Rieti

Per i romani ma più in generale per molti abitanti del Lazio e delle Regioni limitrofe, il Monte Terminillo è la ski destination per antonomasia, non a caso detta la “Montagna di Roma”. Con i suoi 2216 metri è la terza vetta laziale per altezza, perfetta non solo in inverno ma anche nel resto dell’anno come meta escursionistica, grazie ai numerosi percorsi segnati del CAI.

La Piana Reatina, attorniata dal Terminillo e dai Monti Sabini, è un susseguirsi di campi coltivati a mais o girasoli, casali rurali e corsi d’acqua, attraversati da strade poderali e dalla Ciclovia della Conca Reatina. A 7 km da Rieti si trova la Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, 3200 ettari che si sviluppano attorno agli unici bacini d’acqua naturali rimasti dopo il prosciugamento dell’antico Lago Velino. Zona umida dominata dai canneti in cui nidificano germani, gallinelle, aironi e altri uccelli migratori. Oche e germani reali si possono avvistare con facilità anche lungo il fiume Velino, che attraversa il capoluogo laziale e delimita il Centro Storico a sud, di cui un tempo era la sua difesa naturale. Qui le sponde sono molto verdi perché non lambite dai classici viali lungofiume, e in particolare, quella sinistra è interamente fiancheggiata da un sentiero ciclopedonale, che forma una specie di parco urbano. Il Velino è attraversato da sette ponti, da ovest a est: “Ponte di ferro” (stradale e ferroviario), ponte ciclopedonale del Campo Scuola, Ponte Giovanni XXIII, Ponte Romano, ponte ciclopedonale tra piazza San Francesco-piazza Cavour, e Ponte Cavallotti.

A nord-est di Rieti sorge il Colle della Foresta, propaggine meridionale dei monti Reatini, e “intermezzo” tra i quartieri Micioccoli e Campoloniano. Seguendo la strada provinciale n. 7, in 4 km si raggiunge la sommità, dove si trovano il borgo di Castelfranco, il Santuario della Foresta, un ristorante e un golf club. Colle San Mauro si ferma a 530 metri ed è situato a est del Centro Storico e a sud del quartiere Villa Reatina. Qui, dopo Porta D’Arci, si stende una pineta attrezzata come parco urbano, con tavoli da picnic e un belvedere, da dove si può ammirare tutta la città. Salendo sul colle si visitano il Convento dei Frati Cappuccini e la Villa Potenziani, ex residenza di caccia della nobile famiglia dei Potenziani, che dietro l’elegante facciata di fine Settecento, accoglie oggi stanze e ristorante ricche di fascino. Il parco annesso comprende lecci, abeti e pini d’Aleppo.
Da un parco privato, si passa a un parco pubblico in via Liberato di Benedetto, area verde intitolata alle “vittime 6 aprile 2009”, dove si tiene ogni anno la Festa dello studente. Il Rieti Sport Festival si tiene invece nel Parco “Coriandolo” di Madonna del Cuore, di circa 1 ettaro come il parco “6 giugno 1944” di Campomoro e il “Paul Harris” di Micioccoli.

Rieti

Se non avete mai provato il rafting per paura della sua imprevedibilità, allora potete concedervi un’escursione di Soft-Rafting lungo il fiume Velino, in provincia di Rieti. Pur con i suoi ritmi più blandi e meno avventurosi, è un’attività molto divertente e alla portata di tutti. Non sono necessari preparazione o requisiti particolari, e quanto all’equipaggiamento – pagaia, giubbotto salvagente, muta, giacca d’acqua e casco protettivo – viene fornito interamente dal personale del Centro Canyoning Avventuristicando Fosso Ravi.

Qui si può praticare anche canottaggio, sport che una volta imparate le tecniche basilari e i segreti per evitare strappi muscolari o infortuni, si può affrontare a qualsiasi età. In alternativa, c’è il SUP, disciplina non così nuova e di recente “invenzione” come si potrebbe pensare, bensì di origini antichissime, con radici in Polinesia prima e nelle Hawaii poi. Il SUP è uno sport per tutti che può essere affrontato a qualsiasi età, sicuro e di facile approccio. Già alla prima escursione si può sperimentare quanto sia accessibile e divertente.

Rieti

In medio stat virtus. I romani l’avrebbero risolta così la questione della “giustezza” della composizione di sali minerali della Fonte Cottorella di Rieti, che grazie alla bassa concentrazione di fluoruri è adatta a tutte le età e non ha controindicazioni. E in effetti, già gli antichi romani ne sfruttavano le proprietà salutari, la purezza e la leggerezza per l’assenza di elementi inquinanti. In buona sostanza, un presidio terapeutico naturale. Si narra che gli imperatori Vespasiano e Tito venivano spesso e volentieri a rilassarsi alle terme reatine, beneficiando delle terapie idriche e della natura della Sabina, dove avevano le residenze estive. La fama di questi luoghi non passò mai di moda, tanto che nel Medioevo e poi più tardi nel Rinascimento, personaggi quali Papa Gregorio IX, Pompeo Colonna e il celebre architetto Bramante ne decantavano bellezza e salubrità.

Nei secoli, ci furono sempre poeti, medici, biologi e chimici pronti a esaltare le proprietà organolettiche e curative delle acque di Fonte Cottorella, tanto che persino l’ospedale romano Fatebenefratelli ne richiese un approvvigionamento quotidiano per il trattamento delle malattie urologiche, e i frati del Convento di Sant’Antonio al Monte, vicino a Rieti, si occupavano del trasporto dei barili. Nel 1926 arrivò poi l’imprimatur del Ministero dell’Interno, che autorizzò l’imbottigliamento delle acque di Fonte Cottorella con la dicitura “Fonte Cottorella, acqua digestiva, sovranamente antiurica, di rara purezza”. Gli anni ’20 furono l’età dell’oro delle terme di Fonte Cottorella, per la nobiltà reatina ma non solo, che fece dei rinomati concerti della domenica uno straordinario momento di socializzazione, affari e bien vivre.

Eugubino Alto Chiascio

E’ indicato con il numero 24, o con il curioso nome “L’uomo e la montagna”, ed è uno dei numerosi itinerari di trekking dell’area del Monte Cucco, che con i suoi 1.566 metri è una delle “vette” della zona eugubina e della provincia di Perugia. Collega il borgo di Costacciaro al Monte Cucco, percorrendo la vecchia strada, ed è contrassegnato con il livello di difficoltà E (Escursionistico). Se si è un minimo allenati, lo si può effettuare in circa 4 ore per un totale di quasi 6,5 km, con andata e ritorno sempre a Costacciaro.

Se ci si trova nelle vicinanze di Gubbio, il Parco del Monte Cucco è una meta imprescindibile, in quando consente di immergersi totalmente nella rigogliosa natura dell’Umbria. L’area protetta è davvero affascinante, ricca di vegetazione e di corsi d’acqua e di fenomeni carsici. Luoghi che nei secoli hanno attratto e ispirato molti uomini religiosi ed eremiti in cerca di pace.

Rieti

Casco da roccia, imbraco e moschettoni. Non serve altro per affrontare il percorso a ostacoli dell’Avventuristicando Park, nel Parco “Colle San Mauro” di Rieti, fra scale verticali, ponti di rete e nepalesi, tronchi oscillanti, carrucole per lanci in stile Tarzan e così via. A fornire tutta l’attrezzatura necessaria ci pensano le guide esperte di questo bosco in città, dove fra aceri, lecci, carpini e ornelli, spiccano esemplari di pini austriaci alti fino a 30 metri. I 400 metri di quota del parco bastano già per godere di un panorama mozzafiato sulla Valle Reatina, habitat di scoiattoli, fagiani, picchi, lepri e ricci. Un’avventura sportiva e naturalistica insieme da vivere in sicurezza, anche grazie alle competenze specifiche di istruttore-soccorritore di tutto lo staff di Avventuristicando Park.

Eugubino Alto Chiascio

Del Parco del Monte Cucco, cuore verde della provincia di Perugia, c’è la bellezza evidente e alla luce del sole dei prati fioriti e dei boschi secolari di faggio, ma anche quella nascosta delle numerose grotte e cavità carsiche, delle forre e sorgenti di acque spesso ottime da bere o con cui recuperare forma e relax. Escursionismo, speleologia e volo libero sono dunque fra le attività che più si adattano a questo territorio.

Per chi ama l’esplorazione a piedi o su due ruote, da Valsorda partono numerosi sentieri di varia difficoltà, accomunati da panorami da cartolina che difficilmente si dimenticano. Ne è un esempio la vista che si gode dal Santuario della Madonna del Divino Amore, meta di pellegrinaggio dal ‘500 e naturale belvedere sulla vallata. L’ambiente è quello appenninico, caratterizzato da sorgenti di acque freschissime, prati, boschi, pinete e cime suggestive quali il Monte Penna (1432 m), il Monte Nero (1413 m), il Monte Maggio (1361 m), il Monte Serra Santa (1348 m) e il Monte Fringuello (1186 m).

Se invece la passione porta nelle viscere della terra, c’è la Grotta del Monte Cucco, vera attrazione per chi visita Gubbio. Caratteristiche geologiche, flora e fauna fanno di questa cavità, profonda 927 metri e con 30 km di gallerie sotterranee, una delle più interessanti del sistema appenninico, adatta a speleologici esperti, anche se non mancano le varianti per una semplice escursione. I primi 800 metri, completamente illuminati, attrezzati con passerelle e scale metalliche, sono per esempio accessibili a tutti. La discesa negli inferi inizia da Sigillo, dove superato un pozzo profondo 27 metri, si raggiungono gli ambienti più vasti: la Cattedrale, la Sala Margherita, il Giardino di Pietra, la Sala del Becco, la Sala delle Fontane, la Sala Simonetti, le Condotte Terminali, la Sala Terminale, che collega all’accesso di Pian delle Macinare. Il percorso è un susseguirsi di formazioni stalattitiche e stalagmitiche di grande effetto, intervallate da piccoli laghi e rivoli d’acqua. Cunicoli, corridoi e diramazioni sono il divertimento di chi sa muoversi in certi ambienti, che possono anche svelare tesori come quello della Galleria delle Ossa, che nella Sala dei Faraoni presenta il pavimento coperto di ossa di animali vissuti oltre 20000 anni fa
durante l’ultima glaciazione. Un ossario di rinoceronti, orsi, stambecchi, martore, cervi, buoi cristallizzato nel tempo che regala emozioni da “Viaggio al centro della terra” in stile Jules Verne.

Tuderte

In provincia di Perugia, nel territorio del Tuderte, si trova una di quelle mete imperdibili per gli appassionati di speleologia. Si tratta della Grotta dei Pozzi della Piana, che
sulla sponda destra della Gole del Forello presenta 5 diversi accessi, circa 150 metri sopra il corso attuale del fiume Tevere. La cavità si trova nella parte superiore di un vasto banco di travertino, è lunga oltre 2500 metri e ha una profondità massima di 25 metri. Il ginepraio di cunicoli e gallerie che si sviluppa al suo interno la rendono un vero rebus per chi ama l’avventura, regalando lungo il percorso depositi di rocce evaporitiche di straordinaria bellezza.

Tuderte

Se gli States hanno la “Route 66”, noi abbiamo l’ “Italia Coast to Coast”. Quattrocentodieci chilometri di sentieri, sterrati e stradine suddivisi in 18 tappe di circa 20/25 km ciascuna, se si va a piedi, 50 se il mezzo è la MTB (per un totale di 440 km), che collegano fra loro quattro Regioni, Marche, Umbria, Lazio e Toscana, collegando l’Adriatico al Tirreno. Il cosiddetto C2C è un itinerario per chi vuole fare una full immersion in ciò che vuol dire Italia: natura, piccoli borghi, eremi, santuari, siti archeologici. In Umbria, parte da Nocera Umbra e arriva a Orvieto. Nel mezzo, bellissime le soste ad Assisi, Cannara, nel cuore della Valle Umbra, e poi ancora Bevagna, Montefalco, Gualdo Cattaneo, Todi e Baschi.

Folignate Nocera Umbra

Appena fuori Foligno, si può intraprendere un itinerario di trekking che collega l’Abbazia di Sassovivo al Sasso di Pale. Fondata al termine dell’XI secolo lungo l’antica Via Lauretana che andava da Roma a Loreto, e più volte ampliata, questa imponente struttura era in origine un castello circondato da un bosco di lecci, la cosiddetta “Macchia Sacra”. Incamminandosi da qui per Casale, dopo circa 300 metri si incontra la Cappella romanica dell’XI secolo detta “del Beato Alano”, dedicata a un monaco viennese del XIV secolo che abitò nella cripta per un certo periodo. Il progetto originario dell’eremita Mainardo era di trasformare la cappella in un monasterium, ma poi l’idea fu abbandonata per via delle continue scosse telluriche.

Da qui inizia il tratto di circa 500 metri, tra andata e ritorno, noto come “Passeggiata dell’Abate”: dopo un’antica fontana, si attraversa una macchia di lecci plurisecolari alti 20 metri, che danno solennità a tutto il contesto. E qui, l’Abate di Sassovivo trovava rifugio per raccogliersi in preghiera con i suoi adepti.

Dalla Cappella si sale verso il “Passo delle Capre”, da cui ha inizio il sentiero storico ripristinato di recente che congiunge Sassovivo a Pale, lungo 4 km. Proseguendo si arriva in un altro bosco di leccio che termina in un valico, oltre il quale la vegetazione cambia in un bosco ceduo, con prevalenza di carpino nero e ornielle, ed esemplari di roverelle, aceri d’Ungheria, aceri minori, maggiociondolo.

Una mulattiera leggermente in discesa porta alla SS 77 e da qui a Pale, famoso per la produzione della carta, già trent’anni prima della nascita delle celebri cartiere di Fabriano. Di certo il borgo poteva già allora giovare del passaggio di molti pellegrini e commercianti, diretti i primi alla vicina Abbazia di Sassovivo e i secondi sulla Via Lauretana.

Folignate Nocera Umbra

Il Parco di Colfiorito è una delle principali attrazioni naturalistiche della zona del Folignate, in provincia di Perugia. Una meta ideale per le escursioni di trekking, ma anche per chi ama il Birdwatching, che sa bene di trovare le condizioni migliori fra marzo a settembre. Sulle sponde della palude – al centro di un complesso di sette conche montane ricavate da un fondo di antichi bacini lacustri ormai prosciugati – si trova un capanno attrezzato per l’osservazione dei volatili. Qui non è raro avvistare specie rare o in via di estinzione come il tarabuso, il tarabusino, l’airone rosso o la cannaiola. Nella maggior parte dell’anno si può ammirare il germano reale, la folaga, la gallinella d’acqua, l’airone cenerino, il falco di palude e il pendolino. Presso Croce Cassicchio si trova il Fagiolaro, altro punto di osservazione come la Fonte Fontaccia. Da maggio a giugno, basta inoltre huardarsi in giro per assistere a un altro spettacolo della natura: la fioritura spontanea dei campi, che si colora di rosso, giallo, lilla,…

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