La Via Postumia

La Via Postumia storica fu commissionata e costruita nel 148 a.C. dal console romano Postumio Albino per scopi militari, facilitando gli spostamenti delle truppe e migliorando le comunicazioni tra le regioni settentrionali dell’Impero. La strada collegava i due principali porti romani del nord Italia, Aquileia e Genova, attraversando la Gallia Cisalpina (Pianura Padana).

Oggi la Via Postumia è anche un itinerario turistico che attraversa ben 6 regioni del Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria) e si snoda lungo 932 chilometri, da percorrere in 40 tappe. L’itinerario in territorio lombardo attraversa le province di Mantova, Cremona e Pavia, includendo anche il tratto emiliano che tocca la città di Piacenza e alcuni Comuni limitrofi, per un totale di 39 Comuni da percorrere in 14 tappe.

Il percorso lombardo permette di godere delle bellezze paesaggistiche dei fiumi Po, Mincio e Oglio, di gustare i sapori della Pianura Padana e dell’Oltrepò Pavese, di visitare le città d’arte Cremona, Mantova e Piacenza, di scoprire piccoli borghi storici di grande fascino, come Sabbioneta, patrimonio UNESCO.

La Via Postumia può essere raggiunta o percorsa anche in bicicletta, grazie alle numerose e importanti ciclovie e agli argini del fiume Po, che ben si prestano ad un turismo lento e sostenibile.

La Spezia

Giuseppe Garibaldi, l'”eroe dei due mondi”, era decisamente un marinaio temerario, e il foglio che attesta la sua primissima immatricolazione a bordo è conservato nella biblioteca del Museo Tecnico Navale della Marina Militare di La Spezia.

Il Museo si trova accanto alla base navale militare, e nei suoi 3.000 metri quadrati di superficie conserva reperti e rarità in grado di ricostruire la storia della nautica dalle sue origini ad oggi. Fra migliaia di oggetti, sicuramente da non perdere è la stazione ricetrasmittente che Guglielmo Marconi ha utilizzato nel 1897 per i suoi primi esperimenti, più che un reperto un vero e proprio pezzo di storia che ha cambiato il mondo.

Bellissima la raccolta di polene, affascinanti quelle di modelli di navi e velieri di ogni epoca che sembrano essere stati messi all’alaggio un attimo primo. Come il barchino esplosivo di tipo M.T.M, un mezzo messo a punto dalla Marina Militare nel 1935 e usato per le incursioni durante la Seconda Guerra Mondiale.

La Spezia

La Spezia offre un affascinante viaggio attraverso storia, architettura e cultura. Situata sul Golfo omonimo e incorniciata da colline verdi, La Spezia ha un centro storico di origini medievali che conduce fino al porto. Il porto, storicamente importante come scalo commerciale, oggi accoglie grandi navi da crociera al molo Garibaldi.

Molte le attrazioni da non perdere passeggiando per la città:

  • il Ponte Thaon de Revel collega la passeggiata Morin al porto Mirabello, offrendo una vista panoramica sul Golfo dei Poeti e il mar Ligure,
  • i Giardini Pubblici: noti per la vasta varietà botanica, questi giardini risalgono al 1825 e includono il monumento equestre a Garibaldi,
  • l’Arsenale della Marina Militare e Museo Tecnico Navale che, costruito nel 1857, è affiancato dal museo, il più importante del suo genere in Italia, con modellini di navi e polene storiche,
  • la Chiesa di Santa Maria Assunta, fondata nel 1271 e ricostruita nel XV secolo,
  • la Piazza del Mercato e Piazza Garibaldi con edifici caratteristici e una fontana scultorea di Viliano Tarabella,
  • il Museo del Sigillo e Museo Civico Amedeo Lia che presentano attrezzi per i sigilli e una collezione con opere acquisite dal collezionista Amedeo,
  • il Teatro Civico costruito in stile neoclassico e ristrutturato negli anni ’30 con una cupola apribile,
  • il Castello di San Giorgio, risalente al XIII secolo, ora ospita la collezione archeologica del museo Ubaldo Formentini,
  • la Cattedrale di Cristo Re, costruita nella seconda metà del secolo scorso, conosciuta anche per la struttura circolare,
  • Piazza Europa: rinnovata nel 2016, funge da collegamento tra il duomo di Cristo Re e il Golfo dei Poeti.

Un mix affascinante di elementi che rendono la visita memorabile. Con la sua storia medievale, l’architettura ben conservata, le attrazioni culturali e le bellezze paesaggistiche, La Spezia offre opportunità per tutti i visitatori.

Oasi naturalistica del Lago di Alviano

Avvicinarsi all’Oasi Naturalistica del Lago di Alviano, nel ternano, sembra un gioco di scatole cinesi, perché i suoi 900 ettari si trovano inclusi nel Parco Fluviale del Tevere, a sua volta parte del Parco Regionale dell’Umbria, che comprende anche il Lago di Corbara e le Gole del Forello.

Un complesso intreccio di ambienti naturali che fanno di questa oasi WWF in provincia di Terni una delle più vaste d’Italia, rara e preziosa anche perché comprende tutti gli ambienti tipici delle zone umide ad acqua dolce: palude, stagno, acquitrini, marcita e bosco igrofilo tra i più estesi dell’Italia centrale, con ambienti acquatici scomparsi da oltre un secolo.

Creata nel 1990, l’Oasi Naturalistica del Lago di Alviano è oggi un Sito d’Importanza Comunitaria e anche una Zona di Protezione Speciale, scrigno di biodiversità da tutelare e tramandare alle future generazioni.

Lago di Piediluco

Scorci e panorami incantati, natura incontaminata, un delizioso borgo di pescatori con tanto di rovine di una fortezza medievale. Il Lago di Piediluco, alle propaggini dell’Appennino Umbro, nel ternano, ha tutti gli ingredienti per essere un locus amoenus, che per questa sua gradevolezza in passato ha attirato e ispirato numerosi artisti, facendo diventare questo specchio d’acqua una tappa d’obbligo nel Grand Tour.

Fra gli habitué ci furono per esempio lo scrittore Richard Lassels, autore di An Italian Voyage, e il pittore Jean-Baptiste Camille Corot, ammaliati anche dal colore verde smeraldo del lago, che in inverno si tinge del bianco delle nevi del Terminillo.

Fra le curiosità del Lago di Piediluco c’è senz’altro quella legata al toponimo, che rimanda all’essenza del paesaggio in cui è collocato, “ai piedi del bosco sacro”, oltre a quella di essere una meta ideale per la pratica degli sport acquatici, tanto da essere stato scelto dalla Federazione Italiana Canottaggio come sede del Centro Nazionale Remiero. Infine, il suo emissario, il fiume Velino, è deviato verso Marmore, andando a formare insieme al fiume Nera la Cascata delle Marmore.

Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia

I 40 mila ettari della Riserva Naturale del Monte Peglia si distribuiscono sul territorio di quattro comuni del ternano – San Venanzo, Orvieto, Parrano e Ficulle – preservati nel tempo dal forte incremento demografico registrato da altri centri dell’Umbria e dalla conseguente urbanizzazione della campagna.

Anzi, se c’è una caratteristica che salta subito all’occhio visitando la zona, dal 2018 Riserva Mondiale Biosfera Unesco, è proprio il suo essere rimasta selvaggia, racchiusa tra i bacini fluviali del Tevere e del Peglia, fra le colline del Lago Trasimeno e i rilievi maggiori dell’Appennino Umbro, quali per esempio il Monte Peglia.

La grande varietà di flora comprende leccio, cerro, quercia e acero, carpino nero, erica arborea e corbezzolo, popolata da ben 44 specie di mammiferi selvatici. Un’escursione sul Monte Peglia può poi portare ad ammirare giacimenti preistorici risalenti a più di 700.000 anni fa, e ciò che rimane di due vulcani spenti a San Venanzo, borgo sorto sul crinale di uno di essi.

Gli appassionati di geologia saranno contenti di sapere che qui è possibile osservare un ensemble di rocce rarissime che in tutto il globo sono presenti solo a Quing Ling in Cina, a Bunyaruguru, Katwe Kykorongo in Uganda e a Mata de Corda in Brasile.

Collezione Mondiale di Olivi di Lugnano in Teverina: OLEA MUNDI

A Lugnano in Teverina, nel cuore della provincia di Terni e della zona di produzione dell’olio Umbria Dop, si parlava di tutela della qualità del prodotto già nel 1508. Un antico Statuto della Terra di Lugnano enunciava infatti regole e prassi cui “signori dei mulini e molinari” dovevano attenersi nel processo di spremitura.

Da allora, nulla è cambiato, e anzi, dal 2014, il borgo ternano è sede di Olea Mundi, una collezione unica nel suo genere, con circa 1200 esemplari di olivi di oltre 400 specie diverse provenienti da 23 Paesi olivicoli di Mediterraneo, Medio Oriente e non solo.

Un “tesoretto” raro e prezioso, oggetto di attenzioni e studi particolari da parte del CNR di Perugia e dal Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3, che di anno in anno raccolgono informazioni sull’evoluzione e interazione delle varie specie botaniche.

Foresta fossile di Dunarobba

L’era geologica del Pilocene corrisponde a circa 3 milioni di anni fa. Una datazione attribuita a una cinquantina di tronchi di gigantesche conifere rinvenuti nei pressi di Avigliano Umbro, nel ternano, oggi noti come Foresta Fossile di Dunarobba.

La scoperta di tale prezioso giacimento di informazioni, che ha permesso di ricostruire l’habitat del Centro Italia com’era in epoche remotissime, è stata del tutto fortuita, e per questo è ancora più eccezionale: la Foresta Fossile è infatti tornata alla luce solo alla fine degli anni ’70, durante un’operazione di scavo all’interno di una cava di argilla per la produzione di mattoni.

Da allora, la zona è tutelata e conservata con la sua atmosfera spettrale, in cui i tronchi, pur fortemente inclinati, appaiono ben ancorati al terreno, resistendo all’inesorabile passare di secoli e millenni.

Amerino

In questo affascinante territorio, caratterizzato dalla presenza del fiume Tevere e dalla ricca eredità storica, è possibile immergersi in itinerari che offrono un’esperienza autentica, in cui la bellezza della natura si fonde con la storia. Qui, è possibile scoprire sorgenti di acque minerali che risalgono all’epoca dei Romani, esplorare borghi intrisi di arte e storie millenarie, e immergersi nelle memorie del passato e nelle tradizioni secolari. Tra le attrazioni spiccano una foresta fossile, estese distese di lecci e ulivi, vigneti pittoreschi, boschi secolari e maestose rocche medievali.

Amelia, una delle più importanti città della zona, è circondata da imponenti mura poligonali risalenti all’epoca romana e rappresenta un luogo in cui coesistono armoniosamente diversi stili. Queste mura, erette tra il IV e il III secolo a.C., costituiscono anche un affascinante percorso di trekking urbano, opportunamente segnalato per facilitare l’esperienza agli amanti delle passeggiate. Nel tessuto urbano della città, testimonianze di epoche romane e rinascimentali contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva. Il complesso di San Francesco, con il suo magnifico chiostro cinquecentesco, ospita il museo archeologico, dove è possibile ammirare l’imponente statua bronzea di Germanico, nipote dell’imperatore Tiberio, e altri preziosi reperti ritrovati nell’area amerina. Il paesaggio circostante, dominato dalla vasta lecceta dei Monti Amerini, offre un ambiente ideale per gli appassionati di trekking, ciclismo e escursioni a cavallo.

Di notevole valenza turistica anche il borgo di Alviano, contraddistinto dalla maestosa Rocca costruita nel 1495 per volere del condottiero Bartolomeo D’Alviano. Nel 1654 la Rocca passò nelle mani della famiglia Doria Pamphili, i cui discendenti, nel 1920, la donarono al Comune. Nei dintorni è consigliata la visita all’oasi naturalistica del WWF, dove percorrere sentieri naturali per ammirare da vicino la flora e la fauna protette in questo ambiente.

Da non perdere, nel territorio di Avigliano, uno dei siti paleontologici più rilevanti del mondo ovvero la Foresta Fossile di Dunarobba, dove sono visibili i resti di circa cinquanta tronchi di gigantesche conifere risalenti a tre milioni di anni fa. Un luogo straordinario per gli appassionati di storia naturale e geologia.

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