Cattedrale di Nicosia

Oggi si trova in provincia di Enna, ma quando nel 1388 la Cattedrale di Nicosia, dedicata a San Nicola di Bari, fu ufficialmente riconosciuta come parrocchia, apparteneva all’arcidiocesi di Messina. Le sue origini risalgono a circa un secolo prima, agli inizi del Trecento, a quando la Sicilia era terra del regno di Federico II d’Aragona. Consacrata nel 1340 anche se non ancora ultimata, la Cattedrale conserva al suo interno opere di notevole valore, come la Cappella di San Crispino, sede della Confraternita dei Calzolai, un tetto ligneo dipinto, vera rarità per la Sicilia del Quattrocento, la Cappella del Redentore, con il trittico marmoreo del Redentore realizzato dal celebre Antonello Gagini, autore anche del fonte battesimale situato nella navata di sinistra.

Basilica di Sant’Andrea

La basilica concattedrale di Sant’Andrea a Mantova è la più imponente chiesa della città. La sua storia inizia nell’804, quando sorse un primo edificio preromanico dedicato a Sant’Andrea, in seguito alla scoperta della reliquia del Sangue di Cristo. Successivamente, nel 1049, il monastero benedettino fu ricostruito dopo un secondo rinvenimento della reliquia.

La chiesa che possiamo ammirare oggi fu oggetto di una ristrutturazione decisa nel 1472 su progetto di Leon Battista Alberti, commissionato da Ludovico III Gonzaga.

La tomba di Andrea Mantegna, situata nella prima cappella a sinistra, è di particolare interesse, decorata con i disegni dell’artista eseguiti dal Correggio. La basilica di Sant’Andrea rappresenta un punto di riferimento architettonico e storico a Mantova, mantenendo viva la memoria di momenti significativi della città e della sua eredità artistica.

Basilica di San Francesco ad Assisi

Il 16 luglio 1228, Francesco d’Assisi, al secolo Giovanni di Pietro di Bernardone, veniva canonizzato da Papa Gregorio IX. Il giorno dopo, lo stesso pontefice poneva la prima pietra di quella che sarebbe diventata la Basilica di San Francesco di Assisi, fulcro della Cristianità fra i più visitati al mondo, simbolo di pace e perciò scelto spesso per ospitare gli incontri più importanti a favore del dialogo interreligioso.

Il luogo prescelto per la costruzione, indicato in vita dallo stesso “Poverello”, era quello dove un tempo venivano eseguite le condanne a morte e seppelliti i malfattori. Qui, nell’arco di 25 anni, sorse uno dei complessi più spettacolari del Medioevo, che ancora oggi stupisce per l’articolata e imponente struttura, ben visibile già da lontano, arrivando dalla piana che circonda il promontorio di Assisi.

Due le chiese che si innestano una sull’altra. La Basilica Inferiore, a una sola navata, divisa da arcate ribassate in cinque grandi campate e con una serie di cappelle laterali della fine del XIII secolo, presenta un’atmosfera cupa che invita al raccoglimento, prima e dopo la discesa nella cripta dietro l’altare, dove si trova l’urna con le spoglie del Santo. E la Basilica Superiore, ariosa e luminosa, in stile gotico con influssi francesi, a una navata con quattro campare e volte a crociera, transetto e abside poligonale. Protagonisti in entrambe le chiese sono gli spettacolari cicli di affreschi, che al piano inferiore vedono, fra le altre, opere a firma di Pietro Lorenzetti, e a quello superiore due distinti cicli, quello di Cimabue e quello di Giotto, fra le narrazioni pittoriche più mirabili dell’epoca e oltre. Accanto al primo piano si apre poi il Chiostro di Sisto IV, cui si accede al Museo del Tesoro, dove dipinti, oreficerie e tessuti pregiati narrano la storia del complesso, Monumento Nazionale dal 2000 iscritto alla lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alle altre principali emergenze architettoniche di Assisi. Si vedano la Chiesa di Santa Chiara, fondatrice dell’ordine delle Clarisse, il Duomo di San Rufino, la Chiesa di San Pietro, di Santa Maria Maggiore, la Chiesa Nuova e la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, che la tradizione narra essere il luogo dove il Santo fondò l’Ordine dei Frati Minori, accolse i primi fratelli e fondò l’Ordine delle Clarisse nel 1211.

Basilica – Cattedrale di San Tommaso Apostolo

I Turchi nel 1566 e poi i Francesi nel 1799 l’hanno profanata, poi sono arrivate le bombe della Seconda Guerra Mondiale, ma ciononostante, la Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona è ancora lì, con la sua lunga storia che la vuole eretta sulle rovine di un antico tempio pagano, e con la cripta che dal 1258, in una cassetta di rame dorato, custodisce le reliquie dell’Apostolo Tommaso, protettore della città abruzzese.

L’ultima ricostruzione della facciata risale al 1947, opera che ha comunque conservato gli archi a ogiva, le finestre gotiche e i capitelli risalenti all’epoca sveva. Bellissimo anche l’abside trecentesco e la volta del Seicento della navata centrale, l’antica sagrestia, la Cappella del S.S. Sacramento con i bassorilievi dell’ortonese Perez e quella di San Tommaso, con le ceramiche di Tommaso Cascella e il busto-reliquiario del Santo.

Il 3 luglio, Ortona è in festa per le celebrazioni liturgiche in onore del suo patrono, ma anche la prima domenica di maggio è un giorno speciale per visitare la Basilica di San Tommaso Apostolo e l’annesso Museo Capitolare, perché si svolge la festa del “Perdono”, così chiamata per la concessione papale dell’indulgenza Plenaria, celebrata con un fastoso corteo in stile rinascimentale.

Via di San Colombano

La Via di San Colombano, antico itinerario che guidava i pellegrini fino a Bobbio, patria dell’abbazia fondata dall’abate irlandese San Colombano nel VII secolo, offre un’avvincente immersione nella storia e nella spiritualità europea. Colombano, noto come “Il Santo Patrono d’Europa”, nacque nel 542 e, dal 591, viaggiò per oltre trent’anni fondando comunità e monasteri in diverse nazioni europee.

Questo itinerario, che attraversa il lato orientale del Lago di Como e le pittoresche località di Novate, Curcio, Dervio, Bellano e Varenna, conduce i viaggiatori attraverso borghi incantevoli affacciati sul lago e circondati dalle montagne. Attraverso Lierna e Abbadia, punto di inizio del Sentiero del Viandante, i visitatori possono esplorare le bellezze artistiche e naturali della zona.

Proseguendo da Lecco lungo il fiume Adda, con tappe a Olginate, Brivio e Melegnano, si giunge al maestoso Duomo di Lodi, una testimonianza romanica che custodisce tesori artistici come la statua di S. Bassiano, l’altare sarcofago gotico, affreschi medievali e una scultura romanica rara che raffigura l’Ultima Cena.

Continuando il cammino, si arriva a San Colombano, luogo di nascita di don Carlo Gnocchi, figura venerata come beato dalla Chiesa cattolica. Infine, l’itinerario culmina a Bobbio, dove San Colombano fondò la sua ultima abbazia nel 615, diventando un centro di stabilità e cultura in un’epoca di violenza.

Questo percorso storico, attualmente oggetto di studio e riqualificazione, offre due itinerari attraverso la provincia di Pavia: il Percorso 1 da Pavia a Colombarone e il Percorso 2 da Colombarone a Caminata. Attraverso le tracce di San Colombano, i viaggiatori possono rivivere la storia e la spiritualità che hanno plasmato l’Europa medievale.

Cammino di Sant’Agostino – Lombardia

Il Cammino di Sant’Agostino è un itinerario pensato per collegare cinquanta Santuari mariani in Lombardia a tre località fondamentali legate alla vita di Sant’Agostino da Ippona. Queste località includono Rus Cassiciacum (oggi Cassago Brianza), il luogo della sua conversione; Milano, dove fu battezzato e Pavia, che ospita le sue reliquie dal VII secolo, trasferite da Genova tramite la Via del Sale.

Durante il cammino, una tappa a Pavia offre l’opportunità di esplorare la Bottega della Certosa, dove si tramanda l’antica arte dell’erboristeria. Questo antico mestiere, coltivato sin dal Medioevo nei monasteri, offre una vasta gamma di prodotti, tra cui amari, propoli, pappa reale, erbe medicinali e cioccolata.

Un tratto distintivo del Cammino di Sant’Agostino è il suo percorso che disegna una figura stilizzata di rosa attraverso le province di Monza e Brianza, Milano, Varese e Bergamo. Il percorso circolare di 352 chilometri inizia e termina a Monza, passando per venticinque Santuari mariani e toccando idealmente quindici giorni di cammino, cammino che si snoda attraverso luoghi di notevole importanza storica, come la chiesa-santuario di Santa Maria delle Grazie a Monza, fondata alla fine del VI secolo dalla regina Teodolinda.

Le ali orientali e occidentali del percorso collegano Milano e Monza attraverso canali e vie d’acqua, toccando rispettivamente undici e dieci Santuari mariani. Il “gambo” del cammino unisce le città di Monza, Milano, Pavia e Genova attraverso il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e la Via del Sale, con una lunghezza complessiva di 384 chilometri.

Le radici del cammino connettono i luoghi nativi di Sant’Agostino in Africa, collegando le città di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona. Questo percorso africano copre circa 605 chilometri attraverso Tunisia e Algeria, offrendo una prospettiva unica della vita e dei viaggi del santo. Durante il cammino, sono disponibili diverse strutture di soggiorno con tariffe agevolate, grazie a una rete di strutture ospitanti convenzionate.

Duomo di Milano

Il Duomo di Milano, emblema del capoluogo lombardo in Italia e nel mondo, è una testimonianza straordinaria di arte e architettura. L’inizio della sua costruzione nel 1387 ha plasmato nel corso dei secoli una cattedrale imponente, la terza al mondo per superficie, dopo San Pietro a Roma e Santa Maria della Sede di Siviglia.

La facciata, le guglie e la statua dorata della Madonnina si ergono maestose, attraendo visitatori interessati al suo valore religioso, culturale e artistico e offrendo un’esperienza imperdibile per coloro che si trovano di passaggio nel capoluogo lombardo.

L’edificazione del Duomo ha coinvolto numerosi artisti e scultori nel corso dei secoli, risultando in un capolavoro realizzato con il pregiato marmo bianco di Candoglia. La ricchezza della decorazione statuaria, le guglie imponenti e i portali grandiosi dominano la piazza circostante, conferendo al Duomo un’aura di magnificenza.

L’interno del Duomo accoglie i visitatori con solennità, le sue maestose navate scandite da altissimi pilastri in stile gotico lombardo. La Terrazza del Duomo, raggiungibile tramite ascensore, offre una vista spettacolare, consentendo di ammirare gli intricati archi rampanti e i pinnacoli che definiscono la silhouette della cattedrale.

Sulla guglia più alta, a 108 metri di altezza, svetta la statua dorata della Madonnina, simbolo della città. Dalla Terrazza, lo sguardo si estende sui principali monumenti del centro storico di Milano, dalla Loggia dei Mercanti al Palazzo della Ragione, dalla Galleria Vittorio Emanuele ai moderni grattacieli che delineano lo skyline della città. Una visita al Duomo di Milano è un viaggio nella storia, nell’arte e nella grandiosità architettonica di questa icona milanese.

Il Cammino di Francesco nel Lazio: tragitto da Rieti a Poggio Bustone

Arezzo, Santuario de La Verna, e da qui giù fino a Roma. Queste le stazioni di inizio e fine del Cammino di Francesco, che nella sua parte mediana transita per la cosiddetta Valle Santa Reatina. È infatti nella campagna della provincia di Rieti che San Francesco si recò più volte, fra il 1209 e il 1226, fondando quattro santuari e compiendo atti che hanno segnato la sua esistenza e quella della Cristianità intera: la realizzazione del primo Presepe, la stesura della Regola dell’Ordine Francescano e la composizione del Cantico delle Creature.

Il Cammino si compone di otto tappe per un totale di 80 km, da percorrere con la dovuta lentezza, per godere di paesaggi meravigliosi e luoghi d’arte di tutto rispetto. Fra questi, spiccano senz’altro i Santuari voluti dal “Poverello” – quelli di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo – il centro storico di Rieti, l’Abbazia di San Pastore e il bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, nella Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. L’alternativa al cammino è la Ciclovia della Conca Reatina, ma per tutti, da portare con sé e da far timbrare a ogni tappa, c’è il “Passaporto”, oppure, per chi ci mette meno di due giorni, l’ “Attestato del pellegrino”.

Via Francigena-Lombardia

La Via Francigena, uno dei più significativi itinerari storico-culturali, si snoda lungo oltre duemila chilometri, dall’Inghilterra fino all’Italia, seguendo il percorso descritto nel Diario di Sigerico nel 990. La tratta lombarda della Via, estendendosi per centoventi chilometri tra Pavia e Lodi, attraversa il pittoresco paesaggio della Lomellina, caratterizzato da risaie, canali e paesi dal fascino senza tempo.

Nel cuore di questa regione emergono castelli, ville e cascine storiche, come la Sforzesca progettata da Leonardo per Ludovico il Moro. Il primo tratto pavese della Via inizia a Palestro, attraversa Robbio e giunge a Mortara, passando per le Chiese di San Valeriano e San Pietro di Robbio.
Sempre a Mortara meritano una visita la Basilica di San Lorenzo e l’Abbazia di Santa Croce e Sant’Albino. Tromello è la prima meta della seconda tratta pavese e una sosta al Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco è doverosa.

Il tragitto prosegue verso Pavia, con una visita alla Certosa di Pavia, un capolavoro rinascimentale eretto da Gian Galeazzo Visconti dove, gli amanti dei liquori artigianali possono fare acquisti presso l’antica Farmacia della Certosa che offre prodotti monastici come l’Amaro Certosa e il Liquore al caffè.

Pavia contribuisce al patrimonio storico e artistico della Via Francigena con il Duomo con le spoglie di San Siro, il reliquiario secentesco e le basiliche di San Michele Maggiore e San Pietro in Ciel d’Oro.
Il tratto finale della Via pavese termina a Lambrinia e prosegue nel territorio lodigiano, da Ponte di Mariotto a Orio Litta lungo il fiume Lambro, passando per Cascina Cantarana, edificata dai Monaci Cistercensi e per il Transitum Padi di Sigerico, un punto di imbarco per i pellegrini diretti a Roma.

Basilica di Superga

Corso Francia, Palazzo Reale a Torino e Castello di Rivoli. Lungo quest’asse ideale si colloca la Basilica di Superga, che dall’alto del colle omonimo, da 669 metri di quota, domina tutto il capoluogo piemontese fino alle Alpi. A volerne la costruzione fu il duca di Savoia Vittorio Amedeo II, che nel 1706 scelse questo punto di osservazione per tenere sott’occhio lo svolgimento della battaglia contro l’esercito Franco-Spagnolo di Luigi XIV. Gli annali raccontano che mentre si trovava sul colle insieme al Principe Eugenio di Savoia Soisson, con il quale guidava l’esercito locale, il duca fece voto di costruire un monumento alla Madonna in caso di vittoria. All’indomani della vittoria, dunque, il progetto fu affidato a Filippo Juvarra, l’architetto di fiducia di casa Savoia, già artefice di alcune delle Residenze Sabaude, come per esempio la Venaria Reale e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. L’edificazione della Basilica iniziò il 20 luglio 1717 e durò 14 anni, per poi essere consacrata nel 1731.

Visibile sin dal centro città, la chiesa barocca ha dimensioni imponenti, a partire da quelle della cupola ottagonale alta 65 metri (75 se si considera la croce sulla lanterna), contornata da due eleganti campanili gemelli alti 60 metri. La lunghezza del pronao in marmo a otto colonne corinzie è invece di 51 metri, spazio che introduce a un interno solenne a pianta circolare, arricchita da sei cappelle e da quattro altari, oltre all’Altare Maggiore. Di dimensioni generose anche la cripta sotterranea, che accoglie i sepolcri di 58 membri di Casa Savoia.
Il complesso della Basilica di Superga, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alle altre Residenze Sabaude, comprende anche un ampio monastero con chiostro, che in origine ospitava la Congregazione dei Sacerdoti Regolari, istituita da Vittorio Amedeo II nel 1730, cui sono subentrati, a partire dal 1966, i padri dell’Ordine dei Servi di Maria, attuali gestori della basilica. Sul piazzale a destra della chiesa, si trova un monumento inaugurato nel 1902, dedicato alla memoria del re Umberto I di Savoia.

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