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Comune di TETI
Bisogna puntare verso l’entroterra più profondo della Sardegna per raggiungere il Santuario Nuragico di Abini, immerso nella macchia mediterranea, fra lentischi e olivastri che lambiscono il corso del fiume Taloro. Siamo nella regione del Mandrolisai, e questo villaggio-santuario è uno dei più famosi e importanti del periodo nuragico. Un pozzo sacro protetto da un recinto si staglia fra le numerose capanne, prevalentemente a pianta circolare e con copertura dei vani realizzata con pali e frasche. Alcune capanne hanno elementi distintivi come il bancone sedile lungo il perimetro interno e il bacile in posizione centrale; altre hanno restituito scorie di rame, tracce che dimostrano l’antica funzione di bottega del fabbro o fucina. L’assenza nel pozzo di vani tradizionali dell’architettura templare nuragica, come l’atrio e la scala, e la presenza invece di altri ambienti dotati di bancone-sedile, fanno ritenere che ad Abini la funzione sacra (o almeno pubblica) spettasse agli ambienti che lo circondavano.
Dal sottosuolo sono inoltre emersi molti reperti in bronzo che attestano le abilità metallurgiche delle popolazioni locali e il ruolo preponderante nella zona del villaggio-santuario: spade votive, pugnali, braccialetti, anelli, e, soprattutto, statuine modellate come arcieri, guerrieri, sacerdoti colti in preghiera ma anche esseri demoniaci con molti occhi e braccia di ancestrale memoria.
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