Provience: Barletta-Andria-Trani
Puglia
Partiamo dalla fine. Da quel “tacco d’Italia” che sa di punto di arrivo ma allo stesso tempo di inizio. Inizio talvolta di un nuovo capitolo di storia, di un nuovo viaggio, di una nuova vita. Santa Maria di Leuca è stato in passato ed è tuttora un assaggio di tutto questo. Perché se un tempo erano guerrieri, crociati, mercanti, avventurieri e invasori ad attraccare fra Punta Ristola e Punta Mèliso, così come lungo i 784 km di costa della Puglia, oggi si viene qui per piacere, per immaginare quella linea invisibile che separa la costa adriatica a est e la costa ionica a ovest. Una convenzione nautica vuole appunto che tale ideale confine di demarcazione si trovi proprio qui di fronte, ma come tutti i punti di contatto fra un “al di là” e un “al di qua”, soprattutto nei secoli addietro, è stato un luogo di incontro-scontro fra culture e popoli diversi.
A ben guardare poi, in certe situazioni metereologiche, una traccia cromatica longitudinale pare davvero delinearsi fra le onde dinanzi a Leuca, effetto delle correnti sottomarine provenienti dal Golfo di Taranto e il Canale d’Otranto. Un anticipo, in versione marina, delle sorprese che la Puglia offre là dove nulla sembra esserci o vedersi, nel sottosuolo, caratterizzato da un terreno calcareo e carsico che ha dato vita a un fitto sistema di gravine e grotte sparse un po’ ovunque. Non lontano da Taranto, per esempio, c’è la Chiesa di San Nicola a Mottola, definita per via della ricchezza degli affreschi la “Cappella Sistina della civiltà rupestre”. Il fenomeno delle chiese e degli eremi scavati nel tufo è una caratteristica un po’ di tutta la Regione, che nel V secolo furono utilizzate dalla popolazione locale come rifugio contro le invasioni barbariche. In particolare nella zona delle Murge, quella vasta area compresa fra il Tavoliere – la più ampia pianura d’Italia dopo quella Padana – e le Serre Salentine, dove il paesaggio è un’alternanza di campi coltivati cinti da muretti a secco, ulivi secolari e candide masserie vecchie di secoli, trasformate da cuore di fiorenti aziende agricole a dimore di charme aperte all’ospitalità. Testimonianza di un’epoca di dominatori e dominati, cittadelle dove si sono consumate storie di gloria ma anche di lotta e lavoro duro. Qua e là, fanno capolino paesi abbarbicati su colli appena accennati, come Minervino Murge, sotto cui si snoda un intrico di doline e caverne, Altamura, con l’antica Cattedrale, Gravina di Puglia che nel nome svela il suo segreto, un complesso di grotte di tufo che è un’esperienza a sé. Borghi che dal 2006, con i loro tesori più o meno celati, sono tutelati in quanto parte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Alla conformazione geologica del terreno si deve anche l’origine della costruzione architettonica che da sola è sinonimo di Puglia, il trullo. Capolavori della statica, i trulli sono case erette senza l’uso di malta, con le sole pietre calcaree, le chianchiarelle, tolte dai campi per renderli coltivabili. Nella Valle d’Itria, divisa fra province di Bari, Brindisi e Taranto, è una vera invasione, e non solo ad Alberobello, ma anche a Locorotondo, Cisternino, Fasano, Ceglie Messapica e Martina, paesaggio che Gabriele D’Annunzio descrisse caratterizzato da “seni puntuti” protesi verso il cielo.
Anche il Romanico Pugliese è un fil rouge che attraversa la Regione dal mare ai monti, da Trani a Troia, da Ruvo di Puglia a Manfredonia, uno stile che, unendo un’antichissima tradizione costruttiva e influenze romane, bizantine, arabe, lombarde, pisane e francesi, dà forma a cattedrali e castelli di grande audacia. Si veda per esempio la Basilica di San Nicola a Bari, meta di pellegrinaggi per la presenza delle reliquie del Santo più ecumenico della storia, in quella che amministrativamente è una “città metropolitana” ma che in realtà trova il suo volto più autentico fra i vicoli del borgo antico denominato Bari Vecchia. E’ altresì architettonicamente un unicum assoluto Castel del Monte ad Andria, un mix di elementi islamici, classici e nordeuropei frutto dello spirito eclettico che lo concepì, Federico II di Svevia, dal 1996 a buon diritto nel listing ufficiale di Unesco.
Il Duomo angioino di Lucera, la Basilica di San Francesco della Scarpa a Bitonto e la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina sono invece le principali emergenze dello stile Gotico, mentre per immergersi nella ricchezza traboccante del Barocco bisogna ritornare all’estremità Sud d’Italia, a Lecce. Qui, l’estetica arzigogolata della prima metà del Settecento ha trovato nella pietra calcarea locale la materia prima ideale da scalfire e plasmare a piacere. Ecco così lo splendore della Basilica di Santa Croce, il Duomo e il Palazzo dei Celestini, e la Basilica pontificia concattedrale di Sant’Agata a Gallipoli.
Per metà sulla terraferma e per metà flottante sul mare, adagiata com’è su un’isola di natura calcarea, Gallipoli è oggi insieme a Otranto la località più gettonata del Salento, che fa da contraltare alle molte altre mete di vacanza balneare: Polignano a Mare nel barese, Savelletri di Fasano e Ostuni nel brindisino, Peschici, Vieste e Rodi Garganico fra le gemme incastonate sulle irte e candide falesie di roccia calcarea del Gargano e dell’omonimo Parco Nazionale. Parco che racchiude parecchie peculiarità: pur rappresentando solo lo 0,7% del territorio nazionale, insieme ai 10.000 ettari della Riserva naturale della Foresta Umbra in esso inclusa, vanta ben il 40% della flora italiana e il 70% degli uccelli presenti nel nostro Paese. Un vero paradiso per chi ama sperimentare ogni forma di sport all’aria aperta, che in Puglia troverà sfogo in numerose altre riserve e aree protette da esplorare: dalla Riserva naturale Lago di Lesina, sempre nel foggiano, a quella della Salina di Margherita di Savoia in provincia di Barletta-Andria-Trani, all’Oasi Palude La Vela nel Mar Piccolo di Taranto, oltre all’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti. Le “tre sorelle” San Domino, San Nicola e Capraia sono approdi ben noti ai naviganti di ogni tempo e stagione, dove da secoli convivono suggestioni di cultura bizantina e mediterranea e che oggi sono buen retiro per una vacanza lontano dal caos. Un pezzo di Puglia amato anche da Lucio Dalla, per anni habitué con il suo yacht di queste cale, ideale per fare un Bagno di mare a mezzanotte, nel “blu dipinto di blu”, come cantava il polignanese Doc Domenico Modugno.