Si chiama Marche Outdoor ed è il progetto lanciato nel 2019 dalla Regione Marche per gli amanti della mobilità su due ruote, che possono così accedere facilmente a un circuito di ben 24 percorsi ciclabili organizzati in anelli, consultabili sul sito marcheoutdoor.it e sulla relativa app. Qui si trovano tutte le informazioni del caso, suddivise fra dati tecnici (lunghezza, dislivello e tappe), strutture ricettive prenotabili ed esperienze varie da fare lungo gli itinerari, dove autenticità e genuinità sono le parole chiave applicate a ogni forma di accoglienza. A distinguere gli itinerari è anche il mezzo prescelto: si va da quelli ideali per la bici da strada o da corsa, per la MTB e anche per il gravel riding, considerata la modalità migliore per “aggredire” le dolci colline marchigiane, attraverso sterrati, strade bianche e depolverizzate.
Il progetto Marche Outdoor ha alla base anche una forte volontà di rinascita che tutta la popolazione locale ha dimostrato nel periodo post sisma 2016. Non è un caso che i principali percorsi, per esempio, si articolano in tre grandi anelli collegati fra loro detti “Marche Rebirth”, concetto coniato dall’artista Michelangelo Pistoletto in linea con la filosofia del suo “Terzo Paradiso”, e che rappresenta la rinascita culturale, economica e sociale della Regione anche attraverso l’arte.
Fra i vini delle Marche vanno annoverate due autentiche e apprezzatissime rarità: il Verdicchio di Matelica, un bianco suadente dal gusto tendente all’amarognolo, e la frizzante, vellutata e amabile Vernaccia di Serrapetrona, spumante di color rubino, dal profumo di bacche rosse e spezie. Entrambi questi vini sono protagonisti di itinerari che puntano a far conoscere, oltre che il prodotto, il territorio con tutte le sue sfumature fatte di emergenze storico-artistiche: ecco dunque la Strada del Vino Verdicchio di Matelica e quella di Serrapetrona, che tappa dopo tappa portano a esplorare rispettivamente la zona collinare attorno a Jesi, in provincia di Ancona, e quella nei dintorni di San Severino Marche.
Ma la lista dei vini migliori Made in Marche non è finita: sono altri quattro gli itinerari enogastronomici legati ad altrettanti vitigni. C’è la Strada del Vino Doc Lacrima di Morro d’Alba, nell’anconetano, quella del Verdicchio dei Castelli di Jesi, nella Vallesina, che dall’entroterra di Ancona conduce sulla costa adriatica. E altre due sono quelle dedicate alla scoperta del Vino Rosso Piceno Superiore e del Rosso Conero, diffusi lungo la Riviera del Conero e in tre comuni più interni, Offagna, Castelfidardo e Osimo.
Sono trascorsi più di ottocento anni da che San Francesco ha percorso l’ultima volta questa strada, ma oggi, chi vuole seguire i suoi passi può ancora farlo, intraprendendo il Cammino Francescano della Marca, che transita lungo l’Appenino Umbro-Marchigiano, attraversando due regioni, quattro province e diciassette comuni.
Passo dopo passo, il viaggio fisico diventa viaggio nell’anima e nel tempo, risalendo indietro nei secoli, facendo tappa in piccole e grandi città, borghi, pieve, conventi e luoghi che hanno accolto il Santo nei suoi momenti di preghiera e di vicinanza a Dio. Si va da Assisi ad Ascoli Piceno, lentamente, per 167 km, su strade solo per il 40% asfaltate, e che per il resto lasciano spazio a sentieri nel bosco, fiumi e torrenti da guadare, in una modalità che permette di apprezzare le architetture medievali di paesi come Spello, Foligno, Amandola e Comunanza, e gustando piatti locali che di queste terre portano con sé profumi e sapori.
Un tracciato che nella sua prima parte, da Assisi a Pievefavera, coincide con la Via Lauretana, che nel Medioevo portava i pellegrini al Santuario di Loreto, e transita per aree verdi come il il Parco Nazionale dei Sibillini, il Parco Regionale del Monte Subasio e, dopo Foligno, il Parco Naturale dell’Altolina, fino a incontrare nel tratto marchigiano le Gole del Fiastrone.