Leggendo le statistiche demografiche del Paese, spesso si incappa in numeri e dettagli a dir poco curiosi. Un paio di questi riguardano Prato. Con quasi 195.000 abitanti, Prato è la seconda città più popolosa della Toscana, e prima del 1992, anno della creazione dell’omonima provincia, è stato il comune non capoluogo di provincia più popolato d’Italia.
Motore di questa esplosione demografica, avvenuta soprattutto a partire dall’’Ottocento, è stato lo sviluppo repentino di un importante distretto tessile, tradizione peraltro già presente sul territorio a partire dal Medioevo.
Alcuni documenti attestano infatti nel Trecento i traffici commerciali di un certo mercante di stoffe, Francesco di Marco Datini, noto alle cronache con il soprannome de Il Mercante di Prato. La sua fama si diffuse però solo nel XIX secolo, quando in una stanza segreta del suo Palazzo, fu rinvenuto un ricchissimo archivio di lettere, da alcuni considerate lettere di cambio o addirittura le prime cambiali della storia.
Di origini etrusche, Prato viene fondata nel X secolo, dall’unione di Borgo al Cornio e Castrum Prati, andando via via ad arricchire quello che è poi diventato il suo Centro Storico di preziosi capolavori, alcuni dei quali firmati da Donatello, Filippo Lippi e Botticelli.