Palazzo Butera

Nel 1735, l’edificio fatto costruire circa trent’anni prima sul frontemare di Palermo dal Duca Branciforti Girolamo Martini diventa di proprietà dei Principi Butera, giusto in tempo per ospitare Carlo di Borbone appena incoronato. Nel 1760, dopo un terribile incendio, il Principe Butera acquista anche l’edificio accanto dei Principi Moncada, e dall’unione delle due proprietà deriva ciò che oggi ancora si vede. L’artista Gioacchino Martorana riceve la committenza dei decori pittorici, cui nel periodo Roccocò si aggiungono stucchi, specchiere e molto altro.

Questo l’antefatto di quanto accade oggi in questo meraviglioso centro d’arte che è Palazzo Butera, acquistato nel 2016 da Massimo Valsecchi e Francesca Frua De Angeli. Importanti lavori di restauro hanno riportato la dimora a quell’epoca d’oro, cui si è aggiunto l’allestimento della straordinaria collezione di opere raccolte dai due proprietari rimasta per anni in prestito al Fitzwilliam Museum di Cambridge e all’Ashmolean Museum di Oxford.
La formazione della Collezione Valsecchi è avvenuta a Londra, nell’arco degli ultimi cinquant’anni, ed è stata definita “the least known private holding of great art in London” (Susan Moore, ‘Apollo’, giugno 2016).

Ora al piano terra di Palazzo Butera c’è una biblioteca di consultazione, spazi per le esposizioni temporanee e per le attività didattiche rivolte agli studenti delle scuole e delle università. Il primo piano è di fruizione privata e è una casa-museo, mentre il secondo piano nobile è aperto al pubblico per le visite guidate. Per ridare un senso di mecenatismo al palazzo, è disponibile anche una foresteria, pronta ad accogliere artisti, curatori e personalità della cultura coinvolti nelle attività espositive in-house.

GAM Galleria d’Arte Moderna

Ciò che oggi vediamo allestito all’interno del Complesso Monumentale di Sant’Anna è frutto di oltre un secolo di lavoro, per far sì che la GAM – Galleria d’Arte Moderna di Palermo diventasse una delle più moderne e proattive istituzioni culturali del capoluogo siciliano e non solo. L’attuale sede è attiva dal 2006, e ha visto un team di grandi esperti collaborare per la sua realizzazione: il progetto generale di ordinamento scientifico del Museo è stato curato da un gruppo di studiosi sotto la guida di Fernando Mazzocca e composto da Gioacchino Barbera, Luisa Martorelli, Antonella Purpura e Carlo Sisi, mentre l’allestimento è stato firmato da Corrado Anselmi e quello illuminotecnico da Leonardo Adragna.

La GAM è oggi un ensemble di 14 sezioni tematiche e monografiche che illustrano il percorso delle arti figurative in Italia tra Otto e Novecento e tra i maggiori capolavori comprende le grandi tele di Giuseppe Sciuti, i paesaggi di Francesco Lojacono, il naturalismo di Antonio Leto, gli echi Art Nouveau di Ettore De Maria Bergler, il gusto luministico di Giovanni Boldini. Il Novecento è invece rappresentato da una carrellata di opere di Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Sironi, Renato Guttuso, Franz von Stuck, aggiuntesi alla collezione iniziale esposta per la prima volta il 24 maggio 1910 nel Ridotto del Teatro Politeama. All’epoca, era in voga la Belle Epoque e a dirigere le operazioni c’era Empedocle Restivo, alla cui memoria è oggi intitolata la GAM.

Parco del Lago Trasimeno

Nel marzo del 1995 veniva istituito il Parco del Lago Trasimeno, il più grande dei parchi regionali umbri con 13.000 ettari di superficie comprendenti le tre isole al centro dello specchio d’acqua. Nell’insieme, una realtà di rilevante importanza naturalistica, storica e artistica, da scoprire con escursioni guidate o scegliendo come meta uno degli incantevoli borghi rivieraschi: Castiglione del Lago, Magione, Panicale, Tuoro sul Trasimeno e Passignano sul Trasimeno, il cui territorio è posto sotto tutela insieme a quello delle Isole Polvese, la più estesa, utilizzata come centro didattico e di studio ambientale, Maggiore, la seconda in ordine di grandezza, e Minore, di proprietà privata. Circondata dalle dolci colline umbre, l’area del parco ha da sempre rappresentato per l’avifauna acquatica un’importante meta per la sosta e la riproduzione, e per le specie ittiche un habitat ideale per vivere e proliferare. Cosa che sanno bene i pescatori, figure che da queste parti hanno un che di sacro, essendo i veri custodi dei segreti di questo scrigno naturalistico. E in particolare delle isole.

L’isola Polvese è dal 1973 Parco Scientifico-Didattico per la ricca flora e fauna che ricopre i suoi 70 ettari. Conserva inoltre importanti memorie storiche, quali la Chiesa di San Secondo, il Monastero Olivetano, la Chiesa di San Giuliano e un Castello del XIV secolo recentemente restaurato. Altra curiosità è il Giardino delle Piante acquatiche detto anche Piscina Porcinai, realizzata alla fine degli anni 50 dall’architetto Pietro Porcinai. Si tratta di una piscina della profondità di 5,30 metri alimentata dalle acque del Lago Trasimeno e completamente scavata nella roccia, attorno alla quale si trovano alcuni ninfei con piante acquatiche sia autoctone che alloctone. Un vezzo architettonico immerso in una natura selvaggia.

Dell’Isola Maggiore si intuisce già tutto dai numeri: 24 ettari di superficie, 309 metri di “quota” e 2 km di costa a circoscrivere un fazzoletto di terra ricoperto in gran parte da macchia mediterranea e popolato da una decina di persone o poco più. A differenza delle altre due isole del Lago Trasimeno, qui si trova l’unico villaggio isolano ancora abitato stabilmente, eco di quella che nel XIII secolo era una fiorente comunità di Frati minori, tanto nota da aver ospitato per un certo periodo San Francesco. Belle anche la Chiesa di San Salvatore, il rudere della chiesetta monastero delle Suore di San Leonardo, la Chiesa di San Michele Arcangelo e il borgo medievale rimasto fermo a qualche secolo fa. Si coglie uno spirito di attaccamento alle tradizioni del passato anche nel Museo del Merletto, dove sono esposti manufatti creati con “pizzo di Isola” o “pizzo d’Irlanda”, arte certosina vanto delle donne isolane.

Infine, l’Isola Minore, appendice della Maggiore, a soli 470 metri di distanza, è la più vicina a Passignano sul Trasimeno, sulla costa. Pini e lecci e una colonia di cormorani sono l’aspetto principale che si coglie di questa terra, abitata da una piccola comunità fino al XV secolo e oggi proprietà privata di qualche fortunato che può godere di tanta bellezza in totale relax.

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