Abbazia Cistercense di S.Maria

Immersa nella suggestiva cornice della provincia di Treviso, l’Abbazia Cistercense di Follina, nota anche come Abbazia di Santa Maria o di Sanavalle, si erge come un gioiello storico che racconta secoli di spiritualità e arte. Questo antico monastero, ora sede della parrocchia di Follina e insignito del titolo di basilica minore, ha radici che si perdono nella nebbia del tempo, con la tradizionale data di fondazione nel 1146, anche se non supportata da fonti storiche.

La sua transizione da abbazia benedettina a cistercense, intorno alla metà del XII secolo, è legata alla figura di Sofia di Colfosco, moglie di Guecellone II da Camino, il quale nel 1170 redasse un testamento ricco di donazioni all’abbazia. Follina, dunque, si inserisce nel grande panorama delle abbazie cistercensi, legata strettamente a Chiaravalle e a Cîteaux, rispettivamente importanti centri di questo ordine monastico in Italia ed Europa.

Il complesso abbaziale di Follina non è solo una testimonianza di fede, ma anche un tesoro di opere d’arte di inestimabile valore. All’interno della chiesa, lo sguardo del visitatore è catturato da un affresco di Francesco da Milano risalente al 1527, raffigurante la Vergine col Bambino. La bellezza continua con un crocifisso ligneo di età barocca, un affresco raffigurante San Tommaso d’Aquino, attribuito alla scuola di Tommaso da Modena del XIV secolo, e una scultura in arenaria della Madonna del Sacro Calice, risalente al VI secolo e forse giunta qui durante le crociate dalla lontana Nubia.

L’Abbazia di Follina si apre ai visitatori tutti i giorni con gli orari seguenti: dalle ore 7:00 alle 12:00 e dalle ore 14:30 alle 19:00. Questo luogo di rara bellezza è pronto ad accogliere coloro che desiderano immergersi nella sua atmosfera unica e scoprire la storia impressa nelle sue pietre secolari. Per informazioni dettagliate e visite guidate al complesso abbaziale, è possibile contattare i padri dell’abbazia, i custodi di questo straordinario patrimonio.

Sentiero del Principe

Il Sentiero del Principe, un tracciato storico intriso di antichità, offre ai visitatori un affascinante viaggio nel tempo, servendo come antica via di collegamento tra il centro di Este e le fortificazioni di Calaone e del monte Castello. Questo percorso segue la bassa dorsale collinare che si estende verso Este, culminando nel suggestivo Castello Carrarese. L’appellativo “del Principe” trova giustificazione nel tratto di sentiero selciato che si presenta dopo la salita dei Cappuccini, offrendo un’affascinante veduta sulla villa Contarini, conosciuta anche come “Palazzo del Principe”. Questa dimora, ora una residenza privata, sorge in una posizione panoramica pregevole. Il nome “del Principe” le fu attribuito nel 1676, quando Luigi Contarini apprese la notizia della sua elezione a Doge della Serenissima. Il Sentiero del Principe, un percorso turistico quasi urbano, racconta la storia locale attraverso visioni suggestive delle mura del Castello Carrarese e degli edifici storici di via Cappuccini. Tra questi, spiccano l’Arco del Falconetto e la villa Kunkler, un tempo convento dei Cappuccini, che ospitò i poeti Byron e Shelly. Il percorso si arricchisce ulteriormente con l’imponente edificio di gusto Belle Epoque delle scuderie, noto come Palasso de tola. L’itinerario si sviluppa per 6 km, rendendolo accessibile sia ai principianti che agli escursionisti più esperti, e può essere percorso in circa due ore. Il dislivello di 200 metri in alcune zone del sentiero offre una sfida gradita a chi desidera immergersi completamente nella bellezza del paesaggio collinare. Man mano che si guadagna quota lungo il Sentiero del Principe, lo sguardo si apre su ampie vedute del settore meridionale dei Colli Euganei e sulla campagna circostante Este. In giornate limpide, specialmente durante l’inverno, è possibile scorgere gli Appennini Romagnoli all’orizzonte.

Prosciutto Veneto Dop

Il Prosciutto Veneto Berico DOP, un’eccellenza culinaria radicata nella tradizione del Veneto, molto diffuso in salumerie e ristoranti dei 15 comuni tra le province di Padova, Vicenza e Verona. Questa prelibatezza è frutto di una lavorazione artigianale che si svolge esclusivamente nei prosciuttifici localizzati all’interno dell’area padana e pedemontana dei Colli Berici e dei Colli Euganei. La magia di questo territorio, caratterizzato dalla presenza dei due gruppi collinari, conferisce al Prosciutto Veneto Berico un sapore unico e inconfondibile. L’andamento dei venti, la piovosità e la temperatura del luogo sono strettamente legati alla presenza di questi rilievi, creando un equilibrio climatico ideale per una stagionatura perfetta. Questo connubio di fattori naturali contribuisce a conferire al prosciutto un aroma e una consistenza che ne fanno una vera delizia per il palato. La zona di produzione, limitata ma ricca di tradizione, rappresenta un vero e proprio scrigno di sapori autentici. I turisti che desiderano assaporare al meglio questa prelibatezza hanno l’opportunità di vivere un’esperienza gastronomica indimenticabile. Nei ristoranti di Este e nelle località circostanti, il Prosciutto Veneto Berico DOP si presenta in molteplici forme, offrendo a chi lo desidera l’occasione di gustarlo in vari modi. Tra le proposte culinarie locali, uno dei momenti più autentici è sicuramente l’aperitivo. Nei tipici locali della zona, i visitatori possono chiedere di degustare il Prosciutto Veneto Berico in tutto il suo splendore, magari accompagnato da formaggi locali e vini regionali. Questo rituale dell’aperitivo diventa così un’opportunità per immergersi completamente nella cultura gastronomica locale, assaporando ogni fetta di storia e tradizione racchiusa in questo prodotto unico. Per i turisti, il Prosciutto Veneto Berico DOP rappresenta non solo un piacere per il palato ma anche un viaggio attraverso la cultura e la storia del territorio. Lasciarsi conquistare da questo prelibato prodotto è un’esperienza sensoriale e culturale che aggiunge un tocco indimenticabile all’esperienza turistica ed enogastronomica.

Museo Nazionale Atestino

Il Museo Nazionale Atestino, fondato nel 1834 come Museo Civico Lapidario, è un’autentica gemma culturale con sede dal 1902 nel magnifico palazzo cinquecentesco della famiglia veneziana Mocenigo. Questo edificio prestigioso incorpora parte delle mura del castello trecentesco dei Carraresi, creando una cornice storica che accoglie i visitatori in un viaggio affascinante attraverso le epoche. L’allestimento del museo, disposto su due piani, segue un criterio cronologico e tipologico, offrendo una panoramica completa della storia della regione. Il primo piano è dedicato ai materiali archeologici rappresentativi della cultura dei Veneti antichi, che hanno abitato la regione nel corso del I millennio a.C. Qui, migliaia di reperti narrano l’evoluzione dell’antica civiltà italica, dalle aristocrazie di tradizione omerica alle famiglie dedite a attività mercantili e artigianali. Tra i tesori esposti, spiccano i prestigiosi corredi tombali che suscitano l’ammirazione dei visitatori, testimonianza della ricchezza e della complessità della vita di un tempo. La Situla Benvenuti, capolavoro in lamina di bronzo del VII secolo a.C., la principesca tomba di Nerka con un corredo di 120 oggetti, il vaso a forma di uccello acquatico della tomba Pelà 2, sono solo alcuni degli affascinanti reperti che raccontano storie millenarie. Affianco ai reperti dei Veneti antichi, il museo presenta un considerevole nucleo di ritrovamenti preistorici provenienti dal territorio attorno a Este e dai Colli Euganei. Particolarmente significativi sono i materiali dall’abitato palafitticolo del laghetto della Costa di Arquà Petrarca, un sito riconosciuto dall’Unesco. Il percorso espositivo si snoda poi attraverso le testimonianze della romanizzazione del centro romano di Ateste, documentando gli aspetti pubblici della città, le necropoli, le arti e mestieri, e la vita privata dei suoi abitanti. Una cospicua raccolta di produzioni ceramiche locali, dall’alto medioevo all’epoca moderna, offre uno sguardo sulla maestria degli artigiani della regione, con una particolare enfasi sui prodotti ottocenteschi della manifattura Franchini. Il culmine del percorso espositivo è rappresentato da un’importante tavola dipinta, la Madonna con Bambino, creata nel 1504 da Cima da Conegliano. Quest’opera d’arte conferisce al Museo Nazionale Atestino un tocco di magnificenza rinascimentale, completando l’immersione dei visitatori in un viaggio che attraversa millenni di storia, arte e cultura. Per i turisti, questo museo offre un’occasione unica di esplorare la ricchezza storica della regione, avvolta nella maestosità di un palazzo cinquecentesco, rendendo ogni visita un’esperienza memorabile e istruttiva.

 

Borgo Antico di Este

Este, suggestivo borgo antico nella provincia di Padova, si distingue come uno dei tesori più apprezzati dell’intera regione. La sua bellezza senza tempo e il calore distintivo del centro storico ne fanno un luogo straordinario, ricco di testimonianze storiche che si riflettono in ogni suo angolo. L’elemento iconico che sottolinea l’antichità di Este è l’imponente cinta muraria che abbraccia parte del borgo. Questa solida struttura, testimone del glorioso passato medievale della cittadina, costituiva originariamente parte della poderosa fortezza eretta dagli Estensi e successivamente ampliata dai Carraresi. Con una lunghezza di circa un chilometro, la cinta muraria circonda uno spettacolare giardino, location ogni anno della rinomata manifestazione “”Este in Fiore””. Questo evento, celebrato tra le due torri maestre, trasforma il giardino in un tripudio di colori e profumi, offrendo ai visitatori un’esperienza unica tra i fiori e la storia del borgo.

Nel cuore storico della cittadina, tra le affascinanti stradine e i vicoli pittoreschi, prendono vita ristoranti e osterie tradizionali, antichi palazzi che narrano storie secolari, e una varietà di negozi gestiti da abili artigiani. La bellezza del centro storico di Este invita i visitatori a esplorare i suoi segreti, gustare piatti tipici della tradizione locale e ammirare l’arte artigianale che caratterizza il borgo. I negozi degli artigiani completano il quadro, offrendo ai visitatori l’opportunità di portare a casa autentiche creazioni locali. Este si presenta così come un luogo dove storia e modernità si fondono armoniosamente, rendendo l’esperienza di chi lo visita un viaggio indimenticabile nel cuore della cultura veneta.

Itinerario cicloturistico da Dolo a Valle Averto (Oasi WWF)

L’itinerario in bicicletta da Dolo all’Oasi WWF di Valle Averto offre un’esperienza affascinante attraverso paesaggi pittoreschi e riserva la gioia di una pedalata rilassata per grandi e piccini. Questo percorso di 11 km e 600 metri si completa in meno di un’ora, rendendolo un’opzione accessibile per tutti. La partenza avviene da Dolo, di fronte all’antica entrata dell’Ospedale, attraversando un suggestivo ponticello pedonale che collega Via Fondamenta. Qui, all’incrocio di Ponte del Vaso, si transiterà presso le pittoresche Chiuse di Dolo, un dettaglio che rende l’itinerario ancor più affascinante. Dopo aver lasciato Via Guardiana il percorso si collegherà con una recente pista ciclabile che collega Dolo con il borgo di Sambuson. Questo tratto, di gradevole percorrenza, si snoda attraverso tranquille strade di campagna, regalando un’atmosfera serena e rilassante. Giunti a Porto Menai, si prosegue svoltando a destra in Via Argine Destro Novissimo e per poi puntare il borgo di Campagna Lupia. Dopo aver attraversato la Strada Statale Romea, si approderà nel suggestivo canale di Lugo, un affascinante tratto di paesaggio che conduce alla Laguna. La destinazione finale è l’Oasi WWF di Valle Averto, un gioiello naturalistico di circa 200 ettari. Questa area umida, con la sua ricca biodiversità, è riconosciuta a livello internazionale per la sua importanza ambientale. La coesistenza di acqua dolce e salmastra crea un habitat unico, fondamentale per circa 250 specie di uccelli che scelgono questo luogo per svernare, migrare e nidificare. L’accesso all’Oasi è regolato da visite guidate, che durano circa due ore. È essenziale prenotare in anticipo per assicurarsi un’esperienza completa e informativa. Esplorare Valle Averto in bicicletta non solo offre un percorso panoramico, ma anche l’opportunità di immergersi nella bellezza naturale e di contribuire alla conservazione di questo straordinario ecosistema.

Vini Riviera del Brenta DOC

Il Riviera del Brenta DOP, un’eccellenza vinicola del Veneto, offre una gamma diversificata di vini che riflettono la ricchezza del territorio. Comprende il Bianco, il Rosso, il Rosato, lo Spumante e il Novello, ciascuno con un profilo unico che esalta le caratteristiche delle varietà di uve impiegate. Il Riviera del Brenta Rosso, vino a denominazione di origine controllata, si distingue per la sua composizione prevalente di Merlot, che deve costituire almeno il 50% dell’assemblaggio. Le restanti varietà a bacca rossa, non aromatiche, contribuiscono fino al 50%, creando un equilibrio armonioso. Questo vino riflette il carattere robusto e la complessità del terroir delle province di Padova e Venezia. Il Riviera del Brenta Spumante, altrettanto prestigioso, è ottenuto principalmente da uve di Chardonnay, che deve rappresentare almeno il 60% della miscela. Le altre varietà a bacca bianca, non aromatiche, contribuiscono fino al 40%, conferendo al vino una vivace effervescenza e un profilo aromatico raffinato. Questa tipologia spumante si distingue per la sua eleganza e freschezza. La denominazione comprende specificazioni da vitigno, garantendo la provenienza e la qualità delle uve utilizzate. I vigneti devono rispecchiare le condizioni ambientali normali della zona, essenziali per conferire alle uve le caratteristiche distintive. Questa attenzione al territorio e alla tradizione vinicola si traduce nei vini del Riviera del Brenta DOP, che esprimono al meglio l’autenticità e l’eccellenza della regione Veneto. Nel territorio di Dolo, così come nel resto dei comuni interessati dalla DOP, sono presenti numerose aziende vitivinicole che propongono degustazioni individuali e per gruppi dell’eccellenza vitivinicola.

Riviera del Brenta

La Riviera del Brenta, situata nell’ex mandamento di Dolo, abbraccia i comuni di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò, Mira, Pianiga, Stra e Vigonovo, costituendo uno dei due comprensori centrali della città metropolitana, insieme al Miranese. Quattro di questi comuni sono uniti nell’Unione dei Comuni della Città della Riviera del Brenta. Storicamente, il Canal del Brenta, congiungendo Venezia a Padova, era il canale di tendenza, simbolo di piacere e prolungamento ideale del Canal Grande di Venezia. Lungo le sue sponde, oltre settanta ville lussuose fiorirono, progettate da eminenti architetti come Palladio, Scamozzi e Frigimelica, che crearono residenze estive per i patrizi veneziani durante il periodo di “villeggiatura” in terraferma. Oggi, la Riviera del Brenta offre la possibilità di esplorare la sua storia e bellezze naturalistiche in bicicletta. Lungo l’itinerario, si possono ammirare le sontuose ville del passato, immergendosi in scenari suggestivi e avvolgenti. La ciclabile attraversa paesaggi incantevoli, consentendo ai visitatori di rivivere l’atmosfera di un’epoca in cui la nobiltà veneziana sfoggiava la propria ricchezza e raffinatezza in questo angolo di terraferma. Attraverso la pedalata lungo la Riviera del Brenta, è possibile riscoprire la maestosità architettonica delle ville palladiane, immergendosi nella cultura e nell’arte del Rinascimento veneto. La ciclabile offre un’esperienza unica, permettendo ai visitatori di connettersi con la storia, l’arte e la cultura locale.

Squero Monumentale di Dolo

Ubicato nel cuore del centro storico, lo Squero Monumentale di Dolo rappresenta l’antico cantiere e scalo coperto che svolgeva un ruolo fondamentale nel riparare e ospitare le barche in transito lungo il Brenta. La sua struttura, ancora oggi, conserva la suggestiva architettura originale, caratterizzata da un tetto a capanna sostenuto da maestose capriate e sorretto da dieci pilastri in mattoni, testimonianza dell’abilità artigianale del passato. Nell’antichità, nelle immediate vicinanze dell’approdo, fiorivano attività artigianali connesse, come evidenziato dalla presenza della Calle dei Calafati. Questo indica la presenza di un’area dedicata agli esperti calafati, che contribuivano attivamente alla manutenzione e al restauro delle imbarcazioni, rafforzando così il legame tra l’arte dell’artigianato e la navigazione fluviale. Lo Squero Monumentale era parte integrante delle antiche strutture collegate al Porto Fluviale, accanto a numerose caffetterie, locande e botteghe. Questi luoghi non solo fungevano da punti di ristoro e socializzazione ma erano il cuore pulsante della vita cittadina, animati dalle storie dei marinai, dalle attività commerciali e dalla vivace atmosfera che circondava l’area. Oggi, lo Squero Monumentale di Dolo si erge come un patrimonio culturale prezioso, continuando a narrare la storia di un’epoca in cui il Brenta rappresentava una via vitale. La sua struttura ben conservata e l’atmosfera che permea l’area circostante testimoniano la maestria artigianale e la ricchezza della vita sociale e commerciale che ha caratterizzato questo luogo nel corso dei secoli.

Mel Borgo Valbelluna

Mel Borgo Valbelluna, uno scrigno di storia e bellezza incastonato tra le colline della provincia di Belluno, si erge con fierezza come uno dei centri storici più affascinanti d’Italia. Imponente nella sua bellezza, Mel è stato insignito della prestigiosa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano nel 2017, un riconoscimento che sottolinea la sua autenticità e il suo valore turistico. Inoltre, dal 2018, il borgo è diventato il cuore pulsante del Comune di Borgo Valbelluna, nato dalla fusione di tre Comuni: Mel, Lentiai e Trichiana. Il centro storico di Mel offre un viaggio attraverso il tempo, permettendo ai visitatori di immergersi nell’atmosfera veneziana che permea le sue strade lastricate. La salita al colle rivela la maestosità di Piazza Papa Luciani, attraverso la suggestiva via Roma, nota anche come “la Stretta”. Questo vicolo unico, circondato da eleganti palazzi, rievoca lo stile veneziano grazie alla lunga presenza delle famiglie nobili che hanno contribuito a plasmare la storia del borgo. Il cuore di Mel batte nella magnificenza di Palazzo Zorzi, un sontuoso edificio del Cinquecento che ospita il Municipio. All’interno del salone principale, opere d’arte narrano gli episodi dell’Orlando Furioso (1545), donando al visitatore un’esperienza unica. La piazza principale, arricchita da edifici d’epoca, tra cui Palazzo Fulcis, Palazzo delle lastre-stipiti verticali e una soglia, creando un’atmosfera solenne e simbolica.La disposizione geografica dei circoli e delle tombe rifletteva probabilmente antiche credenze culturali e religiose dei Veneti. L’orientamento sud degli ingressi può essere interpretato come un collegamento simbolico con il ciclo solare, elemento significativo nelle antiche società preistoriche. Le tombe rinvenute offrono un’importante testimonianza della varietà di rituali funerari praticati dai Veneti Antichi. Gli oggetti sepolti con i defunti, le loro posizioni e le modalità di disposizione forniscono preziose informazioni sulla struttura sociale, economica e religiosa di questa comunità paleoveneta. Oggi, la Necropoli di Mel costituisce un’opportunità unica per gli studiosi e gli appassionati di archeologia di esplorare il passato e gettare nuova luce sulla storia e le tradizioni dei Veneti Antichi: il sito è visitabile tutti i giorni su prenotazione mentre nel weekend, garantisce sempre le seguenti fasce orarie (09.00-12.00 e 15.00-18.00).

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