Museo della Civiltà Contadina

L’antico mestiere del vignaiolo, del pastore, dell’artigiano, della filandera, della tessitrice, della cuoca e della casalinga che si prendeva cura di figli, orto e mestieri. Il Museo della Civiltà Contadina ricavato all’interno della Torre Aragonese di Melissa, nota anche come Torrazzo o Torre Melissa, è un’occasione unica per fare una sorta di escursione nel tempo, alla scoperta di ritmi e usi della vita rurale di una volta. Una passeggiata lungo il bel litorale ai piedi del promontorio su cui sorge la fortificazione, datata al XIII-XIV secolo, è poi d’obbligo, così come una degustazione del vino locale Dop, il celebre bianco Cirò.

Chiesa di Santa Maria dell’Udienza

“Ab Audentia”, letteralmente “con l’udito”, è il nome popolare con cui è nota la Chiesa di Santa Maria dell’Udienza di Melissa. A erigerla fu nella seconda metà del Seicento il nuovo principe di Strongoli Domenico Pignatelli, subentrato nel feudo del borgo dopo la morte del conte Francesco Campitelli. Sopra il portale d’ingresso, ancora oggi campeggia lo stemma della casata dei Pignatelli, che per lungo tempo mantennero lo ius patronato della chiesa. Al suo interno, si svela una ricca collezione di ornamenti e suppellettili sacre, dovuta soprattutto alla devozione dei fedeli, che venivano qui in pellegrinaggio confidando nella realizzazione di miracoli.

Chiesa di San Francesco di Paola

Se si considera il resto del borgo di Melissa, la Chiesa di San Francesco di Paola sembra quasi fuori contesto storico, perché ciò che si vede oggi risale “solo” all’Ottocento. In realtà, nello stesso sito sorgeva prima un altro edificio religioso, la Chiesa di Santa Maria dei Francesi, datata al 1690. Ciò che è oggi interessante al suo interno è la scultura del 185 d.C. raffigurante il Santo originario di Paola, realizzata in legno di carpino e custodita in una nicchia di vetro. Accanto, un’altra scultura, una statua della Madonna del Santissimo Rosario di Pompei, mentre nell’abside si può ammirare un mosaico di grandi dimensioni che rappresenta Gesù circondato dai discepoli.

Museo del Vino “Palazzo Ferraro”

Sopra il Comune, e sotto il Museo del Vino. Nel borgo di Melissa, nel crotonese, succede anche questo. All’interno della stessa dimora aristocratica, donata dalla casata dei Ferraro al Comune, Palazzo Ferraro appunto, coesistono due realtà ben distinte, al piano nobile la Sala del Consiglio e, al piano terra, l’esposizione che attraverso utensili e macchinari d’epoca illustra come si produceva vino fino a qualche decennio fa.

Stilo Porte Civiche e Mura di Cinta

Stilo, nel reggino, è noto soprattutto per la Cattolica, l’edificio religioso dalle linee bizantine icona anche del tratto di costa ionica sottostante. Inserito nel listing dei Borghi più belli d’Italia, Stilo era difesa un tempo da possenti mura perimetrali, di cui oggi ne rimangono solo alcuni tratti, comprensivi di tre porte d’accesso e due postazioni di guardia. Nonostante ciò, nei secoli il borgo è riuscito a preservare numerosi edifici storici dalle splendide architetture e un impianto medievale autentico, con vicoli e piazzette che si aprono all’improvviso su scorci di panorama che dal vere del Monte Cozzolino arrivano al blu del mare.

Chiesa Madre di San Nicola Vescovo

Un tempo, le confraternite calabresi avevano un grande peso sociale. Alle due confraternite laiche del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario si deve la costruzione della Chiesa Madre di San Nicola Vescovo, la prima delle tre parrocchiali di Melissa, borgo in provincia di Crotone. Il suo parroco era chiamato arciprete, e aveva la funzione e l’autorità per richiamare a sé tutto il clero della città per lo svolgimento delle funzioni religiose, anche perché in essa si conservavano il sacramento dell’eucarestia, riposto in una custodia lignea dorata, l’unico fonte battesimale di Melissa e il sacrario. Alla fine del Settecento e verso la metà dell’Ottocento, l’edificio fu oggetto di importanti opere di restauro, e ancora oggi è ben conservato e aperto al pubblico.

Monumento ai Caduti di Fragalà

1949-1979. Il Monumento ai Caduti di Fragalà venne eretto in occasione del trentesimo anniversario della strage passata alla storia come” eccidio di Fragalà“. Fragalà era un fondo nei pressi del borgo di Melissa, nel crotonese, assegnato dalla legislazione borbonica del 1811 per metà alla casata dei Berlingeri e per la restante parte al Comune. Nella realtà, col tempo i Berlingeri avevano poi occupato l’intero latifondo. Negli anni immediatamente seguenti la Seconda Guerra Mondiale, e in particolare nel 1949, ben 14.000 contadini nella sola Calabria scesero in piazza per protesta perché i nobili non volevano consentire che le terre da loro abbandonate o in disuso fossero concesse ai mezzadri così come aveva stabilito una legge del Ministero dell’Agricoltura. Nell’ottobre del 1949, a Melissa, un gruppo di contadini fu attaccato dalle forze dell’ordine e tre manifestanti furono uccisi. L’evento ebbe una grande risonanza in tutto il Paese e anche all’estero, suscitando commozione e indignazione . Trent’anni più tardi, l’artista Ernesto Treccani, figlio del fondatore dell’omonima enciclopedia, donò ai cittadini di Melissa il Monumento a ricordo dell’eccidio. Il drammatico episodio ispirò anche alcune sue opere racchiuse nel ciclo “Da Melissa a Valenza”.

Casa-Chiesetta di San Nicodemo da Cirò

900-990. Queste le date di nascita e di morte di San Nicodemo da Cirò, noto anche come Nicodemo di Mammola, monaco cristiano venerato sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa e ricordato ogni anno il 12 marzo, giorno della sua scomparsa, con una festa in suo onore. Il culto è diffuso in tutta la Calabria, ma è a Cirò e a Mammola che è più sentito. A Cirò si trova infatti la sua casa natia, trasformata nei secoli prima in oratorio e poi nella Casa-Chiesetta di San Nicodemo da Cirò, dove sono tutt’ora conservate le sue reliquie, mascella e due molari. Durante la celebrazione, la statua del Santo viene portata in processione insieme a quella del compatrono di San Francesco di Paola.

Chiesa del Purgatorio

Nel centro storico di Cirò c’è la Chiesa del Purgatorio, così denominata perché un tempo era la sede della Congregazione del Purgatorio, che come compito principale aveva quello di raccogliere le offerte dei devoti al momento del trapasso di un caro. Le anime dei morti venivano così accompagnate nell’aldilà, con preghiere e funzioni ad personam. A ricordo di ciò, sul portale d’ingresso è scolpito un teschio, mentre una volta varcata la soglia, si scoprono un altare con tre nicchie: in quella centrale c’è la statua dell’Immacolata, a destra quella di S. Pasquale e a sinistra quella di Gesù, e accanto a questa, la cella campanaria. Dopo anni in cui la struttura era stata abbandonata, il tetto era crollato e la chiesa chiusa al culto, oggi un attento restauro l’ha resa di nuovo agibile.

Centro storico Cirò

Cirò, o meglio Cirò Superiore, da distinguersi da Cirò Marina, sul litorale. Poco più di 2500 abitanti e una fama che travalica i confini della Calabria e non solo. E questo grazie al suo prodotto d’eccellenza, il bianco Cirò Dop, ma soprattutto per le molte bellezze storico-artistiche che riserva il suo centro storico, chiuso da una cinta muraria medievale. Quattro le porte da cui si accedeva ieri come oggi: Scezzari, Cacovia, Falcone e Mavilia. Quest’ultima è il varco verso il centrale Corso Luigi Lilio, omaggio al cittadino più celebre di Cirò, medico, astronomo e matematico italiano del Cinquecento, inventore del Calendario Gregoriano. Proseguendo, da qui si raggiunge la piazza principale, su cui affacciano le due principali attrazioni, il Castello Carafa e la Chiesa matrice di Santa Maria de Plateis.

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