Maremma del Nord

Il fiume Merse e l’alto corso del Lanzo disegnano la bella vallata fra Monticiano e Roccastrada, lungo la quale si snodano i 1.500 ettari di boschi e colline della Riserva Naturale del Farma. Al centro di questa vastità, su un crinale lambito dal torrente Farma, spicca il Castello ,oggi Fattoria, del Belagaio, splendido esempio di avamposto militare di epoca medievale trasformata in residenza nobiliare dagli Aldobrandeschi prima e dagli Ardengheschi poi.

Un contesto ideale per la pratica del trekking, a piedi, a cavallo e in biciletta, per gite in famiglia o con gli amici che possono sfociare in un tuffo rinfrescante nel fiume o un pic nic nel verde, fra boschi di faggi, aceri, betulle e tassi, che a Nord della Riserva cedono il passo a castagni e sughere. Boschi abitati da lontre, martore, puzzole e gatti selvatici, e da due specie di pipistrello, il ferro di cavallo maggiore e minore. In tanta abbondanza di acqua, non mancano le specie ittiche: il ghiozzo di ruscello, il cavedano dell’Ombrone, la rovella, il barbo appenninico e il tritone alpestre, quest’ultimo presente soprattutto nello Stagno della Troscia, situato a pochi minuti dal Castello del Belagaio.

Per chi vuole spaziare verso la costa, può prendere come punto di riferimento Roccastrada, lambita da alcuni itinerari del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane, che digrada verso il mare. Solo nella zona attorno a Scarlino, se ne sviluppano 9 di percorsi, di varia difficoltà ma sempre con scorci meravigliosi sull’orizzonte blu e, nelle giornate terse, sull’Isola d’Elba.

Maremma del Nord

L’idea wild che si ha della Maremma è ben rappresentata da una serie di parchi e aree protette che ne preservano la natura, rigogliosa e incontaminata, in una sorta di gioco di scatole cinesi in cui un’area si sovrappone o comprende l’altra. Il Parco Interprovinciale di Montioni, per esempio, si estende per circa settemila ettari tra le province di Grosseto e Livorno, comprendendo i Comuni di Follonica, Massa Marittima, Suvereto, Piombino e Campiglia Marittima. Basta muovere qualche passo lungo i sentieri tracciati per ritrovarsi di fronte a siti archeologici di epoca etrusca o romana, a edifici medioevali come la Pievaccia, il Castello e le Terme di Montioni Vecchio, a cave di allume abbandonate che ricordano che questa è anche la zona del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane, con numerosi altri esempi di miniere ormai chiuse diventate siti di archeologia industriale. All’interno del Parco Interprovinciale di Montioni si trova la Riserva naturale statale di Poggio Tre Cancelli, creata nel 1971, e perciò fra le prime istituite in Italia, con lo scopo di studiarne flora e fauna, fra cui si distinguono alcuni esemplari monumentali di leccio e cerro.

Con “solo” duemila ettari di superficie, la Riserva Naturale della Diaccia Botrona potrebbe essere considerata un sito “minore”, ma in realtà, è una vera e propria “banca genetica” per la biodiversità di tutta la zona costiera toscana, tale da renderla la più significativa area umida italiana. Si tratta di un raro e significativo ecosistema, che ospita un’incredibile varietà di microrganismi viventi, sia vegetali che animali, nonché di un paradiso per gli amanti del birdwatching grazie a oltre 200 specie di uccelli, di cui circa 80 nidificanti.

Fra Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano e Scarlino, quindi correndo lungo la costa tirrenica, si sviluppano i novemila ettari della Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino, dove la macchia mediterranea la fa da padrona, offrendo il giusto contesto per una fitta rete di sentieri adatti anche alla MTB e al cavallo. Trova invece la sua forza e unicità nel sottosuolo il Parco Naturalistico Geotermico delle Biancane, caratterizzata da emissioni di vapori, fango in ebollizione e macchie biancastre che segnano il suolo rendendo il paesaggio quasi da anticamera dell’Ade. Un patrimonio naturalistico che oggi è valorizzato da un percorso specifico messo a punto dal Comune di Monterotondo Marittimo in collaborazione con Enel Green Power, che consente di avvicinarsi alle manifestazioni geotermiche più spettacolari.

Si articola invece attorno ai corsi dei torrenti Farma e Farmulla la Riserva naturale La Pietra di Roccastrada, area di 530 ettari dal grande valore paesaggistico, il cui simbolo è lo sperone roccioso alto 440 metri che si erge al centro. Gli appassionati di birdwatching si tengano pronti: qui nidificano varie specie di rapaci, fra cui il Falco Biarmicus. Sparviero, picchio muraiolo, gatto selvatico, martora, capriolo, daino, istrice, donnola e faina si avvistano invece nella Riserva Naturale Cornate e Fosini, nella parte orientale delle Colline Metallifere, distesa fra i Comuni di Montieri e Radicondoli. Situata a cavallo tra le province di Siena e Grosseto, l’area protetta comprende gli spettacolari crinali a strapiombo delle Cornate e il vicino Poggio Mutti, chiudendosi alle spalle del Castello di Fosini, punto di riferimento costante per gli escursionisti.

Costa degli Etruschi

La Val di Cornia è la summa di una serie di aree protette e parchi naturalistici che offrono un’ampia varietà di ambienti e habitat, tale da rendere questo tratto della provincia di Livorno una vera meta per appassionati di escursionismo. Il Parco Costiero della Sterpaia, per esempio, ricopre una superficie di circa 300 ettari compresa fra Piombino e Follonica, con 8 km di spiagge, 124 ettari di dune e aree retrodunali e 155 di boschi e campi agricoli.
Sono invece oltre il doppio, circa 650, gli ettari del Parco Costiero di Rimigliano, che collega San Vincenzo e Piombino correndo lungo la Via della Principessa. Nel Comune di Castagneto Carducci si trova invece il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri “Marchese Mario Incisa della Rocchetta”, oggi Oasi del WWF, che oltre a tramandare il ricordo di colui che nel 1944 creò il blend enologico del celebre Sassicaia, composto per l’80-85% da Cabernet Sauvignon e per la restante parte da Cabernet Franc, protegge prati umidi, boschi allagati a frassino ossifilo e stagni per circa 150 ettari di estensione, creando un tipico esempio di ambiente dell’Alta Maremma. Infine, in Località Torre del Sale, vicino a Piombino, si sviluppa un’altra Oasi WWF, la Riserva Naturale Regionale Padule di Orti-Bottagone, fra i pochi scampoli di palude rimasti, un tempo habitat tipico della bassa Val di Cornia.

Il massiccio del Pollino e popolazione arbresche

La zona a nord della provincia di Cosenza è occupata da una porzione del Parco Nazionale del Pollino, “santuario” dell’endemico pino loricato, perciò detto anche “Giardino degli Dei”, e delle vette più alte del Sud Italia, che sfiorano i a 2.200 metri e guardano a Ovest le coste tirreniche di Maratea, di Praia a Mare e Belvedere Marittimo e a Est il litorale ionico da Sibari a Metaponto. Istituito nel 1992 e “promosso” a Geopark Unesco nel 2015, il Pollino è l’area protetta più vasta d’Italia, che con i suoi 1.926 kmq si estende fra Calabria e Basilicata, comprendendo i Massicci del Pollino e dell’Orsomarso.
Benché sia la natura a fare da padrona da queste parti, non mancano gli spunti storico-archeologici, e persino preistorici, come per esempio nella Grotta-Riparo del Romito, o in quella di Sant’Angelo, con una graziosa chiesa ipogea del V-VI sec. d.C., o ancora nei borghi di Mormanno e Civita, fermi al Medioevo.

Per non farsi mancare nulla, c’è anche il tocco di “esotico” in più, dato dalle comunità di cultura Arbëreshe, presenti sul territorio dal 1470. Alcuni nuclei provenienti dall’Albania si rifugiarono qui per sfuggire alle milizie turche, rimanendo fedeli alle loro tradizioni e alla loro lingua, parlata ancora oggi, e fondando paesi come Acquaformosa, Civita, S. Basile, Lungro, Plataci, Frascineto, S. Costantino Albanese e S. Paolo Albanese.
La comunità albanese presente nel Pollino è fra le più radicate d’Italia: a Civita e a S. Paolo Albanese, si trovano i Musei della Civiltà Arbëreshe dove sono conservati numerosi oggetti, attrezzi e costumi tipici. Di grande interesse religioso sono le funzioni di rito greco-bizantino e le Vallje, le particolari danze che gli Arbëreshë intrecciano uniti l’un l’altro attraverso un fazzoletto.

Le guide del parco e le indicazioni precise dei vari sentieri permettono a chiunque, famiglie comprese, di esplorare il territorio seguendo fil rouge diversi, ora naturalistici, ora etnico-culturali e così via.

Distretto dei Laghi

La “Valle delle 100 Cascate”. L’idea di un viaggio in un luogo che si è guadagnato questo appellativo non suona male. E in effetti, c’è una zona del Piemonte, e in particolare della provincia di Verbano Cusio Ossola, che è così ricca di sorgenti e di vegetazione da aver fatto del motto latino Salus per Aquam il suo credo. Qui si trovano le Terme di Bognanco, tra le più antiche del Piemonte, attive da oltre 150 anni, che offrono trattamenti di ogni genere presso il Centro Benessere e Piscina “Óniro”, dotato di hammam, sauna, docce emozionali e cabine, oltre all’innovativa Spa Stream, una doccia con 1200 getti d’acqua che replicano i movimenti benefici di un terapista.

Arcipelago Isole Eolie

“Sette Isole in Sette Giorni” è una delle proposte di Trekking Eolie, che nella fattispecie prevede una settimana alla scoperta dell’ “arcipelago di Eolo”, in una sorta di island hopping che ogni giorno porta su una delle “sette sorelle”. Fra gli itinerari più gettonati e anche più suggestivi c’è quello a Stromboli, con la salita sul vulcano che negli ultimi anni ci ha abituato a spettacolari fenomeni eruttivi. Proprio a causa di tali episodi, è cambiata anche la dinamica escursionistica: oggi è infatti vietato oltrepassare quota 400 metri, sufficienti comunque a godere di forti emozioni. Iniziare la scalata all’alba, prima ancora che il sole rischiari il mare, oppure di notte, per ammirare stelle e, magari, una “sciara” di fuoco in movimento, è un’esperienza che non si dimentica di certo, anche fermandosi a metà crinale e senza arrivare fin sulle bocche più alte. Ci si può fermare anche a quota 290, per realizzare poi un percorso ad anello lungo un “Sentiero Natura” che taglia la montagna in orizzontale, attraversando i centri di San Vincenzo e San Bartolo incrociando la mulattiera Di Losa. Quest’ultima prende avvio da Piscità, vicino alla Spiaggia Lunga, e in un’ora e mezzo conduce a una terrazza panoramica.

Sito Archeologico di Vassallaggi

Nel 1980, il WWF ha aperto la Sezione di Caltanissetta, con attività di salvaguardia dell’ambiente della Sicilia centrale. Fra le zone individuate che necessitavano di particolare attenzione, c’è stata da subito l’Area boschiva di Mustigarufi, una vasta foresta di eucalipti e pini, che dal 1992 è sottoposta a tutela e attrezzata per le visite di scolaresche e gruppi di escursionisti.

Montagne Olimpiche

Frassinetto si trova a pochi chilometri da Torino. Una destinazione nota a chi ama provare emozioni al cardio palma, che qui prendono il nome di “Arcansel – Il volo dell’arcobaleno”. Si chiama così la ziplane più lunga delle Alpi, il volo su fune che parte da 1.298 metri di quota per arrivare 260 metri più sotto, a 1.040 metri, percorrendo i 1.800 metri di distanza a 140 km/h nel punto di massima velocità. Un brivido alla portata di tutti, vertigini escluse.

Parco dell’Etna

Dai pendii del vulcano più alto d’Europa – 3.343 metri – si vede anche il mare. E si scia pure. Mare e neve insieme, e tutto questo, appunto, su un vulcano. Attivo. Anzi, fra i più attivi d’Europa. Insomma, l’Etna è un microcosmo che ne genera altri, per esempio regala il terreno fertile e minerale adatto a creare vini d’eccellenza, e un altro prodotto noto in tutto il mondo, il pistacchio di Bronte. Tornando in quota, si trovano gli impianti di risalita, per godere di neve poi non così rara come si potrebbe credere. Capita anche in estate che nevichi, per via di straordinarie condizioni climatiche, ma di certo solo in inverno si hanno gli impianti a disposizione per tuffarsi poi sulle piste, e zigzagare fino a valle, ammirando il mare blu all’orizzonte. Il più vicino è quello di Taormina e dintorni, a circa 70 km da qui. Un input che è un altro richiamo a esplorare la costa Est della Sicilia.

Parco dell’Etna

Organizzare un’escursione di trekking prevede numerosi passaggi. In primis lo studio dell’itinerario che si vuole fare in base a preparazione fisica, durata e stagione, che su un “terreno di gioco” come quello vulcanico diventa assai insidioso. Per questo, chi vuole affronta i 3.343 metri di quota del vulcano più alto d’Europa, è meglio che si affidi a guide esperte. Come quelle di Etna Experience, per esempio, che dal 2005 a oggi hanno progettato, testato e messo in campo numerose tipologie di itinerari di esplorazione. L’Etna al mattino, al tramonto, oppure abbinata al canyoning nelle Gole dell’Alcantara e alla degustazione di vini locali, o perché no alla visita a Taormina, a circa 70 km da qui, restando sempre in provincia di Catania. O ancora, per chi vuole unire l’ebrezza di una salita in quota a quella di una veleggiata sulle rotte di Ulisse, c’è il sailing tour in barca a vela da fare una volta tolti gli scarponcini e lo zaino.

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