Borgo Poffabro

Comune di FRISANCO

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“Presepe fra i Presepi”. Lo chiamano così Poffabro, frazione di Frisanco, in provincia di Pordenone, situato nella zona delle Prealpi Carniche. Man mano che ci si inoltra nella Val Colvera ci si immerge in un’atmosfera d’altri tempi, fra minuscoli borghi fatti di poche case e scorci che si aprono sulle cime del Parco Regionale delle Dolomiti Friulane che la circondano.

Frequentata fin dai tempi dei romani, la vallata era attraversata dalla Via Julia Concordia, che dalle lagune adriatiche conduceva verso le Alpi e oltre. Il territorio, dominato a partire dal Trecento dalla Serenissima, era dunque una zona di transito per gli scambi commerciali, fattore che riconduce alle origini del borgo “Prafabrorum”, il “prato dei fabbri”, eco probabilmente della presenza di numerosi addetti alla lavorazione del ferro.

Inserito dal 2002 fra i “Borghi più belli d’Italia”, Poffabro conserva ancora abitazioni del Cinque-Seicento, con le facciate rivestite di pietra tagliata a vivo e con i tipici ballatoi di legno, le scalinate tortuose e le corti interno cui si accede da stretti archi di sasso. Per queste sue caratteristiche, e per l’antica tradizione di esporre sui davanzali delle finestre dei presepi intagliati da abili artigiani locali, Poffabro viene appunto detto il Borgo Presepe. Da visitare a Natale, per apprezzarne l’atmosfera magica, e nel resto dell’anno per godere della natura incontaminata nei suoi dintorni.

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Borgo Frassaneit

Tramonti Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Nel suo momento di massimo splendore, il borgo di Frassaneit, aveva circa 60 abitanti. Erano i primi anni del Novecento, e la vita, in questo angolo nascosto di “piccolo mondo antico” lungo il Canal del Meduna, vicino a Tramonti di Sopra in provincia di Pordenone, si svolgeva in modo lento, autentico.

Ogni domenica, tutti gli abitanti scendevano a valle per assistere alla Santa Messa e fare scorte alimentari, talvolta usando ancora una forma di baratto: un chilo di sale o zucchero in cambio di un chilo di burro o formaggio, e così via. Gli uomini poi si recavano all’osteria, perché su, in paese, di locali di ritrovo non ce n’erano. E non c’era nemmeno la grappa. A Frassaneit, al massimo si beveva il “sir”, il siero di latte, e la grappa era usata come “medicina”.

Negli anni ’50, durante le feste si ballava in piazza accompagnati dal grammofono o dalla fisarmonica, e quei venti bambini e ragazzi ancora presenti andavano a scuola a classi unificate. Da qualche tempo, il borgo è diventato un “paese fantasma”, e visitarlo regala la sensazione unica di poter immaginare suoni, canti, usi che hanno segnato un’epoca, così come il rumore dei passi dei soldati della 69ª compagnia del Gemona in ritirata dopo la disfatta di Caporetto, transitati qui nel novembre del 1917.

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  • Laghi

Lago di Redona

Tramonti Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Fino agli anni ’50, Movada, Fleur e Redona Vecchia erano tre borghi meta di escursioni nella Val Tramontina, in provincia di Pordenone. Oggi, per vederli, bisogna attendere i periodi di secca del bacino artificiale del Lago di Redona, creato appunto a quell’epoca per produrre energia. Quando infatti il livello dell’acqua del bacino scende, tetti e campanili riaffiorano, riportando alla luce ciò che è rimasto di un tempo.
Il lago è così diventato una delle principali attrattive dei comuni di Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto, nonché della Val Tramontina, da sempre nota per la natura rigogliosa e incontaminata e per la fauna selvatica che ne popola i boschi.

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  • Eccellenze naturalistiche

Sentiero delle Genziane – Truoi dai Sclops

Forni Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Il Sentiero delle Genziane, noto in dialetto locale come Truoi dai Sclops, si articola fra ampie praterie, boschi di fondovalle e pareti verticali tipiche del gruppo del Pramaggiore e dei Monfalcon di Forni.

L’area interessata è quella delle Dolomiti Friulane, in particolare di Forni di Sopra, in provincia di Udine, dove gli incontri con la fauna locale – stambecchi e camosci in primis – non sono poi così rari. Anzi. Per questo, oltre che per le difficoltà poste dal tracciato, il consiglio è di suddividerlo in almeno un paio di tappe, pernottando in quota in uno dei tanti rifugi che si trovano lungo il Sentiero.

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  • Terme

Terme di Grado

Grado, Friuli-Venezia Giulia

Annus Domini 1873. Inizia allora la storia del primo stabilimento marino di Grado, anche se bisogna attendere il 1892 perché l’Imperial Regio Governo Astro-Ungarico, che all’epoca dominava l’isola, riconosca ufficialmente la destinazione come stazione di cura, iscrivendola nell’albo ufficiale dell’impero asburgico.
La cittadina friulana ha per sua natura il privilegio di assommare i benefici di una destinazione marina a quelli di un microclima mediterraneo caratterizzato da alta pressione costante, ridotte escursioni termiche e forte carica di ionizzazione negativa dell’aria, cui si aggiungono Terme Marine e Istituto Talassoterapico di Grado fra i più moderni e sostenibili d’Italia, grazie a impianti di estrazione dell’acqua rispettosi dell’ambiente e delle norme ecologico-sanitarie. Se l’Ottocento è stato il periodo delle frequentazioni aristocratiche, austro-ungariche e non solo, dagli anni ’60 del Novecento in poi la Stazione Termale di Grado è stata meta di alcuni dei più grandi sportivi italiani ed internazionali, fra cui spiccano i nomi di grandi calciatori di ieri e di oggi, come Gigi Riva, Omar Sivori, Fabio Capello e Roberto Baggio.

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  • Montagne

Parco Naturale delle Dolomiti Friulane

Cimolais, Friuli-Venezia Giulia

Basterebbe la bellezza della natura incontaminata del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane per giustificare la sua iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, avvenuta nel 2009, ma a renderlo un luogo speciale sono anche alcune emergenze geologiche uniche e imperdibili. Per esempio, dalla Casera Casavento – una malga nota per l’ottima cucina tradizionale – si dipartono una serie di percorsi tutti meritevoli di attenzione e focalizzati ciascuno su un tema. Seguendo il Sentiero per il Triassic Park si raggiunge il sito dove si possono scorgere impronte fossili di dinosauro, nello specifico di un teropode, già di per sé un buono stimolo per un’escursione, mentre per chi è appassionato di speleologia, la meta è Landre Sur, o Grotta del Bosco, accessibile fino a un certo punto da chiunque grazie alla sua apertura di 20 metri per 15. Seguendo invece la Strada degli Alpini, siglata 966, si percorre una mulattiera tracciata all’inizio del ‘900 che arriva fino a Forcella Clautana, a 1432 metri.

Cambiando zona, dal piccolo borgo di Casso – indissolubilmente legato al ricordo della tragedia del crollo della diga del Vajont – si punta al Monte Borgà dove si trovano i cosiddetti Libri di San Daniele, spettacolare fenomeno carsico in cui le lastre di pietra sono accatastate come fossero pile di volumi, a tratti ordinati e a tratti messi alla rinfusa, colpo d’occhio d’insieme reso ancora più emozionante dalla vista sulle cime dolomitiche a 360 gradi. Molti altri sono i percorsi che consentono di perlustrare i 36.950 ettari del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane, chiuso ai due lati dai corsi dei fiumi Tagliamento e Piave, e che ne fanno un vero paradiso per gli amanti dell’escursionismo, del trekking e dell’alpinismo aperto a ogni genere di visitatore e accessibile anche alle persone con disabilità.

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  • Laghi

Lago di Barcis

Barcis, Friuli-Venezia Giulia

Praticare vela, surf, canoa, kayak e hovercraft. Oppure ancora affittare una moto d’acqua o muta e bombole per un’immersione. E tutto a 400 metri di quota, circondati da cime ardite, magari innevate. Accade sul Lago di Barcis, nella Riserva Naturale Forra del Cellina, bacino artificiale in provincia di Pordenone, dalle acque verdissime, che dai primi Anni ‘50 fa da richiamo nautico in un ambiente montano.

Il contesto è infatti quello del Parco delle Dolomiti Friulane, in cui converge, oltre a quella del torrente Cellina, anche la Riserva Naturale Foresta Regionale del Prescudin, raggiungibile solo a piedi e da perlustrare mediante dieci percorsi, che vanno dalle passeggiate rilassanti alle escursioni più impegnative, sempre e comunque circondanti dal verde.

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  • Monumenti

Diga di Vajont

Erto E Casso, Friuli-Venezia Giulia

“La catastrofe del Vajont. Uno spazio della memoria” e “Vajont: immagini e memorie”. Sono i titoli delle due mostre allestite all’interno del Centro Visite di Erto e Casso del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, i due borghi in provincia di Pordenone coinvolti nel disastro della diga del Vajont, avvenuto la sera del 9 ottobre 1963.

La prima mostra illustra in modo dettagliato la progettazione del bacino idroelettrico e l’intera vicenda legata alla frana del Monte Toc nel lago artificiale che causò il dilavamento delle sponde del lago e l’inondazione degli abitati del fondovalle, fra cui Longarone che venne praticamente raso al suolo. La seconda traccia un percorso storico della zona, con foto d’epoca incentrate su tradizioni, usi e costumi delle genti del Vajont, prima di quella tragica notte del 1963.

La sosta al Centro Visite e i percorsi di scoperta dell’area coinvolta dalla frana sono un modo per tenere vivo il ricordo di un evento che è stato definito “il più grande disastro causato dall’uomo”, ma anche per far conoscere una realtà naturalistica che, nonostante quella ferita profonda, è tornata a vivere offrendo un paesaggio diverso, trasformato, ma ancora fruibile, con itinerari segnalati da fare a piedi o in MTB.

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  • Riserve

Riserva Naturale Forra del Cellina

Barcis, Friuli-Venezia Giulia

Ci sono voluti millenni, ma alla fine, il torrente Cellina ha fatto il suo corso scavando il più lungo canyon del Friuli Venezia Giulia e uno dei più spettacolari d’Italia. Barcis, Andreis e Montereale Valcellina sono i tre Comuni in provincia di Pordenone su cui si sviluppa la Riserva Naturale Forra del Cellina, vasta 304 ettari e inserita a sua volta all’interno del Parco delle Dolomiti Friulane.

Per esplorare l’area, intercettando lungo il percorso nell’ordine un ponte tibetano e i tracciati di un vecchia strada e del trenino della Valcellina, si può seguire il Sentiero del Dint che parte dal Centro Visite e permette di realizzare una passeggiata di fondovalle facile e sicura anche per le famiglie con bambini.

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