Cinigiano e Arcidosso sono i due piccoli Comuni in provincia di Grosseto fra i quali si sviluppa la Riserva Naturale di Poggio all’Olmo: 400 ettari che si estendono tra l’alto corso del torrente Ribusieri, affluente dell’Orcia, e attorno ai rilievi di Poggio all’Olmo, Poggio Materaio e Poggio la Torretta. L’oasi naturale si trova a un’altitudine compresa tra gli 800 e i 1000 metri circa, sufficiente per godere di vista unica sulla Valle dell’Ombrone, sul Monte Amiata e sulle dolci colline della Val d’Orcia, Patrimonio dell’Unesco.
Percorrendo uno dei sentieri tracciati, gli appassionati di flora e fauna troveranno ampia soddisfazione: lungo il percorso si ha la possibilità di apprezzare folti boschi di pino nero, abeti e castagni, fra cui esemplari di alberi secolari, alternati ad ampie praterie e distese di arbusti, con ginestre e felci quali la linaria purpurea e la viola etrusca. Fra gli esemplari arborei meritevoli di nota c’è un pero mandorlino di oltre 10 metri, situato sulla cima di Poggio all’Olmo fra noci e castagni ultrasecolari.
Una volta giunti in questa zona, occhi aperti: con un po’ di fortuna si possono anche avvistare falchi pellegrini e sparvieri.
Lago di San Ruffino, anno di “nascita” 1961. Si tratta infatti di un invaso artificiale, che crea ai piedi dei Monti Sibillini e a pochi minuti dal borgo di Amandola un’oasi naturalistica da vivere tutto l’anno. Il prezioso ecosistema acquatico di 260.000 mq di superficie comprende un bosco di roverella, boscaglie di impluvio e una fitta vegetazione composta di salici, ontani neri, pioppi bianchi, pioppi neri, pioppi tremuli e arbusti vicarianti. Sulle sponde è stato realizzato anche un allevamento di cervi, unici animali in cattività in un’area popolata da esemplari di tasso, istrice, faina, volpe e varie specie di rapaci, oltre a cinghiali e caprioli. Ricca anche l’avifauna di passo o nidificante: ecco dunque esemplari di airone bianco e cenerino, garzetta, gallinella d’acqua, svasso e anatidi di ogni genere.
Il nome dell’invaso si deve all’Abbazia dei SS. Ruffino e Vitale, antico luogo di culto romano non distante dal lago, che nelle sue molteplici stratificazioni identifica ancora un suggestivo ipogeo affrescato da monaci eremiti e una cripta.
Sul trenino ecologico, in battello e, per chi ama lo stile d’antan, addirittura in calesse. Il Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massacciuccoli si può visitare anche così, oltre che a piedi e in bicicletta. Cuore di questa vasta area in provincia di Pisa, ampia circa 23.000 ettari, è la Tenuta di San Rossore, ex proprietà della Presidenza della Repubblica, di cui si può ancora ammirare la Villa del Gombo. Oltre a questa chicca dall’allure altisonante, il Parco comprende numerose altre zone intatte e splendidamente selvagge: la Macchia Lucchese, il Lago di Massaciuccoli e l’area lacustre oggi Oasi Lipu, le foreste di Tombolo e di Migliarino e le foci dell’Arno e del Serchio. Ci sono anche tre “enclave” extra parco, vale a dire le Secche della Meloria e gli scogli compresi tra Livorno e l’isola di Gorgona. Nell’insieme, si tratta quindi di un mosaico di paesaggi assai diversificati fra loro, che vanno dalle dune di sabbia litoranee alle grandi e verdissime pinete dell’entroterra, dagli acquitrini ai boschi rigogliosi di macchia mediterranea profumata, il tutto fra i Comuni di Pisa, Viareggio, San Giuliano Terme, Vecchiano, Massarosa e Livorno.
Se la flora è ricca – da scovare la rara drosera, una piccola pianta carnivora, la liana periploca greca, l’orchidea palustre e il bellissimo fiordaliso delle sabbie – lo è altrettanto la fauna, che nelle zone umide, in dialetto “lame”, comprende uccelli di palude, trampolieri e aironi, mentre nel bosco daini e cinghiali.
Quanto ci vuole per coprire 2.000 metri di dislivello? Dieci minuti. Cinque per ognuna delle due tratte in cui è diviso il percorso dello Skyway Monte Bianco, un impianto funiviario che separa Courmayeur, situato a 1.300 metri, dalla stazione intermedia di Pavillon du Mont Fréty, a 2.200 metri, e da quella più elevata di Punta Helbronner, a quota 3.466. Un’esperienza di pochi minuti ma che sa già di viaggio, perché durante la salita la cabina di forma semisferica gira a 360° regalando l’occasione unica di ammirare da vicino il “Gigante delle Alpi” e panorami a dir poco indimenticabili, che abbracciano anche le cime di Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso. Non solo, entrambe le soste lungo la salita offrono comfort da resort di lusso: una cantina in alta quota, 2 ristoranti, una sala conferenze e una speciale shopping area al Pavillon, mentre a Punta Helbronner si trovano un bistrot e un’esposizione permanente di cristalli. Da qui, attraverso un tunnel, si può anche raggiungere lo storico Rifugio Torino, punto di partenza per percorsi alpinistici e fuori pista come quello del ghiacciaio del Toula, dei Marbrées e i 24 Km della Vallée Blanche, che conducono fino a Chamonix.
SIC, ZPS e RAMSAR sono le sigle che identificano un sito d’interesse comunitario, una zona a protezione speciale, soprattutto per l’avifauna – molti gli esemplari di rapaci -, e aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica. Ecco, per capire di cosa si tratta, a 6 km da Matera, circondata da campi coltivati e masserie antiche tipiche della campagna lucana, c’è l’Oasi WWF di San Giuliano, che con i suoi 2500 ettari è la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia. L’invaso si è formato in modo artificiale e offre l’habitat ideale per la pratica di birdwatching, escursionismo ambientale, trekking, mountain bike, walking map e orienteering.
La Valle Telesina si trova nel cuore della provincia di Benevento, a pochi chilometri da Telese Terme, nota meta benessere sin dai tempi dell’antichità grazie alle sue acque sorgive messe a frutto da uno stabilimento termale. La natura è l’elemento che contraddistingue tutta la zona, tutelata in parte dal Parco del Grassano, oasi di vero relax disseminato di vestigia romane, castelli medievali e piccoli borghi dove è piacevole fare tappa fra un’escursione e un’attività sportiva proposta dall’ente parco. Canoa, rafting, MTB, trekking…o anche un semplice picnic nelle aree riservate: il Parco del Grassano è un vero punto di riferimento nel beneventano e non solo per chiunque sia in cerca di una meta per trascorrere una giornata all’insegna del benessere tout court.
Impossibile non lasciare andare l’immaginazione a ciò che nell’antichità ha rappresentato lo Stretto di Messina e con esso le terre che si affacciano su questo breve tratto di mare chiuso fra costa calabra e sicula. Uno spazio-tempo in cui abitavano mostri marini sempre in agguato per catturare e distruggere navi e marinai, come per esempio era Skyla, Scilla, la “cagna” pronta a dilaniare, misterioso mostro responsabile di tempeste e innumerevoli naufragi insieme alla dirimpettaia Cariddi, colei che risucchiava nei vortici di acqua e vento. Leggende nate dalle condizioni atmosferiche generate dalle correnti rapide e irregolari che da sempre caratterizzano lo Stretto di Messina.
Scilla, arroccata su un promontorio che pare quasi un’isola, è oggi una rinomata località balneare, che fra le sue attrazioni ha proprio quella di offrire un magnifico Belvedere sullo Stretto. Si tratta di Piazza San Rocco, vasto terrazzamento costruito su un costone di roccia, e si affaccia a strapiombo su un panorama da cartolina.
Marche, Emilia Romagna e Toscana si incontrano nel Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, 4791 ettari sviluppati a cavallo delle Province di Pesaro-Urbino, Rimini e Arezzo, dove si fonde con l’omonima Riserva Naturale toscana del comune di Sestino. Il Montefeltro con i Comuni di Carpegna, Frontino, Montecopiolo, Pian di Meleto, Pennabilli e Pietrarubbia ricade dunque nella sua area di tutela.
Il territorio del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello è percorso da sentieri del CAI. Prima di intraprendere le escursioni è bene informarsi presso il Centro Visite di Ponte Cappuccini e gli uffici delle Pro Loco o Uffici Turistici della zona, dove sono a disposizione cartine e mappe dettagliate. L’area tutelata comprende anche un poligono militare; l’accesso a questa porzione di Parco potrebbe essere vietata in caso di esercitazioni militari; conviene quindi sempre informarsi prima per evitare di ritrovarsi in mezzo a un’esercitazione; l’area del poligono militare è tabellata e l’accesso è comunque libero se non si svolgono addestramenti militari. Nei mesi estivi non ci sono comunque mai esercitazioni.
A piedi, a cavallo o in mountain bike, tutta l’area è servita da una ricca viabilità interna che permette di raggiungere la quasi totalità delle principali mete escursionistiche, tra cui si segnalano le ultime due tappe dell’Alta Via dei Parchi che dal Monte Fumaiolo conducono all’Eremo della Madonna del Faggio. Tutto il comprensorio è dotato di aree attrezzate per i suoi ospiti e anche di un Museo Naturalistico e Centro Visite (Pennabilli) e di un Parco Faunistico (Pian dei Prati), con animali domestici e selvatici e centri di educazione ambientale. Sono altresì presenti nel Parco innumerevoli Musei e svariate strutture per l’accoglienza di gruppi e scolaresche, strutture del Parco (Ostello di Calvillano e Foresteria di Frontino) e alberghi, agriturismi, camping e ristoranti per tutti i gusti.
La motivazione alla base della sua istituzione nel 2001 è articolata: è la straordinaria importanza dal punto di vista paesaggistico, geologico, geomorfologico, paleontologico, floristico e faunistico. Stiamo parlando della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, fiore all’occhiello della Provincia di Pesaro e Urbino, da vivere grazie a visite guidate didattiche e turistiche, passeggiate, eventi sportivi e culturali. Una rete sentieristica di oltre 50 km consente di esplorarne i quasi 4.000 ettari, ammirarne flora e fauna e apprezzarne la straordinaria biodiversità, fino a raggiungere il suggestivo canyon della Gola del Furlo, scavato dalle acque del fiume Candigliano. Da non perdere il Museo-Rifugio Ca’ I Fabbri, situato sul Monte Paganuccio, che offre anche 25 posti letto e sala da pranzo attrezzata.
Il territorio di Genga, nell’anconetano, è una continua sorpresa, che dal 1997 è tutelato dal Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi. Nei suoi 9170 ettari di superficie si concentrano alcune meraviglie della natura, come le celeberrime Grotte di Frasassi, che costituiscono la più grande cavità sotterranea d’Europa, la Gola della Rossa e numerose altre grotte, ma anche alcuni monumenti architettonici di notevole interesse. Si vedano lo spettacolare Tempio del Valadier, l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa, l’Eremo di Grottafucile e l’ex mulino nei pressi dell’abbazia romanica di San Vittore alle Chiuse. Qui si trova il Parco Frasassi Avventura, area attrezzata con 5 percorsi adatti a grandi e bambini, che alternano cavi sospesi sul fiume Sentino, ponti tibetani e carrucole vertiginose. Laboratori creativi, attività didattiche ed escursionismo completano l’offerta, facendo di questo “parco nel parco” una meta polivalente, che unisce sport, cultura e adrenalina.