Vicolungo The Style Outlets

Inaugurato nel 2004 con 81 boutique, ampliato nel 2008 e ancora nel 2010 fino a raggiungere gli attuali 150 negozi su oltre 34 mila metri quadrati di superficie, Vicolungo the Style Outlets è stato da subito un successo, aggiudicandosi il premio come Best European Outlet.

Situato alle porte di Novara, lungo la direttiva Torino-Milano, è uno dei villaggi oulet appartenenti al gruppo immobiliare spagnolo Neinver, noto per la vendita di marchi specializzati nello sport e nell’abbigliamento e attrezzature da montagna, ma anche per griffe quali Armani, Cavalli Class, Calvin Klein, Missoni, Trussardi Jeans, ecc.

Nebbiolo Alto Piemonte

Il segreto del nebbiolo dell’Alto Piemonte è il Monte Rosa, che d’inverno scherma le viti dai venti freddi del nord e d’estate rinfresca le temperature. Così, le uve di questo pregiato vitigno, fra i più nobili al mondo, può seguire il suo particolare andamento, con una fioritura precoce e una maturazione tardiva.

Vinificato in purezza o con piccole aggiunte di Vespolina, Uva Rara e Croatina, è tutelato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, cui aderiscono 135 soci distribuiti fra le province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli, produttori di piccole dimensioni ma che puntano all’alta qualità, generando 8 DOC (Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane) e 2 DOCG (Gattinara, Ghemme).

In particolare, sin dalla fine dell’800, il territorio del Biellese è stato insieme alla Borgogna francese fra i primi territori a commercializzare i propri vini, seppure con una sorta di “baratto” con le comunità montane: vino in cambio di ghiaccio per la conservazione dei cibi. In quest’area, si producono il Bramaterra DOC, il Canavese DOC, il Coste Della Sesia DOC, il Lessona DOC, eccellenze da gustare in cantina, oppure nei molti agriturismi e ristoranti della zona, e da scoprire attraverso strutture come l’Enoteca Regionale della Serra e l’Ecomuseo del Biellese.

Ricavato nel Ricetto di Candelo, l’Ecomuseo del Biellese conserva antiche attrezzature, racconta tecniche tradizionali e proprietà degli storici vitigni autoctoni, là dove un tempo si producevano ben 1.250.000 litri di vino.
Ad accogliere gli oltre 200 tipi di vino e le 20.000 bottiglie dell’Enoteca Regionale della Serra è invece la magnifica cantina cinquecentesca del Castello del Roppolo, scenario di mostre e, a settembre, della Festa dell’Uva.

Spostandoci verso Vercelli, si può fare sosta a Villa Paolotti, ex Bottega del Vino del Gattinara trasformata oggi nell’Enoteca Regionale di Gattinara, che raccoglie in sé quanto prodotto nelle 4 province di Vercelli, Biella, Novara e Verbano Cusio Ossola, oltre ad offrire la possibilità di tour fra i vigneti e sulle colline.

Novarajazz

Paolo Fresu, Gino Paoli, Lawrence D. Butch Morris, Stan Tracey, Louis Moholo, Chicago Stompers, Italian Instabile Orchestra, Nick Pride and the Pimptones…

Dal 2004 a oggi, sono tantissimi gli artisti di fama mondiale che si sono esibiti sul palco del Novara Jazz Festival, annoverato fra gli eventi musicali preminenti della scena nazionale e non solo. Una kermesse che si articola in concerti dentro e fuori città, ma anche in momenti aggreganti quali degustazioni, visite a residenze artistiche, workshop, mostre, installazioni, presentazioni letterarie e discografiche

Dal 2016, Novara Jazz Festival ha allargato il suo sguardo anche alla danza, grazie alla curatela di Enrico Bettinello, fra i massimi esperti nel campo della direzione artistica e della progettazione di eventi culturali, plus che ha consentito a Novara di poter ospitare nel 2019 la European Jazz Conference.

Tiella di Gaeta

Il rischio di chiamarla pizza farcita c’è, ma quei due dischi di pasta ricolmi di prelibatezze di terra o di mare che vengono proposti a Gaeta e dintorni, non sono altro che le basi della tiella. La differenza vera sta nella lavorazione della sfoglia, più accurata e fatta a mano, morbida e gustosa tanto da meritarsi nel 2005 il marchio “Denominazione Comunale d’Origine”. E risalendo appunto alle origini di questa specialità della tradizione laziale, già contadini e pescatori dell’epoca dei Borboni la consumavano come piatto unico, nei campi o a bordo dei galeoni, per la sua completezza, gustosità e durevolezza nei giorni.

Se si era a bordo, la si farciva con polpo, calamaretti, baccalà, alici, sarde e cozze con l’aggiunta, a seconda della cambusa, di scarola, spinaci, zucchine e cipolle, verdure presenti anche nella versione rustica, di terra. Il segreto per farla buona è presto detto: l’olio di Gaeta, che un tempo doveva scorrere fino ai gomiti, essere cioè così abbondante da straripare su tutti i lati, ma tant’è… Ne basta anche solo un filo per avere un prodotto genuino e da gourmand.

Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano

Un Appennino facile in tutte le stagioni e per ogni tipo di turista… Si può passeggiare, camminare, fare trekking, arrampicare, andare in bicicletta, a cavallo, sciare, ciaspolare, ecc.
Le montagne sono dolci, si visita più per ritrovarsi che per mettersi alla prova.
E’ un Appennino vicino a grandi città come Bologna, Firenze, Genova e Milano, ma che mantiene intatto un cuore autentico e selvaggio.
Il parco è dotato di 2 sedi e 4 centri visita dove si possono ricevere informazioni per godere pienamente di questo territorio.
Un punto di forza dell’intera area sono sicuramente i prodotti tipici e la gastronomia che possono ulteriormente allietare la visita.

Costa Apuana

La Costa Apuana si estende da Nord, dal promontorio di Capo Corvo, che pone fine alla Riviera Ligure, a Sud Cinquale, ultimo paese della provincia di Massa e Carrara prima della Versilia, già in provincia di Lucca. Un panorama unico, chiuso in appena 20 chilometri, fra il fiume Magra e il fiume Versilia, orlato di sabbia punteggiata quasi ininterrottamente da ombrelloni e, soprattutto, capannine, le iconiche “tende” da spiaggia che richiamano subito questo tratto di costa toscana. Così come i molti cantieri della nautica da diporto, specie di lusso, di cui la zona è patria rinomata a livello internazionale. Nautica da esportazione che va di pari passo a quella locale, grazie a numerosi centri nautici riforniti di tutto punto per la pratica di sport come vela, windsurf, kite, canoa. Fino alla crocieristica, che fa scalo nel vicino porto di Carrara.

Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

I celebri Bronzi di Riace sono sicuramente il vessillo del Museo Archeologico di Reggio Calabria, tappa obbligata per gli appassionati di archeologia e non solo. L’idea del MArRC nasce all’indomani del terribile terremoto che nel 1908 distrusse gran parte della città sicula, su impulso dell’archeologo Paolo Orsi, ma bisognò attendere fino al 1954 perché divenisse realtà, grazie alla fusione delle collezioni civiche e statali. La materia prima davvero non mancava, poiché le numerose campane di scavo condotte dalla Soprintendenza calabrese e dallo stesso Orsi avevano riportato ovunque alla luce migliaia di reperti degni di nota.

Dal 2009, il MArRC ha anche un nuovo allestimento permanente, disposto su quattro livelli che permettono di ricostruire la perfetta “fotografia” della Calabria dalla preistoria alla romanizzazione.

La visita inizia al secondo piano, detto Livello A, dove sono collocati reperti risalenti a preistoria, protostoria ed Età dei Metalli Bronzi. Il Livello B è dedicato alle Città e Santuari della Magna Grecia, il Livello C a Necropoli e Vita Quotidiana nella Magna Grecia. Infine, il Livello D a Reggio Calabria, dove sono collocati i Bronzi di Riace e quelli di Porticello, denominazione quest’ultima data alla Testa del Filosofo e alla Testa di Basilea, sculture bronzee rinvenute in mare nello Stretto di Messina, a Porticello appunto.

 

Duomo di Orvieto

In una delle cappelle del Duomo di Orvieto è conservato il Corporale di Bolsena, la tovaglia dell’altare su cui nel 1263 caddero alcune gocce di sangue al momento della consacrazione dell’ostia. Il fatto sarebbe avvenuto nella Grotta di Santa Cristina, vicino Bolsena, fra le mani di una sacerdote che non credeva più alla transustanziazione, cioè alla presenza del Cristo nell’eucarestia. Da allora, si narra che il Duomo di Orvieto sarebbe stato eretto per onorare e tramandare nei secoli questo miracolo, ma la storia riporta invece che a volerne la realizzazione fu Papa Niccolò IV nel 1290.

La reliquia, o presunta tale, è ancora lì, custodita sotto le volte in stile gotico della cattedrale, fra gli esempi più eccelsi di questo stile in Italia e perciò dichiarata Monumento Nazionale. Bellissime le decorazioni architettoniche della facciata che vanno dal XIV al XX secolo, fra cui spiccano il grande rosone, i mosaici dorati e le tre maestose porte bronzee, e le cappelle affrescate da alcuni dei più grandi pittori italiani del periodo, tra le quali si può ammirare il famoso Giudizio Universale di Luca Signorelli.

Strada del Vino delle Colline Pisane

Sono tre le valli che si incontrano lungo la Strada del Vino delle Colline Pisane: Valdera, Valdarno e Val di Cecina, terre predisposte alla viticoltura grazie a un clima già di per sé favorevole, cui si aggiungono i benefici influssi della vicinanza al mare.

Qualunque sia il mezzo prescelto per il viaggio – a piedi, a cavallo, in bici o in auto – la Strada del Vino delle Colline Pisane offrirà l’occasione unica di attraversare paesaggi che della Toscana raccontano il meglio, in un connubio fra storia, arte, natura e tradizioni. Lungo questo “cammino del bien vivre”, si incrocerà anche quello dello spirito per eccellenza, la Via Francigena, toccando borghi rimasti fermi a secoli fa, antiche pievi e abbazie immerse nella quiete di una campagna selvaggia e allo stesso tempo addomesticata dall’uomo, e ancora aziende vitivinicole, olivicole e agriturismi ricavati in antichi casali che questa campagna contribuiscono ogni giorno a preservarla e a renderla fruttifera.

Ad arricchire ulteriormente l’esperienza, ecco poi alcuni sorprendenti exploit, come quello per esempio dedicato a un prodotto iconico del Made in Italy da esportazione frutto di ingegno e creatività, il Museo Piaggio a Pontedera incentrato sulla “regina delle due ruote”, la Vespa, e il Teatro del Silenzio a Lajatico. Ricavato in un anfiteatro naturale di dolci colline nell’entroterra di Volterra – l’antica città etrusca celebre per la lavorazione dell’alabastro – è oggi un punto di riferimento della grande musica internazionale, nato dall’intuizione del Maestro Andrea Bocelli di coniugare la bellezza della natura e quella dell’arte generata dall’uomo in uno stesso magico luogo.

Pampepato

Il pranzo della domenica in una casa ternana ha il profumo del Pampepato, dolce tipico che ritrova le sue radici in tempi antichissimi. Cioccolato fondente, frutta secca, miele, caffè e spezie sono gli ingredienti principali, amalgamati per formare un panetto di forma tonda, dal 23 ottobre 2020 riconosciuto prodotto IGP. A questi si aggiunga anche il mosto cotto, l’antica sapa, di derivazione etrusca e romana.

Il nome trae spunto dalla tradizione umbra, diffusa anche nella provincia ternana, secondo la quale per ottenere il piccante si utilizzava solo il pepe, e non il peperoncino rosso. Questo faceva virare il sapore di un piatto verso il dolce/piccante/odoroso e l’amaro/piccante/odoroso, che è anche la nota più accesa del Pampepato.

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