Parco del Sojo

Il Parco del Sojo è un sito unico nel suo genere, un parco dell’arte immerso nella natura, situato su un terreno montano di circa 8 ettari, per lo più boscoso, attraversato da sentieri e mulattiere di vecchio e nuovo impianto. Questo parco straordinario si distingue per la presenza di sculture d’arte contemporanea dislocate in modo armonioso tra gli alberi e i sentieri, creando una fusione suggestiva tra l’espressione artistica e l’ambiente naturale circostante. Situato in una proprietà privata, il Parco del Sojo offre ai visitatori un’esperienza unica e avvincente. Gli appassionati d’arte e gli amanti della natura troveranno in questo luogo un equilibrio perfetto tra la creatività umana e la bellezza intrinseca del paesaggio montano. L’area, sebbene caratterizzata da un percorso di media difficoltà su terreno accidentato, promette una ricompensa straordinaria per coloro che sono disposti a esplorare. Il parco non è concepito come un tradizionale parco giochi, ma piuttosto come un’esperienza immersiva in cui gli elementi naturali e artistici si fondono in un unicum affascinante. Le sculture d’arte contemporanea presenti nel parco rappresentano una varietà di stili e approcci artistici, catturando l’attenzione dei visitatori e stimolando la riflessione. Questo parco è un tesoro per gli amanti dell’arte, non solo come luogo espositivo, ma come spazio dove l’arte e la natura collaborano per creare un’atmosfera unica. La visita al Parco del Sojo è un’opportunità straordinaria per gli appassionati di arte e per coloro che desiderano immergersi in una cornice naturale unica. È importante notare che, dato il terreno accidentato, è consigliabile indossare abbigliamento sportivo adeguato per godere appieno dell’esperienza. La specificità di questo parco risiede anche nella sua natura privata, rendendolo un luogo esclusivo e unico nella regione del Veneto. Il Parco del Sojo è l’unico parco di arte contemporanea privato nel Veneto e si annovera tra i più importanti parchi d’arte in Italia. La sua esclusività e la sua rilevanza artistica lo rendono una destinazione imperdibile per coloro che cercano un connubio tra arte, natura e avventura. Per garantire un’esperienza ottimale, le visite guidate sono disponibili solo su prenotazione, sia per gruppi che per singoli visitatori.

Villaggio Preistorico Monte Corgnon

Situato sulle rovine di un antico castelliere dell’età del bronzo, il Villaggio Preistorico Monte Corgnon offre un affascinante viaggio nel passato, con una ricostruzione accurata di un villaggio fortificato d’epoca. I reperti archeologici recuperati e esposti nei musei archeologici di Santorso e Rotzo suggeriscono che questo sito abbia avuto una funzione predominante come alpeggio, ma con una strategica posizione per la caccia nei boschi circostanti. All’interno dello spazio recintato del Villaggio, i visitatori possono esplorare la ricostruzione della capanna del ceramista, del tessitore e due forni, testimonianze autentiche di come le comunità dell’età del bronzo organizzavano la loro vita quotidiana. L’ambiente offre un’immersione autentica nelle attività dell’epoca, grazie all’accompagnamento di guide esperte. I visitatori hanno l’opportunità di partecipare attivamente a diverse attività, come la lavorazione dell’argilla, la scheggiatura della selce, il tiro con l’arco, l’accensione del fuoco, la tessitura con il telaio e la pittura preistorica. Il percorso per raggiungere l’area inizia dal parcheggio delle scuole, sulla destra della palestra. Una scalinata conduce i visitatori attraverso un boschetto ricco di vegetazione, dove è possibile ammirare anche le gallerie della Prima Guerra Mondiale, aggiungendo un ulteriore strato di storia e fascino al percorso. La bellezza naturale del sentiero crea un’atmosfera suggestiva, anticipando l’esperienza unica che attende i visitatori al Villaggio Preistorico Monte Corgnon. Il Villaggio è aperto ai visitatori nei weekend, sia per gruppi che per individui, su prenotazione. Questo permette un’esperienza più personalizzata e un’attenzione particolare alle esigenze e agli interessi dei visitatori. La prenotazione consente anche di organizzare in anticipo la guida esperta, garantendo una comprensione approfondita e coinvolgente del contesto storico del Villaggio.

Museo Etnografico Palazzon

All’interno di un edificio seicentesco nel cuore di Lusiana, sorge il Museo Etnografico Palazzon, un luogo che funge da custode della memoria e delle tradizioni delle comunità costiere dell’Altopiano dei Sette Comuni. Questo museo offre ai visitatori un’opportunità unica di immergersi nelle usanze e nei costumi di un tempo, attraverso la presentazione di oggetti autentici che arricchiscono le ricostruzioni di ambienti passati. Il Museo Palazzon offre una testimonianza viva del modo di vivere dell’epoca, noto localmente come “de ‘sti ani”. L’attenzione è focalizzata su diversi aspetti della vita quotidiana, con particolare enfasi sul cibo e la sua preparazione, la produzione di abiti, l’artigianato e la scuola del XIX secolo. Il percorso espositivo offre un viaggio affascinante attraverso il passato, guidato da un filo conduttore che lega in modo coerente le diverse sezioni del museo. L’aspetto culinario è esplorato dettagliatamente, dalla raccolta del cibo alle tecniche di preparazione e conservazione. Il museo presenta un angolo dedicato al ciabattino, con la produzione delle tradizionali “sgalmare”, scarpe con la suola di legno e brocche in ferro. L’abbigliamento popolare, realizzato attraverso la lavorazione della lana, è esposto in tutta la sua varietà e bellezza. Un angolo speciale è riservato alla scuola dell’epoca, quando l’inchiostro veniva applicato con pennino e calamaio. La visita al museo è un’esperienza guidata da personale esperto che illustra le tradizioni e la vita quotidiana del tardo XIX secolo in queste comunità. I visitatori esplorano ricostruzioni di ambienti domestici riccamente popolati da oggetti autentici, tra cui la cucina con la cantina e la camera da letto. Un’aula scolastica completa di banchi dotati di calamai offre un’affascinante finestra sul sistema educativo dell’epoca. Le botteghe del Museo Palazzon includono una rappresentazione accurata della casara, che riflette la vita nelle malghe d’alpeggio presenti nel territorio. Questa sezione svela i segreti della preparazione artigianale del formaggio, offrendo un’immersione autentica nelle tradizioni locali. Una parte significativa del museo è dedicata alla lavorazione della treccia di paglia, un’arte povera con radici storiche e leggendarie legate al “Nicoletto dello Stabile” nella seconda metà del 1600, proprio a Lusiana.

Itinerario Canalbianco

Il Canalbianco, una via navigabile di 135 km che collega Adria al mare Adriatico, si rivela come un originale percorso, integrando elementi sociali, culturali, ambientali ed economici. Grazie al progetto innovativo di Assonautica Acque Interne Veneto ed Emilia, denominato “Navighiamo il museo diffuso dell’acqua”, è stato creato un inedito itinerario che sposa la bicicletta e la barca, offrendo un’esperienza turistica unica chiamata “bike and boat”. Questa modalità di visita non solo permette di esplorare i luoghi in modo sano e rilassante, ma si trasforma in un viaggio multisensoriale attraverso la storia e la natura. Gli itinerari proposti sono tre, ciascuno ricco di spunti interessanti. Il percorso più esteso segue le vie dell’Archeologia, permettendo ai visitatori di immergersi nei reperti del passato lungo le rive del Canalbianco. La via dell’Acqua, invece, offre un’esperienza più intima con l’elemento liquido, consentendo ai partecipanti di esplorare le bellezze naturali e culturali lungo il corso del canale. Infine, la via tra Ville e Castelli svela la maestosità di dimore storiche come Villa Badoer e il suggestivo Castello di Arquà. Fratta Polesine, con la sua ricca storia e bellezze paesaggistiche, si inserisce perfettamente in questo affascinante itinerario. Attraversare questo territorio significa imbattersi in attrazioni di grande rilievo, come il Museo Nazionale di Adria e il Museo dei Grandi Fiumi, che aprono finestre sul passato e sull’importanza dell’elemento acqua nella formazione di questa regione. Il bike and boat diventa così un’opportunità unica per i visitatori di scoprire la bellezza e la varietà del territorio lungo il Canalbianco. I percorsi sono pensati per soddisfare diverse preferenze, permettendo ai turisti di selezionare l’itinerario che meglio si adatta ai loro interessi e alle loro capacità fisiche. La connessione tra il ciclismo e la navigazione fluviale crea un’esperienza sinergica che cattura l’essenza di questa regione attraverso due prospettive uniche. Le attrazioni lungo il percorso includono tappe imperdibili come Villa Badoer e il Castello di Arquà, testimonianze tangibili della ricca storia e della magnificenza architettonica della zona. La combinazione di cultura, natura e attività fisica rende questo itinerario particolarmente attraente per una vasta gamma di turisti, dai cultori della storia agli amanti dell’outdoor.

Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine

Il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine è un sito culturale del Sistema Museale Provinciale Polesine, nato nel 2003 con l’obiettivo di diffondere e valorizzare il ricchissimo patrimonio culturale della regione. Questo museo è parte di una rete dinamica, in cui musei di varie dimensioni collaborano sinergicamente, contribuendo a creare un sistema coeso e funzionale. L’organizzazione congiunta dei musei favorisce la realizzazione di iniziative e progetti qualificati, promuovendo lo scambio di informazioni e facilitando un efficace confronto tra le diverse istituzioni culturali. Il Sistema Museale Provinciale Polesine si è affermato come una struttura solida, pronta a svolgere un ruolo chiave nel processo di sviluppo dell’offerta turistico-culturale della provincia di Rovigo. La collaborazione tra i musei consente una visione integrata del patrimonio culturale, arricchendo l’esperienza del visitatore attraverso un percorso unificato e coerente. Il Museo è una tappa imperdibile per coloro che desiderano esplorare le radici storiche della regione. Il museo si impegna a offrire un’esperienza educativa e coinvolgente, permettendo ai visitatori di immergersi nei segreti dell’antichità polesana. La sua posizione all’interno del Sistema Museale Provinciale Polesine ne fa una risorsa fondamentale per la comprensione della storia locale. Per chi desidera visitare il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine, le porte sono aperte ogni giorno, compresa la domenica, dalle 8:30 alle 19:30. Questo ampio orario offre flessibilità ai visitatori, consentendo loro di pianificare la visita in base alle proprie esigenze e agli impegni giornalieri. L’accoglienza quotidiana rende il museo facilmente accessibile a tutti, creando un’opportunità per esplorare le ricchezze archeologiche del territorio polesano in un contesto comodo e accogliente. Al suo interno, il museo ospita una significativa collezione di reperti dell’Età del Bronzo, provenienti principalmente da Frattesina, antico villaggio polesano e la sua necropoli. I visitatori avranno l’opportunità di esplorare le botteghe artigiane di quest’antica comunità, ammirare gli strumenti utilizzati per la lavorazione di vari materiali, e immergersi nelle immagini ricostruttive della flora e della fauna dell’epoca. Il primo piano del museo è dedicato al culto dei morti, con una ricostruzione multimediale degli antichi riti funebri che coinvolge l’attraversamento del fiume e la pratica della cremazione.

 

Villa Badoer

Villa Badoer, conosciuta affettuosamente come “”La Badoera””, sorge con fierezza come un autentico gioiello dell’architettura polesana. La sua posizione sopraelevata, strategica nell’affrontare le frequenti esondazioni dei fiumi, conferisce alla villa non solo una funzionalità pratica ma amplifica anche il suo impatto visivo, mettendo in risalto la ricchezza e il prestigio dei proprietari dell’epoca. Un antico canale, ora non più navigabile, separa il giardino dalla comunità circostante, creando un confine simbolico che sottolinea la grandezza della dimora. Andrea Palladio, celebre architetto rinascimentale, fu incaricato nel 1556 dal nobile veneziano Francesco Badoer di realizzare il progetto di questa sontuosa dimora. Il risultato è un capolavoro architettonico che si distingue per la sobrietà elegante e la maestosità delle sue linee. La facciata principale richiama l’estetica dei templi greci, con un timpano triangolare e un colonnato d’ordine ionico, mentre l’accesso è reso scenografico da una maestosa scalinata collegata alle barchesse disposte a emiciclo. Questo particolare schema è unico tra le ville palladiane e offre al visitatore un benvenuto caloroso e accogliente. Le barchesse settentrionali di Villa Badoer ospitano oggi il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine, una destinazione imperdibile per gli amanti della storia e dell’archeologia. La collezione, esposta in questo contesto unico, presenta reperti dell’Età del Bronzo rinvenuti in Veneto, in particolare lungo un ramo secondario del Po che attraversava questa regione circa 3000 anni fa. Fra i reperti esposti spiccano quelli provenienti da Frattesina, un antico villaggio e la sua necropoli, considerati fra i più rappresentativi a livello europeo per l’Età del Bronzo finale (XII – X secolo a.C.). Il percorso espositivo offre un’immersione nella vita quotidiana di quest’antica comunità, mostrando botteghe artigiane con strumenti utilizzati per la lavorazione di materiali come osso, legno, ambra, ferro e oro. Le immagini ricostruttive della flora e della fauna dell’epoca forniscono ulteriori dettagli sul contesto ambientale. Al primo piano, dedicato al culto dei morti, una ricostruzione multimediale offre un’esperienza coinvolgente dei riti funebri, inclusi l’attraversamento del fiume e la pratica della cremazione.

Casa Museo Giacomo Matteotti

La Casa-Museo Giacomo Matteotti, situata nel comune di Fratta Polesine, in via Ruga, è un’autentica testimonianza storica che trasporta i visitatori nell’intimità della vita del deputato socialista Giacomo Matteotti e della sua famiglia. La villa, che ha visto gran parte della sua vita, offre un viaggio emozionante attraverso il complesso periodo storico tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, un’epoca in cui si intrecciano la vita personale e politica di Matteotti. La Casa-Museo ripercorre la storia di Giacomo Matteotti, iniziando dagli anni degli studi fino agli impegni pubblici nell’amministrazione locale e nella difesa dei diritti civili. Tutto culmina nella sua coraggiosa denuncia dei brogli elettorali nelle elezioni politiche del 1924, evento che tragica fine il 10 giugno 1924 con il suo assassinio. L’attenzione meticolosa dedicata al recupero dell’abitazione consente ai visitatori di immergersi nella vita quotidiana della famiglia Matteotti, ritrovando mobili e oggetti d’arredo autentici che testimoniano lo stile di vita sobrio e austero della famiglia. Il piano terra accoglie i visitatori in un’area di accoglienza che introduce agli ambienti domestici, tra cui la cucina, il soggiorno, il pranzo e lo studio. Quest’ultimo è uno spazio carico di significato, con libreria, scrivania e divano, simboli dell’impegno principale di Giacomo Matteotti nel campo politico. Qui, l’uomo politico analizzava bilanci e documenti per amministrare i comuni polesani e proporre soluzioni per migliorare l’istruzione e ridurre le disuguaglianze. La Casa-Museo, oltre a essere un luogo di riflessione sulla storia politica italiana, è anche una cornice ideale per eventi culturali che si svolgono durante l’anno. La casa è visitabile su prenotazione.

Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, riconosciute come un paesaggio culturale di straordinario valore dall’Unesco, si estendono tra i centri di Conegliano e Valdobbiadene, regalando ai visitatori uno spettacolo visivo unico e coinvolgente. Questo sito, un esempio raro in Italia, è un perfetto connubio tra l’arte millenaria dell’uomo e la bellezza della natura collinare. Il paesaggio delle Colline del Prosecco è un racconto visivo di secoli di lavoro umano, dove la terra è stata modellata con cura e dedizione. La caratteristica principale di questa regione è la presenza dei “ciglioni”, stretti terrazzamenti sovrapposti che si inerpicano sui pendii, creando una ritmica striatura che è diventata l’emblema di questa zona. Su questi ciglioni si coltivano i vigneti, da cui si ricavano le preziose uve utilizzate per la produzione del rinomato Prosecco Superiore DOCG. I borghi e gli insediamenti rurali che punteggiano questo territorio sono autentici scrigni di storia e tradizione. Ogni pietra racconta storie secolari, e si potrà raggiungere anche il borgo di Follina, incluso nell’itinerario insieme ad altri sei comuni veneti. Questi luoghi sono veri e propri testimoni viventi di un’identità che va preservata e tramandata alle generazioni future con il massimo rispetto. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene non sono solo una destinazione enogastronomica di eccellenza, ma offrono anche opportunità per gli amanti dell’attività fisica e del benessere. I saliscendi delle colline sono ideali per rilassanti camminate e stimolanti itinerari in bicicletta, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nella bellezza del paesaggio. Per i più sportivi, la regione offre numerosi campi da golf e strutture indoor. Molti professionisti scelgono queste colline come location per allenarsi, godendo di un ambiente unico di rara bellezza tanto da meritarsi il riconoscimento Unesco.

Sorgenti di Santa Scolastica

Immersa tra le strette vie del borgo di Follina, la sorgente di Santa Scolastica si rivela come un tesoro naturale. Le limpide acque di questa sorgente, che serpeggiano attraverso il cuore del borgo, portano con sé una narrativa avvincente che affonda le radici nel XIII secolo. La leggenda narra che furono i monaci benedettini, custodi della spiritualità e dei segreti della natura, a battezzare le sorgenti con il nome di Santa Scolastica. Questo gesto simbolico, compiuto nel XIII secolo, segnò la transizione da un antico appellativo legato a una divinità pagana a una dedicazione più consona all’ambito monastico. Da allora, la sorgente ha portato con sé un’aura di sacralità, divenendo un punto di riferimento simbolico per la comunità locale. Le acque scaturiscono con grazia, alimentando il torrente Follina, uno dei più brevi d’Italia, che traccia il suo percorso attraverso il paesaggio circostante. La sorgente di Santa Scolastica, oltre a essere un elemento cruciale nella geografia locale, è anche un esempio straordinario di risorgiva di origine carsica. Le acque sorgive emergono con forza dalla terra, creando un ambiente unico e suggestivo, un rituale naturale che continua a sorprendere e affascinare chiunque vi si avvicini. Per i visitatori, una passeggiata lungo il corso delle sorgenti di Santa Scolastica offre l’opportunità di immergersi nella storia e nella spiritualità del borgo. Da un punto di vista turistico, la sorgente di Santa Scolastica diventa un tassello importante nella mappa delle attrazioni di Follina. I visitatori possono apprezzare non solo la bellezza paesaggistica, ma anche la connessione tra l’elemento naturale e la ricca storia monastica della regione.

Borgo antico di Follina

Il centro storico di Follina, incastonato tra le Prealpi trevigiane, costituisce un vivace polo turistico e culturale, vantando il prestigioso titolo di membro del club dei “Borghi più Belli d’Italia”. Inoltre, ha guadagnato il riconoscimento del Touring Club, essendo stata insignita della prestigiosa “Bandiera Arancione”. La storia artigianale di Follina affonda le sue radici nei secoli passati, quando i monaci dell’Abbazia introdussero l’arte della lavorazione della lana nel cuore della comunità. Questa antica tradizione ha plasmato l’identità del luogo, tanto da conferirgli il nome stesso di Follina, derivato dalla pratica della “follatura”. Oggi, accanto alla lavorazione della lana, si è sviluppata anche l’arte della seta, ampliando ulteriormente il panorama dell’artigianato tipico del borgo. Il centro storico di Follina, oltre a essere un crocevia di mestieri artigianali, si distingue per le sue preziose testimonianze architettoniche. In particolare, l’Abbazia di Santa Maria, risalente al XII secolo, svetta come un gioiello storico, testimone di secoli di storia e cultura. L’imponenza della sua architettura sacra cattura l’attenzione dei visitatori, offrendo una prospettiva affascinante sulla spiritualità e sull’arte dell’epoca. Tra i palazzi storici che arricchiscono il tessuto urbano di Follina, il Palazzo Barberis Rusca spicca per la sua eleganza seicentesca. La facciata del palazzo è un capolavoro di architettura, adornata da trifore e finestre impreziosite da colonnati, creando un’atmosfera di raffinata maestosità. Un altro gioiello storico da non trascurare è il Castelletto Brandolini, risalente al ‘600 e parte della prestigiosa lista delle Ville Venete storiche della Provincia di Treviso. La sua presenza contribuisce a consolidare il patrimonio culturale e architettonico di Follina, offrendo ai visitatori uno sguardo sul passato nobile e aristocratico della regione.

Skip to content