Cuneo

Il concetto del “km zero” è alla base della Mostra Regionale Ortofrutticola “Città di Cuneo”, un appuntamento che nel 2029 vedrà la sua centesima edizione. La storicità di questo appuntamento rivela l’importanza di un settore da sempre alla base dell’economia della Regione Piemonte, nonché vessillo di eccellenze da esportazione. La mostra mercato si svolge a San Rocco Castagnaretta, la zona degli orti di Cuneo nonché territorio di produzione dell’omonima carota, a marchio PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale.

Montagna Cuneese

Nella Valle Gesso, in provincia di Cuneo, fra il paese di Sant’Anna di Valdieri e le due borgate di Tàit Bartòla e Tàit Bariao, si sviluppa un antico sentiero ad anello lungo il quale le abitazioni hanno il tetto in paglia di segale. Partendo da questo spunto, un guardiano del Parco naturale delle Alpi Marittime, ha lanciato l’idea di creare un Ecomuseo della Segale, volto al recupero di una cultura e una conoscenza che rischiavano di perdersi. Un sogno diventato realtà, e che oggi si è tradotto in una rete di strutture, attività ed eventi distribuiti sul territorio: il primo passo è stato il cosiddetto Lo Viòl di Tàit, “il sentiero dei tetti”, cui sono seguiti il Museo della Civiltà della Segale, la Festa della Segale, l’alimentari-osteria I Bateur, la Festa della Lavanda, il Carnevale Alpino dell’Orso, i laboratori di panificazione… Un ecomuseo perennemente in fieri, che di anno in anno è andato ampliandosi e arricchendosi di nuove energie, al solo scopo di promuovere il territorio e le tradizioni ataviche delle sue genti.

Terre di Pisa

Con tre prodotti di alta qualità come l’olio extravergine d’oliva, il vino e il tartufo, le Terre di Pisa possono dirsi una destinazione per “gastronauti”, da gustare passo a passo, lentamente, seguendo la comoda traccia delle strade dei sapori. L’approccio potrebbe avvenire con la Strada dell’Olio dei Monti Pisani, che corre lungo il versante pisano del Monte e attraverso cinque Comuni: Buti, Calci, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano. Luoghi che richiamano arte, natura e gusto Made in Tuscany, cui si aggiunge il relax donato da un bagno alle storiche Terme di San Giuliano e da un’infinità di strutture ricettive più o meno country style in grado di soddisfare ogni genere di richiesta e di budget. E dopo la remise en forme a San Giuliano Terme, è d’obbligo la visita alla maestosa Certosa di Calci, così come una degustazione di olio locale in una delle tante aziende situate fra Buti e Vicopisano, borgo noto anche per la tradizionale lavorazione della ceramica.

Aziende ed enti locali sono artefici anche della Strada del Vino e delle Colline Pisane, concepita con lo scopo di valorizzare e promuovere il territorio e i prodotti di eccellenza gravitanti attorno alla Torre Pendente. Qui si va da Valdera a Valdarno inferiore, abbandonandosi alla contemplazione di un paesaggio capace di stupire per varietà, colori e qualità dei prodotti della terra. Grano dorato, peschi, ciliegi, vigneti, macchia mediterranea…Una palette cromatica infinita che ammalia e invita a proseguire il viaggio intrecciando la Strada del Vino alla Via Francigena e al Grande Percorso Naturalistico (GPN) delle Colline Pisane, tra centri ricchi di storia e di cultura, romantici borghi e imponenti casali. Lo stop è doveroso al Museo Piaggio dedicato alla Vespa e al Teatro del Silenzio a Lajatico, punto di riferimento della grande musica internazionale fortemente voluto e ora guidato da un Presidente onorario speciale, il maestro Andrea Bocelli.

Le suggestioni continuano verso San Miniato, fra Palaia e Peccioli, e poi verso le balze di Volterra, lungo il tracciato detto “la Via dei Tartufi“. San Miniato, da secoli tappa obbligata dei pellegrini lungo la Via Francigena, si fa vanto di un bel Centro Storico e di aver visto nascere una delle prime Associazioni del Tartufo in Italia, quella dei Tartufai di San Miniato. Il borgo ospita ogni anno a novembre la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco, che per tre fine settimane propone le eccellenze del territorio. E’ invece possibile sempre, tutto l’anno, organizzare un’autentica caccia al tartufo con cane e tartufaio nel Parco del tartufo presso Villa Sonnino, appena fuori l’abitato. In zona, e precisamente a Corazzano, Cigoli, Balconevisi e Ponte a Egola, si svolgono altre sagre più o meno a tema gastronomico, alcune con qualche risvolto curioso, come per esempio il Palio del Papero di Balconevisi.
Tornando al tema principe della Via dei Tartufi, a Palaia, dove è consigliata la visita alla Pieve romanica di San Martino, è diffusa soprattutto la specie del Bianco, il Tuber Magnatum Pico, e del Tartufo Bianchetto o Marzuolo, la cui stagione va da gennaio ad aprile. Nella campagna attorno si trovano due paesi disabitati che meritano una sosta, Villa Saletta e Toiano, così come Montefoscoli, con il Museo della Civiltà Contadina e lo strano Tempio di Minerva Medica famoso per i simboli massonici ed esoterici che rimandano a personaggi misteriosi e affascinanti. Se a Palaia ha sede l’azienda Savini Tartufi, attiva da quattro generazioni, a Ghizzano c’è Tartufi di Teo, che ha realizzato una filiera corta al tartufo proponendo l’esperienza di una caccia al tartufo con la degustazione finale in azienda. Meritano poi una deviazione l’azienda Tenuta di Ghizzano, dove si visita l’originale Giardino Sonoro, e il borgo di Peccioli, trasformato in una galleria d’arte open air, mentre per i bambini ci sono il Parco Avventura Urbano “Pecciolo Avventura” e il Parco Preistorico.

Infine, l’etrusca Volterra, città rimasta architettonicamente al Medioevo e resa famosa oltre che per la lavorazione dell’alabastro per l’Associazione Tartufai dell’Alta Val di Cecina che ne tutela il prezioso Tuber. L’annuale rassegna gastronomica Volterra Gusto celebra il tartufo Marzuolo, quello nero e quello bianco, mentre le locali aziende offrono l’esperienza di indossare i panni del trifolao, nella speranza di trovare un bel bottino da gustare poi a tavola.

Novara e Colline Novaresi

Nel territorio novarese ci sono una serie di elementi costanti che lo caratterizzano, ideali spunti per escursioni di vario genere. In primis, castelli e manieri che con le loro architetture millenarie hanno travalicato secoli e storia, cui segue la versione per così dire più popolare del ricetto, una struttura fortificata situata all’interno di un borgo, realizzata là dove venivano riposti beni preziosi quali foraggi, prodotti alimentari, vino e olio di proprietà del Signore locale o della popolazione. Una sorta di caveau strategico in caso di assedi e battaglie, che si diffuse a partire dal Medioevo in Piemonte così come in alcune zone d’Europa. E infine, terzo ingrediente onnipresente nel paesaggio della provincia novarese, i vigneti, quelle distese di filari a perdita d’occhio che ammantano i crinali fra il corso del Sesia e la cortina di colline tutt’attorno. Un’idea di quanto si andrà a trovare la danno borghi quali Carpignano, Ghemme, Proh e Castellazzo.

Riviera e Borghi degli Angeli

Lungo la costa della provincia di Catanzaro si sviluppa quella che è chiamata Riviera degli Angeli, nota oltre che per le molte bellezze paesaggistiche e per le sue spiagge lambite da un mare incontaminato, per i suoi prodotti enogastronomici, che la rendono un piccolo “paradiso” per gourmand. L’ideale spesa dei golosi inizia con due sapori forti e decisi, che sanno di Calabria: la Soppressata di Calabria DOP, proposta in 3 varianti – bianca, piccante e dolce – e la famosa ‘Nduja di Spilinga, un insaccato a base di frattaglie di maiale dalla consistenza morbida e il colore rosso vivo, dato dalla presenza abbondante del peperoncino. La sua nota piccante non passa inosservata e si addice solo a palati che sanno apprezzare la sua predominanza, gustata spalmata sul pane o come condimento di paste o altri piatti quali pizze e frittate.

Dal retrogusto piccante possono essere anche i formaggi locali, fra cui pecorini, caciocavalli e provolette di varia pezzatura, o le preparazioni in conserva. Melanzane, carciofi, pomodori e alici vengono confezionati sott’olio e sott’aceto secondo le più antiche tradizioni, talvolta appunto con l’aggiunta di piccante del peperoncino. Chiudono il cerchio le Patate della Sila IGP, da gustare in mille modi, e l’ottimo olio extra vergine e il vino, colture affinate dai tempi della Magna Grecia in poi.

Alto Molise

Con una vastità di pascoli come quella vantata dal Molise, la produzione casearia non poteva che essere predominante su tutte le altre eccellenze gastronomiche. Fra i formaggi più rappresentativi della Regione c’è il Caciocavallo di Agnone, stagionato da tre mesi a due anni, dal sapore dolce e pastoso che punta a diventare sempre più intenso con il passare delle settimane. Dolce è la Scamorza Molisana, e salato il Burrino, una sfera di burro incamiciata dalla pasta filata di Caciocavallo. Il Fiordilatte è lavorato allo stesso modo del Caciocavallo, il Pecorino di Capracotta è stagionato da 3 mesi a 2 anni, e ha odore intensamente aromatizzato e dal sapore lievemente piccante se stagionato.
Dopo i formaggi seguono i salumi, fra cui spicca la Soppressata Molisana, “nobile” perché fatta con coscia, filetto e lardello di maiale sminuzzati e speziati con sale e pepe, sia macinato che in grani. Il gusto è morbido ma deciso.

Pochi lo sanno, ma il Molise ha il primato di essere la regione italiana più ricca di tartufo, in particolare di quello bianco -Tuber Magnatum Pico, con una quantità pari al 60% della produzione totale nazionale. Il Tartufo dell’Alto Molise si trova in particolare nei pressi di Carovilli, San Pietro Avellana e Capracotta, mentre nelle zone più asciutte del Molise si raccoglie in maniera abbondante il tartufo nero, detto anche Scorzone e Uncinato.

Ottimi per accompagnare la robusta cucina locale sono i vini dell’Alto Molise: il Doc Pentro – rosso, rosato, bianco – , la Tintilia – rosato, rosso , rosso riserva – e il Rotae IGP, nelle versioni bianco, rosato, rosso.

Costa del Molise

Lungo la costa del Molise si assaporano alcuni dei prodotti più rappresentativi di questa Regione, vocata all’agricoltura ma con un’anima generosa che a tavola non fa mancare davvero niente. Il piatto tipico di Termoli è per esempio U’ brevette, il brodetto di pesce, un mix ricco di cicale, gragnelitte (tracina), gallinella (mazzolina), scorfani, merluzzi e seppioline e altre specie ittiche. Il tutto condito con pomodori maturi, peperoni dolci, prezzemolo, aglio e peperoncino. Con le seppioline si realizza anche un’altra pietanza che non manca mai da queste parti: Sècce e ‘Pisille, seppie e piselli.

Si punta verso l’entroterra per qualche chilometro, ma sempre tenendo lo sguardo puntato sul blu del mare, ed ecco la ventricina, la specialità di Montenero di Bisaccia. Si tratta di un insaccato di carne di maiale composto da pezzi di carne grassi e magri tagliati grossolanamente, insaporiti con sale e peperoncino tritato, dolce o piccante, in modo da donare profumo e colore.

Ad accompagnare queste pietanze dai sapori decisi e persistenti c’è la Tintilia del Molise, DOC dal colore rosso rubino intenso. Autoctoni di rilievo sono anche il Biferno DOC, il Molise del Molise DOC, il Pentro d’Isernia DOC e Osco o Terre degli Osci IGT.

Maremma del Nord

Dal 1994, il vino Monteregio si fregia del marchio DOC, proponendo il Rosso nella versione Novello e Riserva, il Rosato, il Bianco e il Vin Santo Occhio di Pernice. L’area di origine del Monteregio è quella delle Colline Metallifere dell’Alta Maremma Grossetana, e per assaporarne la mineralità si può fare tappa in una delle cantine o delle aziende agrituristiche poste lungo i 132 km della Strada del Vino e dei Sapori del Monteregio di Massa Marittima. Qui si trova il Centro Informazioni della Strada, mentre a Roccastrada il Museo della Vite e del Vino, punti di riferimento per chi vuole approfondire la conoscenza del territorio a tutto tondo, magari degustando un calice fra una visita e l’altra.

A pochi chilometri da qui, si raggiunge la Località Poggio La Guardia, a Giungarico, vicino Gavorrano, cuore del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane. Fra i filari impiantati in una terra rossa come poche per la sua composizione ferrosa, si colloca la cantina Rocca di Frassinello, inserita a buon diritto nel progetto Cantine d’Autore. A firmarne la ristrutturazione in chiave avveniristica ed ecosostenibile, niente meno che Renzo Piano. Oggi una realtà da vedere, visitare, assaporare.

Pescara

Provengono da aree remote dell’Abruzzo, lontane dai consueti itinerari turistici, e come tali, i prodotti agroalimentari esposti alla “Mostra Mediterranea – Eccellenze d’Abruzzo” diventano una forte attrattiva per il pubblico, locale e non solo, che durante questa tre giorni di incontri, mostra-mercato e degustazioni, si ritrova al Porto Turistico Marina di Pescara. Giunta alla 37° edizione (nell’anno 2023), Mediterranea è in assoluto la fiera dedicata alle tipicità agroalimentari più longeva della Regione, punto di riferimento per gli operatori internazionali del settore agroalimentare ma anche di gourmand in cerca di prodotti di nicchia da scoprire, comprare, portare a casa.

Spettacolare incipit di questo processo virtuoso che mette in moto l’economia locale di tutta la Regione è la Costa dei Trabocchi, in provincia di Pescara, scenario di Mediterranea. L’evento ha dunque il pregio di rendere omaggio all’eccezionale patrimonio di biodiversità agroalimentare dell’Abruzzo, ma anche di stimolare indirettamente la conoscenza del territorio, e da qui l’idea di un viaggio che conduca direttamente alla “fonte” di tanta bontà.

Costa degli Etruschi

Le sue bottiglie raggiungono quotazioni da record, paragonabili a un Picasso nella vendita di una casa d’aste. Il Bolgheri Sassicaia è un vino toscano DOC rinomato in tutto il mondo, la cui produzione è consentita solo in provincia di Livorno, e precisamente nel Comune di Castagneto Carducci, e andando ancora più nello specifico, solo sui terreni di un’azienda, Tenuta San Guido, che possiede tutta l’area della DOC. Questa caratteristica particolare lo rende l’unico vino italiano di una specifica cantina che ha una DOC riservata, in esclusiva. Per l’80-95%, il Sassicaia è composto da uve di Cabernet Sauvignon, e per il resto da Cabernet Franc. Un blend molto apprezzato per la sua struttura e carattere, ideale per accompagnare cacciagione e cibi dal sapore intenso, come quelli toscani insomma. L’origine di questa “case history” dell’enologia contemporanea italiana ma non solo risale agli anni Quaranta, a quando cioè il marchese Mario Incisa della Rocchetta importò dalla Francia delle barbatele di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Nel 1944, furono prodotte le prime bottiglie di Sassicaia, ma solo a uso familiare, e così fu fino al 1968, anno della commercializzazione. Ma la DOC Bolgheri comprende altre 40 aziende associate al Consorzio, distribuite lungo la Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi, dove è possibile effettuare degustazioni, visite in cantina ed esperienze di conoscenza del territorio con guide specializzate.

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