Duomo di Monza

Il Duomo di Monza, una struttura imponente dedicata a San Giovanni Battista, racchiude una storia di oltre 1400 anni e ospita un tesoro inestimabile. Voluto dalla regina Teodolinda alla fine del VI secolo, il Duomo era situato in una zona allora periferica del borgo di Monza, nelle vicinanze del fiume Lambro e fungeva da cappella per il vicino Palazzo Reale.

Il ruolo centrale di Teodolinda nella conversione dei longobardi dall’arianesimo al cattolicesimo conferì alla Chiesa una posizione di santuario per la nazione longobarda. L’Unesco ha riconosciuto questo contributo, designando Teodolinda come testimone di una cultura di pace per l’umanità, e l’ intitolazione dell’omonima Cappella, conosciuta anche come Cappella Zavattari, è un tributo a questa figura storica.

Il Duomo è importante anche per il suo tesoro: una straordinaria testimonianza di quei primi secoli che comprende suppellettili liturgiche e donativi offerti dalla regina, che furono sepolti nella chiesa alla sua morte e ulteriori opere d’oreficeria e avorio donati da re Berengario nel X secolo.
Nel cambio di secolo tra il Duecento e il Trecento, il Duomo subì trasformazioni cruciali, grazie all’influenza dei Visconti e divenne una basilica imponente per le incoronazioni imperiali, seguendo la tradizione germanica che imponeva all’imperatore di ricevere tre corone: quella d’argento ad Aquisgrana, quella d’oro a Roma e una “di ferro” a Monza (o a Milano).

Museo e tesoro del Duomo di Monza

Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza è un’eccezionale testimonianza di quattordici secoli di arte e storia, offrendo una collezione unica al mondo. Un patrimonio inestimabile, frutto della maestria di generazioni di artisti e della generosità di devoti committenti, che spazia dall’eredità di Teodolinda all’arte contemporanea.

La raccolta permette di conoscere le vicende della Basilica di San Giovanni Battista dalla sua fondazione fino ai giorni nostri. Un percorso di più di 1400 anni durante i quali la storia della chiesa si è intrecciata con la vita politica e religiosa d’Italia e d’Europa, creando una trama di relazioni che le collezioni del museo testimoniano in modo spettacolare.
I vari spazi espositivi, i percorsi e gli allestimenti museali contribuiscono a chiarire il legame tra gli oggetti esposti e la storia del duomo. La sezione Filippo Serpero, dedicata al Tesoro della basilica alto medievale, offre una prospettiva dettagliata sulla storia della chiesa, mentre la sezione Carlo Gaiani è stata progettata per esporre le opere che hanno arricchito il patrimonio della chiesa dalla sua ricostruzione nel 1300 fino ad oggi.

Riconosciuto come Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace per l’Umanità dall’UNESCO, il Duomo di Monza con la Regina Teodolinda offre un affascinante viaggio attraverso secoli di storia e arte, con una collezione che abbraccia l’eredità passata e abbraccia le espressioni artistiche contemporanee.

Galleria Nazionale dell’Umbria

Piero della Francesca, Perugino, Pinturicchio, Beato Angelico, Gentile da Fabriano, Duccio di Buoninsegna, Arnolfo di Cambio… L’elenco dei grandi protagonisti dell’arte pittorica del passato e dei loro capolavori qui conservati è tale da annoverare la Galleria Nazionale dell’Umbria fra le più ricche raccolte museali d’Italia. Le oltre 3000 opere tra dipinti, sculture, ceramiche, tessuti e oreficerie, databili tra il XIII e il XIX secolo, sono distribuite in 40 sale all’interno dello splendido Palazzo dei Priori a Perugia, per una superficie totale di quasi 4.000 mq.

Museo Nazionale di San Matteo

Sul Lungarno di Pisa, precisamente in Piazza San Matteo in Soarta, si affaccia un edificio che merita la giusta attenzione. Fondato nel 1027 per volere delle monache benedettine, il Convento Medievale di San Matteo sorge sui resti di una precedente chiesetta con tre absidi e ospita una ricca collezione di opere realizzate dai più importanti artisti toscani attivi dal XII al XVII secolo. Fra questi, Nicola, Giovanni e Andrea Pisano, il Ghirlandaio, il Lodovico Cardi detto il Cigoli e Giovanni Battista Tempesti. A fare di San Matteo una tappa da intenditori d’arte è la riconversione dell’edificio nel secondo dopoguerra prima a museo e poi a sede del Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università di Pisa, con importanti sezioni dedicate a resti archeologici, alla scultura e alla ceramica.

Duomo di Orvieto

In una delle cappelle del Duomo di Orvieto è conservato il Corporale di Bolsena, la tovaglia dell’altare su cui nel 1263 caddero alcune gocce di sangue al momento della consacrazione dell’ostia. Il fatto sarebbe avvenuto nella Grotta di Santa Cristina, vicino Bolsena, fra le mani di una sacerdote che non credeva più alla transustanziazione, cioè alla presenza del Cristo nell’eucarestia. Da allora, si narra che il Duomo di Orvieto sarebbe stato eretto per onorare e tramandare nei secoli questo miracolo, ma la storia riporta invece che a volerne la realizzazione fu Papa Niccolò IV nel 1290.

La reliquia, o presunta tale, è ancora lì, custodita sotto le volte in stile gotico della cattedrale, fra gli esempi più eccelsi di questo stile in Italia e perciò dichiarata Monumento Nazionale. Bellissime le decorazioni architettoniche della facciata che vanno dal XIV al XX secolo, fra cui spiccano il grande rosone, i mosaici dorati e le tre maestose porte bronzee, e le cappelle affrescate da alcuni dei più grandi pittori italiani del periodo, tra le quali si può ammirare il famoso Giudizio Universale di Luca Signorelli.

Piccolo Teatro

Nel Dopoguerra l’Italia ha dovuto affrontare una fase di ricostruzione non solo materiale, ma anche culturale. A Milano, Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi, nel 1947, fondarono il Piccolo Teatro, sancendo la nascita del primo teatro stabile italiano. Attualmente, il Piccolo Teatro comprende tre sedi distinte: il Teatro Grassi, ubicato nella storica via Rovello; il Teatro Studio Melato, situato in via Rivoli, uno spazio sperimentale che ospita anche la scuola di teatro; e il Teatro Strehler in Largo Greppi, a Lanza, che ne è la sede principale.

Fin dall’inizio il repertorio del Piccolo Teatro si è caratterizzato per la sua natura internazionale, mirando a coinvolgere un pubblico diversificato. In circa sessant’anni di attività, sono state messe in scena oltre 300 produzioni teatrali, di cui 200 dirette da Strehler. Tra le opere memorabili, spiccano “Re Lear” e “La Tempesta” di Shakespeare, “La Vita di Galileo” e “L’opera da tre soldi” di Brecht, e “Il Giardino dei ciliegi” di Cechov.

Particolarmente significativo è “Arlecchino servitore dei due padroni” di Carlo Goldoni, presente nel cartellone sin dal 1947 e che, ancora oggi, registra sempre il tutto esaurito.

Nel 1991 il Piccolo Teatro di Milano ha ricevuto il titolo di “Teatro d’Europa”, sottolineando il suo impegno e la sua rilevanza a livello internazionale.

Castello Sforzesco

Il Castello Sforzesco, noto tra i milanesi come la “torta degli sposi”, è un simbolo intramontabile della città, in perfetto connubio con il celebre Duomo. La Torre del Filarete emerge nel contesto cittadino, a metà strada fra Piazza Duomo e l’Arco della Pace, tra Via Dante e Corso Sempione.

Nato per scopi difensivi, il castello si distingue per una struttura imponente ma allo stesso tempo di grande eleganza, soprattutto nei suoi cortili interni, che ospitano diverse esposizioni museali tra cui il Museo della Pietà Rondanini – Michelangelo, la Sala delle Asse – Leonardo da Vinci e il Museo Egizio. Il Parco Sempione, un polmone verde di 47 ettari al centro di Milano, arricchisce l’esperienza di visita del castello con piante secolari, laghetti e punti di interesse come la Triennale e la Torre Branca.

Questo parco conduce alla magnifica Arena Civica e all’Arco della Pace, affascinanti testimonianze della dominazione di Napoleone, che vedeva in Corso Sempione una versione milanese degli Champs Elysees.

Museo dell’Olivo Carlo Carli

I furgoncini verdi dei Fratelli Olio Carli viaggiano da sempre per le strade d’Italia portando direttamente a casa l’”oro giallo” della Riviera di Ponente. Oggi, si clicca online, si fa l’ordine e poco dopo si può gustare l’olio extravergine di olive ligure ovunque ci si trovi. Il concetto del delivery lo conoscono sin dalle loro origini i Fratelli Carli, da quel lontano 1911 che a Imperia Oneglia vide aprire i battenti di un frantoio diventato poi negli anni un punto di riferimento della produzione olearia regionale. Nella sede storica, dal 1992 è allestito il Museo dell’Olio Carlo Carli, il cui percorso espositivo illustra la storia della cultura olearia, per secoli principale risorsa dell’economia locale, nonché elemento caratterizzante del paesaggio di ieri e di oggi di tutta la Riviera di Ponente.

Rari utensili da lavoro, reperti archeologici di pregio, lumi a olio e oliere, oggetti e cimeli di ogni genere raccontano una storia che attraversa secoli, dai tempi dei Romani fino ai giorni nostri, passando dall’ambito culturale a quello economico, dal costume alle tradizioni del territorio. Un viaggio affascinante e coinvolgente per una delle collezioni archeologiche private più importanti in Italia.

Museo Storico della Campana – Pontificia Fonderia Marinelli

Nella provincia di Isernia, si trova un’altra importante emergenza culturale dell’Alto Molise, il Museo Storico della Campana, proseguo espositivo della Pontificia Fonderia Marinelli.

La meta da raggiungere è Agnone, borgo sin dal Medioevo legato alla produzione di campane, tradizione oggi portata avanti dagli ultimi discendenti dei Marinelli. Si tratta di un’azienda familiare attiva da oltre mille anni, che dal 1924 si fregia dello Stemma Pontificio, dal 1954 della medaglia d’oro “quale premio ambitissimo alla Ditta più anziana per attività e fedeltà al lavoro in campo Nazionale” e che con ogni probabilità è la più antica al mondo nel settore.

Fra le tante memorabilia, negli annali di Casa Marinelli c’è l’aneddoto che nel 1339 vide Nicodemo “Campanarus” realizzare per una chiesa del frusinate una campana mastodontica per quell’epoca, pari a circa 2 quintali.

Mentre venendo a tempi più recenti, c’è una data che non si può scordare: il 19 marzo 1995, giorno in cui San Giovanni Paolo II fece loro visita per assistere al miracolo della nascita di una campana. Indimenticabile anche il momento in cui qui furono fuse le nuove campane dell’Abbazia di Montecassino, in seguito alla distruzione dell’edificio durante la Seconda Guerra Mondiale.

Se dunque oggi ad Agnone dominano la scena i Marinelli, un tempo per le vie del borgo era tutto un riecheggiare di colpi di incudine e martello. Per saperne di più su questo antico mestiere, dal 1999 è possibile visitare il Museo Marinelli, dove è conservato un raro esemplare di campana gotica che la tradizione vuole fusa 1000 anni fa proprio qui nel borgo molisano, oltre a manoscritti, antichi documenti e testi rari come l’edizione olandese, del 1664 del “de tintinnabulis”, definita la “bibbia” dell’arte campanaria.

Villa Reale di Monza

Nel 1777, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria diede l’ordine di erigere l’incantevole reggia di Monza come residenza estiva per suo figlio Ferdinando I, Governatore della Lombardia, incaricandone l’architetto Piermarini, già artefice della Reggia di Caserta. La Villa Reale di Monza, un maestoso edificio a ferro di cavallo in stile neoclassico, di circa 700 stanze arredate con un incredibile sfarzo, impreziosite da stucchi, sete, affreschi, pavimenti in marmo pregiato o in legno intarsiato, camini, fregi, boiseri e vasche da bagno in marmo e lunette con sculture lignee. Imponente anche lo scalone d’onore.

Da non perdere anche i giardini della Reggia, estesi su circa 40 ettari. Un parco di rara bellezza che svolge un ruolo significativo nell’ambito ecologico e naturalistico di Monza, ospitando numerose specie animali e vegetali. Merita di una visita anche il roseto, nell’avancorte della Villa che si adagia su un terreno ondulato, con uno splendido laghetto al suo interno.

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