Maremma del Nord

Il Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane, riconosciuto Geoparco Unesco, è forse l’elemento che più di ogni altro trasmette l’essenza della Maremma del Nord. Quell’area del grossetano interessata da oltre tremila anni da attività estrattive di vario genere, in cui si alternano rilievi e pianure, foreste di querce e macchia mediterranea, distese di vigneti e uliveti, spiagge sabbiose e di roccia, e dove tutto ha sempre quella nota minerale in più che rende la natura più rigogliosa, la terra più rossa, il vino più pungente e di carattere. Dalle colline che interessano Gavorrano, Roccastrada e da qui fino a Follonica, dove si visita il MAGMA, Museo delle Arti in Ghisa della Maremma, molte sono le cave e miniere, di pirite in particolare, che ricordano la florida industria mineraria locale, oggi per lo più dismesse e riattate a musei a cielo aperto.

A Monterotondo si trova invece il Parco Naturalistico Le Biancane, dove a fuoriuscire dal sottosuolo sono fumarole, geyser e sorgenti di acqua ad altissime temperature, incanalate e inviate alla vicina centrale geotermica per la produzione di energia elettrica. Una natura aspra ma che sa essere generosa, nelle sue manifestazioni e nelle possibilità di crearne economia.

La mineralità diventa un plus anche per le colture locali, in primis per quella vitivinicola, che interessa un po’ tutta l’area dell’Alta Maremma Grossetana ed è valorizzata dalla Strada del Vino e dei Sapori Monteregio. Questa via del gusto tocca i Comuni di Monterotondo Marittimo, Follonica e Roccastrada, dove ha sede il Museo della Vite e del Vino. Ai capi estremi dell’itinerario, si fa tappa nell’entroterra a Massa Marittima, medievale in ogni dettaglio, e Castiglione della Pescaia, borgo di mare che oggi come ieri è meta di personalità. Se ieri gli “habitué” erano famiglie importanti come i Colonna, gli Aldobrandeschi, i delle Rocchette e i de’ Medici, oggi è destinazione fra le più glamour della costa toscana, per l’indiscussa bellezza del contesto naturalistico, che trova il suo climax a Cala Violina raggiungibile a piedi attraverso una folta pineta, e per le molte emergenze architettoniche, fra cui una serie di castelli e ville commissionate da Medici & Co.

Marine di Puglia

Degli oltre ottomila chilometri di coste dell’Italia, la Puglia ne comprende ben 800. Un 10% di grande ricchezza e varietà di litorali, che vanno dalla Marina di Chieuti, lambita da una parte dal Molise e dall’altra dal Lago di Lesina, avamposto sul mare del Tavoliere delle Puglie, nel foggiano, fino alla Marina di Ginosa, affacciata sul Golfo di Taranto e confinante con la Basilicata.

Protesa verso il centro del Mediterraneo, la Puglia è la Regione geograficamente più a Oriente e quindi storicamente vocata a diventare un facile approdo, ieri come terra di conquista di popolazioni in cerca di nuove colonie e porti commerciali, oggi come destinazione turistica. Ad attirare su questi lidi diportisti di ogni genere, oltre alle bellezze naturalistiche costiere e a un sistema di Marine ben attrezzate per la nautica, sono anche i numerosi borghi e i centri storici di città affollati di vestigia antiche, capaci di raccontare il sovrapporsi delle culture più diverse. Da quei primi Apuli provenienti dalla penisola illirica, vale a dire le attuali Croazia e Albania, passando per le tribù di Iapigi, Dauni, Peucezi e Messapi, poi le profonde influenze greca e romana che per secoli ne hanno plasmato volto e tradizioni, fino ad arrivare alla sequenza di dominazioni di Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Asburgo e infine, dopo un breve periodo sotto la corona francese, nel 1816 ai Borboni, con la creazione del Regno delle Due Sicilie.

In questo crogiuolo di influssi ancora presenti ciascuno a suo modo vanno a inserirsi le molte regate di altura e le manifestazioni legate al mare e ai porti che animano il calendario degli eventi in Puglia. Occasioni preziose per scoprire arte, natura e tradizioni, lungo il periplo del “tacco d’Italia”.

Molo Sant’Eligio

Per tutti è il “porticciolo” turistico, ma in realtà, il Molo Sant’Eligio è un punto di riferimento per i diportisti che transitano nel Mediterraneo, fra Adriatico, Ionio ed Egeo. Sulle sue banchine trovano infatti riparo imbarcazioni fino a 60 metri, che possono così giovare di tutti i servizi di terra e nautici, in un contesto di pregio storico che è il suo plus. Il Molo si trova infatti tra le acque del Mar Grande e del Mar Piccolo, nel cuore del Borgo Antico di Taranto, sull’isola “Città Vecchia”. Basta fare due passi ed ecco i monumenti più belli, a partire dal Castello Aragonese, simbolo stesso della “Città dei due mari”.

Grazie alla sua posizione strategica è possibile raggiungere a piedi e in pochi minuti i luoghi di maggior interesse, le vie dello shopping e le meravigliose spiagge. Da qui, partono poi i collegamenti via terra per Matera e la Valle d’Itria, destinazioni perfette per una gita anche in giornata.

Montagna Cuneese

Non una, bensì dodici vallate, contando solo le principali, formano il sistema delle Montagne Cuneesi. Disposte a raggiera attorno al loro fulcro, la città di Cuneo, comprendono la Val Tanaro, la Valle Corsaglia, la Pennavaire, la Mongia, la Casotto… fino alla Valle Monregalese, con Mondovì, culla del Barocco Piemontese, e alla Valle Po, con la bella Saluzzo dal volto medievale e la cima del Monviso alta 3.841 metri che sul fianco vede sgorgare le sorgenti del Grande Fiume.

Dodici valli più una serie di diramazioni minori, per un ecosistema a se stante, terreno fertile per ogni genere di attività sportiva: cicloturismo, MTB, escursionismo, arrampicata, sci da discesa, fondo, sci escursionismo, sci alpinismo, freeride, snowboard e iceclimbing. Un vero paradiso per gli amanti dello sport e della natura incontaminata, con la costante di offrire sempre panorami e scorci emozionanti sull’arco alpino e soste in borghi antichi per apprezzare le locali tradizioni enogastronomiche.

Montagne Olimpiche

Sono passati già parecchi anni dai XX Giochi Olimpici Invernali, ossia quelli ospitati nel 2006 da Torino e dai comprensori sciistici piemontesi, eppure, le Valli di Susa, del Sangone e del Pinerolese, Chisone, Germanasca e Pellice sono ancora per tutti le Valli Olimpiche. E Bardonecchia, Cesana, Clavière, Pragelato, Sauze d’Oulx e Sestriere le destinazioni che da quel momento di grande spolvero hanno tratto prestigio e giusta fama mai archiviate.

Con oltre cento anni di tradizione sportiva e vacanziera, Bardonecchia offre più di 100 km di piste, oltre a uno stile di vita rilassato e godereccio, come manifestano le numerose pasticcerie per la tipica “merenda” torinese, a base di ottime specialità al cioccolato, i locali e i ristoranti e il bellissimo Palazzo delle Feste, con un fitto cartellone di eventi. Cesana Torinese ne ha invece più di 400 di km di piste, e insieme a Sestriere, Clavière, Pragelato, Sauze d’Oulx e Sansicario, fa parte della Vialattea, l’incredibile comprensorio sciistico che si collega anche con la destinazione francese di Montgenèvre.

Vialattea italiana e francese di incontrano a Clavière, il più piccolo borgo del comprensorio torinese, immerso in un incantevole scenario naturalistico ai piedi del Chaberton, massiccio alto ben 3.131 metri. A Pragelato si va invece per lo sci di fondo, il cui anello è immerso nel Parco della Val Troncea, mentre Sauze d’Oulx, affollata di locali di ogni genere, è la meta ideale per chi cerca anche il divertimento serale. Dulcis in fundo, tappa imprescindibile è Sestriere, località regina delle montagne torinesi, con ben 66 piste all’attivo servite da 19 impianti all’avanguardia, ma soprattutto meta di turismo d’élite fin dagli anni ’30. “Scoperta” da Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat, che qui fece costruire due alberghi per i suoi dipendenti, da allora non ha mai smesso di puntare in alto, come dimostrano anche gli hotel di livello e il campo da golf più alto d’Europa, realizzato in tempi non sospetti, nel 1932, quando questo sport era pressoché sconosciuto in Italia.

Monte Rosa

Il Monte Rosa, la seconda montagna più alta delle Alpi (4.638 metri), incombe su Alagna Valsesia, poco più di 700 abitanti nel cuore della provincia di Vercelli. Il borgo è situato all’interno del Parco Naturale Alta Valsesia, a sua volta inserito nel Sesia Val Grande Geopark, dal 2013 dichiarato Patrimonio Unessco. Alagna è una delle più importanti stazioni sciistiche piemontesi, parte del comprensorio del Monterosa Ski, che permette di arrivare con gli sci fino a Gressoney. Storico il suo corpo guide di alpinismo: fondato con 24 membri nel 1872, è il più antico d’Italia dopo quello di Courmayeur, nato appena 4 anni prima.

Monti Lepini

Sembra un gioco di scatole cinesi, ma nella provincia di Latina, si innestano una serie di catene montuose, tre per la precisione, i Monti Lepini, i Monti Ausoni ed i Monti Aurunci, compresi a loro volta dai Monti Volsci. In particolare, la linea tracciata dai Monti Lepini è punto di incrocio di tre province, Frosinone, Latina e Roma, e come tale ha nei secoli visto l’incontro-scontro di tutte le antiche popolazioni che queste terre hanno colonizzato o conquistato. Molte, quindi, le tracce storiche, archeologiche, culturali ed enogastronomiche che vanno ad aggiungersi alle emergenze paesaggistiche e ambientali.

Basta un rapido excursus dei punti di interesse principali distribuiti in questa vasta area per aprire “finestre” su epoche lontane. Ecco così le atmosfere mistiche dell’Abbazia di Fossanova, di quella di Valvisciolo e del Santuario del Crocifisso di Bassiano, e i resti carichi di storia delle Aree archeologiche di Priverno e di Norma, del Tempio di Ercole a Cori e delle mura ciclopiche di Segni. E ancora, la superba mole dei castelli di San Martino di Priverno, di quello Baronale a Maenza o dei Caetani a Sermoneta, la splendida piazza di Roccagorga, le chiese preziose di Sezze e di Carpineto Romano, di Gorga e di Montelanico, l’aristocratico Palazzo Aldobrandini e i centri storici di Roccasecca dei Volsci, di Prossedi e Sonnino. E infine, il mondo onirico dell’Oasi di Ninfa, nei pressi di Cisterna di Latina, monumento naturale della Repubblica Italiana, che per paradosso è modello del tipico giardino all’inglese. Creato nel 1921 sui resti della cittadina medievale di Ninfa, è una chicca spesso sconosciuta anche a chi è pratico della zona, premiato però nel 2018 per la sua bellezza dall’European Garden Heritage con il secondo premio assoluto. Verrebbe da dire… nemo propheta in patria!

Bibione e San Michele al Tagliamento

La storia e il recente sviluppo di Bibione sono indissolubilmente legati alla presenza del fiume Tagliamento. Benché abitata da oltre mille anni, l’area su cui insiste oggi la cittadina balneare di Bibione è letteralmente emersa solo a partire dal 1956, periodo in cui si iniziarono i lavori di bonifica della palude che in passato, fra alterne vicende, era stata presa e abbandonata da varie forze in campo, fra cui la Repubblica di Venezia.

Dagli Anni Sessanta in poi, per Bibione inizia la sfida a diventare la destinazione turistica che oggi può dire di essere, riconosciuta a livello internazionale anche per la sua spinta a cercare di fare sempre bene e prima degli altri. Nel 2007, il Ministero del Turismo premia per esempio l’iniziativa di creare una spiaggia dedicata ai cani; nel 2019 lancia la prima “spiaggia senza fumo”, e di recente è stata dichiarata il primo sito turistico in Europa ad avere ottenuto la Certificazione Ambientale EMAS. E’ riuscita addirittura a “inventarsi” come destinazione termale, avviando già nel 1996 il pescaggio di acqua di mare a oltre 400 metri di profondità da impiegare in un moderno stabilimento termale. Insomma, un’avanguardista nel proporsi sul mercato turistico con nuove iniziative. Sempre.

Caorle

Il Santuario della Madonna dell’Angelo è la meta che in una vacanza a Caorle non può mancare. Si trova infatti sulla punta più prominente della città, in bella vista, come a richiamare l’attenzione su di sé. Il resto della cittadina è infatti sulla costa, fra le foci dei fiumi Livenza e Lemene e fra Eraclea e Bibione. Grazie a un Centro Storico ben conservato, Caorle è fra i Borghi storici marinari d’Italia, con tracce delle origini che risalgono all’epoca romana e numerosi monumenti di epoche successive, come per esempio la Cattedrale di Santo Stefano, in stile romanico, con il campanile cilindrico sormontato da una cuspide conica, e il faro, del Settecento.

Caratteristici della zona lagunare di Caorle e in generale veneziana sono i casoni, le tipiche abitazioni dei pescatori locali, costruite in legno e canna palustre. Un paesaggio a suo modo poetico, ancestrale, che fra i sui estimatori ha avuto lo scrittore Ernest Hemingway.

Cavallino – Treporti

Venezia è là, sulla linea dell’orizzonte, oltre la Laguna. Dall’altra parte, il Mar Adriatico. Il particolare contesto “acquatico” e naturalistico in cui si colloca Cavallino Treporti ne fa un luogo che merita la giusta attenzione, soprattutto nelle stagioni più fresche, quando ci si può godere al meglio questa fertile penisola che si protende come una lingua di sabbia fra le ultime isole lagunari e Jesolo. Tutt’attorno, un complesso di dune, pinete, orti, spiagge dorate, barene e valli da pesca – le tipiche zone dedicate all’itticoltura intensiva -, punti di riferimento in un panorama pressoché piatto, sparsi su un territorio che fino al 1888 era circa la metà rispetto a oggi. Quell’anno fu infatti costruita la diga foranea, che da allora ha fatto accumulare sabbia allungando la penisola di circa 150 metri ogni dieci anni, determinando la formazione di una sorta di triangolo di nuova terra costiera.

Lungo la penisola di Cavallino Treporti si distinguono qua e là anche le cosiddette “batterie”, le tipiche installazioni militari risalenti alla Grande Guerra, fra cui la Batteria Vittor Pisani, la Batteria Amalfi, situata a Punta Sabbioni vicino a Forte Treporti, datato invece alla fine dell’Ottocento. Quest’ultima in particolare è una delle fortificazioni meglio conservate di tutta la Laguna, e come le batterie è inserita nel percorso museale della “Via dei Forti”.

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