Teatro Serpente Aureo

Sulla piazza principale di Offida, nell’ascolano, affaccia il Palazzo Comunale. Al suo interno, si cela uno dei luoghi inclusi nel circuito dei Teatri Storici delle Marche, il Teatro Serpente Aureo. Questa sua curiosa collocazione all’interno di un edificio con una diversa funzione pubblica ne fa già di per sé un unicum, poi una volta entrati, si svela un gioiello architettonico realizzato nel XIX secolo da Pietro Maggi. La sua realizzazione non fu né rapida né semplice. In un documento del 1768 si fa cenno a un palcoscenico a “guida di teatro”, costruito “senza distinzione di ceto”. Per ovviare a questa “mancanza”, il Consiglio Comunale approvò a più riprese la realizzazione di un teatro vero e proprio, con palchi, platea e scena, fino appunto ad arrivare al progetto del Maggi, datato 1820, modificato poi a più riprese nel 1862 e nel Novecento. Lo stile Barocco domina tutto l’ambiente a ferro di cavallo, con 50 palchi disposti su tre ordini, con loggione e platea. A due artisti offidani Doc furono affidate le parti decorative: Giovanni Battista Bernardi curò stucchi e pitture dei palchi, mentre la volta, raffigurante Apollo e le Muse, venne dipinta da Alcide Allevi. A coronamento d’insieme, negli otto medaglioni posti sul soffitto furono ritratti autori illustri di prosa e lirica: Pergolesi, Verdi, Bellini, Donizetti, Rossini, Alfieri, Goldoni, Metastasio. La chicca è però sul palcoscenico: il vecchio sipario con dipinta la leggenda del mitico Serpente d’Oro, dopo oltre un secolo di vicende travagliate e modifiche strutturali, è ancora lì, sul fondo della scena, a fare bella mostra di sé e a ricordare un’epoca aurea.

Mulino di Sisto V – Valdaso

La visita al Mulino di Sisto V a Valdaso, frazione di Montalto delle Marche, è una scoperta continua. Lungo il cosiddetto “GABA – Il Grande Anello dei Borghi Ascolani” è una di quelle tappe che solleticano la curiosità, perché questo è di sicuro l’unico mulino che è stato anche una zecca. Pontificia per giunta. Dunque, andando con ordine, il mulino sorge prima del 1320, anno in cui è già attestata la sua attività. Nel 1567, la Comunità di Priori locali che da almeno due secoli lo governa lo cede a Papa Sisto V e alla sorella Camilla Peretti, affinché con le rendite dei 5 anni seguenti si ripaghino la somma anticipata in precedenza. Passano altri due secoli e nel 1797, sotto il pontificato di Pio VI, il mulino è adattato a zecca, salvo poi tornare alla precedente attività. Al suo interno si identificano tre piani, ciascuno con la sua funzione: il primo con il seminterrato per la lavorazione del frumento, il secondo a dimora del mugnaio, il terzo per la difesa, con tanto di camminamento di ronda e merlatura.

Oggi, grazie a un attento restauro, il Mulino di Sisto V a Valdaso è un’originale location per eventi e persino per matrimoni. Le visite sono possibili su prenotazione e sono curate dalla Pro Loco Lago ’93.

Borgo di Montevettolini

A metà strada fra Monsummano Terme e Larciano, nei pressi del Golf Montecatini Terme, si trova
Montevettolini, da secoli custodito da alte mura medievali, al di là delle quali si gode di uno splendido panorama sulle colline pistoiesi.

Varcate le mura, ci si perde in un intreccio di vicoli, stradine, palazzi e chiese antiche, fra cui spicca la bella Chiesa dei Santi Michele Arcangelo e Lorenzo Martire, che ha la caratteristica di inglobare un campanile un tempo adibito a porta-torre della rocca. Fuori le mura, in aperta campagna, si visita invece l’Oratorio di Santa Maria della Neve, che custodisce un pregevole affresco quattrocentesco di scuola pistoiese.

L’indiscusso gioiello architettonico di Montevettolini resta però la Villa Medicea voluta nel 1597 da Ferdinando I de’ Medici, dimora-fattoria a pianta poligonale al centro di un ampio territorio bonificato fra ‘500 e ‘600 e ancora oggi cuore del borgo.

Terme Grotta Giusti

Monsummano Terme è una delle destinazioni termali più rinomate della Toscana, con un plus però che la rende unica, Grotta Giusti. Quello che si apre agli occhi stupiti degli ospiti dell’omonimo resort di lusso di cui oggi la grotta fa parte è infatti uno spettacolo della natura creato nell’arco di migliaia di anni: un percorso di oltre 300 metri fra laghetti di acque benefiche che sgorgano a 34°C, cunicoli, stalattiti e stalagmiti che si combinano formando un ambiente molto suggestivo, o come amava dire Giuseppe Verdi, habitué del luogo, “l’ottava meraviglia del mondo”.

La cavità millenaria fu scoperta nel 1849 per puro caso da alcuni operai che stavano lavorando in una cava di calce adiacente: rimossa una grande pietra, si ritrovarono di fronte a qualcosa di inaspettato, che Domenico Giusti, proprietario della villa qui accanto e della cava, iniziò subito a sfruttare per le cure, trasformando appunto la grotta in una meta frequentata da personaggi di spicco di mezza Europa.

Oggi, l'”ottava meraviglia” è il cuore del Grotta Giusti Thermal Spa Resort, rinomato per i numerosi trattamenti wellness & beauty e per i programmi di remise en forme.

Borgo Larciano Castello

Le porte di San Marco, Bagno e Meridionale sono le vie di accesso a Larciano Castello, fra i borghi medievali meglio conservati della Valdinievole e della Toscana.

Ben difeso dalle mura per secoli, Larciano conserva infatti ancora integro il centro storico, dove spiccano la roccaforte e la torre, dalla cui sommità, raggiungibile con 200 gradini, si ammira un panorama a perdita d’occhio sulla campagna circostante, un tempo luogo del potere dei Conti Guidi e della Civita Pistoriensis.

Ai piedi della torre, affacciato sul cortile della rocca e ricavato negli ambienti dell’ex Palatium del Capitano, si trova il Museo Archeologico, con reperti che raccontano il lungo passato di Larciano Castello e dell’intera Valdinievole.

Villa Medicea La Magia

Perché andare a Quarrata? La risposta si chiama Villa La Magia, dal 2013 parte del Patrimonio dell’Unesco insieme a numerose altre dimore medicee di Toscana. Quella di Quarrata, nella campagna pistoiese, si distingue per il ciclo di affreschi, le limonaie, il giardino storico e la ricca quadreria, prezioso ensemble dovuto ai molti passaggi di mano da una famiglia aristocratica all’altra.

Prodromo della villa fu il torrione costruito da Vinciguerra Panciatichi nel 1320, mentre l’inizio dei lavori della dimora si devono a Francesco I dei Medici, intento ad ampliare il piano paterno di espansione territoriale della casata fiorentina. Fu dunque nel 1583 che il Buontalenti, già architetto di altre dimore medicee, elaborò il progetto di costruzione della villa e quello di realizzazione del lago. Successive aggiunte e modifiche si devono invece alle famiglie degli Attavanti e, dalla fine del Settecento al 2000, agli Amati Cellesi, che poi la cedettero al Comune di Quarrata.

Attualmente, Villa la Magia è aperta al pubblico ed è possibile visitare i percorsi storici (ciclo di affreschi, giardino storico, quadreria) e la collezione di arte ambientale contemporanea “Lo spirito del luogo”, composta da opere di Fabrizio Corneli, Anne e Patrick Poirier, Nagasawa, Marco Bagnoli, Maurizio Nannucci, Daniel Buren.

Buggiano Castello

Buggiano Castello è un piccolo centro abitato in provincia di Pistoia noto anche come “Borgo degli agrumi”. La sua particolarità è di condensare in uno spazio assai ridotto numerosi monumenti di notevole interesse e alcuni dettagli, architettonici e non solo, che rappresentano degli unicum. In primis, la deliziosa Piazza Pretorio, detta anche “salotto d’Italia” per il suo aspetto intimo e raccolto, e poi il colore tipico di molte delle sue abitazioni, una sorta di Pantone locale definito Rosso Buggiano.
Sul “salotto” affaccia il duecentesco Palazzo Pretorio, fino al 1789 sede del Comune e della Podesteria e oggi location di eventi, mostre e matrimoni. Intatto nell’aspetto medievale, il Palazzo Pretorio si fa notare per la sua facciata, adorna dei 57 stemmi dei Podestà che da qui governarono il territorio. Una volta all’interno ci si ritrova poi ad ammirare gli affreschi quattrocenteschi e i documenti delI’Archivio storico. Accanto all’edificio si visita la Chiesa di San Nicolao, del 1038, sobria nel suo stile romanico, con tre navate e un ricco patrimonio artistico, comprendente un preziosissimo Fonte Battesimale e un ambone del XIII secolo. Dipinti e arredi sacri sono invece conservati nell’annesso Museo Parrocchiale, visitato il quale ci si può dedicare all’antica Abbazia e al chiostro perfettamente conservato.

Proseguendo verso la parte alta di Buggiano Castello si possono scorgere tracce dell’antica Rocca, oltre a resti di case torri e alI’ex Convento di S. Scolastica. Come se non bastasse, ecco poi l’Oratorio di San Martino e la settecentesca Villa Sermolli, affacciata su scorci meravigliosi sulla vallata sottostante.

Palazzo Pretorio

Il Palazzo Pretorio di Buggiano Castello, fra gli edifici antichi meglio conservati del pistoiese, raccoglie in sé molta della storia transitata nella Valdinievole.

Al suo interno, sviluppato su tre piani, si scorgono elementi architettonici di epoca romana, longobarda e medievale, periodo in cui divenne sede del podestà. E proprio a questa sua funzione pubblica si devono i 57 stemmi che decorano la facciata, identificativi dei podestà che guidarono il comune tra il XIV e il XVII secolo.

Villa Bellavista Via Livornese 28 Buggiano

Quando si giunge davanti a Villa Bellavista a Borgo a Buggiano, a 4 km da Montecatini Terme, si resta colpiti dalla vastità dell’edificio, fra i più grandi in Italia dopo la Reggia di Caserta.

Eppure, dimora, cappella, giardino e numerose altre costruzioni sparse nei 45 poderi un tempo parte di un’unica proprietà furono tutti realizzati in soli 4 anni, dal 1696 sl 1699. A commissionare l’immenso lavoro fu Fabio Feroni, commerciante di fama internazionale arricchitosi in breve tempo per il contrabbando degli schiavi, cosa che però non gli impedì di far riconoscere la propria famiglia come nobile.

Nel 1695 i Feroni, divenuti marchesi, ordinarono quindi la costruzione della sontuosa dimora, affidando il progetto a uno degli architetti più in auge nella Firenze di fine ‘600, Antonio Maria Ferri. All’opera lavorarono alcune delle maestranze e degli artisti più noti dell’epoca, fra cui Pier Dandini, autore dei pregevoli affreschi eseguiti nei saloni di rappresentanza.

Badia di Morrona

Nella millenaria Badia di Morrona a Terricciola, in provincia di Pisa, oggi si parla di sostenibilità. La produzione di vino e olio ricavata dai 600 ettari che circondano la proprietà segue infatti i dettami dell’eco compatibilità, dei rispetto dell’ambiente che qui ha forte voce in capitolo. Siamo infatti nelle Terre di Pisa, caratterizzate da distese di colture agricole, in particolare di vite e olivo, da un paesaggio in cui la Badia di Morrona ha un posto importante dal 1089. A costruirla fu un ricco proprietario terriero, che trovò nei monaci dei fidi “collaboratori” che potevano gestire servi e braccianti assoldati per la cura dei campi.

La chiesa, in stile romanico e in pietra locale, è stata restaurata in modo da rispettarne il fascino mistico tipico del Medioevo. Lo si avverte in particolare nello splendido chiostro, da cui si accede al refettorio e al parco esterno, belvedere sulle verdi colline della Valdera.
Fra le curiosità di questo luogo c’è quella legata alla Madonna di San Torpé, conservata nella chiesa: l’opera è dedicata al martire cristiano che fu decapitato alla foce dell’Arno e giunto in modo misterioso sull’odierna spiaggia di Saint Tropez (da cui il nome della località francese).

La villa padronale, cuore del complesso monastico, risulta semplice nonostante la ricca collezione di pezzi d’arte di epoche diverse, che ne fanno una “casa-museo” sui generis: dai mosaici di epoca bizantina risalenti al V secolo d.C. ai cippi etruschi alle colonne in marmo, fino alle anfore romane ritrovate in mare.

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