Museo “Franco Azzinari”

Dalla Calabria a Parigi e in Normandia e ritorno. Questo l’iter seguito dall’artista Franco Azzinari, originario di San Demetrio Corone, nel cosentino, che all’età di 14 anni lascia la Calabria per allargare i suoi orizzonti e lasciarsi ammaliare dallo stile di Maestri come Van Gogh, Gauguin e Monet. Nel 1978, dopo tanto peregrinare, ritorna nella sua terra e trova nella macchia mediterranea la nuova fonte di ispirazione. Poi, l’incontro con il sindaco del piccolo borgo di Altomonte e l’idea di creare una mostra permanente con una quarantina di opere realizzate nell’arco di circa trent’anni. Ed ecco così nel 2002 la nascita del Museo “Franco Azzinari” allestito negli ambienti della Torre Pallotta, struttura difensiva di origine normanna nel cuore del borgo di Altomonte, con una raccolta dal titolo “Vent’anni con la natura”.

Chiesa Santa Maria della Visitazione

Arte e natura sono i due elementi che caratterizzano Aieta, uno dei “Borghi più belli d’Italia”. I suoi 800 abitanti e i visitatori che si spingono fin quassù possono infatti godere di numerosi edifici e monumenti di notevole interesse storico-artistico, ma anche di flora e fauna tutelati in quanto Parco Nazionale del Pollino. Nella Chiesa di Santa Maria della Visitazione, per esempio, si può ammirare un raro strumento di scuola napoletana, l’Organo Bossi, costruito dall’organaro Bossi e consegnato alla chiesa nel 1673. Un pezzo di storia locale che ha accompagnato per quasi quattro secoli la vita del paese, e che nel 1995 è stato oggetto di un’importante restauro che ha permesso di recuperare gran parte dei materiali originari.

Palazzo Rinascimentale

Il Palazzo Rinascimentale Martirano – Spinelli di Aieta è uno dei pochi edifici civili del Cinquecento rimasti perfettamente intatti in tutta la Calabria. La sua mole domina il piccolo centro abitato in provincia di Cosenza, tanto che si avvista il suo profilo già da lontano. Per inciso, Aieta, 800 abitanti appena, è fra i “Borghi più belli d’Italia” ed è inserito dentro il Parco Nazionale del Pollino.

Costruito dai Marchesi Cosentino e poco dopo passato in mano agli Spinelli di Scalea, nel 1913 il Palazzo viene dichiarato Monumento Nazionale e perciò adeguatamente tutelato. A stupire è, oltre alle sue dimensioni, anche la disposizione degli spazi interni, che prevedevano una serie infinita di ambienti, fra cui corpo di guardia, sale di vigilanza, sala di ricevimento, Cappella, ufficio del Marchese, sale di soggiorno, di musica e di gioco, camere da letto, cucine, dispense, cantine, sala delle armi, prigioni e cisterne per l’acqua.

Terme Sibarite

Con 2500 anni di attività alle spalle, le Terme Sibarite possono dire di godere di ottima salute. Fra le varie peculiarità vanto di questo complesso termale situato nei pressi del centro storico di Cassano allo Ionio, nel cosentino, c’è quella di accostare gli impianti moderni a quelli antichi, che si possono ammirare durante la visita del Parco e Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide. Un’esperienza unica nel suo genere, che permette di immergersi totalmente in quella che doveva essere l’atmosfera edonistica ai tempi della Magna Grecia, quando la grande e florida Sibari era frequentata da personaggi di spicco, come Protagora, Erodoto e Ippodamo di Mileto.

Motore di questa industria del benessere è, oggi come ieri, un complesso di cinque sorgenti naturali, dette Appicello, Caldane, Stufe, Clocco e Trabucco, le cui acquee, con una temperatura costante a 25°C, si differenziano dalle altre per la presenza di idrogeno solforato di origine biologica. In altre parole, sono ipotermali, sulfuree, mediominerali, caratteristiche che permangono anche nei fanghi, ottenuti da particolari processi fitobiologici di maturazione delle vegetazioni di alghe.

Ponte “San Francesco di Paola” – Ponte di Calatrava

Con il nome di Ponte San Francesco di Paola si identificano due strutture sul Sud Italia: il celebre “ponte girevole” che dal 1887 è simbolo di Taranto, e dal 26 gennaio 2018 , il cosiddetto Ponte di Calatrava a Cosenza. Un’opera, quest’ultima, che ha contribuito a riqualificare il quartiere di Gergeri, una delle “porte” di accesso al centro storico cittadino, ridisegnandone il profilo grazie alla presenza degli immancabili stralli bianco candido che sono ormai il marchio di fabbrica dell’architetto spagnolo naturalizzato svizzero Santiago Calatrava.

Un progetto complesso, durato quasi una ventina d’anni, che però oggi regala a Cosenza un podio, poiché con i suoi 104 metri di altezza rappresenta il secondo ponte strallato più alto d’Europa. Quanto ai numeri, ecco gli altri che identificano quest’imponente opera ingegneristica in acciaio e cemento: 103 metri di lunghezza, 24 di larghezza, 800 tonnellate di peso per il pilone centrale, 52 metri di lunghezza per l’antenna inclinata di 52 gradi da cui si dipartono gli stralli.

Santuario Santa Maria delle Armi

Il 25 aprile, a Cerchiara di Calabria, borgo alle pendici del monte Sellaro, a 1015 metri di quota, oltre alla “Liberazione” si festeggia la Madonna delle Armi, figura legata alla presenza del Santuario di Santa Maria delle Armi, complesso monumentale di origine medievale con vista sulla pianura di Sibari e sul golfo di Taranto. La processione in onore della Madonna delle Armi, detta anche “Dei vinticinche”, si snoda lungo i sentieri montuosi tenendo come punto di partenza e ritorno proprio il Santuario. Il 25 aprile, numerosi devoti sostano nei boschi che circondano l’edificio, danzando al suono di caratteristici strumenti.

La nascita del Santuario in questo luogo è connessa all’antica leggenda della Sacra Pietra. Si narra che nel 1450 alcuni cacciatori di Rossano videro una cerva infilarsi in una piccola grotta del monte Sellaro. Nel tentativo di catturarla, i cacciatori la seguirono nella grotta ma al suo posto trovarono due icone lignee raffiguranti i Santi evangelisti. Prese le tavolette, le portarono in paese, ma qui le tavolette sparirono ripetutamente per essere poi ritrovate nella grotta. Si decise quindi di edificare una piccola cappella che le custodisse. Durante i lavori, un fabbro ruppe una pietra ovale che a suo parere disturbava la costruzione della cappella. La pietra si aprì in due, e da un lato apparve l’immagine della Madonna con il Bambino e dall’altra San Giovanni Battista. La prima è custodita gelosamente ancora in una cappella con marmi policromi all’interno della chiesa, l’altra fu trafugata e, secondo una tradizione, trasportata a Malta.

Castello Federiciano – Castrum Petrae Roseti

Iniziamo dalla “chicca”. Sulla terrazza più alta della torre templare-normanna del Castello di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, affaccia un’esclusiva Suite Imperiale, corrispondente all’antica Stanza del Sole, dotata di tutto ciò che si conviene a una moderna dimora da re, ossia jacuzzi, aria condizionata, frigo bar e terrazzino privato con vista panoramica su Capo Spulico. La suite si affitta ed è solo uno degli spazi di cui si può usufruire in questo antico maniero che tanta parte ha avuto nella storia locale. Prima di ripercorrerne le lunghe vicende, va detto che a circa 1 km di distanza si trova lo stabilimento balneare il “Cala Castello”, che da quasi 30 anni offre un’oasi verde di quasi 5 ettari di prato, palme e tamerici. Qui ci si può anche rilassare al bar dello stabilimento, oppure, per chi vuole provare la cucina calabrese, si fa ritorno al Castello, dove nelle antiche scuderie è ricavato il ristorante “La Corte di Federico II”.

Il Castello di Roseto Capo Spulico sorge circa mille anni fa sui resti di un monastero, per opera dei Normanni. A quel tempo il castello segna il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo e il fratello Ruggero II (1105-1154), padre di Costanza d’Altavilla, erede del Regno di Sicilia e madre di Federico II Hoheustaufen (1194-1250). Nel 1229 è già Tempio dell’Ordine e pertanto viene requisito ai Cavalieri Templari da Federico II, che con questo gesto vuole punirli per il loro tradimento durante la VI crociata in Terra Santa, avvenuta l’anno prima. Il Castello pare sia stato un luogo speciale per il Barbarossa, che lo restaura, riadattandolo a fortilizio militare, per poi lasciare in eredità “il territorio di Porta Roseti al figlio naturale Manfredi, mentre tutti i castelli e soprattutto il “templare Petrae Roseti” ai figli legittimi i quali saranno anche Re di Gerusalemme”.

Oggi, grazie a un lungo e meticoloso restauro, il Castello di Roseto di Capo Spulico è uno dei maggiori esempi di architettura federiciana di derivazione templare. Durante la visita si possono notare anche dettagli curiosi, come gli stemmi alchemico-templari, la “Rosa”, e i “Gigli” posti a decoro del cortile interno cinto da belle mura merlate. Per non scordare che il “Castrum Petrae Roseti” era ed è ancora un Tempio dell’Ordine.

Parco Nazionale della Sila

1968: Nasce il Parco Nazionale della Calabria. 2002: Viene istituito il Parco Nazionale della Sila. Il secondo è un’estensione di quello “storico”, e comprende le aree di rilevante interesse ambientale in Sila piccola, Sila grande e Sila greca per complessivi 73.695 ettari di pertinenza di ben 19 Comuni e 3 Province (Cosenza, Catanzaro e Crotone). Fra i target definiti dall’Ente Parco Nazionale della Sila, lo sviluppo ecocompatibile di tutto il comprensorio, per secoli crocevia del Mediterraneo di storia, arte e culture diverse. Un mix che alterna foreste, fiumi, laghi artificiali, dolci altopiani – fra cui il più grande d’Europa – rilievi protesi verso il Pollino e l’Aspromonte, che permettono di scorgere all’orizzonte anche l’Etna, le Isole Eolie, le spiagge dello Jonio e del Tirreno.

Questi i 19 Comuni che rientrano nel territorio dell’area protetta: 9 sono in Provincia di Cosenza (Acri, Aprigliano, Bocchigliero, Casali del Manco, Celico, Corigliano – Rossano, Longobucco, San Giovanni in Fiore, Spezzano della Sila), 6 in Provincia di Catanzaro (Albi, Magisano, Petronà, Sersale, Taverna, Zagarise) e 4 in Provincia di Crotone (Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro, Savelli).

Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli

Tutto ha inizio con i covoni di radici pronte per essere lavate. Poi entrano in scena i macchinari per l’estrazione della preziosa materia prima, poi gli antichi cuocitori dove si addensa la pasta nera e infine le trafile in bronzo che la lavorano e tagliano. Il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” a Rossano, in provincia di Cosenza, è un’occasione unica per ripercorrere storia, usi e tradizioni di un territorio che deve tanto a questa eccellenza che da sempre cresce spontanea sulla costa ionica della Calabria, e da sempre è sfruttata dall’industria dolciaria e perciò è motore dell’economia locale. In particolare, a Rossano tale commercio è legato alla saga degli Amarelli, famiglia la cui storia si fa risalire intorno all’anno Mille, ai tempi delle Crociate, e che nei secoli si è distinta per l’impegno intellettuale e nell’agricoltura. Attrezzi per la raccolta e la lavorazione, oggetti quotidiani e splendidi abiti antichi arricchiscono il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, che comprende il grande spazio del “Concio”, risalente al 1731, sul cui fumaiolo sono riportate le iniziali del Barone Nicola Amarelli. Nel 2001, in virtù del grande numero di visitatori, il Museo della Liquirizia ha vinto il premio Guggenheim Impresa & Cultura, e nel 2004, è stato realizzato un francobollo della serie filatelica italiana “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

Al termine del percorso, si può fare sosta nel Liquorice Shop e nel Museum Cafè, per una pausa corroborante, ovviamente a base di prodotti in cui la liquerizia è protagonista, dal classico bastoncino di legno grezzo alle liquirizie pure o con menta e anice. Nel Museo si trova anche l’Auditorium “Alessandro Amarelli”, parte integrante del complesso di fine Settecento e cuore pulsante della vita culturale di Rossano.

Parco Silavventura

Arrampicata, mountain bike, canoa, escursionismo… Chiunque ami l’outdoor non potrà che apprezzare le molte attività possibili al Silavventura, eco-parco situato nella zona del Lago Arvo, in provincia di Cosenza. Il parco avventura offre casette nel bosco, corsi di educazione ambientale e molte altre attività pensate per i bambini che hanno voglia di fare cose da grandi, così come per i grandi che vogliono riscoprire dinamicità ed entusiasmo da bambini. L’ingresso al Parco Silavventura è aperto tutto l’anno ed è gratuito, mentre le singole attività richiedono una fee.

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