Terre di Pisa

Sul trenino ecologico, in battello e, per chi ama lo stile d’antan, addirittura in calesse. Il Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massacciuccoli si può visitare anche così, oltre che a piedi e in bicicletta. Cuore di questa vasta area in provincia di Pisa, ampia circa 23.000 ettari, è la Tenuta di San Rossore, ex proprietà della Presidenza della Repubblica, di cui si può ancora ammirare la Villa del Gombo. Oltre a questa chicca dall’allure altisonante, il Parco comprende numerose altre zone intatte e splendidamente selvagge: la Macchia Lucchese, il Lago di Massaciuccoli e l’area lacustre oggi Oasi Lipu, le foreste di Tombolo e di Migliarino e le foci dell’Arno e del Serchio. Ci sono anche tre “enclave” extra parco, vale a dire le Secche della Meloria e gli scogli compresi tra Livorno e l’isola di Gorgona. Nell’insieme, si tratta quindi di un mosaico di paesaggi assai diversificati fra loro, che vanno dalle dune di sabbia litoranee alle grandi e verdissime pinete dell’entroterra, dagli acquitrini ai boschi rigogliosi di macchia mediterranea profumata, il tutto fra i Comuni di Pisa, Viareggio, San Giuliano Terme, Vecchiano, Massarosa e Livorno.

Se la flora è ricca – da scovare la rara drosera, una piccola pianta carnivora, la liana periploca greca, l’orchidea palustre e il bellissimo fiordaliso delle sabbie – lo è altrettanto la fauna, che nelle zone umide, in dialetto “lame”, comprende uccelli di palude, trampolieri e aironi, mentre nel bosco daini e cinghiali.

Monte Rosa

Il punto di partenza di questa camminata esplorativa nell’Alto Piemonte è la stazione della funivia di Pianalunga, a quota 2.000 metri. La si raggiunge in appena 15 minuti con la telecabina che si trova nel centro del paese. Poi, una volta in cima, gambe in spalla e si inizia l’escursione che in tre ore conduce al laghetto della Bocchetta delle Pisse. Praterie fiorite che guardano su panorami incantevoli accompagnano fino a questo piccolo bacino, dove ci si può riposare prima di rimettersi in marcia. Si scende, facendo attenzione ai punti più impervi, fino a giungere all’Alpe Seewji, altro punto di ristoro, questa volta da consumare comodamente al bar ristorante che ha un nome scontato ma allo stesso tempo accogliente, La Baita. Il ritorno è su Pianalunga, in un quarto d’ora di buon passo, da dove poi si può proseguire verso Alagna, ma in relax, sfruttando gli impianti che in inverno servono il comprensorio sciistico.

Terre di San Valentino

Piediluco è un toponimo che rimanda all’essenza del paesaggio in cui è collocato: “ai piedi del bosco sacro”. In effetti, questo bacino lacustre naturale dell’Umbria, secondo per grandezza solo al Trasimeno, è immerso in un’area verdissima, situata alle propaggini sud-orientali dell’Umbria e sconfinante nel Lazio. Il Lago di Piediluco, insieme ai laghi Lungo, di Ripasottile e di Ventina situati in provincia di Rieti, rappresenta uno dei resti dell’antico Lacus Velinus, grande bacino di origine alluvionale formatosi nel Quaternario.

Il bacino ha periplo irregolare e lungo 13 km, un’altitudine di 375 metri e una profondità massima attorno ai 19 metri. Il suo immissario naturale è il rio Fuscello, mentre gli altri due immissari sono artificiali e uno di questi lo collega al fiume Velino. Afflusso e deflusso delle acque sono regolati in base al fabbisogno energetico delle industrie della vicina Terni, e, altra curiosità, il fiume Velino è invece deviato verso Marmore, andando a formare insieme al fiume Nera la Cascata delle Marmore.

Sullo specchio d’acqua affaccia solo il borgo di Piediluco, di origine medievale ma con un’area di scavi archeologici che fanno risalire il primo abitato alla tarda età del bronzo. Altra emergenza significativa sono la Rocca e la Chiesa di San Francesco, entrambe datate al XIII secolo.

Riviera e Borghi degli Angeli

Uno dei tracciati più battuti dai trekker nella zona del catanzarese, e in particolare lungo la Riviera degli Angeli, è l’itinerario che attraversa la Vallata dello Stilaro, adatto a ogni tipo di camminatore nonostante l’asprezza del paesaggio. I livelli di difficoltà cambiano a seconda del percorso scelto, e permettono di approfondire la conoscenza di un territorio ricco di spunti storico-archeologici oltre che naturalistici. Bivongi, Pazzano, Stilo e Monasterace sono i Comuni toccati dal percorso, dove si può fare una sosta e visitare luoghi come l’Eremo di Monte Stella, la Cascata del Marmarico, il Castello Normanno e la Cattolica di Stilo fino alla sommità del Monte Consolino e così via. Nella zona transita anche il Sentiero del Brigante, che dall’impervio Aspromonte conduce a Stilo, attraversando il Parco delle Serre e costeggiando le Cascate del Marmarico.

Zolfare siciliane

Il 17 novembre 2015, a Parigi è stato ufficializzato l’inserimento della Rocca di Cerere nel listing ufficiale degli Unesco Global Geopark. Si tratta di un’area vastissima, di oltre 1.280 kmq, che comprende i Comuni di Enna, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera, Villarosa, Leonforte, Assoro, Nissoria, Calascibetta, e le frazioni dei Comuni di Nicosia, Pietraperzia e Caltanissetta. Le ragioni alla base dell’istituzione del geoparco sono contenute nella straordinaria ricchezza geologica rilevata ovunque in quest’area, che fra le varie manifestazioni ha una serie di formazioni di Flysch Numidico, con affioramenti di arenarie quarzarenitiche dall’aspetto davvero misterioso. Un tesoro prezioso che un’attenta strategia di coinvolgimento delle popolazioni locali e di promozione turistica stanno valorizzando in funzione di uno sviluppo sostenibile e conservativo, anche attraverso la creazione di itinerari culturali e agroalimentari che vanno perfettamente a integrarsi con quelli naturalistici.

Alto Molise

MAB è l’acronimo del Programma scientifico intergovernativo intitolato “Man and the Biosphere”, “L’uomo e la biosfera”, varato nel 1971 dall’Unesco per promuovere un rapporto equilibrato fra uomo e ambiente. Ecco, nell’Alto Molise ci si può immergere nella Riserva MAB di Collemeluccio- Montedimezzo, caratterizzata da natura incontaminata e da paesaggi di grande fascino, resi tali anche da costumi e tradizioni locali ben radicati.

Il bosco di abete bianco di Collemeluccio fu acquistato nel 1628 dalla nobildonna Melucci, che lo portò in dote per le nozze con il Duca D’Alessandro di Pescolanciano, e poi nel 1895 fu espropriato dal Banco di Napoli e venduto in tre blocchi ad altrettante famiglie benestanti della zona. Frazionato più volte per successioni ereditarie, oggi si compone di 363 ettari a fronte dei circa 500 ettari originari. Dal 1971, 187 ettari sono diventati Riserva Naturale Orientata, e nel 1977 altri 160 ettari Bosco da Seme-Riserva Biogenetica.
Nel sottobosco rigoglioso si trovano biancospino, agrifoglio, prugnolo, nocciolo e salice. Nelle radure e lungo i margini sono diffusi meli, peri selvatici e sorbi. Cinghiale, lepre, tasso, martora, donnola, faina, volpe, poiana, gufo, barbagianni, scoiattolo, ghiro, ghiandaia e molti passeracei sono solo alcune delle specie che la abitano, insieme al gambero di fiume tipico dei corsi del Trigno e del torrente Salcitaro.

Ben altra storia riguarda la Riserva MAB di Montedimezzo-Feudozzo-Pennataro. I suoi 1.170 ettari furono nel XIII secolo di proprietà degli Angioini, poi dal 1606 dei Monaci Certosini di Napoli e infine del regio patrimonio della Casa Borbonica come Reale Riserva di Caccia. Con l’avvento dell’unità d’Italia, passò allo Stato e da qui all’Amministrazione Forestale come bene inalienabile dello Stato. Oggi, quest’unica grande realtà della Riserva MAB di Collemeluccio- Montedimezzo è lì da vedere, visitare e vivere pe una immersione totale nella natura.

Costa del Molise

Le dune di sabbia sono l’elemento più caratterizzante della costa molisana, nonché un aspetto fondamentale per la preservazione dell’ecosistema e delle sue specie animali. Su un litorale di soli 36 km si concentrano ben tre Siti di Interesse Comunitario:
il primo SIC è quello della Foce del Biferno, fiume che si getta nel mare fra Termoli e Campomarino, fra residui dunali, praterie salmastre e laghetti stagionali. Il secondo SIC è quello della Foce del Trigno, raggiungibile dalla Marina di Montenero di Bisaccia, habitat di numerose specie di uccelli, fra cui il Corriere piccolo e il Piro piro piccolo. Infine, c’è l’Oasi faunistica del Bosco Ramitelli, sempre in zona Campomarino, che fra specie arboree radicate in suoli fangosi-melmosi tipiche della macchia mediterranea, accoglie ricche colonie di uccelli migratori. Airone Cinerino, Garzetta, Upupa, Cormorano, Airone Bianco, oltre a Poiane, Cinghiali, Volpi, Testuggini…Binocolo alla portata di mano e lo spettacolo va in scena!

Molise vuol dire però soprattutto vita di campagna, e quindi tutte quelle antiche tradizioni legate a pastorizia e agricoltura. Le si può letteralmente ripercorrere lungo il Tratturo Magno L’Aquila – Foggia, che nel tratto di Petacciato, in provincia di Campobasso, costeggia la SS 16 entrando in Molise. Dei cosiddetti cinque Regi Tratturi, con i suoi 244 km è il più lungo e il più importante, tanto da essere detto “Tratturo Magno”.

Costa del Molise

Nei suoi poco più di trenta chilometri di costa, il Molise condensa tutto ciò che può servire e interessare a chi ama la vacanza al mare. Partendo da Nord, al confine con l’Abruzzo troviamo Marina di Montenero di Bisaccia, con spiagge sabbiose a ridosso di colline su cui non di rado si vedono anche volare rapaci, in un insolito connubio fra mare e montagna. Sabbia orlata da una fitta pineta è invece il contesto in cui si inserisce il litorale di Marina di Petacciato, verso Termoli, che in particolare, sulla spiaggia di Rio Vivo, a sud del capoluogo, trova le condizioni ideali per la pratica di sport acquatici e della vela. Sul lungomare settentrionale di Termoli, ai piedi del Castello Svevo, c’è invece la spiaggia di Sant’Antonio, apprezzata per la sabbia finissima. Poco prima di sconfinare in Puglia, si fa tappa a Campomarino, per bagni di sole che trovano ristoro all’ombra di pinete che sono già un anticipo di ciò che si trova nel Gargano.

In un rapido check dei servizi nautici della costa del Molise, ecco quanto compreso nelle “dotazioni di bordo”: a Termoli, ci sono il Porto Turistico della Marina San Pietro e il Circolo della Vela, organizzatore di eventi quali la Regata Nazionale di Classe Optimist; a Campomarino il Porto Turistico Marina di Santa Cristina, con 500 posti barca; in località Costa Verde presso la Marina di Montenero di Bisaccia, il Porto Turistico Marina Sveva, di recente costruzione, all’avanguardia per le funzionalità e per l’architettura sostenibile.

Luoghi del commissario Montalbano

La terrazza sul mare della Casa di Montalbano la conoscono tutti i telespettatori fan della serie televisiva ispirata ai romanzi di Andrea Camilleri. Stessa cosa per il suo salotto, la sua stanza da letto, il tavolo dove consuma le ottime pietanze preparate dalla governante Adelina. Atmosfere e ambienti che non sono un set giustapposto, ma una vera a propria abitazione privata situata sulla spiaggia di Punta Secca, in provincia di Ragusa. Il primo a vedere questa dimora e a sceglierla come abitazione “televisiva” del Commissario più famoso d’Italia fu il regista Alberto Sironi, che intuì il potere evocativo di quel lembo di Sicilia che ha poi conquistato il mondo facendo vendere la fiction in numerosi Paesi.
Oggi, quella stessa dimora è un B&B, a disposizione per vacanze che senza dubbio resteranno nella memoria.

Costa degli Etruschi

Lungo la Costa degli Etruschi si può integrare il benessere della balneoterapia con quanto la natura ha regalato generosamente a questo tratto di terra Toscana. Molti borghi e località in provincia di Livorno sono infatti associati da sempre alla presenza di sorgenti benefiche che, nei secoli, spesso dai tempi degli Etruschi o dei Romani, hanno fatto da attrattore turistico. Ne sono un esempio le Terme di Venturina, famose anche come “Terme etrusche”, frequentate da oltre tremila anni per il Calidario, la vasca-laghetto in cui sgorga la sorgente naturale di acqua calda a 36°, rendendo piacevolissimo un bagno termale anche d’inverno. Oggi, attorno a questo prodigio della natura si sviluppa un resort con Spa di ultima generazione, e stessa cosa si può dire di La Cerreta Terme Biodynamic Farmhouse, a Sassetta, con vasche e piscine termali ispirate alle architettura etrusche e romane, alimentate da un bacino sotterraneo di acque surgive a 51°C.
Attingono invece il benessere direttamente dal mare le Terme Tombolo Talasso Resort, a Castagneto Carducci. La Spa interna al resort fronte mare, ricavato dalla ristrutturazione di una colonia degli Anni Cinquanta, è infatti alimentata dalle acque pescate a circa 800 metri dalla costa, poi purificate per diventare “ingrediente” base dei trattamenti talassoterapici proposti in cabina.

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