Diciassette borghi per sette province. Questo a oggi il patrimonio del Piemonte racchiuso in quelle “micro-realtà” annoverate fra i Borghi più belli d’Italia. Destinazioni che, per la loro caratteristica di essere distribuite su tutto il territorio e in contesti paesaggistici per lo più rurali, dalla campagna punteggiata di vigneti pregiati fino alle vette montuose, sono oggetto di uno “slow travel” che però, pur nel suo essere “lento”, è il fenomeno turistico che negli ultimi anni ha corso più degli altri. Il perché di questo successo è racchiuso in due fattori indispensabili: il paesaggio piacevole e ben conservato, e il valore storico, artistico e culturale dei centri abitati. Luoghi che ispirano viaggi alla scoperta della natura, con escursioni di trekking a piedi, in mountain bike, a cavallo o con gli sci, così come full immersion nella cultura locale, grazie a sagre e feste di paese che tramandano secolari tradizioni enogastronomiche e folcloristiche.
Avatours / types of tourists: Turista Naturalistico
Borghi più belli della Basilicata
I “Borghi più belli d’Italia” della Basilicata sono destinazioni lontane dalle consuete rotte turistiche, e per questo ancora più affascinanti. I Sassi di Matera e i siti archeologici della costa, fra tutti quello di Metaponto, rimangono una tappa obbligata per tutti, ma sono “altrove”. Sui crinali delle Dolomiti Lucane, nella campagna disseminata di campi di grano e vigneti, o ancora lungo il confine con la Puglia: è là che bisogna spingersi per ritrovarsi fra viuzze silenziose, dove semplici case di contadini si alternano a palazzi signorili, chiese, basiliche e castelli che ripercorrono a ritroso la storia, l’architettura e l’arte del Sud. Un piccolo mondo antico che a ogni stagione rivive attraverso sagre gastronomiche, feste religiose e rievocazioni in costume tutte da scoprire.
Campania Felix
Campania Felix. Gli Antichi Romani la chiamavano così, e il senso di questa definizione sta nella fortunata composizione di elementi naturalistici e “umani” che sono andati nel tempo a creare realtà straordinarie come Capri, Pompei e Sorrento, solo per citarne alcune. In periodo imperiale, la Regione comprendeva i territori che da Capua arrivavano fino a Salernum e poi tutta l’area circumvesuviana. Particolarmente apprezzati erano già all’epoca quelle che oggi chiameremmo wellness destination, ossia le sorgenti termali attorno a cui sorsero grandiosi stabilimenti termali frequentati anche da personalità e aristocrazia romana. Fra questi, le “Spa” di Contursi Terme, Telese e Napoli, attive ancora, oltre ovviamente a quell’unicum che è Ischia, vera e propria “Isola del benessere”. La natura generosa ha regalato alla Campania anche una serie di oasi verdi, a iniziare dal Parco Nazionale del Vesuvio e quello del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, cui si aggiungono il Parco Regionale del Matesesino, il Parco sommerso di Gaia e l’Area Marina Protetta di Costa degli infreschi e della Masseta nel Cilento.
Felix la Campania lo è anche per la ricchezza che ha saputo coltivare l’uomo, a volte letteralmente, con colture come la vite, presente da oltre duemila anni con vitigni autoctoni – vedi le vitis Hellenica, Apiana e Aminea Gemina – che oggi hanno ceduto il passo a Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, prodotti da esportazione che fanno parlare di questa terra in tutto il mondo.
Così come altri prodotti di tradizione locale: le ceramiche artistiche di Vietri sul Mare, i tessuti artigianali di San Leucio, i coralli e cammei di Torre del Greco, cuore di un fiorente distretto orafo noto a livello internazionale, e le ceramiche di Capodimonte nel capoluogo.
Caserta e dintorni
Prima dell’arrivo dei Borbone, non esisteva Caserta, bensì c’era Casertavecchia, cittadina che, fra alterne vicende legate all’una o all’altra casata, ruotava attorno al suo cuore medievale, la Cattedrale, circondata da case in tufo, logge, palazzi con eleganti bifore e poco altro. Poi, ecco la Reggia, realizzata da Luigi Vanvitelli fra il 1752 e il 1774 per rivaleggiare con Versailles, all’epoca modello assoluto di regalità.
Se la costruzione dell’edificio più sfarzoso della Campania del Settecento, e non solo, decretò la fine per l’antica Casa Hirta, poi Casertavecchia, la Reggia diede impulso alla nascita di un’altra realtà, quella di San Leucio. Acquistata nel 1750 per rifornire di acqua i giardini della dimora, nel 1789 diveniva già Real Colonia, incentrata sulla produzione di seta. Erano i prodromi del sogno di Ferdinando IV di Borbone, che puntava alla fondazione di Ferdinandopoli: le case a schiera iniziate nel 1786 testimoniano quell’impianto geometrico in corso d’opera, con una piazza centrale e strade radiali e concentriche. Ancora oggi, a San Leucio sono attive numerose aziende che per tradizione continuano a produrre preziose stoffe usate per l’arredamento, diffondendo l’arte serica di questo borgo nel mondo.
Di certo, anche se non fu mai ultimata, Ferdinandopoli fu il simbolo dell’Illuminismo borbonico, mentre la Reggia fu per Carlo di Borbone la risposta a due esigenze: la prima di risiedere in un luogo consono a un grande sovrano, al pari del Re Sole, e secondo di offrire al governo napoletano un luogo strategicamente sicuro, salubre e fertile, valorizzabile anche dal punto di vista politico-economico. E ci riuscì, tanto che ancora oggi la Reggia di Caserta è uno degli edifici più maestosi d’Italia e uno dei luoghi più visitati.
Castellaneta
Il borgo di Castellaneta, diviso in Marina e Gaudella, in zona rurale, è di quelli che si distingue, anche sulla carta. Il suo territorio è infatti fra i primi 100 Comuni italiani per estensione, per la precisione si colloca al 79° posto, in quanto va dalla Murgia tarantina fino al Mar Jonio, raccogliendo al suo interno una grande varietà di emergenze, naturalistiche e archeologiche.
Situato nel cuore del Parco naturale regionale Terra delle Gravine, nella parte occidentale della provincia di Taranto, detta “Arco Jonico”, presenta una serie di gravine e di lame (ossia le gravine con pareti meno scoscese) di origine fluvio-carsica, che fanno confluire nel fiume Lato le acque piovane. Lungo di esse, e in particolare sul ciglio della Gravina di Castellaneta, si riconoscono insediamenti rupestri datati fra il V e il X secolo, fra cui più interessanti quello di Santa Maria del Pesco, Santa Lucia e Santa Maria del Soccorso.
Catanzaro: natura, storia e tradizioni
Lo Sapevate che c’è un’antica Via della Seta anche in Italia, e precisamente in Calabria? Siamo in provincia di Catanzaro, dove già in epoca magnogreca aveva attecchito l’arte della tessitura, che poi in età bizantina si sviluppò a tal punto da far diventare l’intera Regione una “costola” della produzione serica “Made in Costantinopoli”.
Dal Medioevo fino al secolo scorso, il territorio si presentava costellato di piantagioni di gelso, nutrimento dei bachi da seta, e non c’era famiglia che non sapesse produrre e tessere il prezioso filo secondo tradizione. Vera età dell’oro fu il periodo tra il ‘400 e il ‘500, e Catanzaro stessa divenne il secondo centro di produzione serica di tutto il Paese, seconda sola a Napoli, tanto che Carlo V concesse alla città gli Statuti dell’Arte della Seta.
Dopo secoli floridi, nel Novecento l’esportazione andò calando fino quasi a scomparire, ma nei piccoli borghi del catanzarese quest’arte antica non è mai morta, anzi. Per accorgersene basta percorrere l’itinerario a tappe che li collega l’uno all’altro, un filo, è il caso di dirlo, lungo quasi 200 km che passa da Taverna, Tiriolo, Caraffa, Roccelletta di Borgia, Squillace, Amaroni, Cortale e giunge a San Floro, toccando ovviamente anche il capoluogo. L’occasione può essere colta anche per scoprire le molte altre tradizioni antiche che caratterizzano la zona, da quelle enogastronomiche, oggi esaltate da presidi Slow Food e chef stellati che le rendono protagoniste di piatti contemporanei, a quelle culturali e folcloristiche, in un insieme che regala un’esperienza rilassante da ricordare, grazie anche a scorci naturalistici di grande bellezza e al ritmo lento di questi luoghi.
Cervo
Il borgo ligure di Cervo, in provincia di Imperia, sorge a mezza costa, fra due promontori di circa 300 metri affacciati sul Golfo Dianese, il Colle di Cervo e il Colle Castellareto, il che fa di questo paese una terrazza sul mare.
Il comune, di poco più di mille abitanti, si trova nel tratto finale del torrente Cervo, lungo la Valle Steria, chiusa da un lato dal torrente Merula e dall’altra dall’Evigno.
Il centro storico, oggetto di un accurato restauro, conserva alcuni eleganti palazzi del ‘600, come Palazzo Morchio e Palazzo del Duca, il Castello dei Clavesana e la Torre del Capo e la Chiesa parrocchiale di San Giovanni, dall’inconfondibile facciata convessa, spesso scenario dei concerti dei Festival Internazionale di Musica da Camera, la cui prima edizione risale al 1964.
Ciociaria
Spa, Salus per Aquam, la “salute attraverso l’acqua”. Un acronimo oggi ben noto in tutto il mondo, che già duemila anni fa doveva essere di casa a Fiuggi, Cassino, Ferentino e Guarcino,” quattro mete che fanno della della Ciociaria e della provincia di Frosinone una vera e propria destinazione benessere. Complice anche la sua posizione centrale nel Lazio e quindi nel cuore d’Italia, la Ciociaria è da sempre un luogo privilegiato, oltre che per le sue fonti termali, per le bellezze paesaggistiche e i borghi storici. Basti citare Anagni, la “città dei Papi”, o Alatri, nota per l’Acropoli ricca di testimonianze storico-artistiche.
LE TERME DI FIUGGI
Il complesso di Fiuggi è composto da due stabilimenti idrotermali, vero toccasana per chi soffre di calcoli renali: la Fonte di Bonifacio, la più antica e scenografica, con numerose fontane poste lungo un viale di castagni secolari, e la Fonte Anticolana, quest’ultima attrezzata con campi da tennis, ping-pong, campi da bocce e il grande teatro delle Fonti, luogo di spettacoli e rassegne culturali soprattutto nel periodo estivo. Per la pratica del golf c’è invece un prestigioso Golf Club, sorto nel 1928 e fra i più antichi d’Italia. Chi non è avvezzo al green, può comunque visitare il suo splendido parco.
LE TERME VARRONIANE A CASSINO
Non è difficile immaginare Cicerone, Marco Antonio e Marco Terenzio Varrone seduti qui, a bordo delle piscine delle Terme di Cassino, dette appunto Varroniane. Chissà se soffrivano di disfunzioni epatiche, o se le frequentavano solo per quella forma d’otium che oggi chiameremmo relax. Di certo, allora, annessa allo stabilimento non c’era tutta l’area attrezzata per massaggi e trattamenti di bellezza che oggi fanno di Cassino una moderna Spa di tutto rispetto. Se poi si vuole integrare il relax con attività sportiva e un pizzico di avventura, il consiglio è di fare un’escursione di rafting che parte proprio dalle Terme.
LE TERME DI POMPEO A FERENTINO
Il nome parla chiaro: a scoprire e sfruttare le acque sulfuree medicamentose di Ferentino furono i Romani. La tradizione vuole che fu Domitilla, nipote dell’Imperatore Vespasiano, a far costruire il primo stabilimento, che da allora non ha mai cessato l’attività. Semmai, l’ha evoluta: oggi, il percorso termale è integrato da Kneipp, idromassaggi e bagni turchi, oltre che da massaggi, fanghi e inalazioni proposti anche in versione “kids”, per i bambini.
LA FONTE FILETTE A GUARCINO
Un buon prosciutto artigianale, amaretti e biscotti alle mandorle da assaggiare e portare a casa, e un’ottima acqua da bere. Il borgo di Guarcino offre proprio tutto per stare bene, fra cui appunto una fonte di acqua minerale ben nota al grande pubblico caratterizzata da un basso residuo fisso che aiuta l’assorbimento di minerali, facilita la digestione e apporta ossigeno ai tessuti.
Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana
Nel ventre delle verdi colline della Toscana si formato acque medicamentose, che sin dai tempi degli Etruschi e poi dei Romani, vengono sfruttate per le loro proprietà curative, oltre che come fonti attorno alle quali costruire quelle che ieri erano “stazioni termali”, oggi “wellness destination” a tutto tondo. Il tour del benessere in terra di Toscana inizia nella provincia di Pistoia, dove si trovano due degli impianti più antichi e rinomati della Regione: le Terme di Montecatini, attive dal 1773, sono inserite fra le Great Spa Towns of Europe e nel listing del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, e trovano il loro cuore in un Parco Termale con ben quattro diverse Fonti Termali, fra cui la Leopoldina, dall’affascinante architettura Liberty. Il secondo spot pistoiese è quello delle Grotte Parlanti e Giusti di Monsummano Terme, che ha la particolarità unica al mondo di comprendere una vasta cavità carsica oggi sfruttata per alcuni trattamenti, così come unica è l’occasione di dedicarsi a relax e cure fra stalattiti e stalagmiti da ammirare.
Fra le Alpi Apuane e la catena principale dell’Appennino Tosco-Emiliano si adagia invece il borgo di Bagni di Lucca, dove sgorga una sorgente a 45-54 °C, nota e sfruttata da oltre duemila anni. Di qui sono passati artisti e personalità di ogni epoca, dai Duchi di Borbone ai Bonaparte, dai Granduchi di Toscana a Lord Byron e Shelley.
Nel pisano sono tre i punti di riferimento: Terme Bagni di Pisa, a San Giuliano Terme, e Terme di Casciana, fra le più antiche d’Italia, cui si aggiunge Uliveto Terme, a Vicopicano, nome ormai di richiamo internazionale per le sue acque bicarbonate commercializzate in tutto il mondo.
In Garfagnana, provincia di Massa e Carrara, ecco le Terme di Equi, a ridosso di una delle cime più maestose delle Alpi Apuane, il Pizzo dell’Uccello, con grotte e sorgenti da scoprire anche in ampi percorsi trekking, e Terme della Versilia, a Cinquale, nel Comune di Montignoso, situate nello splendido Parco di Villa Undulna. Una volta giunti sulla costa tirrenica, non resta che proseguire più a Sud, in provincia di Livorno, dove a Campiglia Marittima si possono testare sulla propria pelle le acque delle Terme di Venturina. Si torna verso l’entroterra, e precisamente a Rapolano Terme, per sperimentare la piacevolezza delle Terme di San Giovanni, affacciate su una sorta di belvedere sulle Crete Senesi, Infine, nel grossetano, fra le numerose sorgenti della zona vale la pena puntare sulla “cascatelle” di Terme di Saturnia, affascinanti per il contesto naturalistico e per la possibilità di fare il bagno in un cratere vulcanico estinto, che una leggenda vuole creato da una saetta scagliata da Saturno.
Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana
Toscana vuol dire natura da vivere, in ogni modalità possibile, in versione balneare, country o montana che sia, immersi ogni volta in paesaggi di rara bellezza, disegnati da filari di vite, olivi e girasoli che rimandano già a ciò che si potrà gustare a tavola, in sagre ed eventi tradizionali. Ci sono i cammini, religiosi e non, da “consumare” rigorosamente a piedi. I percorsi per appassionati di trekking, equitazione e mountain bike, da intraprendere con tempi e modalità diverse a seconda della stagione e del mezzo. Ci sono le piste da sci equamente distribuite su quel 25% di territorio montuoso, identificato con le cime e le aree di Monte Amiata, Abetone, Casentino, Alpi Apuane e Appennino Tosco Emiliano. E, all’opposto, ci sono quei 633 km di costa, pari all’8% del totale nazionale, che fanno da irresistibile attrattore per le vacanze estive, cui si devono aggiungere le cinque isole dell’Arcipelago Toscano, ciascuna con il suo carattere forte e ammaliante.
Toscana è ogni volta un’esperienza nuova, da vivere in solitaria, con gli amici o con la famiglia, avendo la certezza di trovare sempre un alloggio consono al proprio stile di vacanza, dal semplice casolare su un poggio all’agriturismo rustico chic, dal B&B nel cuore di un borgo medievale al top resort con Spa, dalla dimora storica ancora oggi residenza di una famiglia nobile allo stabilimento termale in stile Liberty.