Lungo la Strada per Santulussurgiu, in direzione Macomer, ci si imbatte nel Complesso Archeologico di Tamuli, uno dei più importanti del nuorese. La sua rilevanza dipende in particolare da tre Tombe di Giganti, cui si aggiungono un nuraghe e un villaggio.
Della tomba I si noti soprattutto l’ampia esedra semicircolare che lungo il perimetro ha un sedile formato da 27 blocchi di basalto, e che introduce a un ambiente lungo 14,40 metri e largo 7. Il corpo tombale della tomba II è invece di 11,40 metri, cui si accede tramite un corridoio di 8,20 metri. Della tomba III rimangono pochi resti, mentre a poca distanza si erge il nuraghe, di tipo complesso, costituito da un mastio e da un bastione bilobato addossato sulla fronte, che racchiudeva probabilmente due torri e le cui dimensioni sono 16,30 metri per 12,50, con un’altezza di 2,15 metri. Villaggio e fonte nuragica chiudono la visita del sito.
Archivi: Point of interest
A Point of Interest is a tourist attraction, a place of interest that tourists visit. For example: a museum, a park, a monument, a castle etc.
Nuraghe Santa Barbara
L’era cosiddetta dei metalli, compresa fra il 3000 e il 1100 a.C., è una di quelle meglio rappresentate dai numerosi nuraghe diffusi un po’ in tutta la Sardegna, in particolare nel nuorese, nella zona di Macomer e Villanova. Qui si trova per esempio il Nuraghe di Santa Barbara, del tipo “a tancato”. La torre centrale è a pianta circolare, vi si accede attraverso un corridoio con scala elicoidale e nicchia. Ha pianta circolare del diametro di circa 7 metri anche la camera “a tholos” e presenta in cima alla parete il vano di una scala sussidiaria che conduce sopra al corridoio d’ingresso. L’intricato sistema di condotti è fra le caratteristiche più originali di questa costruzione, che poi nel tempo fu appunto trasformato nel tipo “a tancato”, con l’aggiunta di un secondo edificio di dimensioni inferiori che insieme forma un cortile.
Sito Archeologico Nuraghe Nolza
L’ultima fase dell’Età dei Metalli, identificabile con quella del Bronzo Medio, ha visto crescere numericamente la presenza dei nuraghe nel nuorese. A Meana Sardo si visita il Sito Archeologico Nuraghe Nolza, i cui recenti scavi hanno portato alla luce diversi ambienti interni del monumento, che regala anche una bella visuale d’insieme dei dintorni grazie a una scala che porta nella parte superiore. Molti i reperti ritrovati, soprattutto in ceramica, come ciotole, scodelle e grandi tegami, in trachite e granito o in ossidiana, come pestelli ed elementi di falcetto a forma di semiluna. Tante le ossa di animali, spesso impiegate come utensili o monili decorativi.
Villaggio Nuragico Sa Sedda ‘E SO S Carros”
Supramonte è la zona calcarea della Valle di Lanaitto che fa da sfondo al villaggio nuragico noto come Sa Sedda e Sos Carros, nel Comune di Oliena, nel nuorese, a circa 300 metri sul livello del mare. Letteralmente, Sos Carros vuol dire ”il punto di passaggio dei carri”, e l’epoca di realizzazione del villaggio-santuario è compresa fra il XII e il IX secolo a.C., periodo detto anche Età Nuragica in cui in tutta l’isola era assai diffuso il culto delle acque. Qui sono infatti ancora ben visibili edifici funzionali alla captazione e canalizzazione delle acque, oltre che da vari ambienti di servizio, come “templi a pozzo” e “rotonde con bacile”. Sos Carros presenta una struttura abbastanza complessa: il sito è caratterizzato da capanne a pianta circolare e ovale e da un edificio/insula dal perimetro esterno sub-circolare con funzione di spazio di culto o per il deposito/stoccaggio di prodotti metallici, con un cortile centrale, anch’esso a pianta circolare, in cui è contenuta la vasca di contenimento dell’acqua. Nell’insieme, risultava un’insula separata dal resto del villaggio da un muro esterno ciclopico.
La stanza detta “rotonda con bacile”, del diametro di 2,5 metri e con un alzato massimo di 1,80 , è definita “fonte” e presenta un effetto cromatico bicolore grazie a blocchi squadrati di calcare bianco alternati a blocchi di basalto scuro. Modanature, sedili, stipiti lavorati e soprattutto un pavimento rifinito da minuziosi decori fanno capire la cura e l‘attenzione ai dettagli in uno spazio dove tutto converge al centro, verso il bacile di 70 cm di diametro decorato da sette teste di muflone scolpite.
Il santuario di Sa Sedda de Sos Carros aveva inoltre funzione di centro di fusione e lavorazione dei metalli, come si evince dal ritrovamento di una cospicua quantità di oggetti in metallo, prevalentemente di bronzo, quali frammenti di asce, puntali di lance e di frecce, picconi, anse di bacili, fibule, oltre ad oggetti di particolare pregio quali navicelle di varia tipologia e una brocca askoide a doppio collo.
Nuraghe Arrubiu
Il fiume Flumendosa richiama territori lontani, invece siamo nel cuore della Sardegna centro-meridionale, precisamente nella regione del Sarcidano, al centro dell’altopiano basaltico di Pranemuru. Si viene fin qui per scoprire l’anima più autentica e sconosciuta dell’isola, che si respira in luoghi come l’Arrubiu, uno dei nuraghi più importanti e imponenti della Sardegna ma soprattutto l’unico pentalobato fino ad oggi conosciuto. Grossi blocchi di basalto rossastri (da cui il nome, che significa “rosso”) poggiano su filari regolari di massi più piccoli lavorati con malta di fango, formando un mastio centrale circondato da un bastione di 5 torri e da 7 torri che delimitano all’interno 3 cortili. Il mastio conserva la tholos inferiore e parte della camera del primo piano e un piccolo vano a cupola.
La visita del nuraghe Arrubiu e del villaggio che si estendeva attorno è un’immersione totale nel passato: gli scavi, seppur parziali, sono datati tra le fasi finali del Bronzo medio e il Bronzo finale. All’inizio dell’età del Ferro la vita si interruppe bruscamente, mentre dal II sec. a.C. fino al V sec. d.C. furono allestiti dei vani destinati alla vinificazione e ad altre attività agricole. Fra gli edifici degni di nota anche una piccola tomba di giganti con camera a filari.
Su Tempiesu
A Orune, in Località Sa Costa e Sa Binza, nel nuorese, si scopre Su Tempiesu, il cui contesto rende tutto assai suggestivo. L’edificio si trova infatti addossato a una ripida parete scistosa, da cui sgorga una sorgente. Su Tempiesu è molto di più che un antico edificio religioso: è l’unico esempio di struttura eretta e ben conservata come copertura di un pozzo sacro nuragico.
Area del Complesso Nuragico di Serbissi
Vicino a Osini, nel nuorese, si apre una sorta di belvedere sull’Ogliastra e sulle Barbagie: l’area del Complesso Nuragico di Serbissi, dove sul “Taccu”, suggestiva rocca dalle pareti calcaree ripide e dall’aspetto impressionante, si distende il sito archeologico. Il villaggio si compone di un nuraghe complesso, una grotta con due ingressi, due tombe di giganti e due nuraghi monotorri. Il nuraghe è formato da un mastio e da tre torri raccordate da un bastione. Al centro c’è un angusto cortile-corridoio curvilineo, con pavimento a selciato, sul quale si affacciano gli ingressi delle quattro torri. Dell’abitato che si estende attorno al nuraghe sono stati individuati otto vani di isolati con sviluppo centripeto. Le capanne circolari presentano tramezzi murari e pavimenti ad acciottolato e hanno diametro che va dai 7 agli 8,5 metri.
Il Complesso Nuragico di Serbissi fu in uso dal Bronzo antico al Bronzo finale, periodo in cui fu utilizzato come magazzino per derrate alimentari. Chi volesse proseguire la visita può raggiungere il fondovalle, dove si trova una tomba dei giganti del tipo a filari con stele centinata, oggi interrata.
Area Archeologica “Santa Vittoria”
Provincia di Sud Sardegna, Area Archeologica “Santa Vittoria”. Gli studiosi della civiltà nuragica sanno che è qui che si trova uno dei più importanti complessi cultuali della Sardegna nuragica. E anche uno dei più vasti, poiché il santuario si estende su una superficie di oltre tre ettari. L’area si articola in varie strettire, fra cui pozzo sacro, costruito con blocchi basaltici, due templi, la “capanna del sacerdote”, il “recinto delle feste”, il gruppo del recinto del “doppio betilo”, il gruppo del “recinto dei supplizi” e la “curia” o “capanna della assemblee federali”. Benché risalente al Bronzo finale-prima età del Ferro, il sito di Santa Vittoria fu in uso fino all’età punico-romana, subendo varie modifiche, mentre risalgono alla dominazione bizantina la millenaria chiesa di Santa Maria della Vittoria e un cimitero.
Marina Nautiche Ranieri
Chi naviga lungo i 400 km di costa della Puglia, sa di poter contare su un sistema di marine ben attrezzate e in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza diportistica. A Bari, all’interno del Cantiere Navale Ranieri, si trova una Marina con 55 posti barca per l’ormeggio e il rimessaggio a secco di imbarcazioni sino a 40 metri di lunghezza e 3,50 metri di pescaggio.
Per chi fosse solo in transito, può contare anche su ormeggi per l’assistenza o la sosta tecnica. Ampio spazio è riservato anche al ricovero di tender e motori fuori bordo, per un totale di 20.000 mq di aree scoperte e 4.000 di capannoni.
Parco Archeologico di Suni
Il Nuraghe “Seneghe”, il Nuraghe complesso “Nuraddèo” e la necropoli ipogeica Domus de Janas “Chirisconis” costituiscono insieme il Parco Archeologico di Suni, dal 1998 punto di interesse dell’oristanese. L’area è parte di un Sistema Integrato Culturale (Progetto S.I.C.), in cui sono inserite anche la Casa della Tecnologia Contadina “Tiu Virgiliu”, e la zona umida “Pischina ‘e Paule”. Il nuraghe Seneghe si trova in posizione panoramica
sull’ampia valle di Modolo, nella regione della Planargia, nella Sardegna nord-occidentale, ed è un esempio perfettamente conservato di protonuraghe, con un corridoio da cui si dipartono tre nicchie, mentre grandi blocchi basaltici, privi di lavorazione, formano la torre alta oltre 6 metri.
Al centro dell’altopiano di Pedrasenta, sempre nella Planargia, sorge il nuraghe Nuraddeo, che presenta un mastio alto più di 14 metri circondato da un bastione di tre torri raccordate da cortine rettilinee, e cortile a cielo aperto a pianta pentagonale.
Infine, in posizione dominante sulla valle del Riu Mannu, in località “Badu ‘e crabolu”, c’è la necropoli a domus de janas “Chirisconis”. Scavato in un affioramento basaltico, il complesso ipogeico comprende 12 sepolture monocellulari e pluricellulari, con accesso quasi sempre costituito da un vestibolo.