L’immagine di un treno a vapore richiama subito alla mente l’idea di un viaggio indietro nel tempo, dal sapore d’antan. Se poi questo viaggio si svolge in un territorio lontano dai consueti itinerari turistici, la magia si completa. Se ne può avere una chiara percezione a bordo del Treno della Sila che collega Moccone e San Nicola Silvana Mansio, in provincia di Cosenza, passando per Camigliatello Silano. Si sale a bordo di vagoni di inizio Novecento e si fa “switch off“ con la contemporaneità. Oggi, a sessant’anni dal completamento della tratta Cosenza – San Giovanni in Fiore, si torna a sentire quel fischio inconfondibile, a vedere la sbuffata di vapore, attraversando meravigliosi paesaggi e suggestive valli tutte da scoprire.
Avatours / types of tourists: Turista Naturalistico
Alta Valle dell’Aniene
L’Alta Valle dell’Aniene è la gita “fuori porta”, a meno di un’ora dal “GRA” (Grande Raccordo Anulare) di Roma, che davvero non ti aspetteresti mai di fare. Prima la “vestizione” con giubbotti salvagente e casco, poi si sale a bordo di gommoni guidati da istruttori esperti, e via… l’avventura inizia. Il rafting è una di quelle discipline che regala una sensazione di libertà massima, di contatto con la natura estremo, soprattutto se il tutto avviene nella cornice del Parco dei Monti Simbruini, là dove la campagna laziale si fa inaspettatamente selvaggia.
Distretto dei Laghi
Milano è a poco più di un’ora, eppure qui si respira già aria di montagna, che genera quel relax infinito che nasce da un contesto naturale integro e dalla possibilità di immergersi in micro realtà sociali che sanno ancora di autentico, di antico. Accade in quell’area compresa fra le sponde del Lago Maggiore e il confine con la Svizzera, in Val d’Ossola, Val Formazza, Val Grande e nel Parco Naturale Veglia-Devero, dove alla parola alpeggio corrisponde ancora uno stile di vita, con tradizioni e costumi di una volta. Così, si cammina e ci si arrampica lungo sentieri tracciati e ferrate sicure, seguendo Guide Alpine professioniste con brevetto internazionale certificato UIAGM, fra incantevoli laghi in quota, e ci si ritempra degustando prodotti tipici ossolani.
Costa degli Dei
L’itinerario che collega Pizzo e il Parco Naturale Regionale delle Serre, a Serra San Bruno, è uno di quei trekking da fare a piedi o in mountain bike che in 130 km consentono di attraversare tutta la provincia calabrese di Vibo Valentia, passando in breve tempo dalla costa ai rilievi dell’entroterra. Nel mezzo, si fa tappa a Tropea, a Capo Vaticano, a Nicotera, per poi deviare appunto verso le Serre, approdando a quell’”isola” di silenzio mistico che è il Santuario regionale di Santa Maria nel Bosco, immerso nel fitto di una faggeta secolare, a pochi chilometri dalla Certosa di Serra San Bruno.
Terre di San Valentino
L’integrità della natura della Valnerina è alla base di due leve turistiche fondamentali: lo sport e l’enogastronomia. Il corso del Nera offre per esempio l’occasione di praticare discipline quali canoa, kayak, torrentismo, rafting e hydrospeed, mentre le grotte della Cascata delle Marmore sono l’habitat ideale per gli appassionati di speleologia. Gli adepti dell’arrampicata trovano invece sfogo sulle pareti rocciose della Valnerina, in particolare tra Ferentillo, Montefranco e Arrone, zona con varie tipologie di roccia calcarea.
Quanto al buon cibo, il Parco Fluviale del Nera è famoso per i suoi prodotti gastronomici, genuini e lavorati come un tempo. Grazie a metodi tradizionali di salatura e stagionatura e a pascoli incontaminati e selvaggi, i salami e i prosciutti hanno un sapore e un aroma caratteristici, che rendono questi prodotti particolarmente pregiati. In mezzo a tanti prodotti “ruspanti”, a rendere sontuosa la tavola in Valnerina ci pensa il tartufo, in modo particolare quello “nero” conosciuto come “tartufo di Norcia o di Spoleto”, mentre nell’area pedemontana, è l’olio DOP a diventare un vero e proprio “oro verde”.
A fare da trait d’union fra questi due mondi che affondano le radici nel Parco Fluviale del Nera sono le numerose trattorie presenti nel territorio, i cui menu contemplano gamberi di fiume e trote. La scoperta della valle continua poi deviando sui temi di storia e arte, facendo tappa in castelli e borghi medievali, in siti di archeologia industriale costituiti da fabbriche e centrali idroelettriche, che riportano al centro del viaggio il Nera.
Distretto delle Madonie
Si sale a bordo di gommoni con giubbetto e caschetto protettivo e si parte alla scoperta delle affascinanti Gole di Tiberio, Geopark Unesco. Questa è solo una delle molte escursioni stagionali organizzate da Madonie A Passo Lento, il cui team di guide esperte si dedica esclusivamente al Turismo Naturalistico Sostenibile e Culturale nel Parco delle Madonie. Nel “catalogo” online troviamo anche River Trail incentrati su flora e fauna, ciaspolate sulla neve, itinerari di trekking per famiglie o per sportivi pronti all’avventura. Basta scegliere stagione e tema e…si parte!
Terre di San Valentino
La Cascata delle Marmore è una delle opere più sorprendenti che ci abbiano lasciato gli ingegneri dell’Antica Roma. La sua realizzazione risale infatti al 271 a.C., a quando cioè, per evitare inondazioni e disastri ambientali, si decise di deviare il corso del fiume Velino, situato nei pressi di Terni, all’interno del Parco fluviale del Nera. Dopo più di 22 secoli, questo prodigio in terra d’Umbria è ancora la cascata artificiale più alta d’Europa e fra le più alte del mondo, con un dislivello di 165 metri suddiviso in tre salti.
La “caduta” delle sue acque, sfruttata per la produzione di energia elettrica, è annunciata da un segnale acustico percepibile in tutta l’area oggi ricoperta dal Parco della Cascata: una serie di sentieri collega il belvedere inferiore e quello superiore, punti ideali per ammirare al meglio il “salto” e per addentrarsi nella vegetazione, tipica della macchia mediterranea. Ricchissima la biodiversità: l’area è stata riconosciuta a livello europeo come SIC e zona di protezione speciale della Rete Ecologica Europea Natura 2000, essendo popolata da numerose specie di uccelli e mammiferi, fra cui alcuni endemici, unici in Italia. Gli appassionati di birdwatching non perdano dunque l’occasione di avvistare merli acquaioli, ballerine gialle, rondini montane, codirossi, bianconi e gheppi, che talvolta nidificano nelle cavità carsiche scavate dall’acqua nel travertino friabile.
Fra Trivero Valdilana e la Valle Cervo, in provincia di Biella, si sviluppa l’Oasi Zegna, 100 kmq di territorio protetto nelle Alpi Biellesi patrocinato FAI – Fondo Ambiente Italiano, a due passi da Biella Città Creativa Unesco – grazie all’imprenditoria legata alla produzione di lane e tessuti pregiati – e dal Geopark Unesco Sesia Val Grande.
All’interno dell’Oasi Zegna si sviluppano itinerari di ogni genere, e un’area è interamente dedicata a una disciplina in particolare: è il Nordic Walking Park®, certificato secondo i criteri del SINW (Scuola Italiana Nordic Walking), che presenta cinque percorsi segnalati di diverse lunghezze e difficoltà che richiedono livelli di formazione graduali. Questi i vari tracciati: Itinerario Novareia, classificato come facile, di circa 6 km; Itinerario Bellavista, difficoltà media, circa 9 km; Itinerario alla Brughiera, difficoltà media, circa 8 km; Il “percorso nero del lupo”, media difficoltà , circa 8 km; Il “percorso azzurro della civetta”, facile, circa 5 km. L’attrezzatura può essere noleggiata in loco. Chi desidera realizzare un’escursione con l’ausilio di una guida esperta, può contattare i professionisti di Equipe Arc-en-Ciel, che organizzano e gestiscono uscite di Nordic Walking
Quella della Riserva Naturale del Parco Burcina Felice Piacenza è una storia di famiglia, che si tramanda da generazioni letteralmente di padre in figlio. La Riserva, punto di riferimento nella zona delle Prealpi Biellesi, situata com’è su un rilievo noto localmente come “Brich Burcina, è un giardino storico di 57 ettari voluto a metà dell’Ottocento dall’industriale laniero Giovanni Piacenza. A crearlo fu il figlio Felice, che per oltre 50 anni, senza l’aiuto di alcun architetto, si occupò personalmente di realizzare prati circondati da boschi, un’area di vegetazione mediterranea, una faggeta detta Pian Plà, un laghetto, il viale dei liriodendri e la magnifica “valle dei rododendri”, che ogni anno in primavera si trasforma in un trionfo di colori vasto ben due ettari.
La proprietà passò poi nel 1950 in mano a Enzo Piacenza, figlio di Felice, che affidò al paesaggista fiorentino Pietro Porcinai un nuovo ingresso e portò qui i migliori botanici europei. Arrivando ai giorni nostri, Guido, figlio di Enzo, continua oggi a essere presente nella gestione dell’Ente Parco, tramandando quel dialogo perfetto tra boschi e giardino voluto dal suo avo, e custodendo quei sentieri creati apposta per chi ama camminare e ammirare fiori, piante e animali in libertà.
Portofino
La “Piazzetta” ne è il cuore, glamour e riecheggiante di mille idiomi, ma il vero volto di Portofino si svela tutt’attorno, nella zona tutelata del Parco di Portofino e dell’Area Marina Protetta antistante il suo celebre promontorio e il porticciolo. Due contesti naturalistici di eccezionale bellezza e pregio floro-faunistico, sotto tutela dal 1935, da scoprire lungo gli oltre 80 km di sentieri che toccano siti di interesse storico e culturale. Si vedano per esempio Il Semaforo Vecchio, Le Batterie, Il Mulino del Gassetta, La Locanda di San Fruttuoso e L’Eremo di Niasca. C’è poi un percorso a se stante dedicato solo i complessi monastici medievali, detto Sentieri Sacri.
Nel Parco si trovano inoltre ben 36 mulini che un tempo davano vita alla Valle dei Mulini, fra cui appunto il Gassetta, recuperato e in piena funzione. Sempre legato al tema dell’acqua è l’itinerario detto Via dei Tubi, che corre lungo l’acquedotto del XIX secolo che collegava il bacino di San Fruttuoso e Camogli. Nella medesima zona sorge la celebre Abbazia di San Fruttuoso, bene tutelato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, raggiungibile anche via mare grazie a un comodo servizio di battelli. Infine, sui fondali della stessa baia, un ultimo regalo, riservato però a sub & Co.: la statua del Cristo degli Abissi, posta nel 1954 a 17 metri di profondità, fra i simboli dell’Area marina.