Parco InterRegionale del Sasso Simone e Simoncello

Marche, Emilia Romagna e Toscana si incontrano nel Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, 4791 ettari sviluppati a cavallo delle Province di Pesaro-Urbino, Rimini e Arezzo, dove si fonde con l’omonima Riserva Naturale toscana del comune di Sestino. Il Montefeltro con i Comuni di Carpegna, Frontino, Montecopiolo, Pian di Meleto, Pennabilli e Pietrarubbia ricade dunque nella sua area di tutela.

Il territorio del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello è percorso da sentieri del CAI. Prima di intraprendere le escursioni è bene informarsi presso il Centro Visite di Ponte Cappuccini e gli uffici delle Pro Loco o Uffici Turistici della zona, dove sono a disposizione cartine e mappe dettagliate. L’area tutelata comprende anche un poligono militare; l’accesso a questa porzione di Parco potrebbe essere vietata in caso di esercitazioni militari; conviene quindi sempre informarsi prima per evitare di ritrovarsi in mezzo a un’esercitazione; l’area del poligono militare è tabellata e l’accesso è comunque libero se non si svolgono addestramenti militari. Nei mesi estivi non ci sono comunque mai esercitazioni.

A piedi, a cavallo o in mountain bike, tutta l’area è servita da una ricca viabilità interna che permette di raggiungere la quasi totalità delle principali mete escursionistiche, tra cui si segnalano le ultime due tappe dell’Alta Via dei Parchi che dal Monte Fumaiolo conducono all’Eremo della Madonna del Faggio. Tutto il comprensorio è dotato di aree attrezzate per i suoi ospiti e anche di un Museo Naturalistico e Centro Visite (Pennabilli) e di un Parco Faunistico (Pian dei Prati), con animali domestici e selvatici e centri di educazione ambientale. Sono altresì presenti nel Parco innumerevoli Musei e svariate strutture per l’accoglienza di gruppi e scolaresche, strutture del Parco (Ostello di Calvillano e Foresteria di Frontino) e alberghi, agriturismi, camping e ristoranti per tutti i gusti.

Riserva Naturale Statale Gola del Furlo

La motivazione alla base della sua istituzione nel 2001 è articolata: è la straordinaria importanza dal punto di vista paesaggistico, geologico, geomorfologico, paleontologico, floristico e faunistico. Stiamo parlando della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, fiore all’occhiello della Provincia di Pesaro e Urbino, da vivere grazie a visite guidate didattiche e turistiche, passeggiate, eventi sportivi e culturali. Una rete sentieristica di oltre 50 km consente di esplorarne i quasi 4.000 ettari, ammirarne flora e fauna e apprezzarne la straordinaria biodiversità, fino a raggiungere il suggestivo canyon della Gola del Furlo, scavato dalle acque del fiume Candigliano. Da non perdere il Museo-Rifugio Ca’ I Fabbri, situato sul Monte Paganuccio, che offre anche 25 posti letto e sala da pranzo attrezzata.

Frontino

Fra i “Borghi più belli d’Italia” delle Marche c’è Frontino, Paese Bandiera Arancione ma soprattutto, con meno di 300 abitanti, il più piccolo Comune della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Unione Montana del Montefeltro. Il contesto è quello appunto delle dolci colline del Montefeltro, incluse nel Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello e dominate dal monte Carpegna, ai cui piedi si stende la Valle del fiume Mutino. Provengono da qui le pietre che lastricano le strade di Frontino e che hanno fornito la materia prima per erigere in passato torri e mura castellane, e più di recente le fontane realizzate da Franco Assetto, grande artista torinese precursore della pop art ed ispiratore del movimento artistico “Baroque Ensembliste”, che lasciò gran parte delle sue opere al Comune. Il monumento per eccellenza di Frontino è il Convento di Montefiorentino, per la sua importanza culturale ma anche religiosa, essendo stato fondato nel 1213 da San Francesco: include un piccolo chiostro e una cappella rinascimentale, intitolata ai Conti Oliva, un capolavoro attribuito a Francesco De Simone Ferrucci da Fiesole, dove un tempo erano esposte la splendida pala d’altare di Giovanni Santi, padre di Raffaello, e un affresco attribuito a Evangelista da Piandimeleto.

Appena fuori dal centro, in un bosco di querce secolari, si trova poi il Monastero di San Girolamo, recentemente restaurato e adibito a residenza d’epoca, e poco oltre un mulino ad acqua del trecento, detto di Ponte Vecchio, che riforniva di farina e pane il castello. Dotato un tempo di torre di guardia e difesa, oggi ospita il Museo del Pane.

A tramandare le tradizioni culturali, storiche e gastronomiche del luogo ci pensa anche un calendario fitto di eventi ormai consolidati da anni: si vedano ad esempio la Festa del Tartufo nero e il Festival degli Spaventapasseri ad agosto, la Sagra del Fagiolo a settembre e il Premio Nazionale di Cultura Frontino–Montefeltro a ottobre.

Mappamondo della Pace

Apecchio, in provincia di Pesaro Urbino, è famoso per due record: il primo, inserito nel Guinness dei Primati, è quello del Mappamondo della Pace, un globo geografico di 12,5 metri di diametro costruito interamente in legno, che grazie ad appositi meccanismi è in grado di simulare la rotazione terrestre e, aprendosi, può ospitare fino a 600 persone. Il secondo riguarda il vicolo più stretto d’Italia, nei pressi dell’ex quartiere ebraico e della chiesa della Madonna della Vita.
Apecchio ha però anche molto altro da offrire. Dentro Palazzo Ubaldini per esempio è allestito il Museo dei Fossili Minerali del Monte Nerone, con una delle raccolte di ammoniti più ricche e interessanti di tutta Italia. C’è poi il ponte medievale a schiena d’asino che attraversa il fiume Biscubio, un tempo unico accesso al castello che proteggeva il borgo, di cui oggi si può vedere solo l’imponente Torre dell’Orologio. Dal territorio, ricco e fertile, derivano i molti prodotti tipici della zona, che ad Apecchio animano una mostra mercato autunnale che ha come principale protagonista il pregiato tartufo bianco e nero.

Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna

I buongustai lo sanno: Acqualagna significa tartufo bianco, prezioso frutto della terra che in questo borgo in provincia di Pesaro Urbino viene omaggiato dalla Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, fra le più importanti manifestazioni di settore a livello internazionale. Una kermesse che unisce performance gastronomiche e culturali, “vip” del mondo dello spettacolo insieme e riconosciuti Maestri della cucina italiana, in grado di esaltare il Tuber Magnatum Pico in creazioni gourmand.
Un prodotto d’eccezione che ha messo in moto un’economia virtuosa, che oggi nella zona di Acqualagna conta duecentocinquanta tartufaie coltivate di tartufo nero e una decina di tartufaie sperimentali controllate di Bianco pregiato, una dozzina di punti vendita dedicati al tubero e una decina di aziende che lo trasformano e lo commercializzano in tutto il mondo.

La Fiera è una grande mostra mercato, un “salotto” animato da cooking show con chef stellati, esibizioni, sfide in cucina, spettacoli e degustazioni, percorsi, mostre, laboratori didattici e creativi per un pubblico di tutte le età, volte a offrire esperienze sensoriali, visive e olfattive oltre che gustative di un sapore unico. Che Acqualagna sia stata in grado di sviluppare un suo “mercato” non è un caso: qui si concentrano i due/terzi della produzione nazionale, destinati a soddisfare anche l’ampia richiesta straniera, desiderosa di fregiarsi di menu arricchiti del pregiato tartufo Made in Marche. Una ricchezza alimentata da ben quattro varietà, una per ogni stagione: il Tartufo Bianco (Tuber Magnatum Pico dall’ultima domenica di settembre al 31 dicembre), il Tartufo Nero Pregiato (Tuber Melanosporum Vitt, dal 1° dicembre al 15 marzo), il Tartufo Bianchetto (Tuber Borchii Vitt, dal 15 gennaio al 15 aprile), il Tartufo Nero Estivo (Tuber Aestivum Vitt, dal 1° giugno al 31 agosto e dal 1°ottobre al 31 dicembre).

Parco Archeologico di Sentinum

Visitare il Parco Archeologico di Sentinum, nell’anconetano, significa camminare nella storia, grazie alle numerose evidenze di un abitato datato a qualche secolo prima di Cristo. Cinta muraria, cardo e decumano, resti di un impianto termale pubblico urbano e di uno extra-urbano, colonne di granito, ville con pavimenti a mosaico, botteghe per la fusione del metallo o altri mestieri. La Sentinum dell’epoca romana era così, almeno nel 295 a.C., quando nella sua campagna avvenne la cosiddetta “Batttaglia delle nazioni”, in cui i Romani sconfissero la coalizione Italica formata da Galli Senoni e Sanniti. Una volta caduta in declino e abbandonata, Sentinum divenne una sorta di cava cui attingere pietre e marmi per la costruzione dei monumenti di Sassoferrato, borgo medievale a circa 1 km dagli scavi.

Civica Raccolta d’Arte – Raccolta Incisori Marchigiani

Il rischio di dispendere un prezioso patrimonio d’arte era grande, perché le 26 opere che oggi compongono la Civica Raccolta d’Arte di Sassoferrato erano distribuite fra chiese, conventi, confraternite e collezioni private della città e del territorio. Meglio dunque riunirle in un unico “contenitore”, quello della prestigiosa sede di Palazzo Oliva, edificio costruito nel XV secolo dal Cardinale Alessandro Oliva (1407-1463), illustre personaggio sassoferratese. I 26 dipinti coprono tre secoli di storia dell’arte, dal Quattrocento alla fine del Settecento, dalla fine del Medioevo all’età barocca, comprendendo anche due tele di Giovan Battista Salvi, noto come “Il Sassoferrato”, protagonista del classicismo europeo che nella Roma del XVII secolo trovò anche importanti committenze, per poi fare ritorno nel suo paese d’origine. La scuola pittorica marchigiana ebbe poi anche altri importanti interpreti, autori degli altri quadri qui esposti.

Palazzo Oliva è inoltre la “dimora” della Raccolta “Incisori Marchigiani”, creata grazie al generoso lascito dei coniugi Mirella e Franco Pagliarini, che donarono al Comune la propria collezione di opere grafiche. Si tratta di una collettanea di oltre quattrocento grafiche, realizzate da 200 artisti marchigiani, vero omaggio alla cultura e alla bellezza del territorio.

Cinta Muraria di Corinaldo

Percorrendo i 912 metri del camminamento di ronda delle mura medievali di Corinaldo, nell’anconetano, ci si imbatte in una serie di elementi architettonici dai nomi bizzarri. Il tour inizia dalla Porta di Santa Maria del Mercato, che conserva ancora le sedi di scorrimento delle catene del ponte levatoio. Di fronte ha inizio l’antica scalinata di Via Piaggia (detta “delle cento scale”), “cardo” del nucleo medievale, lungo la quale si incontra il Pozzo della Polenta. Seguono la Torre del Mangano, cosiddetta dall’antico strumento usato per pressare le stoffe, la Guardiola di Mezzogiorno, il Torrione del Calcinaro, il cui nome deriva dalla professione di chi lo abitava, e la Torre della Rotonda.

Il corridoio porticato poco oltre, detto “I landroni”, è ricavato dall’aggiunta di un piano agli edifici settecenteschi lungo Via del Corso, e conduce fino a Porta Nova. La Torre dello Sperone si fa notare per la struttura pentagonale, alta 18 metri, concepita nel XV secolo da uno dei più abili architetti militari dell’epoca, il senese Francesco di Giorgio Martini. Porta San Giovanni si differenzia invece per una serie di elementi costruttivi, come per esempio la “bianchetta”, porta a lato dell’arco d’ingresso per l’accesso alla città durante gli assedi, e ancora saettiere, archibugiere, piombatoi e merlature ghibelline a coda di rondine rimaste praticamente inalterate. Chiude il camminamento la Torre dello Scorticatore, alta 15 metri di altezza, il cui nome non lascia molta fantasia.

Parco “Frasassi Avventura”

Il territorio di Genga, nell’anconetano, è una continua sorpresa, che dal 1997 è tutelato dal Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi. Nei suoi 9170 ettari di superficie si concentrano alcune meraviglie della natura, come le celeberrime Grotte di Frasassi, che costituiscono la più grande cavità sotterranea d’Europa, la Gola della Rossa e numerose altre grotte, ma anche alcuni monumenti architettonici di notevole interesse. Si vedano lo spettacolare Tempio del Valadier, l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa, l’Eremo di Grottafucile e l’ex mulino nei pressi dell’abbazia romanica di San Vittore alle Chiuse. Qui si trova il Parco Frasassi Avventura, area attrezzata con 5 percorsi adatti a grandi e bambini, che alternano cavi sospesi sul fiume Sentino, ponti tibetani e carrucole vertiginose. Laboratori creativi, attività didattiche ed escursionismo completano l’offerta, facendo di questo “parco nel parco” una meta polivalente, che unisce sport, cultura e adrenalina.

Terme di Frasassi

Nel Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, attrattiva di punta dell’anconetano, le attrattive davvero non mancano. Oltre alle rinomate Grotte di Frasassi troviamo il Tempio del Valadier, l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa, l’Eremo di Grottafucile e l’ex mulino nei pressi dell’abbazia romanica di San Vittore alle Chiuse. Per non farsi mancare niente, qui c’è anche uno stabilimento termale, quello di San Vittore, alimentato da acque minerali naturali sulfuree-sodiche dalle ottime qualità terapeutiche – già note ai tempi dei romani – che sgorgano a 13° dalle Fonte di San Vittore.
Malattie dell’apparato respiratorio, osteoarticolare o otorinolaringoiatrico sono curate in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, ma chi frequenta le Terme di San Vittore può approfittare anche di un valido reparto Estetico e Massoterapico, che punta invece su trattamenti estetici, terapeutici e di benessere a 360 gradi, sfruttando anche una miscela di materiale argilloso e acqua termale da cui deriva il fango termale.

Skip to content