono i suggestivi ambienti che accolgono la ricca esposizione di oggetti e opere d’arte del Museo Diocesano. Due i nuclei che identificano il percorso: quello nel Deambulatorio, derivato da una mostra allestita nel 1990 dal titolo “La Cattedrale nella storia. Aversa 1090-1990. Nove secoli di arte”, che raccoglie reperti architettonici e scultorei, oltre che arredi liturgici e reliquiari presenti nel Duomo; e il nucleo delle altre tre sale, che vede fra i capolavori un trono per l’esposizione eucaristica in argento, alcune pergamene dell’XI secolo, il reliquiario della Sacra Spina e sette tavole quattrocentesche dell’artista partenopeo Angiolillo Arcuccio. Il percorso offre uno spaccato unico dell’epoca compresa fra l’XI e il XII secolo, quel periodo normanno che tanti sviluppi e mutamenti storici portò nel Sud Italia.

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Acquedotto Carolino (Vanvitelliano)

Valle Di Maddaloni, Campania

Monte Taburno, Valle di Maddaloni, provincia di Caserta. Parte da qui e corre per 38 km quello che è passato alla storia come Acquedotto Carolino o Vanvitelliano, e che nella realtà ha rappresentato una delle opere di maggior interesse ingegneristico del XVIII secolo. Progettato per alimentare le “reali delizie” disseminate nel parco della Reggia di Caserta e il Complesso Monumentale di San Leucio – comprendente l’antica Fabbrica della Seta, l’Appartamento storico e la Casa del Tessitore – ha richiesto 16 anni per la sua costruzione (dal 1753 al 1770) e la collaborazione dei più stimati ingegneri, architetti e matematici del Regno di Napoli, fra cui appunto Luigi Vanvitelli, già artefice della Reggia e al soldo di re Carlo di Borbone. Questi tre capolavori, perché tali sono ciascuno a suo modo sia la Reggia, che l’Acquedotto e la Fabbrica, dal 1997 sono inseriti nel listing del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. A tale triade perfetta si aggiunge una quarta opera di tutto rispetto, firmata sempre dal Vanvitelli, i “Ponti della Valle”: all’epoca era il ponte più lungo d’Europa, composto da tre ordini di arcate poggianti su 44 piloni a pianta quadrata, per una lunghezza di 529 metri e un’altezza di 55,80 metri. Fra le particolarità che lo caratterizzano c’è quella di avere alla sua base, dal 1899, un monumento-ossario contenente i resti dei soldati morti nella battaglia del Volturno.

L’inaugurazione del colossale impianto idrico dell’Acquedotto Carolino diede il via allo sviluppo economico di tutto il casertano, con la nascita del Complesso di San Leucio, colonna portante dell’intero sistema locale, e di numerosi mulini lungo il suo articolato percorso.
Al termine di esso, all’interno del parco della Reggia, si trova una grotta artificiale da cui parte una diramazione verso il Belvedere, filanda-regia voluta da Ferdinando IV per la produzione e tessitura della seta, ricavata nell’ex casino di caccia della famiglia degli Acquaviva, circondato da magnifici giardini rinascimentali. Un altro ramo dell’Acquedotto porta invece alla Reale Tenuta di Carditello, la fattoria modello voluta sempre da Ferdinando IV.

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Museo Diocesano di Aversa

Aversa, Campania

Le Sale del Baldacchino, di Loreto e di San Sebastiano e il Deambulatorio del duecentesco Duomo di Aversa sono i suggestivi ambienti che accolgono la ricca esposizione di oggetti e opere d’arte del Museo Diocesano. Due i nuclei che identificano il percorso: quello nel Deambulatorio, derivato da una mostra allestita nel 1990 dal titolo “La Cattedrale nella storia. Aversa 1090-1990. Nove secoli di arte”, che raccoglie reperti architettonici e scultorei, oltre che arredi liturgici e reliquiari presenti nel Duomo; e il nucleo delle altre tre sale, che vede fra i capolavori un trono per l’esposizione eucaristica in argento, alcune pergamene dell’XI secolo, il reliquiario della Sacra Spina e sette tavole quattrocentesche dell’artista partenopeo Angiolillo Arcuccio. Il percorso offre uno spaccato unico dell’epoca compresa fra l’XI e il XII secolo, quel periodo normanno che tanti sviluppi e mutamenti storici portò nel Sud Italia.

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