Valcellina, Valle del Tagliamento e Val Tramontina. Tre realtà contigue ma allo stesso tempo assai diverse fra loro, che insieme costituiscono le Dolomiti Friulane, e che senza esagerazione sono la parte più wild di tutto l’arco dolomitico. Tutti buoni motivi per organizzare una vacanza conoscitiva di un’area davvero ricca di peculiarità e curiosità che non mancano mai di stupire.
Si inizia da ANDREIS, cuore della Valcellina e sede del Centro Visite del Parco delle Dolomiti Friulane, da cui partono alcuni itinerari naturalistici. Prima di darsi all’esplorazione vale però la pena saperne di più sulla cultura locale facendo tappa al Museo dell’Arte e della Civiltà Contadina, dove sono illustrate la lavorazione di lana, legno e “scarpettes”, le tipiche calzature di pezza, e le caratteristiche dell’architettura locale, con abitazioni di blocchi di pietre secolari alternati a “dalt”, i ballatoi in legno.
Più evoluto e artisticamente interessante è il seicentesco Palazzo Mocenigo – Centi, con chiare influenze veneziane. Per visitarlo bisogna andare a BARCIS, noto in realtà per due attrazioni naturalistiche, o quasi: il suo lago è infatti artificiale, ma poco importa visto il notevole flusso turistico che regala grazie alle molte attività sportive che vi si possono praticare. Vela, widnsurf, pesca, hovercraft e canoa, il tutto circondati da splendide cime dolomitiche. Chi pratica la speleologia non deve invece perdersi la Grotta della vecchia diga, il più importante complesso carsico presente nella Riserva Naturale della Forra del Cellina.
A CIMOLAIS, quanto a sport non c’è che l’imbarazzo della scelta: il Campanile della Val Montanaia, raro esempio di monolite alto circa 300 metri noto anche come “l’urlo di pietra”, è una vera sfida per gli appassionati di alpinismo, classificato fra le “meraviglie d’Italia” e Patrimonio dell’Unesco. Se lo sport preferito è il canyoning la destinazione è la forra del torrente Cellina, un’incredibile gola formata da rocce ripide che si tuffano in acque cristalline. Per chi cerca qualcosa di più rilassante c’è il Parco Faunistico, ideale per birdwatching e trekking.
Ai bambini sembrerà di essere a Jurassic Park quando a CLAUT potranno vedere impronte di dinosauro risalenti a 215 milioni di anni fa. E con un po’ di fortuna, durante la visita del Parco non sarà difficile fare incontri ravvicinati con cervi, camosci e stambecchi. Anche qui non manca un Museo, detto di Casa Clautana, dove si possono ammirare utensili e manufatti di artigianato tipico, come oggetti in legno e “scarpèth”. L’Ice Park rimane invece un’attrazione per chi ama piccozze e ramponi in vista di scalate più sfidanti.
Anche a ERTO si arrampica ma senza ghiaccio, su una delle palestre di roccia più famose a livello internazionale. La storia del borgo è da sempre legata a quella del vicino CASSO. Entrambi i centri presentano infatti le caratteristiche case-torri, classificate Monumento Nazionale, affascinante esempio di architettura di montagna. L’altro “link” fra i due paesi è il Monte Toc, tristemente passato alla storia per la frana che nel 1963 causò la catastrofe della Diga del Vajont, cui è dedicato il Centro Visite di Erto. Spettacolare e da non perdere è invece la salita ai “libri” di San Daniele del Monte Borgà, vere e proprie cataste di lastroni rocciosi che una leggenda narra essere i volumi pietrificati di una biblioteca che il Santo salvò da un incendio.
Di pietra arenaria sono fatte anche le case di uno dei Borghi più belli d’Italia, POFFABRO, piccola frazione di FRISANCO, che all’architettura montana ha dedicato il singolare Museo delle case in miniatura “Da lì mans di Carlin”, con una serie di edifici in scala 1 a 10 realizzati nell’arco di una trentina di anni da un artigiano della vallata, tale Carlin. Piccole chicche in una Val Colvera tutta da scoprire.
Di ingegneria e archeologia industriale si parla invece a MONTEREALE VALCELLINA, borgo della vecchia centrale idroelettrica A. Pitter di Malnisio. Avviata nel 1905, illuminò per la prima volta Piazza San Marco a Venezia, e rimase in funzione fino al 1988. Oggetto di un lungo restauro, oggi è aperta per le visite.
Uno specchio d’acqua è protagonista anche della prossima tappa, il lago artificiale di Redona, noto anche come il “Lago dei Tramonti“, a TRAMONTI DI SOPRA. Qui il colpo di scena è di quelli che non si scorda: negli Anni Cinquanta, lo sbarramento del fiume causò l’allagamento dei borghi di Flors, Movàda e Redona, che ora, nei periodi di secca, riemergono quasi per magia. Un fenomeno che non avviene in una notte, ma chissà…
A chiudere questo tour ricco di panorami ed esperienze da incorniciare c’è FORNI DI SOPRA, da cui partono numerosi itinerari escursionistici, spesso allietati dall’avvistamento di linci, volpi, cervi e gufi, attività che in inverno cedono il passo a sci & co.
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