Avatours / types of tourists: Turista Sportivo
Coppa del Mondo Snowboard Cross
UTMB Ultra Trail Mont Blanc
Torx – Tor des Géants
Capanna Regina Margherita
Nel 1893, la Regina Margherita trascorse forse la sua unica notte in una camera con letti a castello e bagni in comune. Fu una delle prime ospiti del rifugio più alto d’Europa, da allora chiamato in suo onore Capanna Regina Margherita. Appollaiato a 4.556 metri, sulla Punta Gnifetti, fa parte del massiccio del Monte Rosa ed è ben visibile anche dal fondovalle. Data la sua collocazione su uno sperone di roccia spesso ricoperto da neve e ghiaccio è consigliato farsi accompagnare da una Guida Alpina UIAGM.
Al suo interno, oltre a 70 posti letto, biblioteca, bar e ristorante, ospita un importante laboratorio adibito alla ricerca scientifica, noto come Osservatorio Regina Margherita. Non solo. La Capanna è un fondamentale punto di riferimento per le operazioni di Soccorso Alpino in tutta l’area dei “Giganti della Valle d’Aosta” ed è parte del patrimonio storico-culturale del Club Alpino Italiano, che di recente è pure stato ristrutturato nell’ottica di ridurne l’impatto ambientale e renderla una struttura sempre più ecocompatibile, mediante un sistema di gestione ambientale certificato secondo la ISO 14001.
Alta Via n. 2 La via naturalistica: un trekking alpino per scoprire flora e fauna
Il percorso di ritorno dell’Alta Via n.1 è quello dell’Alta Via n. 2, denominata Alta Via Naturalistica. Pertanto, facendo a ritroso la tratta Donnas – Courmayeur, corre lungo la destra orografica della Dora Baltea e conduce appunto da Courmayeur a Donnas, con un tracciato suddiviso in 14 tappe giornaliere che richiedono dalle 3 alle 5 ore di marcia ciascuna. La quota media è di 2.000 metri, che talvolta arriva a sfiorare o superare i 3.000 metri, come per esempio in corrispondenza di Col Loson, dove arriva a 3.300 metri.
Per la comodità dei suoi sentieri, ampi circa 80 cm e ben segnalati, l’Alta Via n. 2 è fattibile da chiunque, anche se l’impegno che richiede a causa dell’altitudine e delle distanze medie suggerisce a chi non è un assiduo camminatore di scegliere solo alcuni tratti, preferibilmente quelli sul fondovalle. La caratteristica principale è che attraversa ben due aree protette, il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Regionale del Mont Avic, il che mette l’escursionista a confronto con zone selvagge ricche di flora e fauna alpina ma anche con villaggi e centri abitati di alta montagna rimasti arroccati a tradizioni enogastronomiche e di mestieri vecchi di secoli, il tutto immerso in paesaggi suggestivi. L’incontro con camosci, aquile reali, stambecchi, marmotte ed ermellini è quasi all’ordine del giorno, anche perché l’Alta Via Naturalistica è accessibile solo in estate, la stagione migliore sia per gli avvistamenti sia per godere della massima fioritura delle specie floreali e arboree di montagna.
Molti i punti di sosta, da semplici campeggi e bivacchi a rifugi e alberghi dotati di ogni comfort. Il percorso scende spesso nel fondovalle per consentire di usufruire di vari servizi ed eventualmente anche di interrompere il cammino rientrando in autobus alla base, Courmayeur.
Alta via numero 1 – Via dei giganti: trekking d’alta quota tra le vette più alte d’Europa
Alta via numero 1 – Via dei giganti: trekking d’alta quota tra le vette più alte d’Europa. Il titolo di questa avventura escursionistica la dice lunga su ciò che ci aspetta lassù, sul crinale di tre delle quattro cime da 4.000 metri della Valle d’Aosta. L’Alta Via n. 1 è un itinerario escursionistico che si sviluppa ai piedi dei massicci del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco, che accanto a queste architetture naturali mostra ciò che l’ingegno umano è riuscito a creare per adattarsi al meglio alla montagna, vale a dire le costruzioni tradizionali Walser, tipiche della Valle di Gressoney e dell’Alta Valle di Ayas.
L’Alta Via n. 1 corre lungo la sinistra orografica della Dora Baltea ed è molto ben segnalata, offrendo tracciati della larghezza media di 80 cm. Ciò la rende un’escursione adatta a tutti, ma di certo, data l’altitudine e alcuni passaggi non proprio da principianti, bisogna saper scegliere su quali tratti puntare se non si hanno fiato e gambe ben allenate. Il consiglio migliore è sempre quello di affrontare una salita del genere accompagnati dalle guide professioniste locali, che conoscono le difficoltà di ogni percorso.
L’itinerario è percorribile nei mesi estivi, conduce da Donnas a Courmayeur, con 17 tappe giornaliere che richiedono in media 3-5 ore di marcia ciascuna, e si sviluppa fra prati, pascoli, boschi e pietraie, mantenendosi ad una quota media di 2.000 metri e sfiorando spesso i 3.000 metri. A ritemprare i trekker lungo il tragitto c’è un’ampia scelta di servizi in grado di soddisfare tutte le tasche: campeggi, bivacchi, rifugi, alberghi e dormitori. Non solo. Il percorso ha la caratteristica di ridiscendere, quasi ad ogni tappa, nel fondovalle per permettere di usufruire dei servizi dei paesi oppure interrompere il cammino con rientro in autobus.
Percorso di Barefooting
A piedi nudi nel parco. Come nel celebre film del 1967 che aveva come protagonisti Jane Fonda e Robert Redford, a Morgex ci si toglie scarpe e calze e si cammina a piedi nudi, su un tracciato di circa 600 metri di lunghezza, situato nella zona del campo sportivo comunale. Sull’erba, ma anche su legno, pietra, muschio, fango, acqua e sabbia, e ancora su petali di fiori, aghi di larice, pigne. Si chiama barefoot ed è una pratica wellness di recente “invenzione”, che stimola i sensi, il corpo e la mente, grazie al contatto con questi elementi naturali, ma anche al silenzio, ai profumi nell’aria, alla vista dei “Giganti della Valle d’Aosta” che si stagliano all’orizzonte.
I Giganti della Valle d’Aosta: I 4000 metri della Valle d’Aosta
Chi ama le alte vette, da guardare ma magari anche da sfidare, in ferrate, scalate e ogni altra forma di sport più o meno estremo, sa che la Valle d’Aosta è la Regione italiana che ha il privilegio di riunire nei suoi stretti confini quattro delle cime sopra i 4.000 metri, noti come i “Giganti delle Alpi”: iniziando dalla più alta, ecco il Monte Bianco, 4.810 metri di quota che ne fanno la montagna seconda in Europa solo all’Elbrus, del Caucaso. Scolpito nel granito, il Bianco è seguito dai 4.634 metri del Rosa, e dai 4.478 metri del Cervino, assai facilmente riconoscibile per la caratteristica forma piramidale. Infine, il Gran Paradiso, 4.061 metri ma tutti italiani, in quanto è l’unico dei “4.000” interamente compreso al di qua del confine.
La Valle d’Aosta è dunque una terra che sa incantare e dare vertigini, con spettacolari ghiacciai, pascoli e boschi, arditi profili di roccia che si stagliano nel cielo e panorami mozzafiato, invitando a scoprire l’emozione di vivere immersi nella natura più incontaminata, in gran parte protetta da aree soggette a tutela. Fra queste, per esempio, c’è anche il più antico Parco Nazionale d’Italia, quello del Gran Paradiso, fondato nel 1922, un modello che ha fatto scuola e che da allora regala l’emozione di potersi ritrovare faccia a faccia con esemplari di camosci, stambecchi, marmotte ed ermellini, che in estate si spingono a valle fino a lambire i centri abitati dei piccoli borghi di montagna, dove tradizioni enogastronomiche e folcloristiche fanno il resto.
Irpinia
Percorrere i 200 km del Trekking Partenio è come camminare indietro nel tempo. Tralasciando per un attimo l’aspetto preponderante, quello naturalistico, e concentrandosi invece sui segni lasciati dall’uomo, si può cogliere come questo tracciato sia un insieme di mulattiere, carrarecce, viottoli, sentieri più o meno comodi, ma sempre segnalati dal CAI, lungo i quali sono passati pastori, taglialegna, rifugiati e sfollati di guerre, briganti, contrabbandieri o semplici cercatori dei tesori del bosco, i funghi. Transiti che hanno cambiato, chi in un senso e chi in un altro, la storia stessa della Campania, e prima ancora della Valle Lauro e dell’Irpinia tutta. Dopo decenni di abbandono dovuto al fenomeno dell’emigrazione e della motorizzazione, l’esigenza di un ritorno alla natura ha permesso di ripristinare tali sentieri, coniugando attività sportiva e culturale e ridando al territorio il suo giusto ruolo, tanto che oggi il Partenio è considerato una delle oasi naturali più belle e incontaminate del Paese.
Il Trekking Partenio è l’itinerario principale che insiste sul Monte Partenio, mettendo in comunicazione i vari comuni attraverso un percorso che si snoda lungo la dorsale principale fra i passi dei Monti di Avella, Piano di Lauro e Mafariello, toccando le zone più alte del territorio e collegandole direttamente con le aree a valle. Un altro percorso che dà grande soddisfazione è quello che parte dal centro di Ospedaletto d’Alpinolo ed è detto Sentiero di Mamma Schiavona dedicato alla Madonna di Montevergine, meta che si raggiunge in circa 2 ore, a quota 1260 metri.
Per chi cerca l’emozione di camminare sospeso nel vuoto o fra le chiome di castagni e faggi secolari, sempre in località Ospedaletto d’Alpinolo c’è il Parco Avventura Montevergine, dove si entra in una modalità slow e di totale contatto con la natura. Le attività proposte hanno diversi gradi di difficoltà, fra liane, ponti tibetani o oscillanti, passerelle di cavo e ponti di corda per tutte le età.
A fare da raccordo a tutti i 33 sentieri del Parco e, simbolicamente, di 4 Province e 19 Comuni, è il Sentiero Italia, che attraversa il Massiccio del Partenio da Mercogliano a S. Martino Valle Caudina, passando per la cresta dei Monti di Avella.
Il Parco del Partenio offre quattro rifugi, situati in pianori di natura carsica, tappa ideale per spezzare cammini che possono durare anche svariate ore. Ne bastano invece due per effettuare il Percorso Ambientale Summonte-Campo San Giovanni che parte dal centro storico di Summonte per poi raggiungere località naturalistiche come Urupreta, Castellone e Becco dell’Aquila, terminando in zona Campo San Giovanni, a 1150 metri di quota.
Per organizzare un’escursione nel Parco Regionale del Partenio e ci si può rivolgere all’associazione Irpinia Trekking o al WWF che qui gestisce due Oasi. In alternativa è possibile consultare la Mappa Escursionistica del Partenio – Alta Via del Partenio, nata dalla collaborazione tra la sezione di Avellino del CAI e la Comunità Montana del Partenio.
Sempre nell’avellinese, altro punto di riferimento e di arrivo dei numerosi percorsi di trekking in Alta Irpinia è il Monte Cervialto, che con i suoi 1809 metri di quota è la seconda cima della Campania. Il suo nome lo deve al cospicuo numero di cervi che un tempo popolavano la zona, ma a essere rimasto inalterato è il panorama che spazia dalla Piana del Sele al Golfo di Salerno, fino a intravvedere il Tavoliere delle Puglie. Assieme al Montagnone di Nusco, il Cervialto costituisce un complesso orografico di grande interesse faunistico, tale da essere riconosciuto come area SIC (Sito di Interesse Comunitario). Attraverso fitti boschi di castagni, principale coltura arborea del territorio, si raggiunge l’Altopiano di Sazzano, a circa 1330 metri, e da qui quello di Gaudo, nei pressi del Santuario della Madonna della Neve.
Il vicino borgo di Calabritto con le sue 14 cascate formate dal rio Zagarone è una di quelle mete imperdibili, soprattutto se al trekking si vuole alternare il canyoning nella Forra di Calabritto.