Granfondo La Fausto Coppi

Nel cuneese, là dove le gesta ciclistiche di Fausto Coppi sono ancora un ricordo stimolante, oggi si sviluppa il tracciato di una delle Granfondo più longeve d’Italia e d’Europa, oltre che più emozionanti. Si ripercorrono le strade del Giro d’Italia e del Tour de France, nel cuore delle Alpi Marittime, con oltre 4000 metri di dislivello. Il punto di partenza è proprio Cuneo, e dopo aver percorso il viadotto Soleri si svolta verso Busca. Dopo 30 km in piano si affronta la prima salita della giornata, quella che conduce al santuario di Valmala, a quota 1.380 in Valle Varaita. Oltrepassati Dronero e il ponte del Diavolo, si affronta la seconda salita, uno strappo di 10 km verso la Piatta Soprana e la Valle Grana con punti che sfiorano pendenze del 14%. Scesi in Valle Grana, il percorso della Granfondo si riunisce a quello della Mediofondo: ed è qui che ci si ritrova al cospetto del Colle Fauniera e quindi della salita peggiore di tutto il tracciato. Mediofondo e Granfondo scorrono poi insieme, fino al rientro a Cuneo.

La Via del Sale

Le antiche “Vie del Sale”, percorsi che un tempo servivano da vie di passaggio per pastori, pellegrini, commercianti e viaggiatori, sono ora diventate un vero tesoro per gli appassionati di viaggi e avventure all’aria aperta. Questi sentieri, che collegavano il Ponente ligure alla Provenza e alle regioni settentrionali, sono stati gli scenari di scambi e interazioni che hanno plasmato storie e culture.

Originariamente utilizzate per il commercio del sale e di altre merci preziose, le “Vie del Sale” attraevano viaggiatori provenienti da diversi territori, convergendo nel Colle del Cornio, noto oggi come Colle di Tenda. Questo punto di passaggio era il cuore pulsante delle rotte commerciali e la Via del Sale costituiva uno degli itinerari più caratteristici, segnato da mulattiere e affascinanti sentieri.

Oggi, sebbene abbiano perso il loro scopo commerciale originario, le “Vie del Sale” giocano un ruolo di primaria importanza nel mondo del turismo outdoor. Si sono trasformate in mete ambite per escursionisti, amanti del trekking e appassionati di mountain bike perché offrono un’opportunità unica di esplorare paesaggi incontaminati, abbracciando la bellezza naturale e l’abbondante biodiversità delle regioni attraversate.

Uno dei tratti più suggestivi si snoda lungo l’ex strada militare tra Limone e Monesi, un itinerario di media difficoltà che raggiunge la quota massima di 2.239 metri. La partenza può avvenire dalla Stazione Ferroviaria di Limone Piemonte, con un percorso di 53 chilometri, oppure dal Colle di Tenda, con una distanza di 39 chilometri. Il percorso si conclude a Monesi di Triora, a un’altitudine di 1378 metri, formando un anello che offre anche l’opzione di ritornare attraverso il territorio francese.

Alagna Valsesia

Il Monte Rosa, la seconda montagna più alta delle Alpi (4.638 metri), incombe su Alagna Valsesia, Comune di poco più di 700 abitanti nel cuore della provincia piemontese di Vercelli. Il borgo è situato all’interno del Parco Naturale Alta Valsesia, a sua volta inserito nel Sesia Val Grande Geopark, dal 2013 dichiarato Patrimonio Unessco. Alagna è una delle più importanti stazioni sciistiche piemontesi, parte del comprensorio del Monterosa Ski, che tramite il Passo dei Salati permette di arrivare con gli sci fino a Gressoney, in Valle d’Aosta, a Zermatt in Svizzera e a La Rosière in Savoia, Francia. Dal 2010, il comprensorio è accessibile anche in estate per la pratica di numerose discipline outdoor, come per esempio arrampicata e mountain bike. Storico il suo corpo guide di alpinismo: fondato con 24 membri nel 1872, è il più antico d’Italia dopo quello di Courmayeur, nato appena 4 anni prima. La destinazione è nota a livello internazionale anche per la pratica del freeride,

Fra le caratteristiche più apprezzate di Alagna Valsesia c’è la tipica architettura Walser, diffusa in tutta l’area del Monte Rosa. Pietra, legno e ardesia sono gli elementi naturali tradizionali che definiscono le abitazioni non solo qui ma nell’intero territorio montano piemontese.

Le montagne olimpiche – Vialattea

Sono passati già parecchi anni dai XX Giochi Olimpici Invernali, ossia quelli ospitati nel 2006 da Torino e dai comprensori sciistici piemontesi, eppure, le Valli di Susa, del Sangone e del Pinerolese, Chisone, Germanasca e Pellice sono ancora per tutti le Valli Olimpiche. E Bardonecchia, Cesana, Clavière, Pragelato, Sauze d’Oulx e Sestriere le destinazioni che da quel momento di grande spolvero hanno tratto prestigio e giusta fama mai archiviate.

Con oltre cento anni di tradizione sportiva e vacanziera, Bardonecchia offre più di 100 km di piste, oltre a uno stile di vita rilassato e godereccio, come manifestano le numerose pasticcerie per la tipica “merenda” torinese, a base di ottime specialità al cioccolato, i locali e i ristoranti e il bellissimo Palazzo delle Feste, con un fitto cartellone di eventi. Cesana Torinese ne ha invece più di 400 di km di piste (di cui 120 coperte da innevamento artificale), e insieme a Sestriere, Clavière, Pragelato, Sauze d’Oulx e Sansicario, fa parte della Vialattea, l’incredibile comprensorio sciistico che si collega anche con la destinazione francese di Montgenèvre, costituendo così il più grande comprensorio dell’Italia occidentale. Il punto più basso della Vialattea è Cesana, a 1350 metri, quello più alto il Monte Motta, a 2800 metri, nei pressi di Sestriere.

Vialattea italiana e francese di incontrano a Clavière, il più piccolo borgo del comprensorio torinese, immerso in un incantevole scenario naturalistico ai piedi del Chaberton, massiccio alto ben 3.131 metri. A Pragelato si va invece per lo sci di fondo, il cui anello è immerso nel Parco della Val Troncea, mentre Sauze d’Oulx, affollata di locali di ogni genere, è la meta ideale per chi cerca anche il divertimento serale. Dulcis in fundo, tappa imprescindibile è Sestriere, località regina delle montagne torinesi, con ben 66 piste all’attivo servite da 19 impianti all’avanguardia, ma soprattutto meta di turismo d’élite fin dagli anni ’30. “Scoperta” da Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat, che qui fece costruire due alberghi per i suoi dipendenti, da allora non ha mai smesso di puntare in alto, come dimostrano anche gli hotel di livello e il campo da golf più alto d’Europa, realizzato in tempi non sospetti, nel 1932, quando questo sport era pressoché sconosciuto in Italia. Sestriere, dopo aver ospitato i Campionati del Mondo di Sci Alpino nel 1997, nel 2006 ha fatto da sfondo alle gare delle specialità di Sci Alpino: slalom, slalom gigante, super-G maschile, discesa libera, discesa libera combinata. Le competizioni di Curling si tennero invece nel Palagghiaccio di Pinerolo, che oggi vede svolgersi anche partite di Hockey, Short Track e Pattinaggio e persino rappresentazioni teatrali.

Gran Traversata delle Alpi – GTA

Per gli amanti dell’avventura e della natura la Grande Traversata delle Alpi (GTA) rappresenta un itinerario escursionistico eccezionale che si estende attraverso l’intero arco alpino occidentale.

Lunga 1.000 chilometri, la GTA è divisa in 55 tappe, ognuna da cinque a otto ore di cammino, corredate di strutture ricettive di accoglienza.

Il percorso è segnalato con un distintivo segno a tre bande colorate: rosso, bianco e rosso, con la scritta GTA al centro. Questa guida visiva accompagna i viaggiatori lungo il percorso, offrendo un orientamento sicuro durante la scoperta dei tesori naturali e culturali che punteggiano il cammino.

Tra le perle che si possono visitare in questa traversata:
Alpi Liguri e Marittime: dalla Val Tanaro a Valle Stura di Demonte
Alpi Cozie: dalla Valle Stura alla Val di Susa
Alpi Graie: dalla Val di Susa alla Dora Baltea,
Alpi Pennine: dalla Dora Baltea alla Valle Anzasca

Una opportunità di connessione con la natura, alla scoperta della ricchezza della flora e fauna alpina, sperimentando la cultura unica delle comunità montane lungo il percorso.

Il Volo Dell’Angelo

C’è un cavo d’acciaio lungo 1.550 metri che collega Castelmezzano e Pietrapertosa, due fra i “Borghi più belli d’Italia” situati nel potentino e abbarbicati sulle cime delle cosiddette Dolomiti Lucane. Una linea sospesa nel vuoto, per un viaggio di andata e ritorno che regala tre chilometri di ricchi di emozioni. Dal 2008 a oggi, l’esperienza del Volo dell’Angelo è una delle più gettonate della Basilicata, che in questo angolo di natura selvaggia ha trovato la sua nuova espressione offrendo appunto l’occasione di tuffarsi nel vuoto, in tutta sicurezza e con l’ausilio di personale preparato.

Tre, due, uno e si parte, planando con le braccia aperte verso l’altro versante della montagna. Si può spiccare il volo indifferentemente dai due borghi: Pietrapertosa, che con i suoi 1088 metri è il paese più alto della Regione, o Castelmezzano, dove si arriva attraversando una gola impressionante e poi una galleria scavata nella roccia. Qui attorno, il costone della montagna mostra anche altri dettagli spettacolari: la Gradinata Normanna, con 54 scalini scolpiti a modi scala in una guglia dolomitica per raggiungere un belvedere sulla Valle del Basento; e una serie di rocce plasmate da vento e acqua che hanno preso la sagoma di “becco della civetta”, “bocca del leone”, “incudine”, “aquila reale”, formando una sorta di galleria d’arte firmata da Madre Natura.

Formatesi 15 milioni di anni fa in fondo al mare, le arenarie delle Dolomiti Lucane rappresentano una delle zone più belle dell’entroterra lucano, da scoprire anche con due itinerari per appassionati di trekking e scalata, la Via Ferrata Salemm e la Via Ferrata Marcinosa, collegate a loro volta da un Ponte Nepalese lungo 72 metri e sospeso a circa 35 metri dal suolo. Altro ricordo da brivido da portare a casa.

Bogogno Golf Resort

Sulle Colline Novaresi si sviluppano i 240 ettari del Golf Club Bogogno, disegnato nel 1997 dall’architetto americano Robert Von Hagge.

Due i percorsi da campionato da 18 buche ciascuno, per un 72 Par da affrontare con un handicap adeguato. Infatti, dal 2006 Bogogno è una delle sedi ufficiali, unica per l’Italia, della European Tour Qualifying School, un evento che richiama i migliori giocatori professionisti e non da tutto il mondo.

Il calendario del Golf Club di Bogogno annovera anche una dozzina di gare di rilievo, tra cui PGA Tour, Senior PGA Tour, PGA European Tour, Open nazionali e internazionali di golf e campionati internazionali dilettanti.

Allianz Stadium & Juventus Museum

Un viaggio nella storia di un club calcistico ma anche dell’Italia. E’ quello che promette la visita dello Juventus Museum, o J-Museum, a Torino, che attraverso cimeli e tecnologia multimediale, ripercorre le 120 stagioni, dentro e fuori dal campo, della squadra torinese. Inaugurato nel 2012 in occasione del 115º anniversario dalla fondazione del club bianconero, uno dei più antichi del Paese, il J-Museum illustra, raccoglie ed esalta i goal più emozionanti e significativi della squadra, le maglie dei calciatori, le testimonianze dei giocatori, memorabilia di ogni genere, fino ad arrivare alla Sala dei Trofei, dove scorrono uno dopo l’altro i titoli nazionali e internazionali e i vari Palloni d’Oro conquistati dai suoi giocatori.

Molti anche i contenuti extracalcistici che si possono cogliere nelle varie sale: al di là di ciò che è accaduto di volta in volta dentro a uno stadio, è la storia di Torino e dell’Italia ad emergere, passando dalla cronaca calcistica a quella socio-culturale del Paese.
Uno spazio a parte è dedicato al sodalizio tra Juventus e Fiat, o meglio, con la famiglia Agnelli, alle citazioni cinematografiche, in tv, alla radio, nella letteratura e nella musica. Commovente il ricordo delle vittime della strage di Heysel, a Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, poco prima della finale di Coppa dei Campioni fra Juve e Liverpool, in cui morirono ben 39 tifosi.

Giro di Viso e Buco di Viso

Il Giro di Viso è un emozionante itinerario escursionistico a forma di anello che circonda maestosamente il Monviso all’interno dell’omonimo Parco. Questo percorso, recentemente elevato allo status di Riserva Transfrontaliera insieme al Parco Regionale del Queyras, è un autentico tesoro riconosciuto dall’UNESCO all’interno del prestigioso programma “Man and Biosphere” (MaB).

Il Monviso, conosciuto come il “Re di Pietra”, è una delle vette più celebri dell’intero arco alpino, prevalentemente costituita da rocce che si sono formate sul fondale oceanico ben ottanta milioni di anni fa. L’acqua proveniente dai nevai e dai ghiacciai dà origine a ruscelli impetuosi che alimentano pittoreschi laghetti alpini. Inoltre, un lago poco profondo ha dato vita alla torbiera di Pian del Re, un’area in cui sopravvivono numerose piante rare dell’era glaciale e che ospita le sorgenti del fiume Po.

La magia del Giro di Viso si svela partendo dalla Valle Po o dalla Valle Varaita. Queste valli abbracciano il gruppo del Monviso e l’osco dell’Alevé. Dall’altro lato c’è la suggestiva Valle del Guil in Francia. Il percorso ad anello può essere completato in un periodo che varia da un minimo di due giorni fino a un massimo di sei giorni. Per i più avventurosi l’esperienza può completarsi con l’ascesa alla cima del Monviso.

L’itinerario del Giro di Viso incrocia importanti percorsi escursionistici come la Gran Traversata delle Alpi (GTA) e la Via Alpina, arricchendo l’esperienza di chi attraversa questo magnifico territorio.

L’escursione al Giro di Viso offre non solo paesaggi mozzafiato ma anche l’opportunità di conoscere i rifugi storici lungo il percorso. Uno di questi è il Rifugio Quintino Sella, costruito tra il 1904 e il 1905 in onore di Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano nonché organizzatore della prima spedizione italiana a raggiungere la vetta del Monviso. Un altro luogo è il Rifugio Vitale Giacoletti, che trova spazio in una ex caserma della Guardia di Finanza (Ricovero del Coulour del Porco), che fu inaugurato nel 1939 ed abbandonato nel 1943.

Una tappa imprescindibile per gli appassionati della montagna è il Buco di Viso, conosciuto anche come Buco delle Traversette. Questa galleria scolpita nella roccia si estende per circa 75 metri a un’altitudine di 2882 metri, collegando l’Italia alla Francia e mettendo in comunicazione i territori di Crissolo e Ristolas. Con i suoi 2,5 metri di altezza media e 2 metri di larghezza, offre un’esperienza unica ma fattibile solo durante i mesi estivi, poiché la neve può ostruire l’accesso negli altri periodi dell’anno.
Il Buco di Viso è il primo traforo alpino mai realizzato. Voluto dal marchese di Saluzzo Ludovico II Del Vasto nel 1479, questo tunnel fu concepito per favorire i traffici commerciali con la Provenza. Prima della sua costruzione, l’unico passaggio disponibile era il colle delle Traversette, a un’altitudine maggiore e quindi accessibile per un periodo limitato a causa delle nevicate. L’apertura del traforo avvenne nel 1480, aprendo le porte a scambi commerciali vitali. Il Buco di Viso divenne un punto cruciale per l’esportazione di vico, riso e canapa, oltre che per l’importazione di tessuti, cavalli e soprattutto sale.
Nel corso degli anni, il Buco di Viso ha vissuto varie fasi di chiusura e riapertura. Nel 2014, il tunnel ha subito importanti lavori di restauro che hanno aumentato significativamente l’afflusso di turisti ed escursionisti nella Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso. Oggi rappresenta un tratto cruciale del Giro del Monviso, testimoniando il suo ruolo di collegamento tra passato e presente.

Incorporando una naturale bellezza e una storia affascinante, il Giro di Viso e il Buco di Viso offrono un’esperienza unica nel cuore delle Alpi.

Irpinia

L’Irpinia è una terra di passaggio tra due mari. il Tirreno e l’Adriatico, ricca di storia e cultura, di tradizioni religiose e popolari, di produzioni enogastronomiche di qualità. Il fascino dei piccoli borghi arroccati, che spesso ospitano fortificazioni e palazzi di pregio, ed il paesaggio naturale, fatto di boschi e corsi d’acqua ma anche di distese destinate a pascolo o a coltivazioni di grano e foraggio, costituiscono lo scenario per un’accoglienza calorosa, meta ideale per un turismo lento.

Il territorio, che corrisponde a quello della provincia di Avellino, è attraversato da itinerari culturali di grande valore storico: la Valle dell’Ofanto, la Via Francigena, la Via Appia e da cammini religiosi. È sede di due Parchi Naturali, il Parco regionale dei Monti Picentini e il Parco del Partenio, nel territorio dei quali sono presenti anche attrattori di interesse culturale oltre che naturalistico.

Tra le località che registrano il maggior numero di presenze di visitatori, in quanto meta di pellegrinaggio religioso, vi sono Montevergine con il Santuario dedicato alla Madonna “Mamma Schiavona” e l’Abbazia di Loreto e Materdomini, con il Santuario di San Gerardo Maiella. Entrambi richiamano ogni anno più di un milione di pellegrini in quanto luoghi di culto caratterizzati da una fervente spiritualità. Si trovano, inoltre, ubicati in aree di grande interesse naturalistico.

Il Santuario di Montevergine si trova nel territorio del Parco del Partenio che ospita al suo interno diversi sentieri sia di pellegrinaggio sia per gli amanti del trekking o del cicloturismo. In particolare, il Massiccio del Partenio è attraversato dal “Sentiero Italia” nel quale sono fatti convergere quasi tutti i 33 sentieri del Parco, in modo tale che l’intero territorio possa essere percorso da est (Ospedaletto-Summonte) ad ovest (Arienzo S. Felice a Cancello) per circa 35 chilometri e da sud (Valle di Lauro e Baianese) a nord (Valle Caudina), unendo simbolicamente in una unica rete ben 19 Comuni e 4 Province.  Nel territorio del Parco del Partenio si trova anche l’Oasi gestita dal WWF, la “Montagna di Sopra di Pannarano”.

Il territorio di Caposele dove si trova il Santuario di San Gerardo Maiella è noto per la presenza delle sorgenti del Sele che alimentano l’“Acquedotto Pugliese” e fa parte della comunità montana Terminio Cervialto e gran parte del territorio comunale ricade per l’appunto nel Parco Regionale Monti Picentini. Il fiume Sele è citato da Virgilio nelle Georgiche, successivamente anche da Plinio il Vecchio e Strabone.

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