Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso

La Riserva della biosfera transfrontaliera del Monviso, una gemma naturalistica che abbraccia le bellezze di Italia e Francia, è il frutto della sinergia tra due Parchi regionali: il Parco del Po cuneese e il Parco naturale regionale del Queyras. Questa riserva è l’unica area protetta transfrontaliera italiana e rappresenta la testimonianza tangibile della volontà di tutelare e valorizzare la straordinaria biodiversità di questo territorio composto da 109 comuni, di cui 88 in Italia e 21 in Francia.

Un panorama unico che spazia dai pendii del Monviso alle colline del Roero, attraversando le valli della Maira, Varaita e Po, oltre ai territori di Bronda e Infernotto, l’area del Saluzzese, Racconigi e Savigliano. Completa questo affascinante mosaico geografico una porzione della provincia di Torino, con i Comuni di confine di Villafranca Piemonte, Pancalieri, Cavour e Bobbio Pellice.

La Riserva della biosfera rappresenta la diversità ecologica delle Alpi, con i maestosi rilievi del Monviso, il possente corso del fiume Po e una miriade di laghi alpini. Questo territorio è uno dei gioielli naturalistici delle Alpi e la sua ricchezza ecologica e biologica lo rende un habitat cruciale per un migliaio di specie vegetali e più di cento specie animali che trovano rifugio in questo prezioso angolo di mondo.

All’interno di questa straordinaria cornice, si ergono anche quattro siti che fanno parte del Patrimonio mondiale dell’UNESCO: Briançon, il Castello di Racconigi, il Castello di Pollenzo e Mont-Dauphin, ulteriori testimonianze dell’importanza e della bellezza di questa regione.

Da cime a fondovalle, dai 450 metri fino a toccare i 3841 metri sul livello del mare, questo territorio è un invito a immergersi nella bellezza e nella biodiversità delle Alpi.

Alpi del Mediterraneo

L’Italia ha presentato nel 2019 una candidatura di straordinaria rilevanza: le Alpi del Mediterraneo come Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Questo ambizioso progetto è stato una collaborazione transnazionale tra Italia, Francia e Principato di Monaco, per la tutela e la valorizzazione di un territorio di eccezionale bellezza e importanza.

L’area denominata “Alpi del Mediterraneo,” si estende su una superficie totale di 268.500 ettari, di cui il 60% costituito da terraferma e il restante 40% dal mare. Questo straordinario territorio abbraccia porzioni significative delle alte valli cuneesi tra Stura e Tanaro, l’entroterra del Ponente ligure, il Massiccio del Mercantour e la Costa Azzurra. Inoltre, comprende un vasto tratto di mare che si estende tra le città di Nizza e Ventimiglia. Tutte le aree coinvolte fanno parte di parchi (come il Parco Naturale delle Alpi Marittime, il Parco Naturale del Marguareis, il Parco delle Alpi Liguri e il Parco Nazionale del Mercantour) o di Siti di Importanza Comunitaria.

Degna di nota è la storia geologica straordinaria che caratterizza il territorio. Una menzione d’onore spetta al maestoso Massiccio dell’Argentera e al complesso carsico del Marguareis, siti geologici che rivestono una notevole importanza nello studio della dinamica terrestre. Uno spazio relativamente piccolo di soli 70 chilometri, collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale. Le Alpi del Mediterraneo rappresentano il solo sito conosciuto in cui è possibile osservare le tracce di tre cicli geodinamici successivi, che si sono svolti nell’arco di 400 milioni di anni. Una vera e propria finestra sul passato geologico della Terra.

Ma non è solo l’aspetto geologico a caratterizzare l’area; fondamentale anche la biodiversità presente. Grazie alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche che favoriscono una transizione rapida dall’ambiente alpino a quello mediterraneo, l’area è uno scrigno di diversità biologiche dove convivono specie provenienti da ecosistemi differenti, contribuendo a una ricchezza unica nel suo genere.

Pianoro della Gardetta Valle Maira

Nel suggestivo scenario del pianoro della Gardetta, si cela una straordinaria testimonianza del passato: reperti fossili marini, dune costiere, ciottoli portati dai fiumi di tempi remoti e tracce di flussi lavici. Questa eccezionale combinazione geologica ha portato nel 2001 al riconoscimento ufficiale, da parte dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici, come Patrimonio Geologico Italiano.

Il pianoro è incorniciato da maestose vette, tra cui Rocca la Meja. Questa cima, composta da calcare dolomitico con una distintiva stratificazione verticale, costituisce una meta ambita sia per la sua forma imponente sia per la sua storia intrigante, che aggiungono ulteriore fascino all’esperienza di chi decide di affrontarne la scalata o l’esplorazione.

Palio del Ticino

Il “Palio del Ticino” commemora annualmente vicende epiche accadute nel 1431, quando la flotta fluviale dei Visconti, guidata dal pavese Pasino degli Eustachi, sconfisse l’armata veneziana nelle acque del Ticino. Questo storico evento, spesso misconosciuto, è riportato alla luce attraverso varie competizioni durante il Palio, tra cui tiro con l’arco, corsa e la gara dei barcé.

Il “Palio del Ticino” diventa così un’occasione unica per riflettere sulla storia di Pavia e per onorare l’eroica resistenza dei pavese di fronte all’armata avversaria. Le competizioni e le celebrazioni offrono un modo coinvolgente per mantenere viva la memoria di questo episodio e per rendere omaggio agli eventi che hanno contribuito a plasmare il destino della città. Un’antica battaglia che continua a essere celebrata con festa e riconoscenza, contribuendo a preservare la ricca storia di Pavia per le generazioni future.

Cenacolo Vinciano

Il Cenacolo Vinciano, custodito nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, rappresenta un punto di orgoglio per i milanesi e una tappa imperdibile per i visitatori. Nominato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1980, questo capolavoro di Leonardo da Vinci è avvolto da una storia ricca di avventure e di un imponente restauro durato vent’anni.

Dipinto tra il 1495 e il 1498 nel refettorio di Santa Maria delle Grazie su commissione di Ludovico Sforza, Duca di Milano, il Cenacolo ha lo scopo di trasmettere l’idea che la vita terrena è un’estensione di quella di Cristo e degli apostoli. La sua straordinaria profondità visiva, che inganna l’occhio dello spettatore, facendo sembrare la stanza molto più profonda di quello che è nella realtà, è stata oggetto di profonda ammirazione nel corso dei secoli. Tuttavia, la scelta di utilizzare la tempera su intonaco ha reso necessari ripetuti interventi conservativi. La visita al Cenacolo Vinciano è possibile solo su prenotazione online e si consiglia di effettuare la prenotazione con anticipo per garantirsi l’accesso a questo straordinario tesoro artistico.

Museo Bagatti Valsecchi

Nel cuore di Milano, a Via Gesù, una traversa di Via Montenapoleone, sorge un luogo straordinario che merita di essere scoperto: il Museo Bagatti Valsecchi. Questa casa-museo, aperta al pubblico dal 1994, ospita una delle collezioni private di opere d’arte e manufatti, risalenti ai secoli Quattro e Cinquecento, più importanti a livello italiano.

I baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi decisero, alla fine dell’Ottocento, di trasformare la loro residenza di famiglia in uno scrigno neo-rinascimentale per la loro preziosa raccolta d’arte. Oggi, il Museo Bagatti Valsecchi, con il suo fascino unico, è lo scenario di eventi culturali, musicali e teatrali, visite guidate, aperitivi e dialoghi con figure di spicco della cultura. Grazie alla collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala e la Scuola del Piccolo la casa-museo è stata anche scenario di spettacoli teatrali, appuntamenti musicali e altro ancora.

Un’esperienza unica che svela la storia e l’arte attraverso gli occhi dei Bagatti Valsecchi, regalando ai visitatori una finestra temporale su un’epoca straordinaria.

Museo Teatrale alla Scala

Nel 1911 eminenti personaggi della scena culturale milanese fecero un’acquisizione di rilevanza internazionale: la collezione teatrale dell’antiquario Giulio Sambon, acquistata all’asta di Parigi. Questo segnò l’inizio della formazione della collezione del Museo Teatrale alla Scala, inaugurato ufficialmente l’8 marzo 1913 nell’ex Casino Ricordi accanto al Teatro alla Scala.

Col passare degli anni, la collezione si è arricchita grazie a numerose donazioni e acquisizioni, rendendo il Museo Teatrale alla Scala uno dei più prestigiosi musei teatrali d’Europa. Le sue sale offrono un affascinante viaggio nella storia dello spettacolo, presentando quadri e miniature, scenografie, autografi e manifesti. Inoltre, la collezione vanta gioielli preziosi, strumenti musicali e costumi di scena appartenuti a personaggi del calibro di Eleonora Duse e Maria Callas.

Nei giorni in cui non si svolgono prove o spettacoli, è possibile ammirare la splendida sala del Teatro alla Scala da un palco, offrendo un’esperienza unica in uno dei teatri più rinomati e celebrati al mondo.

Pinacoteca di Brera

Palazzo Brera è un esempio di architettura tardo barocca che ospita una delle Pinacoteche d’arte più frequentate d’Italia. Ufficialmente istituita nel 1809, la Pinacoteca di Brera venne ampliata successivamente con scopi didattici accanto all’Accademia di Belle Arti voluta da Maria Teresa d’Austria. Per volere di Napoleone divenne un museo, esponendo dipinti provenienti dai territori conquistati dai francesi.

All’interno opere straordinarie tra cui il dipinto “Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti” di Andrea Mantegna, la “Cena in Emmaus” di Caravaggio, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello Sanzio, “Il bacio” di Francesco Hayez e altre opere di maestri come Bramante, Giovanni Bellini, Gentile da Fabriano, Tintoretto, Canaletto, Lorenzo Lotto, Piero della Francesca, Mattia Preti, Umberto Boccioni e Georges Braque.

Oltre alla Pinacoteca, Palazzo Brera ospita la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e la rinomata Accademia di Belle Arti. Alcuni spazi sono dedicati a esposizioni temporanee, mentre altri accolgono eventi e conferenze su temi di attualità, rendendo Palazzo Brera un complesso culturale dinamico e multisfaccettato.

Ecomuseo Adda di Leonardo

Il suggestivo percorso dell’Ecomuseo dell’Adda di Leonardo offre l’opportunità di esplorare un territorio affascinante e poco conosciuto da chi non vi risiede, attraversando le provincie di Milano, Monza e Brianza fino a Lecco, lungo il corso del fiume Adda.

L’ampia area dell’Ecomuseo coinvolge il Parco Adda Nord e il territorio circostante nelle province di Lecco, Milano e Bergamo, distinguendosi per la presenza predominante dell’acqua. Paesaggi pittoreschi si sviluppano lungo il corso del fiume Adda, abbracciando i navigli di Paderno e della Martesana.

Questo museo all’aperto valorizza il territorio e i suoi tesori e celebra il genio di Leonardo Da Vinci nei luoghi in cui condusse studi, inventò e contemplò la natura. Quando giunse a Milano nel 1482, Leonardo propose i suoi servigi a Ludovico il Moro come ingegnere militare, rimanendo al suo servizio per quasi due decenni. Durante questo periodo, dedicò parte del suo tempo allo studio dei corsi d’acqua.

Il percorso inizia al traghetto leonardesco che collega Imbersago e Villa d’Adda, culminando al Radun di Groppello, la porta sud dell’Ecomuseo. Lungo questa strada, si svelano testimonianze storiche come vestigia celtiche, longobarde e romane, insieme a opere idrauliche medievali, castelli, chiese, santuari, centrali idroelettriche, filatoi e opifici cotonieri. Un punto culminante è il sito UNESCO del Villaggio operaio di Crespi.

L’Ecomuseo ospita il suo centro principale, lo Stallazzo a Paderno d’Adda, originariamente un rifugio e punto di cambio cavalli per i barconi. La seconda sede ecomuseale è il Santuario della Rocchetta, una chiesa del XIV secolo situata a picco sull’Adda, paesaggio che ispirò Leonardo per lo sfondo della Vergine delle Rocce. Attraversando l’Ecomuseo lungo l’Adda, i visitatori fanno un viaggio nel tempo, rivivendo i secoli che ci separano dall’epoca di Leonardo Da Vinci e riscoprendo i luoghi che l’artista stesso esplorò e ammirò.

Santuario dei Cetacei

Quando si parla di whale watching si pensa immediatamente ai mari lontani, quelli del Canada, delle coste del Centro America, del Sudafrica e così via. Non certo al Mare Nostrum. Invece, da Genova, Genova Pegli, Varazze, Savona, Loano e Andora ci si può imbarcare sui natanti del Consorzio Liguria Via Mare attrezzati per la pratica dell’ “avvistamento balene” per partire alla volta del cosiddetto Santuario dei Cetacei, al largo delle coste della Liguria. Compagnia ormai leader del settore per l’Italia, il Consorzio propone una serie di attività ed escursioni che fanno da richiamo anche al pubblico straniero, desideroso di scoprire la Riviera di Levante da un punto di vista insolito. Fra le tratte più gettonate, quelle che fanno scalo a San Fruttuoso, Portofino e alle Cinque Terre.

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