Museo Civico e Parco della Sila

Dal 1989, Palazzo San Domenico a Taverna, in provincia di Catanzaro, accoglie nel suo suggestivo ex Cenobio del Quattrocento, il Municipio del borgo e il Museo Civico. Qui ha sede anche il centro studi dedicato al pittore Mattia Preti (Taverna 1613 – La Valletta, Malta 1699), meta ogni anno di migliaia di visitatori, fra cui molti esperti e studiosi d’arte specializzati in quel periodo. Il contesto è quello di un borgo medievale ben conservato, immerso nella natura rigogliosa e incontaminata del Parco della Sila Piccola, caratterizzato da numerosi villaggi dove è ancora possibile respirare atmosfere autentiche e vivere un’esperienza di vero slow travel.

Greenway Voghera-Varzi

L’Ambito territoriale della Greenway Voghera-Varzi abbraccia una vasta porzione dell’Oltrepò Pavese, delineandosi attorno a elementi ambientali, come il corso del Torrente Staffora e infrastrutturali, come il percorso dell’ex ferrovia Voghera-Varzi. Questo itinerario, partendo dalla città di Voghera, si estende fino a Varzi, attraversando l’intera Alta Valle Staffora e creando connessioni con territori limitrofi, anche se non direttamente coinvolti nella greenway. Questi luoghi sono profondamente interconnessi dal punto di vista turistico e ambientale.

Attualmente, il tratto dotato di infrastruttura ciclo-pedonale inizia dalla velostazione di Voghera e attraversa i comuni di Codevilla, Retorbido fino a Rivanazzano Terme di cui attraverso la Greenway, è possibile recuperare visitare le bellezze artistiche, naturali, culturali e testare le molteplici produzioni tipiche.

Museo Civico Basilio Cascella

Luigi Pirandello, Grazia Deledda, Ada Negri, Giovanni Pascoli, Umberto Saba e, ovviamente Gabriele d’Annunzio, che rispetto a tutti gli altri “colleghi” artisti, da pescarese doc, nell’edificio che oggi ospita il Museo civico Basilio Cascella, si può dire che “giocava” in casa. Per oltre cinquant’anni, questo luogo nel cuore di Pescara, donato da Basilio Cascella nel 1966 al Comune, è stato un centro di produzione grafica e artistica e punto d’incontro per intellettuali di tutta Italia. Nel 1975, il Comune decise poi di trasformarlo in un museo intitolato all’artista, anch’egli abruzzese ma di Ortona. Il Museo Civico Basilio Cascella raccoglie le sue opere pittoriche, scultoree, ma anche grafiche e plastiche, oltre a una selezione di opere degli altri artisti membri della famiglia dei Cascella, vale a dire i figli Tommaso, Michele e Gioacchino. Mobili originali dell’epoca, bozzetti, ceramiche, pietre litografiche, schizzi e cartoline completano il percorso espositivo. A dare valore aggiunto a questa istituzione è la creazione del Premio Nazionale di ritrattistica pittorica “Ritratti Contemporanei”, che dal 2015 si svolge in questa sede ogni anno a maggio.

Basilica di San Francesco ad Assisi

Il 16 luglio 1228, Francesco d’Assisi, al secolo Giovanni di Pietro di Bernardone, veniva canonizzato da Papa Gregorio IX. Il giorno dopo, lo stesso pontefice poneva la prima pietra di quella che sarebbe diventata la Basilica di San Francesco di Assisi, fulcro della Cristianità fra i più visitati al mondo, simbolo di pace e perciò scelto spesso per ospitare gli incontri più importanti a favore del dialogo interreligioso.

Il luogo prescelto per la costruzione, indicato in vita dallo stesso “Poverello”, era quello dove un tempo venivano eseguite le condanne a morte e seppelliti i malfattori. Qui, nell’arco di 25 anni, sorse uno dei complessi più spettacolari del Medioevo, che ancora oggi stupisce per l’articolata e imponente struttura, ben visibile già da lontano, arrivando dalla piana che circonda il promontorio di Assisi.

Due le chiese che si innestano una sull’altra. La Basilica Inferiore, a una sola navata, divisa da arcate ribassate in cinque grandi campate e con una serie di cappelle laterali della fine del XIII secolo, presenta un’atmosfera cupa che invita al raccoglimento, prima e dopo la discesa nella cripta dietro l’altare, dove si trova l’urna con le spoglie del Santo. E la Basilica Superiore, ariosa e luminosa, in stile gotico con influssi francesi, a una navata con quattro campare e volte a crociera, transetto e abside poligonale. Protagonisti in entrambe le chiese sono gli spettacolari cicli di affreschi, che al piano inferiore vedono, fra le altre, opere a firma di Pietro Lorenzetti, e a quello superiore due distinti cicli, quello di Cimabue e quello di Giotto, fra le narrazioni pittoriche più mirabili dell’epoca e oltre. Accanto al primo piano si apre poi il Chiostro di Sisto IV, cui si accede al Museo del Tesoro, dove dipinti, oreficerie e tessuti pregiati narrano la storia del complesso, Monumento Nazionale dal 2000 iscritto alla lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alle altre principali emergenze architettoniche di Assisi. Si vedano la Chiesa di Santa Chiara, fondatrice dell’ordine delle Clarisse, il Duomo di San Rufino, la Chiesa di San Pietro, di Santa Maria Maggiore, la Chiesa Nuova e la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, che la tradizione narra essere il luogo dove il Santo fondò l’Ordine dei Frati Minori, accolse i primi fratelli e fondò l’Ordine delle Clarisse nel 1211.

Cascata delle Marmore

Rafting, soft rafting, torrentismo, hydrospeed, kayak, river walking e, ovviamente, trekking.

Nel Parco Regionale Fluviale del Nera si può praticare ogni genere di attività all’aperto, cui si aggiungono le escursioni speleologiche nelle grotte e formazioni carsiche scavate nei dintorni della Cascata delle Marmore.

Sei gli itinerari segnalati e ben tracciati che si dipanano nei boschi, lungo i quali spesso e volentieri ci si può fermare per ammirare da diversi punti di osservazione il salto di 165 metri della cascata, annoverata fra le più alte d’Europa.

Porto di Brindisi

C’è un’immagine che più di ogni altra riassume ciò che dalla seconda metà dell’Ottocento rappresenta il Porto di Brindisi: il 25 ottobre del 1870, salpava da qui il primo piroscafo della società inglese Peninsular and Oriental Steam Navigation Company (P&O) alla volta di quello di Alessandria. Un treno portava poi passeggeri e merci sino a Suez, dove venivano imbarcati su un’altra nave diretta in India. Il convoglio che partiva da Londra giungeva a Brindisi Marittima in 44 ore e a Bombay in 22 giorni. Erano i viaggi della Valigia delle Indie, che dopo secoli di alterne fortune, fecero tornare in auge lo scalo della città pugliese, così come il fatto che la Ferrovia Adriatica lo scelse proprio come terminale di imbarco di merci e viaggiatori e un anno prima, nel 1869, era stato inaugurato il Canale di Suez, che aveva riattivato i traffici con l’Oriente, portando altra linfa vitale.

La storia del Porto di Brindisi ha però origini ben più antiche. La Colonna Romana che tutt’ora svetta al suo ingresso è ciò che rimane di una coppia di colonne realizzate presumibilmente in tarda età imperiale, se non addirittura bizantina, anche se, in base a un’antica leggenda, sarebbero state erette da Ercole, o comunque avrebbero segnato la fine della Via Appia. Vero è che già in età messapica lo scalo era parecchio attivo, e in età romana invece divenne tanto importante da generare un modello di anfora, detto appunto di “tipo Brindisi”, di cui sono stati rinvenuti esemplari in tutto il Mediterraneo.

Basilica – Cattedrale di San Tommaso Apostolo

I Turchi nel 1566 e poi i Francesi nel 1799 l’hanno profanata, poi sono arrivate le bombe della Seconda Guerra Mondiale, ma ciononostante, la Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona è ancora lì, con la sua lunga storia che la vuole eretta sulle rovine di un antico tempio pagano, e con la cripta che dal 1258, in una cassetta di rame dorato, custodisce le reliquie dell’Apostolo Tommaso, protettore della città abruzzese.

L’ultima ricostruzione della facciata risale al 1947, opera che ha comunque conservato gli archi a ogiva, le finestre gotiche e i capitelli risalenti all’epoca sveva. Bellissimo anche l’abside trecentesco e la volta del Seicento della navata centrale, l’antica sagrestia, la Cappella del S.S. Sacramento con i bassorilievi dell’ortonese Perez e quella di San Tommaso, con le ceramiche di Tommaso Cascella e il busto-reliquiario del Santo.

Il 3 luglio, Ortona è in festa per le celebrazioni liturgiche in onore del suo patrono, ma anche la prima domenica di maggio è un giorno speciale per visitare la Basilica di San Tommaso Apostolo e l’annesso Museo Capitolare, perché si svolge la festa del “Perdono”, così chiamata per la concessione papale dell’indulgenza Plenaria, celebrata con un fastoso corteo in stile rinascimentale.

Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara

E’ il classico esempio di “riuso” di un edificio storico, in questo caso, di un’ex caserma dell’epoca borbonica. Location, lungo il fiume Pescara, nel cuore del capoluogo abruzzese. Soggetto, il Museo delle Genti d’Abruzzo. Inaugurato nel 1973 per iniziativa di due associazioni di volontariato culturale – la sezione locale dell’Archeoclub di Pescara e l’A.S.T.R.A., Associazione per lo Studio delle Tradizioni Abruzzesi – trova inizialmente spazio nell’attigua Casa Natale di Gabriele d’Annunzio, per poi essere trasferito nel 1982 nell’attuale sede. Reperti archeologici, documenti e cimeli di vario genere delineano il percorso evolutivo della presenza umana nel territorio abruzzese, dal cacciatore paleolitico alle comunità preistoriche e protostoriche, il tutto suddiviso in 16 macro sezioni arricchite da contenuti multimediali e laboratori didattici. Il Museo delle Genti d’Abruzzo ha anche biblioteca, fototeca, audioteca, laboratori di restauro, magazzini e auditorium, per complessivi 3500 mq. La biblioteca è una delle più complete che si possa trovare sul tema “genti d’Abruzzo”: sono circa 4.000 i documenti qui archiviati, fra volumi, riviste, opuscoli e “letteratura grigia”, specializzata in “abruzzesistica”. A questa raccolta si aggiunge quella della Biblioteca civica “Vittoria Colonna”, che conserva circa 1500 volumi e cui è annesso il Fondo storico “Giovanni Pansa”. Solo quest’ultimo comprende circa 2000 volumi, 3100 opuscoli, cataloghi di aste numismatiche e vendite d’arte delle principali case d’asta italiane e straniere, circa 60 testate di riviste di fine ‘800 inizio ‘900, quasi 1300 edizioni del ‘600, ‘700 e ‘800, 114 manoscritti su tematiche regionali quali la preistoria, l’archeologia, l’etnografia, la storia dell’arte, la letteratura, la medicina popolare, la numismatica e la religione.

Trabocco di Punta Turchino

Dalla seconda metà dell’800, stralli di cavi e pali fissati alla roccia sorreggono il Trabocco di Punta Turchino, citato anche nel “Trionfo della Morte” di Gabriele D’Annunzio con le seguenti parole: “una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”.

Quest’opera di ingegno “popolare” si trova lungo la Costa di San Vito, in località Portelle, dinanzi al promontorio di Capo Turchino, noto per la bellezza delle sue acque e della spiaggia.

Per la ferma volontà di chi dal 1981 lo possiede – il Comune di San Vito Chietino -, il Trabocco Turchino non è stato trasformato in un ristorante, ma conserva la sua identità storica e culturale, tramandando ai visitatori le tradizioni dei “traboccanti” e della marineria abruzzese. Ogni sabato e domenica è quindi accessibile per le visite, regalando il brivido di sentirsi sospesi sull’acqua nell’attesa di scoprire quali doni portano le grandi reti.

Riserva Naturale di Punta Aderci

Punta Aderci o d’Erce è il toponimo attribuito a uno dei tratti più suggestivi del litorale abruzzese, noto come Costa dei Trabocchi.

In corrispondenza di questo promontorio si sviluppano i 285 ettari della Riserva Naturale Guidata Punta Aderci, area protetta che dal 1998 tutela spiaggia, mare e natura selvaggia.

L’area prende tutto il tratto di costa del comune di Vasto, fino a lambire la foce del fiume Sinello, circondata da un meraviglioso bosco di latifoglie. Una meta da scoprire con la giusta attrezzatura per il trekking, da lasciare poi sulla sabbia per un tuffo ristoratore che in poche bracciate porta a esplorare gli anfratti di Punta Aderci.

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