Terme Sibarite

Con 2500 anni di attività alle spalle, le Terme Sibarite possono dire di godere di ottima salute. Fra le varie peculiarità vanto di questo complesso termale situato nei pressi del centro storico di Cassano allo Ionio, nel cosentino, c’è quella di accostare gli impianti moderni a quelli antichi, che si possono ammirare durante la visita del Parco e Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide. Un’esperienza unica nel suo genere, che permette di immergersi totalmente in quella che doveva essere l’atmosfera edonistica ai tempi della Magna Grecia, quando la grande e florida Sibari era frequentata da personaggi di spicco, come Protagora, Erodoto e Ippodamo di Mileto.

Motore di questa industria del benessere è, oggi come ieri, un complesso di cinque sorgenti naturali, dette Appicello, Caldane, Stufe, Clocco e Trabucco, le cui acquee, con una temperatura costante a 25°C, si differenziano dalle altre per la presenza di idrogeno solforato di origine biologica. In altre parole, sono ipotermali, sulfuree, mediominerali, caratteristiche che permangono anche nei fanghi, ottenuti da particolari processi fitobiologici di maturazione delle vegetazioni di alghe.

Santuario Santa Maria delle Armi

Il 25 aprile, a Cerchiara di Calabria, borgo alle pendici del monte Sellaro, a 1015 metri di quota, oltre alla “Liberazione” si festeggia la Madonna delle Armi, figura legata alla presenza del Santuario di Santa Maria delle Armi, complesso monumentale di origine medievale con vista sulla pianura di Sibari e sul golfo di Taranto. La processione in onore della Madonna delle Armi, detta anche “Dei vinticinche”, si snoda lungo i sentieri montuosi tenendo come punto di partenza e ritorno proprio il Santuario. Il 25 aprile, numerosi devoti sostano nei boschi che circondano l’edificio, danzando al suono di caratteristici strumenti.

La nascita del Santuario in questo luogo è connessa all’antica leggenda della Sacra Pietra. Si narra che nel 1450 alcuni cacciatori di Rossano videro una cerva infilarsi in una piccola grotta del monte Sellaro. Nel tentativo di catturarla, i cacciatori la seguirono nella grotta ma al suo posto trovarono due icone lignee raffiguranti i Santi evangelisti. Prese le tavolette, le portarono in paese, ma qui le tavolette sparirono ripetutamente per essere poi ritrovate nella grotta. Si decise quindi di edificare una piccola cappella che le custodisse. Durante i lavori, un fabbro ruppe una pietra ovale che a suo parere disturbava la costruzione della cappella. La pietra si aprì in due, e da un lato apparve l’immagine della Madonna con il Bambino e dall’altra San Giovanni Battista. La prima è custodita gelosamente ancora in una cappella con marmi policromi all’interno della chiesa, l’altra fu trafugata e, secondo una tradizione, trasportata a Malta.

Castello Federiciano – Castrum Petrae Roseti

Iniziamo dalla “chicca”. Sulla terrazza più alta della torre templare-normanna del Castello di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, affaccia un’esclusiva Suite Imperiale, corrispondente all’antica Stanza del Sole, dotata di tutto ciò che si conviene a una moderna dimora da re, ossia jacuzzi, aria condizionata, frigo bar e terrazzino privato con vista panoramica su Capo Spulico. La suite si affitta ed è solo uno degli spazi di cui si può usufruire in questo antico maniero che tanta parte ha avuto nella storia locale. Prima di ripercorrerne le lunghe vicende, va detto che a circa 1 km di distanza si trova lo stabilimento balneare il “Cala Castello”, che da quasi 30 anni offre un’oasi verde di quasi 5 ettari di prato, palme e tamerici. Qui ci si può anche rilassare al bar dello stabilimento, oppure, per chi vuole provare la cucina calabrese, si fa ritorno al Castello, dove nelle antiche scuderie è ricavato il ristorante “La Corte di Federico II”.

Il Castello di Roseto Capo Spulico sorge circa mille anni fa sui resti di un monastero, per opera dei Normanni. A quel tempo il castello segna il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo e il fratello Ruggero II (1105-1154), padre di Costanza d’Altavilla, erede del Regno di Sicilia e madre di Federico II Hoheustaufen (1194-1250). Nel 1229 è già Tempio dell’Ordine e pertanto viene requisito ai Cavalieri Templari da Federico II, che con questo gesto vuole punirli per il loro tradimento durante la VI crociata in Terra Santa, avvenuta l’anno prima. Il Castello pare sia stato un luogo speciale per il Barbarossa, che lo restaura, riadattandolo a fortilizio militare, per poi lasciare in eredità “il territorio di Porta Roseti al figlio naturale Manfredi, mentre tutti i castelli e soprattutto il “templare Petrae Roseti” ai figli legittimi i quali saranno anche Re di Gerusalemme”.

Oggi, grazie a un lungo e meticoloso restauro, il Castello di Roseto di Capo Spulico è uno dei maggiori esempi di architettura federiciana di derivazione templare. Durante la visita si possono notare anche dettagli curiosi, come gli stemmi alchemico-templari, la “Rosa”, e i “Gigli” posti a decoro del cortile interno cinto da belle mura merlate. Per non scordare che il “Castrum Petrae Roseti” era ed è ancora un Tempio dell’Ordine.

Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli

Tutto ha inizio con i covoni di radici pronte per essere lavate. Poi entrano in scena i macchinari per l’estrazione della preziosa materia prima, poi gli antichi cuocitori dove si addensa la pasta nera e infine le trafile in bronzo che la lavorano e tagliano. Il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” a Rossano, in provincia di Cosenza, è un’occasione unica per ripercorrere storia, usi e tradizioni di un territorio che deve tanto a questa eccellenza che da sempre cresce spontanea sulla costa ionica della Calabria, e da sempre è sfruttata dall’industria dolciaria e perciò è motore dell’economia locale. In particolare, a Rossano tale commercio è legato alla saga degli Amarelli, famiglia la cui storia si fa risalire intorno all’anno Mille, ai tempi delle Crociate, e che nei secoli si è distinta per l’impegno intellettuale e nell’agricoltura. Attrezzi per la raccolta e la lavorazione, oggetti quotidiani e splendidi abiti antichi arricchiscono il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, che comprende il grande spazio del “Concio”, risalente al 1731, sul cui fumaiolo sono riportate le iniziali del Barone Nicola Amarelli. Nel 2001, in virtù del grande numero di visitatori, il Museo della Liquirizia ha vinto il premio Guggenheim Impresa & Cultura, e nel 2004, è stato realizzato un francobollo della serie filatelica italiana “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

Al termine del percorso, si può fare sosta nel Liquorice Shop e nel Museum Cafè, per una pausa corroborante, ovviamente a base di prodotti in cui la liquerizia è protagonista, dal classico bastoncino di legno grezzo alle liquirizie pure o con menta e anice. Nel Museo si trova anche l’Auditorium “Alessandro Amarelli”, parte integrante del complesso di fine Settecento e cuore pulsante della vita culturale di Rossano.

Golfo di Corigliano

Calabria, Cosenza, Golfo di Corigliano. Siamo lungo quel tratto di costa della Calabria compreso tra i capi Spulico a nord e Trionto a sud, parte del golfo di Taranto. Due le infrastrutture marine nella zona: a nord il Porto di Sibari, conosciuto anche come “laghi di Sibari”, a carattere puramente turistico, e a sud il Porto di Corigliano, frequentato da imbarcazioni dedite alla pesca e al commercio.

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