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Comune di AMANDOLA
In un paesaggio incontaminato che guarda sui Monti Sibillini, si colloca l’Abbazia benedettina dei Santi Ruffino e Vitale, fra i numerosi gioielli architettonici del borgo medievale di Amandola, nel fermano. Lo stile romanico riporta alla seconda metà del XI secolo, e ai numerosi passaggi di proprietà documentati sin dal 1267, anno in cui i Signori di Monte Pasillo, pur di mantenere i diritti sul monastero e i suoi terreni, vendettero al Comune di Amandola il castello, il Monte di Marnacchia e le 180 famiglie che vi risiedevano, cosa che poi si ripeté dieci anni dopo con un’altra famiglia, i Signori De Smerillo.
Le tre navate dell’abbazia, in semplice pietra, conducono fino alla cripta, che ne ha cinque di navate, e dietro l’altare custodisce il vero tesoro, le reliquie di San Ruffino martire. Da ammirare sono anche due affreschi di stile tardo medioevale: la Vergine in trono con il Bambino e la Madonna col Bambino che porge a San Ruffino martire un ramoscello.
Per secoli, l’Abbazia ha esercitato un forte impulso su tutto il contesto sociale, sia dal punto di vista religioso che economico, fino a quando, dopo anni di abbandono e molteplici ricostruzioni, non è stata restaurata insieme all’adiacente monastero, e ora è pronta ad accogliere credenti e visitatori.
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