Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana

La Toscana è un crocevia di strade e itinerari religiosi, valevoli ciascuno di essere percorsi almeno una volta nella vita per immergersi in quell’atmosfera unica data dal connubio fra paesaggi naturalistici di pregio e mete ricche d’arte e cultura, uniti al senso profondo di una rinascita spirituale.

Strada maestra fra tutte è senz’altro la Via Francigena Toscana, che ricalca i passi fatti da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, quando nel X secolo intraprese il lungo cammino fino a Roma, realizzando al termine quella che è da considerarsi una vera e propria “guida di viaggio”, ossia l’Itinerario di Sigerico. In tutto, calcolando solo le tappe dal Passo della Cisa a Radicofani, al confine Sud della Regione, si parla di 380 km attraverso 38 Comuni, in un continuo cambio di scenari.

Si innesta sulla Via Francigena all’altezza di Fucecchio e San Miniato un altro percorso medievale, la Romea Strata, che i pellegrini dell’Europa centro-orientale intraprendevano alla volta di Roma e Santiago di Compostela. Cinque le diverse direttrici che si riuniscono nel basso Veneto, da dove il cammino prosegue lungo il tratto noto come Romea Nonantolana-Longobarda. In Toscana si trovano le 6 tappe finali, passando per Cutigliano, San Marcello Piteglio, Pistoia, Vinci, Cerreto Guidi e Fucecchio. La Via Romea Germanica in Toscana transita solo nella zona del Casentino raggiungendo Arezzo e poi Cortona, ma in Italia sono ben 46 le tappe sulle 96 che scandiscono i 2.200 km totali, dal Mare del Nord a Piazza San Pietro a Roma.

Fra Firenze e il Santuario della Verna, sull’Appennino Toscano, e da qui lungo la Valtiberina fino ad Arezzo e poi Cortona con l’Eremo Le Celle, si snoda un tratto delle Vie di Francesco, legate al ricordo dei principali episodi della vita del “Poverello” di Assisi.

Cortona è invece il punto di partenza della Via Lauretana verso Montepulciano e Siena, utilizzata dai romani prima come direttiva commerciale verso il Tirreno, poi come via di pellegrinaggio per la Santa Casa di Loreto. Come arteria di collegamento fra Firenze a Siena, in passato una delle vie più sfruttate era la Via Sanese, che ancora oggi offre una sequenza di luoghi affascinanti: Casciano in Val di Pesa, Badia a Passignano, San Donato in Poggio e Castellina in Chianti.

Ultima ma non meno importante era, ed è ancora oggi, la Via Matildica del Volto Santo, che da Mantova giunge in Toscana attraverso Passo di San Pellegrino, e da qui in Garfagnana e Media Valle de Serchio fino a Lucca, per terminare al cospetto della statua lignea del Volto Santo, conservata nel Duomo di San Martino.

Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana

Il trekking è di per sé una modalità di fare turismo slow ed ecosostenibile, perfetta per immergersi in un territorio vocato alla natura come quello della Toscana. Un patrimonio ambientale da apprezzare secondo il proprio stile di vita e desiderio, grazie a un sistema di strutture ricettive in grado di coprire un range amplissimo di offerte, dal camping attrezzato al resort di lusso, passando per l’agriturismo, la dimora storica, l’hotel di design contemporaneo, lo stabilimento termale d’antan ma aggiornato in tutte le sue attività curative e di remise en forme. Location più semplici o rustico chic o ricche di confort a seconda della scelta, ma sempre ideali per restare a contatto con la natura e partire alla scoperta dei dintorni. Vacanze open air per godere a pieno di natura, arte, cultura, dalla costa fino alle montagne dell’entroterra.

Borghi più belli della Basilicata

A metà strada fra Potenza e Foggia, fra Benevento e Andria-Barletta e al confine con Puglia e Campania, le Terme di Rapolla sono un crocevia di culture, ma anche un punto di incontro di acque benefiche che nascono nelle viscere della terra, dalle rocce laviche del vulcano spento del Vulture, e che dopo aver percorso svariati chilometri, sgorgano qui, a Rapolla. Un tragitto lungo e tortuoso che le arricchisce di minerali e le rende perciò altamente curative, oltre che indicate nella cura di patologie reumatiche, respiratorie e nel recupero di fratture. Scoperte all’inizio dell’Ottocento, acque e fanghi sono convogliati in un vero e proprio stabilimento termale solo nel 1961, ammodernato poi nel 1996.

Borghi più belli della Basilicata

Trekking in alta quota anche in Basilicata? Sì, e oltre il tetto dei 2000 metri di altitudine. Si può nel Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia, inserito nel listing dei Geoparchi dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, in virtù di flora e fauna che ne fanno un vero paradiso per chi ama praticare sport all’aria aperta. Oltre al trekking, aperto davvero a qualunque genere di escursionista, sono possibili esperienze di alpinismo, torrentismo, rafting, sci di fondo, mountain bike, speleologia.

Fra i 17 sentieri di trekking tracciati sul versante lucano del Pollino, quello segnato con il numero 1 e con una difficoltà “EE” (Escursionista Esperto), parte dal Rifugio Bosco Favino e arriva in vetta al Monte Alpi, nel comune di Latronico, mentre è assai più semplice da approcciare il numero 15, segnato come un livello “T” (Turistico), che dal Rifugio De Gasperi sale al Belvedere di Malvento, nei pressi di Viggianello.

I borghi delle Marche

La presenza preponderante di colline (69% del totale) e montagne (31 %) fanno del territorio delle Marche un luogo ricco di minerali, che oltre a favorire varie tipologie di colture, alimenta nel sottosuolo un gran numero di sorgenti termali. Da Nord a Sud non c’è zona che non abbia la sua fonte benefica, ideale per cure idropiniche e trattamenti di medicina estetica.
A Petriano, per esempio, in provincia di Pesaro e Urbino, si trovano le Terme di Raffaello, alimentate dalla fonte La Valle, con alte concentrazioni di minerali, zolfo e bicarbonato, tali da renderle uniche nel loro genere. In provincia di Ancona, a Camerano, non lontano dal Parco regionale del Conero, ci sono le Terme dell’Aspio, immerse nella campagna vitata a Rosso Conero. A San Vittore di Genga, a pochi minuti dalle celebri grotte, si trovano le Terme di Frasassi, mentre in provincia di Macerata, si va a Tolentino per le Terme di Santa Lucia e a Sarnano a quelle di Giacomo. La provincia di Ascoli Piceno trova invece la sua meta wellness ad Acquasanta Terme, inserita nel contesto naturalistico del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Campania Felix

L’Isola di Ischia, il Golfo di Napoli, la Costiera Amalfitana, il Cilento, l’Irpinia…Non c’è zona della Campania che non richiami alla mente antiche memorie legate a sorgenti benefiche. Fra le terme pubbliche dell’isola a più alto “tasso di benessere” del Mediterraneo ci sono quelle di Sorgeto e delle Fumarole, ben note e sfruttate sin dai tempi dei Romani e da allora sempre rimaste fra le mete preferite di personalità di ogni epoca, come testimonia il fatto che fu qui che Giuseppe Garibaldi, “ferito ad una gamba”, venne a curarsi, immergendosi nella fonte del Gurgitello a Casamicciola.

Insieme a Ischia, anche Procida e Vivara fanno parte della vasta area denominata Campi Flegrei, che nel tratto di mare da qui alla terraferma presenta numerosi crateri sprofondati sott’acqua. Per la sua natura altamente sismica, il Golfo di Pozzuoli tutto e i Campi Flegrei in particolare erano il luogo ideale per la pratica dell’otium, inteso come momento per la cura del sé, là dove manifestazioni dovute alla continua attività vulcanica di una grande caldera in stato di quiescenza venivano interpretate come segnali divini. Se quest’ultimi erano frutto di interpretazioni assolutamente aleatorie, gli effetti curativi erano e sono tutt’oggi tangibili, qui come negli altri centri termali della Regione. Restando in zona, per combattere artrosi, acne, reumatismi e malattie respiratorie si può andare alle Terme di Pozzuoli, vicino al Lago Averno, particolarmente tonificanti e anti-infiammatorie, con temperature che oscillano dai 38°C ai 74°C nelle piscine principali. Sempre non lontano da Napoli, ci sono le Terme di Agnano, che hanno la particolarità di essere immerse in un parco archeologico dove sono visibili le strutture del primo impianto costruito fra il I e il II secolo d.C. dall’imperatore Adriano.

Sul Golfo di Napoli affacciano le Terme di Castellammare di Stabia, note per le cure dermo-cosmetiche che possono attingere a un circuito di ben 28 diverse fonti minerali. Si lascia la costa per inoltrarsi nell’entroterra salernitano e raggiungere Contursi Terme, che ha il vanto di offrire acque con la più alta concentrazione di anidride carbonica d’Europa e perciò di grande efficacia contro le patologie vascolari.

In provincia di Benevento troviamo invece il complesso delle Terme di Telese, alimentato da acque ricche di zolfo ottime contro patologie di natura inalatoria, ginecologica e dermatologica. Una volta giunti qui, vale la pena intraprendere anche il Sentiero delle Sorgenti, per raggiungere l’area naturalistica e archeologica di Monte Pugliano, spettacolare per le doline nate dal crollo di antiche grotte scavate dall’acqua.

Questo tour ideale nella Campania all’insegna dell’otium non potrebbe chiudersi in un luogo più significativo delle Antiche Terme di San Teodoro, a Villamaina, nell’avellinese: da Virgilio a Plinio il Vecchio, non c’è stato autore del passato che non abbia decantato la purezza e bontà delle acque curative, generate da un’attività sismica che coinvolge anche l’area nei pressi del Lago della Mefite, ricca di fumarole e fanghi bollenti. Suggestioni che, è il caso di dirlo, riaffiorano dal passato per regalare ancora, oggi come ieri, un migliore stato di salute e un profondo relax.

Campania Felix

Per scoprire l’anima più selvaggia della Campania si può iniziare dal Cilento, dove il fiume Calore Lucano ha scavato nei secoli cinque profonde incisioni, le cosiddette Gole del Calore, uno dei luoghi più spettacolari del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni insieme all’Oasi WWF delle Grotte del Bussento, 670 ettari di verde caratterizzati da fenomeni carsici fra i più importanti in Italia.
Dalle acque del Rio Bussentino, sempre nel Cilento, vicino ai resti di un mulino, nasce la Cascata dei Capelli di Venere, il cui nome deriva dall’abbondante presenza di felce capelvenere, che crea tutt’attorno una piccola oasi dall’aspetto quasi tropicale.

Il più grande parco regionale campano, di 63.000 ettari, nonché uno dei maggiori bacini idrici del Mezzogiorno, è invece l’Oasi di Caccia di Senerchia, nella provincia di Avellino, riserva naturale di 450 ettari che rientra nel Parco Regionale dei Monti Picentini.

Anche la Costiera Amalfitana nasconde un insospettabile wild side appena alle spalle di uno dei luoghi più celebri, Amalfi, dove fra i comuni di Scala e Agerola si sviluppa la Valle delle Ferriere, attraversata da un percorso semplice e della durata di circa tre ore, con scorci sul mare di rara bellezza.

Dall’azione erosiva del torrente Titerno, nel Beneventano, derivano infine le gole rocciose dette Forre del Lavello, spettacolare “canyon” con grotte, antri e sentieri, anche di trekking fluviale, attrazione del Parco Regionale del Matese.

Borghi più belli d’Italia in Piemonte

Dalle dolci colline ammantate di vigneti alle “Alte Vie” di montagna che ripercorrono tappe da Giro d’Italia, grazie alla sua varietà di paesaggi il Piemonte offre sempre una buona “sponda” per chi ama l’outdoor, che qui trova sfogo in ogni sua forma espressiva. Dal mezzo più scontato, le due ruote, MTB o bici da strada che sia, a tutte quelle voci che richiamano gli sport di roccia – dall’arrampicata in su – e d’acqua, dal canyoning al rafting, al trekking fluviale, se non più semplicemente a cavallo o a piedi.

In un range amplissimo di attività adatte alle famiglie così come agli appassionati di sport estremi, trovano spazio infiniti itinerari che potremmo definire a tema. Se arte e cultura sono le linee guida da seguire, c’è per esempio il Grand Tour Unesco in bicicletta, un anello di 600 km che, partendo dalle regge sabaude alle porte di Torino, attraversa le Riserve Man and the Biosphere, le Città Creative di Alba e Biella e i Geoparchi, in un perfetto connubio fra storia e natura. Se invece si cercano i luoghi dell’anima, ci sono gli itinerari spirituali che aprono le porte di mirabili Abbazie e Santuari, oltre che di quel sistema di Sacri Monti – nove in tutto insieme a quelli della vicina Lombardia – dal 2003 Patrimonio dell’Umanità per la loro unicità.

Turismo dell’Olio

Se l’ulivo è la pianta simbolo della pace, non c’è contesto più indicato che l’Umbria, la terra di San Francesco, che trova il suo fulcro nella Basilica a lui dedicata in Assisi, davanti alla quale campeggia un’enorme siepe di bosso sagomata a forma di tre lettere, PAX. E in effetti, questa coltivazione ha storicamente sempre fatto parte del paesaggio umbro, sin dai tempi degli Etruschi, connotandone in modo forte campagna e boschi, là dove a ricordare il forte legame con il Santo Patrono d’Italia transitano numerosi itinerari religiosi.

La Via di Francesco per esempio collega tra loro alcune “tappe” della sua vita, in terra e spirituale. Il cammino si suddivide in due tronconi, la via nord e la via sud, in cui Assisi fa da arrivo per la prima tappa e da partenza per la seconda, con destinazione Roma. Ottocento anni dopo il suo passaggio, l’Umbria è ancora oggi la terra di Francesco, nutrita di una spiritualità che parla di amore per le piccole cose, di rispetto e gratitudine per il creato, di accoglienza generosa dell’altro.

La campagna umbra fa da sfondo anche a parte della “Route 66” del Bel Paese, vale a dire l’itinerario noto come “Italia Coast to Coast”, 410 km suddivisi in 18 tappe di circa 20/25 km al giorno – 50 se si è in MTB, per un totale di 450 km su due ruote – tracciate su carrarecce, sterrati e sentieri segnalati che collegano fra loro quattro Regioni.

Quanto alla Via Romea Germanica, la prima volta che fu percorsa dall’Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni era il 1236. Fu lui a volere una “retta via” che dalla Germania arrivava in Italia passando per l’Austria, che solo dalle Alpi a Roma conta 1000 km in 46 tappe. Quasi un Grand Tour ante litteram, in anticipo di mezzo millennio.

Perfette per chi viaggia in MTB sono anche le molte ciclovie che sfruttano i pendii dell’Appennino Umbro. Due delle più belle sono nella zona del Lago Trasimeno: la prima si chiama proprio così, Ciclovia del Trasimeno e transita nell’omonimo Parco Regionale, mentre la Perugia-Trasimeno esplora le inaspettate oasi urbane del capoluogo fino ai Monti del Trasimeno. Altre due piacevoli ciclovie sono quelle fra Assisi e Spoleto e da Spoleto a Norcia, quest’ultima ricavata dal tracciato della vecchia ferrovia che dalla città del Festival dei Due Mondi transita per Sant’Anatolia di Narco e raggiunge Norcia. Nel mezzo, gole, gallerie, ponti e colline verdi da “scalare” a piedi o in bici.

Scorre invece nella Valnerina la Ciclovia del Nera, che fra Sant’Anatolia di Narco e la Cascata delle Marmore si riunisce alla Greenway del Nera. Riservata alle gambe più esperte, la Greenway incrocia itinerari benedettini, la Via Francigena e l’ex ferrovia spoletana, creando un anello di 180 km diviso in 16 tratti. Il risultato è uno straordinario connubio fra natura selvaggia, spiritualità profonda e l’arte di piccoli borghi e santuari. In una parola, Umbria.

I borghi delle Marche

Sono trascorsi più di ottocento anni da che San Francesco ha percorso l’ultima volta questa strada, ma oggi, chi vuole seguire i suoi passi può ancora farlo, intraprendendo il Cammino Francescano della Marca, che transita lungo l’Appenino Umbro-Marchigiano, attraversando due regioni, quattro province e diciassette comuni.

Passo dopo passo, il viaggio fisico diventa viaggio nell’anima e nel tempo, risalendo indietro nei secoli, facendo tappa in piccole e grandi città, borghi, pieve, conventi e luoghi che hanno accolto il Santo nei suoi momenti di preghiera e di vicinanza a Dio. Si va da Assisi ad Ascoli Piceno, lentamente, per 167 km, su strade solo per il 40% asfaltate, e che per il resto lasciano spazio a sentieri nel bosco, fiumi e torrenti da guadare, in una modalità che permette di apprezzare le architetture medievali di paesi come Spello, Foligno, Amandola e Comunanza, e gustando piatti locali che di queste terre portano con sé profumi e sapori.

Un tracciato che nella sua prima parte, da Assisi a Pievefavera, coincide con la Via Lauretana, che nel Medioevo portava i pellegrini al Santuario di Loreto, e transita per aree verdi come il il Parco Nazionale dei Sibillini, il Parco Regionale del Monte Subasio e, dopo Foligno, il Parco Naturale dell’Altolina, fino a incontrare nel tratto marchigiano le Gole del Fiastrone.

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