Valnerina

Le figure religiose di San Francesco e San Benedetto dominano la scena umbra non solo nell’iconografia delle molte chiese, basiliche e santuari della loro Regione natia, ma anche nella natura, tracciando sul territorio strade che consentono ancora oggi di ripercorrere i loro passi. Accade per esempio nella Valnerina, in provincia di Perugia, dove transitano la Via di Francesco, o Via del Sud, e il Cammino di San Benedetto. Il punto di partenza della Via del Sud è il Santuario francescano di Greccio, nel Lazio, là dove nel 1223 il “poverello di Assisi” diede inizio a una delle più lunghe e diffuse tradizioni cristiane: il presepe.
Il tratto della Via di Francesco del Sud ha una lunghezza totale di circa 180 km, che è consigliabile percorrere in 10 tappe. Da Greccio, cuore della Valle Santa, si punta su Fonte Colombo, La Foresta e Poggio Bustone, poi verso Piediluco e il suo lago. Si prosegue lungo il Velino e il Nera fino a giungere alle Cascate delle Marmore. Si entra poi nella Valle di Spoleto, fra abbazie, pievi, conventi e centri storici ricchissimi di arte e storia, ossia quelli di Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi, dove si termina il cammino con una preghiera sulla tomba del Santo Patrono d’Italia. Per fare tutto ciò, in Umbria bisogna seguire le segnaletiche Giallo e Blu.

Si parte invece da Norcia per seguire le orme del Padre dell’Europa, lungo il percorso oggi noto come Cammino di San Benedetto. Umbria e Lazio sono le due Regioni in cui si sviluppano i 300 km suddivisi in sedici tappe: la prima è Norcia, sua città natale, sulle pendici dei monti Sibillini, la seconda Cascia, dove visse Santa Rita, la “Santa degli impossibili”. Da qui ci si sposta in direzione di Monteleone di Spoleto, affascinante borgo medievale, per sconfinare nel Lazio. Qui si fa sosta a Subiaco, dove visse più di trent’anni e fondò numerosi monasteri, e a Montecassino, dove trascorse l’ultima parte della vita e scrisse la Regola.

Valnerina

I fiumi Corno e Nera, in quel territorio di mezzo fra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e la Cascata delle Marmore, sono ideali per praticare rafting e torrentismo. Si raggiungono Biselli di Norcia o Serravalle di Norcia, in Valnerina, e si inizia la discesa fra le rapide, con canoa pneumatica o hydrospeed. Qui, se si viaggia con bimbi al seguito, il Parco Avventura è la destinazione da non perdere, con attrazioni come il ponte tibetano o l’escursione con gli asinelli, mentre nella Val Castoriana ci si può dedicare a una passeggiata o alla visita del centro faunistico del cervo e del camoscio.

Il Velino e il Nera danno origine alla celebre Cascata delle Marmore, una delle più alte d’Europa, alla cui base c’è un centro attrezzato per il rafting. Le Forre di Pago e di Casco, vicino a Scheggino, sono invece meta per la pratica del torrentismo e dell’escursionismo, con un percorso che alterna tratti di marcia a discese ripide. Il canyon di Pago delle Fosse, oggi quasi del tutto privo di acqua, crea un ambiente primordiale e suggestivo che rende questa gola la più spettacolare tra quelle della Valnerina.

A Vallo di Nera si trova invece la Forra di Roccagelli, perfetta per il canyoning sportivo: qui ci si cala con l’aiuto della corda, lungo sette cascate in rapida sequenza, la più alta delle quali raggiunge 16 metri.

Valnerina

Che sia minerale da bere o termale da sfruttare per cure e relax, l’acqua di sorgente è onnipresente in Umbria. Sono 17 le prime e 14 le seconde, distribuite su tutto il territorio, cui si aggiungono 7 fiumi, 6 laghi, 9 cascate e un’infinità di rapide e forre.
Nel territorio della Valnerina, il bacino idrico compreso nei comuni di Nocera Umbra, Sellano e Cerreto di Spoleto fornisce una delle migliori acque potabili della Regione, e sempre a Cerreto, si trovano gli Antichi bagni di Triponzo, l’unico stabilimento termale umbro alimentato con acqua solfurea ricca di calcio, a temperatura costante di 30°C e dalle notevoli caratteristiche e qualità terapeutiche.

La Città dei Papi

Sorgenti di acque idrominerali e idrotermali sono un po’ ovunque nel viterbese, che vanta uno dei bacini idrici più ricchi d’Italia. Fra zone libere e stabilimenti attrezzati di tutto punto e aperti tutto l’anno, grazie alle alte temperature di fuoriuscita, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Guardando solo alle fonti principali, troviamo la Sorgente del Bullicame, caratterizzata da un laghetto che è in realtà un profondo cratere naturale in cui l’acqua sgorga a 58°C, temperatura che la accomuna alla Sorgente Piscine Carletti, ipertermale. Le Terme del Bagnaccio hanno invece 5 vasche che oscillano da quelle ipotermali a 23-29°C a ipertermali, da 65 a 66°C.

Per usufruire dei benefici di tali acque in zona ci sono numerose strutture alberghiere, fra cui quelle più che confortevoli delle Terme dei Papi, con una piscina termale monumentale di oltre 2.000 mq, alimentata dalla sorgente del Bullicame. Bellissima la Grotta naturale, bagno turco naturale derivato da una cavità scavata nella roccia, dove una cascata di acqua termale crea un ambiente caldo-umido con 100% di umidità e 48° all’interno. I vapori sono un vero toccasana per la pelle, le vie respiratorie, le articolazioni e per il metabolismo. Trattamenti estetici e curativi sfruttano anche i ricchi fanghi termali,
composti da preziosi elementi organici e inorganici.

La fonte di San Valentino, la cui temperatura oscilla fra i 36 e i 40° C, è l’elemento centrale del Terme Salus Hotel, il cui fiore all’occhiello è la Thermal Spa, composta da piscina interna, sale relax, palestra e saune. Qui, antichi rituali, culture millenarie e tecniche contemporanee si ritrovano in cabina, nelle manualità di personale attento alle esigenze del singolo.

I 65° C della Therma Oasi sono un vero toccasana per stimolare il sistema energetico e ritrovare armonia fisica e spirituale. Gli effetti su cute e mucose sono immediati, grazie a un’azione antinfiammatoria, antiallergica e benefica sulle vie respiratorie e sull’apparato digerente, e a un’azione esfoliante e riparatrice sulla cute. A livello generale la preziosa acqua termale stimola il sistema nervoso parasimpatico e ha un effetto vaso dilatatorio sul circolo capillare.

Infine, c’è il Parco termale del Bagnaccio, a nord di Viterbo, lungo l’antica Via Francigena. L’ “Aquae Passeris”, sfruttata sin dai tempi degli Etruschi e poi dei Romani, è alimentata da acque di tipo solfato/bicarbonato/alcalino, terrose debolmente solfuree, ipertermali. L’origine antica del luogo è testimoniata anche dai numerosi resti di antiche terme romane sparse nei dintorni, piacevole diversivo per escursioni culturali a due passi dall’hotel.

Valnerina

La Valnerina è una delle zone dell’Umbria, e in particolare della provincia di Perugia, meta di appassionati di arrampicata. Non lontano dalle Cascate delle Marmore si trova per esempio la Falesia di Ferentillo, vicina al centro del paese, percorsa da numerose vie che vanno dai 15 metri fino ai 120 metri di altezza. Si tratta di una delle pareti più gettonate d’Italia per l’arrampicata sportiva, nota per essere ben attrezzata e costantemente aggiornata nelle utilities di supporto ai climber. L’Isola, le Mummie, lo Strittu, il Balcone e il Gabbio sono i nomi dei 5 settori in cui è divisa la falesia, a seconda dei gradi adatti sia agli scalatori con meno esperienza, sia a quelli più esperti. Il settore chiamato le Mummie presenta le vie più semplici e adatte ai principianti, mentre i più avvezzi potranno puntare sui settori detti il Balcone e il Gabbio. La salita verso la sommità consente di godere di panorami ad ampio raggio su tutta la Valnerina e di apprezzarne la natura incontaminata.

Valnerina

Rocche, abbazie ed eremi costellano il viaggio nella Valnerina, dove l’invito alla sosta è continuo. Da Norcia a Castelluccio e nel mezzo l’Abbazia di Sant’Eutizio, da Cerreto di Spoleto a Sant’Anatolia di Narco e nel mezzo l’Abbazia di San Pietro in Valle. E ancora da Poggiodomo a Monteleone di Spoleto, e da qui l’escursione sul grande anello del Monte Meraviglia e nei dintorni della Cascata delle Marmore. Tappe che consentono anche di assaporare quanto di meglio regala questa terra generosa: a Norcia sono prosciutto e salumi a farla da padrone, insieme al tartufo nero, al farro, alla lenticchia coltivata sulla Piana di Castelluccio. E ancora, i formaggi caprini prodotti localmente da allevatori che lavorano ancora come un secolo fa.

Trasimeno

Nel 1236, un certo Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni percorse per la prima volta i 2200 km che diedero vita alla cosiddetta Via Romea Germanica. Un viaggio lunghissimo, ma diviso in tre tronconi; Germani, da Stade a Wernigerode passando per Sassonia, Turingia e Baviera, Austria, da Seefeld, Innsbruck e Brennero, e Italia, dalle Alpi a Roma in 46 tappe, tra panorami suggestivi, natura, borghi e città d’arte. Una Via adatta a qualsiasi tipo di mezzo, dalla bicicletta a cavallo, dalla moto all’auto, ma anche a piedi, con i giusti tempi e la corretta preparazione al tipo di tappe selezionate. In Umbria, per esempio, ce ne sono quattro di tappe, che in poco più di 81 km portano da Pozzuolo a Orvieto, con stop a Paciano, Città della Pieve, Ficulle e Orvieto. Ciascuna tappa aggiunge Credenziali per l’ottenimento del il “Testimonium”, il certificato di fine pellegrinaggio una volta giunti a Roma.

Trasimeno

“I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese”. Si intitola così il trekking ispirato alle figure del “Divin Pittore” e del Marchese della Corgna, significative nella storia della zona del Trasimeno in età rinascimentale. In tutto, l’itinerario copre circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km circa l’una, fra paesaggi fonte di ispirazione per la mano di Pietro Vannucci e terre da conquistare per il condottiero Ascanio della Corgna. La prima tappa è di 19 Km, per 910 di dislivello, con una difficoltà media. Si parte dalla città natale del Perugino, Città della Pieve, per arrivare a Paciano, Panicale e Piegaro, borghi medievali ricchi di storia, cultura ed enogastronomia, belvedere sul Lago e le colline circostanti.
La seconda tappa – 21 km per 880 metri di dislivello – va da Panicale a Fontignano, luogo di sepoltura del Divin Pittore, al confine tra Umbria e Toscana.
La terza segna il tratto da Fontignano al piccolo borgo di Castiglion Fosco, toccando l’Abbazia dei Sette Frati e continuando per un percorso a saliscendi per 21 km e 629 metri di dislivello.
La quarta, conduce fino a Piegaro, passando per Montarale, che con i suoi 853 metri è il punto sommitale dell’intero cammino, terrazza panoramica sul Lago e fino ad Assisi. Anche in questo caso, i chilometri sono 21 e 1.100 i metri di dislivello, per un grado di difficoltà impegnativo. La quinta e ultima tappa, sempre di 21 km ma con 615 metri di dislivello, fa ritorno a Città della Pieve. Nel mezzo, Montegabbione e Monteleone di Orvieto, con splendidi panorami sulla Valdichiana.

Trasimeno

Se non avete mai visto uno svasso maggiore o un tarabusino, allora l’Oasi naturalistica la Valle, a San Savino di Magione, nel Parco del Trasimeno, è il luogo che fa per voi. Insieme a queste due specie, potrete avvistare folaghe e germani reali, alzavole, moriglioni, fischioni, marzaiole e canapiglie, aironi rossi e cinerini, gazzette e cannereccione. Per farlo, ci sono una passerella con un osservatorio per il birdwatching e la possibilità di avere binocoli e cannocchiali adatti allo scopo. L’Oasi è anche un centro di educazione e di esperienza ambientale, perfetto per un’escursione con i bambini, che possono iniziare ad approcciare la scienza quasi come fosse un gioco, nelle aule didattiche attrezzate e nel laboratorio con stereomicroscopi.

Assisano

Assisi, il “poverello” e le sue fatiche. I due percorsi che stiamo per affrontare si snodano attorno a questi temi, e prendono il nome di Cammino o Via di Francesco e Italia Coast2Coast. Il primo è diviso in due tronconi, piuttosto impegnativi e perciò fattibili in varie tappe, sempre indicate con segnaletica CAI bianco-rossa nel Lazio e giallo-blu in Umbria. La Via di Francesco del Nord va da La Verna ad Assisi, e comincia subito con due “scogli”, la salita verso l’Eremo di Montecasale e la città di Sansepolcro, per poi proseguire in un saliscendi di pendenze che mettono in connessione luoghi d’arte quali Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio e Valfabbrica. Fatiche ben ricompensate da una sequenza di panorami e monumenti al genio dell’uomo.

La Via del Sud è invece la direttiva che in 180 km porta da Greccio, nella Valle Santa di Rieti, Lazio, ad Assisi, e viceversa. Il Santuario di Greccio, dove Francesco realizzò il primo presepe della storia, è il primo di una serie di tasselli della vita del Santo: Fonte Colombo, La Foresta e Poggio Bustone, passando per la Cattedrale di Rieti. Il punto di incontro fra Lazio e Umbria è il Lago di Piediluco, in cui si immette il fiume Velino. Si cammina nel silenzio, riflettendo i pensieri là dove si riflettono le montagne e i boschi attorno. Si risale il fiume Nera, nella Valnerina, che sprofonda nelle Cascate delle Marmore e poi sfocia nella Valle di Spoleto. Sono questi i luoghi più amati dal Santo, che soleva dire “Nihil iucundius vidi valle mea spoletana”. Ecco dunque Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi, fra emozioni da esternare ammirando un territorio di rara piacevolezza o intime da interiorizzare dinanzi alla tomba del Santo, nella Basilica a lui dedicata nella “Città della Pace”.

Quattrocentodieci chilometri di sentieri, sterrati e stradine danno invece forma all’”Italia Coast to Coast”, suddiviso in 18 tappe di circa 20/25 km al giorno se si va a piedi, 50 se il mezzo è la MTB (per un totale di 440 km), che collegano fra loro quattro Regioni, Marche, Umbria, Lazio e Toscana. In Umbria, il C2C parte da Nocera Umbra e arriva a Orvieto. Nel mezzo, bellissime le soste ad Assisi, Cannara, nel cuore della Valle Umbra, e poi ancora Bevagna, Montefalco, Gualdo Cattaneo, Todi e Baschi.

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